Trascurata
subito la carrareccia di destra, ci si dirige verso il Rifugio La
Rezila (tabelle): si sale con discreta pendenza lungo la strada dal
fondo ghiaioso, trascurando un primo bivio con un sentiero diretto alla
stazione a valle delle cabinovia. Dopo qualche tornante, la strada
attraversa la pista del comprensorio sciistico di Moena per poi
rientrare nel bosco: si supera una fontana e si giunge ad una biforcazione
(tabelle). Allungando un poco il percorso, si tralascia il ramo di
sinistra, che porta direttamente alla stazione intermedia degli impianti
di risalita e al Rifugio Valbona, per continuare lungo il ramo di
destra fino a raggiungere la costruzione del Rifugio
La Rezila (1761 m, h 1,30).
Proprio di fronte al rifugio stacca una bella traccia segnata che,
praticamente in piano, conduce nuovamente verso le piste del Lusia.
Oltre una piccola baita, si attraversa una prima pista, si rientra nel
bosco attraversando un rio e si esce di nuovo in campo aperto,
intercettando la carrareccia diretta al
vicinissimo e panoramico Rifugio Valbona
(1810 m, h 0,30 dal Rifugio La Rezila).
Di fianco al rifugio e dietro alla stazione di partenza dello skilift del
campo scuola, una
tabella indica la direzione da seguire: si risale brevissimamente la
pista per poi entrare nel bosco (segno bianco-rosso su due abeti sulla
destra). Per buon
sentiero quasi pianeggiante si traversa in direzione delle pareti del Sass
da Mesdì, fino a che la traccia non comincia a salire con più
decisione. Con regolari zigzag, che attenuano un poco la ripidezza del
sentiero, si sale lungo il fianco orientale del monte: lambita una colata
di ghiaie, si passa presso i primi affioramenti di roccia fino ad arrivare
sulla
panoramicissima cresta in prossimità dei resti di un costruzione,
probabilmente risalente alla guerra. Con
un ultimo strappo, sempre su
buon sentiero, si è in breve alla scarna croce
di vetta del Sass da Mesdì (2301 m, h
1,00 dal Rifugio Valbona). Il luogo è aperto, poco
affollato e molto
panoramico, e dalla vetta lo sguardo spazia ad abbracciare tutte le
principali cime delle valli di Fassa e di Fiemme: dal Catinaccio
al Latemar, fino al tutta la Valle
di San Pellegrino.
Proseguendo, occorre percorrere tutto l'ampio
ed erboso crestone del monte, con
itinerario panoramico e pressochè pianeggiante, perdendo quota solo
nell'attraversamento della Forcella
di Valbona: oltrepassatala e risalito brevemente il fianco del Col
de Poza (da qui raggiungibile con brevissima digressione), si
ricomincia a traversare in costa oramai in vista della vicina Forcella de Pozil. Nuovamente sulla cresta, la si abbandona dopo pochissimo
scendendo con un brusco tornante a destra (ometto in basso – trascurare
quella che sembrerebbe la logica prosecuzione del sentiero): si perde
quota avvicinandosi al fondovalle della Val de Pozil fino ad
intercettare il sentiero proveniente dall'omonima insellatura, si piega
quindi a sinistra e in breve si raggiunge la Forcella de Pozil (2144 m, h
1,00 dal Sass da Mesdì).
Si scende ora per una sorta di
canalone e, dopo avere attraversato una zona ricolma di grossi massi
provenienti dai soprastanti pendii del Vièzzena, si
intercettano le piste da sci e la carrareccia a servizio delle stesse.
Nuovamente in salita, ci si dirige verso la stazione a monte della
cabinovia del Lusia (Le Cune, 2272 m) e da qui, sempre lungo le piste, si
scende fino ad arrivare alla bella costruzione del Rifugio
Passo Lusia (2055 m, h 0,30
dalla forcella).
Proprio dietro al rifugio stacca la mulattiera (tabelle) che riconduce al Rifugio
La Rezila e da qui, lungo il medesimo itinerario seguito all'andata,
alla macchina (h 1,30).