CARTINA CONSIGLIATA
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I.G.C.
scala 1:50.000 - Foglio 16
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CATEGORIA/ZONA
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ALPINISMO
SU NEVE/GHIACCIO - APPENNINO
LIGURE
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SCHEDA
N. 13
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STORIA
ALPINISTICA
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Il
Monte Rama
(1149 m) è la cima più frequentata e conosciuta nell'entroterra di
Cogoleto
ed Arenzano. Infatti, nonostante non sia la più alta (primato
spettante al Monte Beigua) è sicuramente la più ardita ed
"alpina", presentando alti versanti scoscesi sui quali si
svolgono svariati itinerari di facile arrampicata, discontinui si ma
comunque selvaggi e panoramici.
Il versante Nord della cima, incombente
sulla conca terminale del Vallone del Rio di Lerca, è costituito
da una bella bastionata rocciosa, fratturata in molti torrioni e canalini
che, se innevata, assume un aspetto molto severo e caratteristico. Questa
bastionata, alta un centinaio di metri, è solcata grosso modo al centro
da un rettilineo canale (detto Canale
Nord) che sale fino all'ampia sella di cresta fra lo
stesso Monte Rama e la Cima Fontanaccia (1151 m), appendice
di cresta che salda l'isolato complesso roccioso alla cresta spartiacque.
A
sinistra di questo evidente solco si individuano alcune altre linee di
salita, meno definite ma comunque abbastanza continue ed eleganti: in
particolare due, che si possono chiamare Goulotte di Sinistra e Goulotte
di Destra.
La
Goulotte di Sinistra è certamente quella più
logica e continua, uscendo a poche decine di metri dalle croci di vetta.
Probabile prima salita della via, denominata "Ramagoulotte": A. Parodi, G.C.
Cuni, L. Siboldi e A. Costa il
06/03/2010.
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PUNTO
DI PARTENZA:
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Da Varazze (uscita della A10
Genova – Ventimiglia) si scende al centro
abitato e si segue la strada
che risale la Valle Teiro: superata la frazione Pero, si
lascia la strada principale diretta a Stella San Martino per
svoltare decisamente a destra e salire ad Alpicella (403 m). Da qui
si prosegue lungo la strada, via via più stretta e ripida ma sempre
asfaltata, che con lungo percorso e molti tornanti raggiunge i grandi
ripetitori posti sulla sommità del Monte Beigua (1286
m, 21 km da Varazze). In presenza di neve, condizione che rende
consigliabile la gita, conviene lasciare qui l'auto, perchè più avanti
è facile trovare pericolosi tratti ghiacciati. |
AVVICINAMENTO
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Si segue verso
Est la strada asfaltata che, dapprima con una breve salita e poi in
moderata discesa, si dirige verso l'ampia depressione di Pratorotondo.
Con la neve è consigliabile non seguire la strada, ma procedere sul suo
bordo destro, in uno splendido bosco di conifere in vista del mare. Con
percorso sempre
in discesa, per niente faticoso, si procede in un ambiente
molto caratteristico per via del forte contrasto della neve con il
mare, vicinissimo: già solo queste insolite vedute giustificano la gita!
Più in basso si attraversa la strada e si prende la traccia di una
carrareccia a monte, che in breve conduce alla radura di Pratorotondo
(1110 m, h 0,40 dal Monte Beigua):
sul margine della stessa, presso il deciso tornante con cui la strada
asfaltata inizia la sua ripida discesa verso il villaggio di Piampaludo,
sorge un
caratteristico rifugio-albergo (Rifugio Pratorotondo), solitamente aperto anche in inverno.
Da qui (vedi anche itinerario Monte
Sciguelo) si seguono i segnavia AV
("Alta
Via dei Monti Liguri") che proseguono lungo lo spartiacque principale
verso il lontano Passo del Faiallo. Si attraversa tutto l'ampio
ripiano di Pratorotondo (spesso molto ventoso!) per
portarsi poi sul versante meridionale della Cima Frattin (1146 m),
ampio dosso dal quale emergono rare roccette. Le tracce pianeggianti
passano nei pressi di un curioso lastrone roccioso (a sinistra paretina
con palestra di roccia), con
spettacolare panorama sulla costa, per poi tagliare una rientranza e
portarsi nei pressi di un grazioso rifugio ristrutturato, con locale
invernale sempre aperto. Poco
sotto, su un panoramico costone, sorge la piccola Cappella degli Alpini.
Proseguendo in piano, si taglia un ripido pendio (qualche cautela in caso
di ghiaccio) e si raggiunge la nuova ampia spianata di Prato Ferretto, che scoscende verso Sud con l'articolato versante roccioso della
Rocca
del Lago (1103 m). Attraversata tutta la
spianata, si giunge ad
un'ampia sella (Passo di Prato Ferretto), aperta alla base del roccioso versante Sud del Bricco
Resonau (1147 m, h 0,30 da Prato
Rotondo).
Qui
si trova un crocevia di sentieri: si abbandona l' AV
(a sinistra) diretta al Passo del Faiallo, il ◇
(a destra) diretto a Sciarborasca (vedi itinerario Direttissima
al Monte Rama) nonchè il sentiero
che rimonta, sempre verso destra, la cresta di Cima Fontanaccia
verso la vetta del Monte Rama, per proseguire dritti, seguendo il
segnavia 〓
che scende in un boschetto alla testata del Vallone del Rio di Lerca.
