Cimòn di Bocche (dal P.sso S. Pellegrino)

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N.B.: ITINERARIO E RELAZIONE A CURA DI ANNA PIERMARTINI

 

CARTINA CONSIGLIATA

Tabacco scala 1:25.000 – Foglio 022

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - DOLOMITI (GRUPPO DI BOCCHE)

SCHEDA N. 2

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Egna-Ora (uscita della A22 del Brennero) si sale a valicare il Passo di San Lugano, da dove si entra in Val di Fiemme. Risalita la Valle fino a Predazzo, si prosegue lungo la Val di Fassa raggiungendo Moena (47 km da Egna-Ora). Di qui si svolta a destra e si risale la pittoresca Valle di San Pellegrino: quasi arrivati al passo, in località Fango, si lascia la macchina in uno spiazzo sulla destra posto di fronte ai capanni in lamiera dell'ANAS (1643 m, 6,5 km da Moena, indicazioni per Cima Malinverno).

b) Da Pian di Vedoia (uscita della A27 Mestre-Belluno) si raggiunge Belluno, da dove si risale la Val Cordevole fino a Cencenighe Agordino (47 km da Pian di Vedoia). Qui si imbocca la strada della Valle del Biois che, attraverso Canale d'Agordo e Falcade, raggiunge il Passo di San Pellegrino (1919 m, 18 km da Cencenighe, di cui gli ultimi molto ripidi). Si scende quindi verso Moena fino in località Fango, dove si lascia la macchina in uno spiazzo sulla sinistra posto di fronte ai capanni in lamiera dell'ANAS (1643 m, 4,5 km da Moena, indicazioni per Cima Malinverno).

 

ITINERARIO

Attraversato il ponte, si trascurano le indicazioni per il "Ciadinon" e si prosegue a sinistra lungo una strada forestale, fino ad arrivare nei pressi del Rifugio Malga Negritella

Da qui ci si immette su di un tratto di carrareccia, e successivamente un sentiero scarsamente segnato, che si abbandona poi dopo qualche tornante per rimontare un breve prato. Superato questa sorta di piccolo gradino prativo la traccia, ora un poco più evidente, risale una valletta detta Campo dell'Orso, seguendo il rio che scende proprio dalla evidente Forcella di Juribrutto. Si sale per prati fino a che questi ultimi lasciano spazio alle rocce e, con gli ultimi zigzag su una piccola pietraia che fascia le pendici del soprastante Cimòn di Bocche (molto imponente da questo versante), si giunge ad una conca e, quindi, alla Forcella di Juribrutto e al Bivacco Juribrutto. Il bivacco, come tutti quelli presenti in questa zona, ancora fortemente segnata dagli eventi bellici, è in realtà solo un piccolo ricovero con due panche e una tettoia in legno.

Dalla forcella, tabelle segnaletiche indicano il percorso da seguire (n° 626); il sentiero si sposta verso destra per risalire il fianco roccioso della montagna e, dopo un primo tratto su pietraia (sorgente e bella veduta sui Laghi di Juribrutto), ridiventa una ben marcata traccia che con qualche zigzag porta a guadagnare la cresta di Bocche. Da qui, sempre su sentiero ben marcato e segnato, passando vicino a postazioni e baraccamenti di guerra, si sale con pendenza moderata e costante fino alla croce di vetta del Cimon di Bocche (2745 m). Il panorama è circolare su tutte le cime della Valle di Fassa, sul Lagorai, sulle Pale di San Martino, sulla Marmolada e più oltre verso il Pelmo e il Civetta, e altro ancora a perdita d'occhio.  

Dalla vetta il percorso prosegue seguendo il filo di cresta dalla parte opposta rispetto a quella della salita: attraversando resti di postazioni militari, si prosegue scendendo il fianco sassoso del Cimon di Bocche fino a portarsi alla Forcella di Bocche, dove sorge il piccolo Bivacco Jellici

Si riprende a salire con qualche tornantino il fianco del Gronton, fino ad arrivare ad una forcelletta poco più alta di quella appena lasciata. Qui le soluzioni sono due: o proseguire sulla destra per sentiero non segnato ma molto ben evidente, oppure piegare a sinistra lungo la traccia n° 634 che, seguendo tutto il filo di cresta della montagna, porta con un facile sentiero attrezzato (ex sentiero militare) a toccare infine la Forcella di Lusia.  

Sulla nostra sinistra, poco più in basso, si apre la conca coi Laghi di Lusia, ma la traccia prosegue tagliando il fianco del soprastante Lastè di Lusia per cominciare poi a perdere quota. A questo punto, nei pressi di un bel sassone con indicazioni a vernice rossa, occorre lasciare la traccia più marcata (che conduce al Rifugio Passo Lusia e al Rifugio La Rezila) per seguire il sentiero meno marcato (e poco segnato) che taglia verso destra: la meta comunque, ben visibile dalla cima del Grontòn, è la baita posta al centro dell'amena conca del Ciadinon

La traccia prosegue in discesa fino a toccare i lussureggianti prati della conca (attenzione con l'erba alta, la traccia tende a scomparire) e da qui, lungo il torrentello, fino alla baita.  

Proseguendo ed aggirando uno slargo del corso d'acqua, ci si reimmette nel sentiero segnato (n° 625) che, attraversando uno splendido bosco, riporta in breve al punto di partenza.  

 

TEMPO TOTALE

h 7,00 circa

DISLIVELLO

1200 m circa 

DIFFICOLTA’

EE allenati (un tratto di facili corde fisse)

ULTIMO SOPRALLUOGO

giugno 2005 

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - ottobre

COMMENTI

Itinerario abbastanza lungo, su sentieri quasi sempre ben segnati: qualche corda fissa sulla cresta del Gronton.