Antico acquedotto del Monte Rama

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CARTINA CONSIGLIATA

F.I.E. scala 1:25.000 – Foglio SV-1

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - APPENNINO LIGURE

SCHEDA N. 14

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

L'ELEGANTE EDIFICIO ROCCIOSO DELLO SCAGGIŁN DE LČLLOA NEL VALLONE DEL RIO SCORZA

IL SETTORE DEL MONTE ARGENTČA DALL'ACQUEDOTTO DEL MONTE RAMA

RARITĄ BOTANICHE DEL GRUPPO DEL BEIGUA ...

GIGLIO TROMBONE

IL TRACCIATO DEL TRATTO PIŁ IMPEGNATIVO DEL PERCORSO, LUNGO IL DIRUPATO VERSANTE EST DEL MONTE RAMA

POZZA DI ACQUA CRISTALLINA LUNGO IL RIO DI VALLE SCURA

IL PRIMO TRATTO DEL TRACCIATO DELL'ACQUEDOTTO, A PARTIRE DAL PASSO DEL CAMULĄ

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Arenzano (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si prende verso destra l'Aurelia, si supera il valico della Colletta e si raggiunge il paese di Cogoleto. Qui si gira a destra, verso l'interno, seguendo le indicazioni per Sciarborasca: si supera la frazione Prato Zanino e si scende brevemente all'inizio del paese (9 km da Arenzano). 

Lasciando a sinistra le indicazioni per il centro, si prosegue a destra: si supera Localitą Schivą e si svolta a sinistra lungo Via Ceola. Dopo un ultimo tratto alquanto stretto, si esce sulla strada che collega Sciarborasca a Lerca. Si prosegue a destra per poche decine di metri, poi si prende a sinistra una stradetta asfaltata lungo un poco accentuato crinale, fra ville e case. Ad un bivio si va a sinistra, per ripida stradetta sempre pił stretta, fino ad un serbatoio dell'acquedotto (300 m circa, piccolo parcheggio).

 

ITINERARIO

Dal serbatoio dell'acquedotto si segue la larga carrareccia sterrata che si inoltra nel selvaggio Vallone del Rio Scorza. Dopo un centinaio di metri la carrareccia compie una decisa svolta a destra, iniziando a salire: qui la si abbandona per proseguire dritti, lungo una mulattiera parzialmente lastricata quasi pianeggiante (segnavia , indicazioni per "Palestra di Roccia"). Con un tratto praticamente in piano, ci si inoltra sempre pił nel selvaggio vallone, dominato dal severo versante meridionale del Monte Rama: nel lontano fondovalle rumoreggia il rio, con numerose cascate, mentre sull'altro versante appaiono alcune piccole ma ardite strutture rocciose sfruttate per l'arrampicata sportiva. La pił nota di queste strutture č lo Scaggiłn de Lčlloa, ben visibile con il suo affilato spigolo. Lasciata una diramazione a sinistra per le "Palestre di Roccia", la mulattiera inizia a salire gradualmente, mantenendosi sempre sulla sinistra idrografica, alta rispetto al fondovalle. Tagliate le pendici del Bric Camulą, si incontra un bivio: si trascura la prosecuzione del segnavia e si svolta a destra (cartello), lungo una vecchia mulattiera segnata . La mulattiera, a tratti rozzamente lastricata, si inerpica molto ripida lungo il pendio cespuglioso, seguendo grosso modo il tracciato del vecchio Acquedotto del Monte Rama. Attraverso macchie di bassa vegetazione, piccole pietraie e pendii erbosi il sentiero giunge ai piedi dei contrafforti rocciosi del Bric Camulą, presso l'attacco della via "FLI" (scritta bianca sulla roccia). Attraversato un ombroso boschetto, continua poi in traverso verso sinistra, fino a raggiungere il Rio Scorza nei pressi di una bella cascata. A questo punto il tracciato compie una serie di brevi, erte serpentine fino ad uscire sul frequentato sentiero della "Via Diretta al Monte Rama" (segnavia e A), proveniente da Lerca. Trascurando verso sinistra la prosecuzione della "Via Diretta", si prende il sentierino che prosegue in salita verso l'attacco della "Via Guastavino" (palina), raggiungendo in pochi minuti l'ampia insellatura erbosa del Passo del Camulą (790 m, h 1,00), tra le roccette terminali del Bric Camulą ed il Monte Rama. 