Con tortuoso percorso nel bosco la traccia perde sensibilmente quota,
portandosi nella conca racchiusa fra il versante Nord del complesso Rama-Fontanaccia
e lo spartiacque principale, dominato sul versante opposto dal roccioso Monte
Argentèa (1083 m). La traccia conduce in breve ai ruderi della Casa
Carbunea (943 m, h 0,20 dal
bivio).
Si abbandona a questo punto il segnavia
〓
(diretto a Sant'Anna di Lerca) per seguire a destra una traccia
(segnavia A)
che taglia in piano i pendii boscosi alla base delle rocce del Monte Rama ed inizia poi a
traversare in salita verso il Passo del Camulà. Dopo una decina di
minuti circa si taglia l'ampio Canale
Nord (ben individuabile perchè prosegue,
seppur con maggior vegetazione, anche verso il basso) che in alto si
insinua fra la bastionata rocciosa. Si prosegue lungo il sentiero, che
aggira uno speroncino in lieve salita e poco oltre traversa la base di un
pendio arbustivo, sopra il quale si indovinano le linee delle goulotte.
Attacco. |
DESCRIZIONE
DELLA VIA
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Si rimonta il
pendio cercando il passaggio migliore fra gli arbusti (ma un passaggio non
c'è, per cui bisogna rassegnarsi a ravanare). Poco più in alto, in
corrispondenza di uno sperone roccioso, si rimane a sinistra (a destra
si arriverebbe all'attacco di Mistic
Rama), giungendo
alla base di una appena accennata strozzatura, che si
supera facilmente un
po' a sinistra (II°, molto facile). Si prosegue lungo il pendio,
che si fa ripido (45°) e che conduce all'imbocco della goulotte vera e
propria (albero a destra per fare sosta).
1
- Si entra nello stretto canalino, racchiuso fra due costoni rocciosi.
Dopo una ventina di metri il solco è sbarrato da un grosso blocco
incastrato: si supera il passaggio in spaccata (III°+) e si sosta
su albero appena sopra (30 m);
2
- Si risale un altro tratto di canalino, ripido ma facile, fino ad uno
slargo, da dove si scala un altro saltino delicato (III°). Sosta
appena sopra, un po' precaria (30 m);
3
- Si prosegue per un altro tratto di canale, ancora ripido ma facile, e si
sosta su un grosso alberello al centro dello stesso (15 m);
4
- Ancora lungo il canale, sempre facilmente ma in bell'ambiente, fino ad
un salto roccioso che lo chiude in alto (sosta su albero, 30 m
abbondanti);
5
- Si attacca l'evidente camino a sinistra (un po' precario se non in
ottime condizioni, III°+, tiro chiave) che consente di raggiungere
una forcellina sul filo dello sperone di sinistra, presso un gigantesco
masso appoggiato (sosta su spuntone, 30 m).
Si supera ancora un facile gradino a destra del masso (II°) e
si esce su una specie di cengia con fastidiosi arbusti. Si traversa a
sinistra, alla base delle rocce, cercando il passaggio migliore fra i
rami, fino ad un piccolo anfiteatro alla base di una bella parete
rocciosa. Superata una placchetta (3 metri, II°+) si aggira la
parete a destra e si rimonta un largo canale con arbusti. Conviene
tenersi, in questo primo tratto, addossati alle roccette di sinistra, dove
il fondo del canale è un po' più pulito. Quando la pendenza diminuisce,
si entra di prepotenza nel bosco intricato e si raggiunge, per fortuna
piuttosto velocemente, la linea di cresta. Seguendola brevemente verso
sinistra, si giunge in fretta alle ben visibili croci di vetta del Monte
Rama (1149 m, h
2,30 dall'attacco).
Discesa: si segue il ben marcato sentiero (spesso
innevato solo a tratti) che percorre tutta la dorsale di cresta e,
aggirata a meridione la cupola di Cima Fontanaccia, scende
nuovamente al crocevia presso il Passo di Prato Ferretto (h
0,15 dalla cima). Di qui nuovamente al Monte Beigua (h
1,00).
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TEMPO
TOTALE
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h
5,30 (h 2,30 per la via vera e propria)
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DISLIVELLO
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150
m circa la goulotte, poco di più il dislivello totale
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DIFFICOLTA’
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AD+
(passi su misto di III°+)
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MATERIALE
UTILE
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casco,
ramponi, piccozza, corda da 30 m, cordini, nut e friend
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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6
marzo
2010
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PERIODO
CONSIGLIATO
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quando
c'è neve!
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COMMENTI
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Salita
di soddisfazione, molto interessante, in un ambiente quanto mai
particolare per questo genere di itinerari. Non facile trovare le
condizioni giuste: con troppa neve non assestata il terreno diventa assai
precario, con poco innevamento per contro si scoprono pendii e rocce
erbose tutt'altro che rassicuranti ... Ma in condizioni ottimali è
sicuramente una salita da ricordare!
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