Lasciata
l'auto, si segue il sentiero che si stacca subito
alla nostra sinistra dalla carrareccia, contrassegnato con il n° 24,
che dopo poche curve raggiunge un edificio privato.
Qui troviamo il
primo bivio e le prime indicazioni: occorre seguire la mulattiera
principale, ora contrassegnata con il n° 23
che, dopo aver effettuato diversi comodi tornanti, si inerpica per ripidi pendii prativi
fino a giungere al primo rifugio della giornata, il Rifugio
Piz Arlara (o Utia Ciablun, 2040 m).
Da qui, sulla sommità del primo della serie di rilievi che sovrastano
l’abitato di Corvara, lo sguardo spazia a 360 gradi su tutte le
vette circostanti (belle vedute sul Gruppo
del Puez), mentre il sentiero prosegue per morbidi saliscendi
raggiungendo prima l’Utia de Bioch
(2079 m) e quindi il Rifugio Pralongià
(2157 m), da dove si inizia a godere di una bella veduta
sul Settsass.
Da qui la mulattiera prosegue, sempre
con continui ma pacati
saliscendi, verso la zona meno frequentata del Settsass e, oltre,
verso il Passo Valparola; seguendo le indicazioni, sempre ottime e
più che abbondanti, il sentiero prima si inerpica brevemente sulla cima di un rilievo tondeggiante (croce) quindi, dopo
aver costeggiato un cresta erbosa, si biforca nei pressi di un primo
bivio.
Qui occorre lasciare la traccia contrassegnata col n°
23 per seguire quella marcata col n°
24, che sale sulla sinistra rimontando un pendio non troppo
ripido: si giunge
quindi in breve ad un secondo bivio, dove la traccia da seguire si stacca
verso destra dal sentiero principale, per salire attraverso detriti ad un
soprastante rilievo erboso.
Da qui, il sentiero si snoda, sempre ben
segnato e mai troppo ripido, dapprima lungo la cresta poi, abbandonata
quest’ultima, risalendo lungo il fianco della montagna, facendosi via via più
sassoso, fino alla
cima vera e propria del Settsass (2571 m).
Il ritorno avviene
lungo il medesimo percorso seguito all’andata fino al Rifugio Pralongià: da qui, invece che seguire
la traccia già percorsa in salita, si seguono le indicazioni per Utia Punta
Trieste prima e per Utia la Baita poi, fino a che il
sentiero (n° 24)
non si ricongiunge con quello abbandonato la mattina nei pressi del primo
bivio incontrato all’inizio del percorso.