Monte Rama 1149 m - via "Mistic Rama"

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CARTINA CONSIGLIATA

I.G.C. scala 1:50.000 - Foglio 16

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO SU NEVE/GHIACCIO - APPENNINO LIGURE

SCHEDA N. 14

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

 

STORIA ALPINISTICA

Il Monte Rama (1149 m) è la cima più frequentata e conosciuta nell'entroterra di Cogoleto ed Arenzano. Infatti, nonostante non sia la più alta (primato spettante al Monte Beigua) è sicuramente la più ardita ed "alpina", presentando alti versanti scoscesi sui quali si svolgono svariati itinerari di facile arrampicata, discontinui si ma comunque selvaggi e panoramici. 

Il versante Nord della cima, incombente sulla conca terminale del Vallone del Rio di Lerca, è costituito da una bella bastionata rocciosa, fratturata in molti torrioni e canalini che, se innevata, assume un aspetto molto severo e caratteristico. Questa bastionata, alta un centinaio di metri, è solcata grosso modo al centro da un rettilineo canale (detto Canale Nord) che sale fino all'ampia sella di cresta fra lo stesso Monte Rama e la Cima Fontanaccia (1151 m), appendice di cresta che salda l'isolato complesso roccioso alla cresta spartiacque. 

A sinistra di questo evidente solco si individuano alcune altre linee di salita, meno definite ma comunque abbastanza continue ed eleganti: in particolare due, che si possono chiamare Goulotte di Sinistra e Goulotte di Destra

La Goulotte di Destra è un po' meno logica ed evidente rispetto alla vicina Goulotte di Sinistra (via "Ramagoulotte"), ma presenta comunque un paio di tiri su misto di tutto rispetto: complessivamente è una salita meno omogenea rispetto alla Goulotte di Sinistra, ma è certamente più impegnativa e delicata di quest'ultima. 

Prima salita: A. Parodi, G. Massone, A. Duranti, F. Robaldo e A. Costa il 13 marzo 2010, che hanno battezzato la via "Mistic Rama".   

 

PUNTO DI PARTENZA:

Da Varazze (uscita della A10 Genova – Ventimiglia) si scende al centro abitato e si segue la strada che risale la Valle Teiro: superata la frazione Pero, si lascia la strada principale diretta a Stella San Martino per svoltare decisamente a destra e salire ad Alpicella (403 m). Da qui si prosegue lungo la strada, via via più stretta e ripida ma sempre asfaltata, che con lungo percorso e molti tornanti raggiunge i grandi ripetitori posti sulla sommità del Monte Beigua (1286 m, 21 km da Varazze). 

In presenza di neve, condizione che rende consigliabile la gita, conviene lasciare qui l'auto, perchè più avanti è facile trovare pericolosi tratti ghiacciati.

 

AVVICINAMENTO

Si segue verso Est la strada asfaltata che, dapprima con una breve salita e poi in moderata discesa, si dirige verso l'ampia depressione di Pratorotondo. Con la neve è consigliabile non seguire la strada, ma procedere sul suo bordo destro, in uno splendido bosco di conifere in vista del mare. Con percorso sempre in discesa, per niente faticoso, si procede in un ambiente molto caratteristico per via del forte contrasto della neve con il mare, vicinissimo: già solo queste insolite vedute giustificano la gita! Più in basso si attraversa la strada e si prende la traccia di una carrareccia a monte, che in breve conduce alla radura di Pratorotondo (1110 m, h 0,40 dal Monte Beigua): sul margine della stessa, presso il deciso tornante con cui la strada asfaltata inizia la sua ripida discesa verso il villaggio di Piampaludo, sorge un caratteristico rifugio-albergo (Rifugio Pratorotondo), solitamente aperto anche in inverno. 

Da qui (vedi anche itinerario Monte Sciguelo) si seguono i segnavia AV ("Alta Via dei Monti Liguri") che proseguono lungo lo spartiacque principale verso il lontano Passo del Faiallo. Si attraversa tutto l'ampio ripiano di Pratorotondo (spesso molto ventoso!) per portarsi poi sul versante meridionale della Cima Frattin (1146 m), ampio dosso dal quale emergono rare roccette. Le tracce pianeggianti passano nei pressi di un curioso lastrone roccioso (a sinistra paretina con palestra di roccia), con spettacolare panorama sulla costa, per poi tagliare una rientranza e portarsi nei pressi di un grazioso rifugio ristrutturato, con locale invernale sempre aperto. Poco sotto, su un panoramico costone, sorge la piccola Cappella degli Alpini.

Proseguendo in piano, si taglia un ripido pendio (qualche cautela in caso di ghiaccio) e si raggiunge la nuova ampia spianata di Prato Ferretto (bel panorama sul Monte Sciguelo), che scoscende verso Sud con l'articolato versante roccioso della Rocca del Lago (1103 m). Attraversata tutta la spianata, si giunge ad un'ampia sella (Passo di Prato Ferretto), aperta alla base del roccioso versante Sud del Bricco Resonau (1147 m, h 0,30 da Prato Rotondo). 

