Si imbocca la carrareccia, dapprima inghiaiata e poi
con tracce di un antico lastricato probabilmente di origine militare e,
sempre seguendo le frecce, si arriva ad una bella e
verdeggiante radura (h 0,30): in alto, sulla sinistra, si scorge il bell’edificio
della Malga Bocche.
La traccia si restringe fino a diventare un sentierino e,
piegando sulla sinistra, dopo aver attraversato una piccola passerella in
legno, raggiunge in pochi minuti la Malga Bocche. Il posto è incantevole
(arrivando presto, prima
dell’orda di turisti!) e il tutto è incorniciato da una fantastica
vista sulla Pale di San Martino, da qui davvero imponenti.
Proseguendo oltre, dietro la malga, si arriva ad un
incrocio con numerose frecce ed indicazioni: si segue una traccia che si
inoltra nel bosco oramai rado, verso il "Lago" e la "Cima di
Bocche". Dapprima
si attraversano una serie di belle radure quindi, oltrepassato un ponticello
(indicazioni), il sentiero entra nuovamente nel bosco e, proseguendo con numerosi ma
morbidi tornanti, arriva ad un bel ripiano erboso dove sorge un minuscolo
ricovero di proprietà del Comune di Moena (tavolacci per dormire e
possibilità di fare fuoco).
Oltre il baito il sentiero prosegue, supera un
ulteriore dosso, un altro piccolo pianoro e, con qualche zigzag, arriva al
bel Lago di Bocche, incassato in mezzo ai dossi erbosi alle
pendici dell’omonimo cimon. Presso il punto in cui il ruscello esce dal lago,
lo si
guada (indicazioni) e si prosegue verso destra; il sentiero taglia il
ripido pendio per portarsi verso la cresta del monte e si inoltra in un terreno
cosparso di cespugli, affioramenti rocciosi, chiazze d’erba e resti di
trinceramenti ed opere belliche. La traccia alle volte si perde, ma i
segni rossi sono decisamente abbondanti, come pure i frequentissimi
ometti di pietra.
Si giunge
così in cresta
nei pressi di una forcelletta (h 1,00
dal lago), che si affaccia sul vallone in cui è adagiato
il Lago di
Juribrutto; il terreno diviene ora più terroso e
meno erboso e la traccia, che corre a filo dei lunghissimi trinceramenti,
si fa più evidente. Dopo aver superato un paio di
anticime, si giunge infine in vetta al Cimon di Bocche (2745 m). Il panorama è grandioso e spazia sui gruppi del
Catinaccio, del Latemar e della Marmolada, sulla vicina Cima di
Juribrutto ... Ma su tutto, grandiose ed imponenti, dominano le Pale di San
Martino.
Dalla cima si torna sui propri passi fino alla
forcella precedentemente superata e (tabelle) ci si cala a sinistra per un ripido ma
buon sentierino verso la Forcella di Juribrutto: inizialmente la traccia
procede con stretti zigzag , quindi attraversa una pietraia fino a
terminare, tagliando per prati, nei pressi della piccola tettoia del Bivacco
Juribrutto, situato giusto sopra la forcella.
Seguendo le indicazioni, per buon sentiero ci si cala
in una piccola valletta e, costeggiando un piccolo corso d’acqua, si
arriva al bel Lago di Juribrutto. Aggirato il lago e guadato il
torrentello emissario, si raggiungono alcune frecce ed indicazioni: si
prosegue per una buona traccia che dapprima risale brevemente in costa per
aggirare un dosso erboso, quindi scende nell’amena valletta generata
dal Rio di Juribrutto. Si giunge ad un ripiano erboso proprio in faccia alle
Pale di San Martino, alti di fronte all’imbocco della verdissima Val
Venegia; il sentierino si trasforma in una carrareccia con un vecchio
lastricato militare e, calando nel bosco e oltrepassato un primo bivio, si
è in breve nei pressi delle Malga Juribrutto.
Qui vi è un altro bivio:
occorre piegare a destra, verso un evidente sentiero non segnato né
segnalato, che con dolcissima pendenza e in leggera discesa attraversa il
ripido bosco riconducendo in h 0,45 circa, dopo aver attraversato il
letto di un torrente, alla mulattiera diretta verso la Malga Bocche.