Trascurando a questo punto il sentierino che, praticamente in quota, taglia verso sinistra in direzione dell'attacco della "Via Guastavino", si scende al meglio sull'altro versante, fra erba e arbusti, perdendo una trentina di metri di quota (vaghe e saltuarie tracce) fino ad incontrare l'ampia sede dell'antico Acquedotto del Monte Rama

Quest'ardita opera, realizzata nei primi anni '50 del Novecento con lo scopo di captare le abbondanti acque sorgive nell'alto Vallone del Rio Carbunča, tributario del Vallone del Rio di Lerca, č rimasta per lungo tempo in stato di abbandono, ma recentemente si notano alcuni interventi volti ad un suo (almeno parziale) ripristino. Dalle prese superiori, a quota 800 m circa, il tracciato (costituito da una tubazione in gran parte interrata sovrastata da un sentiero calpestabile) taglia pressochč in quota gli arditi speroni rocciosi del versante orientale del Monte Rama e, sottopassato con una galleria in roccia (oggi in parte crollata e non percorribile) il Passo del Camulą, scende poi nel Vallone del Rio Scorza fino al serbatoio di accumulo a monte di Sciarborasca.

Si segue dunque il comodo ed evidente tracciato dell'acquedotto verso sinistra (seguendolo per breve tratto verso destra si raggiungerebbe l'imbocco dell'ormai crollata galleria), pressochč pianeggiando, tagliando pietraie, boschetti di pini e ripidi valloncelli. Qualche tratto in frana, dove appare allo scoperto il tubo metallico dell'acquedotto, non impedisce mai il passo. Con belle vedute, alle spalle, sui rocciosi speroni del Bric Camulą si giunge ai piedi di una balza rocciosa, dove il sentiero č completamente franato ed il tubo corre, per un tratto, sospeso nel vuoto. Si rimonta allora la placchetta rocciosa a sinistra per pochi metri, quindi si scende per una specie di corto solco di erba e roccette fino a ritornare sul tracciato dell'acquedotto, oltre il breve tratto franato. Continuando in piano, si taglia dopo poco il ripido impluvio percorso dalla "Via dell'Acqua" (segni bianchi), che si supera percorrendo un ampio terrapieno sorretto da un muro a secco. Aggirato pił avanti un costone alberato, ci si porta sul versante orientale del Monte Rama, che domina il solitario Vallone del Rio di Lerca: bella vista, sul versante opposto, sul Monte Argentea, sulla Rocca da Ciappa e sulla rocciosa Cresta delle Segage. Superato senza particolari problemi un nuovo brevissimo tratto in frana, si scende leggermente per poi risalire, in ambiente sempre pił dirupato, ad un aereo colletto sul filo dello sperone roccioso percorso dalla "Via Zunino" (h 0,30 dal Passo del Camulą). 

Da qui il tubo dell'acquedotto attraversa la successiva profonda gola rocciosa su un vertiginoso ponticello di ferro, ormai pericolante e assolutamente da non percorrere: si seguono allora verso sinistra, lungo il filo dello sperone, i segni bianchi della "Via Zunino" per poche decine di metri fino a giungere alla selletta erbosa a monte dello sperone. Abbandonato il tracciato della "Via Zunino", si traversa su erba la breve testata della gola (che da qui si origina) e, oltre una nuovo selletta, si scende per comodo terreno erboso-sassoso nuovamente sul tracciato dell'acquedotto. Ritornando indietro per pochi metri, si puņ osservare la strettissima spaccatura nella roccia che si affaccia sulla gola col ponticello appena aggirata. Proseguendo lungo il tracciato dell'acquedotto, si scavalcano alcuni colletti formati da piccoli spuntoni rocciosi, in ambiente sempre molto aereo e pittoresco: si giunge cosģ in corrispondenza di una verticale placconata rocciosa che precipita per una ventina di metri alla testata di uno stretto vallonetto. Il tracciato taglia la placconata con un altro breve ma vertiginoso ponticello, che si deve superare con estrema cautela (attenzione!!!), rimanendo quasi a cavalcioni del tubo dell'acqua. Subito dopo, una stretta cengia (vecchio corrimano in ferro) immette su un terrapieno artificiale sorretto da un alto muraglione di pietre a secco, che consente di raggiungere il fondo del valloncello, dominato da aguzzi spuntoni rocciosi. Superato un tratto invaso da fastidiosi arbusti spinosi, il tracciato dell'acquedotto raggiunge un nuovo colletto, da dove appare, in basso, una pittoresca cascata del Rio Carbunča. Da questo colletto si scende ripidamente, su fondo dissestato, nel bosco via via pił fitto: presso una grossa roccia aggettante appare il primo di una lunga serie di bollini rosso-violacei che, da qui in poi, indicheranno il percorso. Giunti sul fondo di una conca, si abbandona temporaneamente il tracciato dell'acquedotto (molto rovinato a causa di una frana poco oltre) per deviare a destra (freccia): si scende per una decina di metri, si supera un piccolo rio nel punto in cui confluisce nel Rio Carbunča e, subito dopo, si supera anche questo corso d'acqua su grossi massi. Sulla sponda opposta, sempre seguendo i segni, si risale un ripidissimo costone boscoso fino a raggiungerne il filo, che si segue poi agevolmente in salita verso sinistra ritrovando infine il tubo dell'acquedotto (che attraversa "a sbalzo" il Rio Carbunča una ventina di metri pił a monte del punto in cui lo si č guadato). Proseguendo lungo un labile sentierino nel noccioleto, si continua lungo il tubo dell'acquedotto fino ad una sua biforcazione: trascurando il ramo di destra (che raggiunge una presa presso una vicina sorgente) si segue quello di sinistra, lungo il quale si giunge ad un'altra costruzione con presa d'acqua. Proseguendo nel bosco, in poche decine di metri si esce sul tracciato del sentiero con segnavia =, che unisce Lerca con la Casa Carbunča ed il Passo di Prato Ferretto (800 m circa, ometto, h 0,35 dall'incrocio con la "Via Zunino"). 