Qui si trova un crocevia di sentieri: si abbandona l' AV (a sinistra) diretta al Passo del Faiallo, il (a destra) diretto a Sciarborasca (vedi itinerario Direttissima al Monte Rama) nonchè il sentiero che rimonta, sempre verso destra, la cresta di Cima Fontanaccia verso la vetta del Monte Rama, per proseguire dritti, seguendo il segnavia che scende in un boschetto alla testata del Vallone del Rio di Lerca

Con tortuoso percorso nel bosco la traccia perde sensibilmente quota, portandosi nella conca racchiusa fra il versante Nord del complesso Rama-Fontanaccia e lo spartiacque principale, dominato sul versante opposto dal roccioso Monte Argentèa (1083 m). La traccia conduce in breve ai ruderi della Casa Carbunea (943 m, h 0,20 dal bivio). 

Si abbandona a questo punto il segnavia (diretto a Sant'Anna di Lerca) per seguire a destra una traccia (segnavia A) che taglia in piano i pendii boscosi alla base delle rocce del Monte Rama ed inizia poi a traversare in salita verso il Passo del Camulà. Dopo una decina di minuti circa si taglia l'ampio Canale Nord (ben individuabile perchè prosegue, seppur con maggior vegetazione, anche verso il basso), che in alto si insinua fra la bastionata rocciosa. Si prosegue lungo il sentiero, che aggira uno speroncino in lieve salita e poco oltre traversa la base di un pendio arbustivo, sopra il quale si indovinano le linee delle goulotte. Attacco.

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si rimonta il pendio proprio nei pressi del filo dello speroncino che costituisce la sponda destra orografica del Canale Nord, cercando il passaggio migliore fra gli arbusti. Poco più in alto, in corrispondenza di uno sperone roccioso, si rimane a destra (a sinistra si raggiungerebbe l'attacco vero e proprio di "Ramagoulotte"), proseguendo in ripida salita e giungendo alla base di una scura parete strapiombante. Sulla sinistra della parete sale un nero camino con masso incastrato, che sembra immettere in un piccolo anfiteatro chiuso da rocce verticali. Si sosta su friends o alberello sulla destra. Attacco vero e proprio.

1 - Si scala lo stretto camino, superando il masso incastrato in ampia spaccata con un passo non facile e delicato (IV°), uscendo su una liscia placchetta che immette nel piccolo anfiteatro. Qui si attacca la paretina di sinistra, all'inizio lungo una fessura a destra (IV°) poi su liscia placca veramente tecnica ed impegnativa (3 metri di V°+, chiodo). Si esce su una placca nevosa inclinata, dove si sosta presso un alberello (25 m); 

Si rimonta la placca nevosa, ripida ma facile, in mezzo a fastidiosi arbusti, fino ad una zona di rocce. Si prosegue a sinistra, in un ripido solco ora un po' più "pulito", superando una brevissima strozzatura (pochi metri di II°+/III°) fino ad una biforcazione del canalino: si prende ancora il ramo di sinistra, che va a morire alla base di un muretto ghiacciato. Si sale fino all'estremità destra del muretto, in un ombroso anfratto proprio sotto un grosso masso incastrato (sosta su spuntone - questo tratto, di circa 100 m, è molto facile e può essere effettuato in conserva, eventualmente con un breve tiro in corrispondenza della strozzatura). 

2 - Si attacca il gradino roccioso a sinistra del masso incastrato, con un passaggio delicato su misto (3 metri di IV°), poi si prosegue più facilmente lungo un ripido muretto ghiacciato (III°). Aggirata sulla destra una roccia, si esce su di un pianerottolo presso uno speroncino (25 m).

Si supera ancora un facile gradino a destra e si esce in una specie di valletta, dove i fitti arbusti obbligano ad una progressione fastidiosa. Risalita la breve valletta, si aggira a sinistra un saltino roccioso e, mantenendosi a ridosso delle rocce per evitare la vegetazione rigogliosa, si prosegue a salire fino ad uscire in cresta, poche decine di metri a destra delle croci di vetta del Monte Rama (1149 m), che si raggiungono seguendo il sentiero proveniente dal Passo di Prato Ferretto (h 2,30 circa dall'attacco).  

 

Discesa: si segue il ben marcato sentiero (spesso innevato solo a tratti) che percorre tutta la dorsale di cresta e, aggirata a meridione la cupola di Cima Fontanaccia, scende nuovamente al crocevia presso il Passo di Prato Ferretto (h 0,15 dalla cima). Di qui nuovamente al Monte Beigua (h 1,00).

 

TEMPO TOTALE

h 5,30 (h 2,30 per la via vera e propria)

DISLIVELLO

150 m circa la goulotte, poco di più il dislivello totale

DIFFICOLTA’

D discontinuo (un passo su misto di V°+)

MATERIALE UTILE

casco, ramponi, piccozza, corda da 30 m, cordini, nut e friend, qualche chiodo

ULTIMO SOPRALLUOGO

13 marzo 2010

PERIODO CONSIGLIATO

quando c'è neve!

COMMENTI

Salita discontinua ma con un paio di passaggi (specialmente sul primo tiro) molto impegnativi. Un chiodo lasciato sul passaggio chiave. Ambiente molto severo e particolare. Da effettuare con condizioni ottimali della parete, cosa piuttosto rara da queste parti!