Sulla sinistra della malga un cartello indica la
direzione da seguire: si imbocca pertanto una vecchia carrareccia militare che
sale dapprima nel rado bosco, per poi uscirne definitivamente sbucando in un’ampia radura nei pressi di un ruscelletto, che si costeggerà per un
poco. Il panorama si allarga e se dietro, imponentissime, sono le Pale
di San Martino, davanti a noi l’occhio spazia sulle verdeggianti e
morbide pendici della Cima di Juribrutto.
Si risale, con alcuni
tornanti della vecchia carrareccia militare, una valletta (in alto, sulla
sinistra, ruderi di postazioni militari) e, dopo che il percorso si è
fatto più pianeggiante, tabelle indicano sulla sinistra la direzione da
seguire (da questo punto, volendo evitare di perdere quota passando per il
lago, si può tagliare fuori sentiero direttamente verso la cima).
Si
imbocca comunque una traccia segnalata e accompagnata da frequenti ometti di pietra
e, perdendo un poco quota, ci si inoltra in una verde valletta punteggiata
da diverse piccole
pozze d’acqua fino a che, finalmente, affacciandosi ad una sorta di
forcella, si avvista nella sottostante conca il bel Lago
di Juribrutto.
Il sentiero perde quota più velocemente e, giunto
poco sopra il lago, piega a sinistra in direzione di alcune tabelle per
attraversare il piccolo rio emissario del lago stesso; a questo punto la
traccia costeggia lo specchio d’acqua sulla sinistra fino a portarsi in
un’altra piccola e verdeggiante valletta, risalendo la quale, si giunge alla
Forcella di Juribrutto ed al Bivacco Juribrutto (solo una
tettoia con panche, h 1,00 circa dal
lago).
Da qui, tabelle indirizzano verso
la cima e, piegando a destra, si comincia a risalire la fiancata della
montagna per un terreno misto di rocce affioranti, grossi massi e ciuffi
d’erba; alle volte la traccia scompare, ma i frequenti segni e gli
ometti di pietra aiutano a mantenere la direzione giusta. Poco sopra il
bivacco, presso un grosso masso, indicazioni a vernice invitano a deviare
verso sinistra per la cima oppure di tenersi sulla destra per raccordarsi
direttamente alla traccia che porta verso la stazione a monte della
funivia del Col Margherita. Quest’ultimo percorso, che rimane in
costa tagliando fuori la salita alla vetta, è anche l’unico segnato
sulle cartine anche se, in realtà, la traccia da seguire per arrivare
fino alla Cima di Juribrutto è ben segnalata dai soliti segni
bianco-rossi.
Piegando dunque a sinistra in direzione della cima, sempre
per rocce e ciuffi d’erba, fra sempre maggiori resti
di trinceramenti e opere belliche varie si giunge sull’amplissimo spiazzo
erboso della vetta della Cima di Juribrutto (2697 m); il panorama
è vasto e circolare, e tutto intorno impressionano i resti di
ricoveri, trincee e baraccamenti, testimoni dell’intensa storia di
questa angolo di montagne.
Proseguendo la traversata, ci si incammina in
leggera discesa lungo la cresta seguendo i segni bianco-rossi ed un
interminabile trinceramento; in lontananza si scorge tutto
lo sviluppo del percorso da seguire per giungere fino alla funivia del
Col Margherita. La cresta scende leggermente e in modo continuo fino ad un
netto gradino inciso tra la Cima di Juribrutto e le
morbide ondulazioni del Lastè di Pradazzo verso il Col
Margherita. Si scende il breve e ripido pendio con qualche zigzag
sempre muovendosi tra resti di opere militari e postazioni, fino ad
incontrare il sentiero che, tagliando in costa, arriva direttamente dalla Forcella
Juribrutto alla stazione delle funivia.
Ci si immette in questo e si
devia a sinistra (indicazioni) mentre la traccia percorre sempre sul filo
di cresta tutti i dossi e le elevazioni che si incontrano prima di
giungere alla stazione della funivia situata sulla vetta del Col
Margherita (2560 m). Qui, da una tabella, si scopre di aver appena
percorso l’”Alta Via della Mariotta” il tutto sempre sotto lo
sguardo severo delle Pale
che spuntano imponenti alle nostre spalle.
Dalla
stazione della funivia, in una zona
deturpata dagli impianti sciistici (lo ammetto, io scio, ma d’estate le
piste sono una schifezza!), si scende lungo la carrareccia che conduce fino
alla Forcella di Pradazzo e, da qui, al Passo di Valles
(2032 m) ed al Rifugio
Capanna Passo Valles da dove,
seguendo la strada asfaltata, in breve si ritorna alla Malga Vallazza.