Non rimane ora che seguire in discesa, verso destra, questo comodo sentiero, che taglia gradatamente verso oriente portandosi al centro del vallone, quindi scende con una serie di ripidi tornanti fin sulle sponde del rumoroso Rio di Lerca. Tagliando a mezza costa la destra idrografica del vallone, il sentiero raggiunge lo sbocco della severa Valle Scura (che costituisce il tratto a valle del Vallone del Rio Carbunča): superato il precipitoso rio omonimo su grossi massi, si giunge ad una costruzione dell'acquedotto alla base del roccioso contrafforte percorso dalla "Via Zunino" (h 0,40 dall'incrocio col segnavia =, frecce e bolli bianchi indicanti anche la "Variante Inferiore" a monte della costruzione). 

Proseguendo lungo l'evidente sentiero segnalato che percorre, in lieve discesa, tutto il fianco destro idrografico del Vallone del Rio di Lerca, si supera l'attacco della "Via dell'Acqua" e, poco oltre, della "Via dei Geki" e della "Cresta dei Guaranģ" al Bric Camulą. Con pittoresco percorso a mezza costa su pendii quasi a precipizio sul profondissimo vallone, sempre di fianco al tubo dell'acquedotto proveniente dalla presa di Valle Scura, si giunge ad un bivio (palina): trascurando la prosecuzione del segnavia = (diretto a Sant'Anna di Lerca), si segue un ampio sentiero a destra che sale moderatamente tagliando un pendio boscoso fino a raggiungere un poggio nei pressi di alcuni tralicci, dove si incontra una carrareccia sterrata. Poco oltre la carrareccia incrocia il sentiero della "Via Diretta al Monte Rama" (segnavia e A), che si lascia subito dopo a sinistra: si prosegue invece lungo la pianeggiante carrareccia senza segnavia che, fra rado bosco, taglia verso occidente con fondo molto comodo. Dopo circa 1 km, raggiunto un bivio, si segue il ramo di destra che con una breve discesa raggiunge il sentiero nel Vallone del Rio Scorza: proseguendo in discesa verso sinistra, in un centinaio di metri si ritorna al serbatoio dell'acquedotto presso il parcheggio (h 1,00 dallo sbocco della Valle Scura).  

 

TEMPO TOTALE

h 3,45 circa

DISLIVELLO

650 m circa

DIFFICOLTA’

EE (necessaria sicurezza di piede)

ULTIMO SOPRALLUOGO

16 marzo 2014

PERIODO CONSIGLIATO

primavera e autunno

COMMENTI

Interessante percorso di collegamento tra i valloni Scorza e di Lerca: l'itinerario segue il vecchio tracciato dell'Acquedotto del Monte Rama, a tratti aereo ed esposto. Richiede quindi un minimo di esperienza, oltre ad assenza di vertigini e ad una sempre necessaria prudenza. In particolare, non affidarsi mai completamente alle (poche) attrezzature presenti, vista la vetustą delle stesse e l'assenza di qualsivoglia manutenzione. Percorso comunque assai pittoresco, consigliato!