Monte Muląt 2150 m

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N.B.: ITINERARIO E RELAZIONE A CURA DI ANNA PIERMARTINI

 

CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 022

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO DI BOCCHE)

SCHEDA N. 12 

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Egna-Ora (uscita della A22 del Brennero) si sale a valicare il Passo di San Lugano, da dove si entra in Val di Fiemme. Si risale interamente la valle fino all'abitato di Predazzo (1011 m, 37 km da Egna-Ora).

Giunti al paese, si prende la circonvallazione in direzione della Val di Fassa fino alla stazione di partenza degli impianti di risalita Predazzo - Feudo, dove si lascia l'auto (ampio parcheggio).

 

ITINERARIO

Dirigendosi verso l'ingresso della cabinovia, si attraversa il ponte e si scende al livello del torrente, immettendosi sulla passeggiata lungo l'Avisio (indicazioni: "Passeggiata per Predazzo"). 

Dopo avere oltrepassato un enorme masso sporgente sul fiume (cavo e parapetto) la larga mulattiera, appena sopraelevata rispetto al letto del corso d'acqua, si inoltra in uno splendido bosco. Si oltrepassano due deviazioni sulla sinistra e, usciti dagli alberi, si imbocca ancora a sinistra una strada dal fondo inghiaiato con indicazioni per "Monte Muląt" e "Maso Pinzan". Si comincia morbidamente a salire e ben presto occorre abbandonare la comoda carrareccia per prendere una mulattiera che si inoltra nuovamente tra gli alberi (indicazione per "Maso Pinzan"): si sale con ampi tornanti in un bellissimo ambiente boschivo, uscendo talvolta in qualche radura affacciata sull'abitato di Predazzo. Dopo pochi tornanti, ci si reimmette sulla carrareccia abbandonata in precedenza, procedendo sempre in direzione Maso Pinząn, mentre si trascura il sentiero che sale sulla sinistra (indicazioni per "Monte Muląt - via Sentiero dei Minatori"). 

Proseguendo lungo la comoda stradetta, si giunge in breve alla grande costruzione del Maso Pinzan (1342 m, h 1,00): originali gli ornamenti della facciata.

Si continua ancora lungo la strada fino ad una bella fontana, dove tabelle invitano a svoltare decisamente a sinistra, su un buon sentiero che si inoltra ripido nel bosco. Si sale per un poco, fino ad intersecare nuovamente la carrareccia proveniente da Predazzo; la si trascura e si imbocca (tabelle) la prosecuzione del sentiero. Dopo avere oltrepassato una zona invasa da ceppi ed alberi caduti, il percorso si fa nuovamente agevole, anche se piuttosto ripido; con pochi zigzag la larga traccia si porta sulla costa del Monte Muląt, in corrispondenza di una porzione disboscata panoramicamente affacciata sulla valle

Oltrepassata una deviazione (tabelle) diretta all'ex Miniera della Bedovina, la salita prosegue ripidamente inoltrandosi di nuovo nell'antico e suggestivo bosco. Si torna brevemente sul versante di Predazzo fino a che, nuovamente in cresta, il percorso spiana un poco uscendo infine in un'ampia radura in cui il sentiero tende quasi a perdersi tra le altissime erbe: in posizione sopraelevata, sulla sinistra, fa capolino il piccolissimo Baito di Soposa (2000 m circa, h 2,00 dal Maso Pinząn). 

Oltre il baito, nei pressi di un grosso masso, tabelle segnaletiche indicano la via da seguire: si piega a sinistra, scendendo pochi metri verso il bosco e dirigendosi poi a destra al bivio successivo (tabelle). Si perde un poco di quota e si percorre, con qualche saliscendi, il pendio del Muląt per aggirare delle formazioni rocciose fino a che l'esile traccetta riprende a salire decisa, raggiungendo nuovamente l'amplissimo crestone del monte. Per prati (tabelle) si superano gli ultimi dossi erbosi in direzione della gią ben visibile grande croce posta sulla sommitą del Monte Muląt (2150 m, h 0,20 dal Baito di Soposa). Nonostante la quota relativamente bassa, il fatto di essere posto all'incrocio fra le valli di Fiemme e Fassa ne fa un ottimo punto panoramico, e cosģ la vista puņ spaziare a 360 gradi dalle rocce del Catinaccio e del Latemar, agli scuri porfidi del Lagorai fino alle guglie delle Pale di San Martino

Per la discesa, si ritorna sui propri passi, lungo il crestone e poi nel bosco, fino al bivio incontrato poco dopo essersi lasciati alle spalle il Baito di Soposa. Seguendo qui le indicazioni per la Bedovina e il cosiddetto "Sentiero dei Minatori", ci si cala ripidamente nel bosco, che diventa sempre pił fitto, lungo una traccetta inizialmente un poco labile, ma via via sempre meglio definita. Man mano che ci si avvicina alla zona dell'ex miniera di rame il sentiero si fa pił largo, trasformandosi poi in mulattiera. Giunti ad un primo bivio con indicazioni per la zona mineraria, si puņ scegliere se dedicarsi all'esplorazione dell'area o se calare direttamente verso Predazzo: in entrambi i casi, anche se gli itinerari spesso non trovano riscontro sulla carta topografica, le segnalazioni sono ottime ed abbondanti ed i sentieri sempre ben marcati. 

Nel caso si voglia scendere a Predazzo, occorre trascurare la deviazione diretta alle miniere e continuare a scendere, tralasciando alcune traccette secondarie (indicazioni), fino a che non si raggiunge un ulteriore bivio. Entrambe le direzioni segnalate sono dirette alla stazione della cabinovia di Predazzo, ma la pił diretta pare essere quella di destra: si imbocca dunque il buon sentiero che, oltrepassato un piccolo rio, passa proprio attraverso quello che resta della zona estrattiva (tanto che, per un buon tratto, si cammina tra la rotaia di servizio alla miniera). Sempre in discesa, si rimane a lungo nel bosco uscendone in corrispondenza della carrareccia diretta al Maso Pinzan. Da qui, percorrendo a ritroso la via di salita, si ritorna alla stazione di partenza degli impianti di risalita.

 

TEMPO TOTALE

h 6,00 - 7,30

DISLIVELLO

1200 m circa 

DIFFICOLTA’

E allenati 

ULTIMO SOPRALLUOGO

settembre 2010 

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Itinerario non eccessivamente lungo, solitario ed interessante per la possibilitą di visitare quel che resta delle miniere di rame presenti sopra Predazzo. Un poco faticosi alcuni tratti di salita.