Cima di Tavels 2804 m - Cresta Nord-Ovest

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI EDITORE scala 1:25.000 - Foglio 15

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO SU ROCCIA - ALPI MARITTIME

SCHEDA N. 40 

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

FOTOPERCORSO (DALLA VIA NORMALE DELLA TESTA DEL MALINVERN)

IL LAC INFERIEUR DE TERRE ROUGE E LA TÊTE DE LA COSTASSE

GIOVANE STAMBECCO SULLE DIRUPATE ROCCE DELLA CRESTA

LA VALSCURA E GLI OMONIMI LAGHI DAL TRATTO MEDIANO DELLA CRESTA

LA CIMA DELLA LAUSA E LA TESTA DEL CLAUS DALLA PARTE ALTA DELLA CRESTA

I LACS DE TERRE ROUGE E LA VALLÈE DE LA TINÈE DALL’ULTIMO RISALTO DELLA CRESTA

LA CRESTA EST DELLA CIMA DI TAVELS, CON A SINISTRA IL FACILE VERSANTE DETRITICO DI DISCESA, DAI PRESSI DELLA BASSA DELLA LAUSA

LA CIMA DI TAVELS, CON A SINISTRA LA LUNGA CRESTA NORD-OVEST, DALLA CONCA DEI LACS DE TERRE ROUGE

IL PERCORSO DI DISCESA DALLA CIMA DI TAVELS VISTO DALLA BASSA DELLA LAUSA

 

STORIA ALPINISTICA

La Cima di Tavels (2804 m) è un’elegante vetta rocciosa che sorge sullo spartiacque principale della catena alpina, tra la Bassa della Lausa (2639 m) e la Bassa del Druos (2628 m), al confine tra l’italiana Valle Gesso e la francese Vallée de la Tinée: proprio in corrispondenza di questa cima l’andamento dello spartiacque ha un brusco cambiamento, passando da Est-Ovest a Sud-Nord. Costituisce inoltre un importante punto nodale, in quanto dirama verso meridione, sul versante francese, la movimentata catena che costituisce la sponda sinistra idrografica del lungo Vallon de Chastillon e che culmina con il Mont Saint-Saveur (2711 m).

La prima ascensione è certamente da attribuire a cacciatori locali, presumibilmente per il facile fianco Sud-Est, mentre la prima invernale è del solito V. de Cessole, con A. Maria e J. Plent, il 19 febbraio 1898.

La cima presenta tre creste principali: la Est, costituita da rocce e lastronate inclinate, che scende verso la Bassa della Lausa; la Sud, detritica e assai movimentata, che collega la cima alla vicina Tête de la Costasse (2710 m); la Nord-Ovest, che scende alla Bassa del Druos. Il maggior interesse alpinistico è però concentrato sul precipite versante Ovest, che domina la conca dei Lacs de Terre Rouge con una verticale parete alta circa 250 m.

La Cresta Nord-Ovest della montagna aveva da un po’ di tempo attirato la mia attenzione: osservandola dalla Testa del Malinvern mi era apparsa come una logica ed elegante via di salita alla cima. Non avendo trovato notizie in proposito in rete o sulle guide alpinistiche della zona (in particolare, la Guida dei Monti d’Italia la liquida in mezza riga, non giudicandola degna nemmeno di classificarla come un itinerario di salita), ho deciso alla fine di andare a vedere di persona. Oltre all’inseparabile compagno di cordata Flavio Robaldo, per quest’ascensione mi hanno accompagnato anche Andrea Parodi (a cui probabilmente avevo stuzzicato la curiosità parlandogli del mio progetto) e suo figlio Niccolò. Ne è venuta fuori una salita piacevole, non banale ed assai panoramica, in una bellissima giornata di sole.  

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo, da dove si risale la Valle Stura. Circa 1 km a monte dell'abitato di Vinadio ( 904 m , 64 km da Mondovì) si prende la diramazione a sinistra per il Vallone di Sant'Anna, si supera la borgata di Pratolungo ( 926 m ) e, con numerosa serie di tornanti, trascurando a sinistra la carrozzabile per il Vallone di Riofreddo, si giunge al bivio di quota 1900 circa. Trascurato il ramo di destra, diretto al ben visibile Santuario di Sant'Anna di Vinadio, si prosegue a sinistra, risalendo con diversi tornanti fra i larici i ripidi pendii discendenti dalla Punta Maladecia. La strada si allunga poi con minor pendenza nella erbosa comba alla testata del Vallone d'Orgials, supera il Lago Inferiore d'Orgials ( 2243 m ) e, con sinuoso percorso, raggiunge l'ampia insellatura detritica del Colle della Lombarda ( 2351 m , 22,5 km da Vinadio, piccolo bar ristoro).  

Dal valico si scende in territorio francese con numerosi tornanti fra pascoli e macereti fino al centro sciistico di Isola 2000: all’altezza del deciso tornante verso destra a monte del paese, si abbandona la strada principale per imboccare una stradina che si stacca dal tornante (quella a sinistra delle due) che termina in breve in un parcheggio sterrato (5 km circa dal Colle della Lombarda, 2085 m ca., paline di legno non molto evidenti a sinistra).

 

AVVICINAMENTO

Come indicato dalle paline, si prende un sentierino a sinistra (segnavia   ) che si inerpica ripido nel lariceto. In breve si esce su un pendio erboso, da dove un altro tratto ripido ma molto breve consente di uscire su uno spiazzo lungo il tracciato di un’ampia e poco pendente pista da sci. Trascurando la pista (da sinistra giunge il tracciato della GTA proveniente dal Colle della Lombarda, vedi anche itinerario Anello di Cima della Lombarda), la si attraversa per seguire dall’altra parte (paline) una traccia che taglia pianeggiante una pietraia e poi si inoltra nel bosco. Lasciata a sinistra la deviazione per una palestra di roccia, si traversa dall'alto un'ampia conca pascoliva con tratti acquitrinosi e si raggiunge un piccolo rio, che si attraversa dopo averlo costeggiato per breve tratto. Si risale un'ampia conca erbosa con radi larici, poi si aggira verso destra una bassa bastionata rocciosa. Un dolce valloncello ed un tratto di ripida salita consentono di raggiungere un evidente bivio ( 2380 m , h 0,40 dal parcheggio): trascurata la mulattiera che, a destra, conduce al vicino Col Merciére, si prosegue a sinistra, lungo il ben tracciato ramo che, con alcuni ampi tornanti fra detriti e placche rocciose, guadagna la conca dove giace il Lac Inferieur de Terre Rouge ( 2417 m , h 0,10 dal bivio). 

Si prosegue lungo la comoda mulattiera che, costeggiati altri due minuscoli laghetti, giunge sul ciglio della comba terminale del vallone: qui si incontra un bivio ( 2450 m circa, paline). Trascurata la mulattiera che, a sinistra, sale verso il Passo del Lupo (vedi anche itinerario Anello di Cima della Lombarda), si prosegue su quella principale, che effettua un ampissimo giro alla base degli arditi contrafforti della Testa del Malinvern, alta sulla conca erbosa dove giace il grande e pittoresco Lac Superieur de Terre Rouge ( 2452 m ). Lasciati a sinistra i ruderi di alcuni ricoveri ex-militari, la mulattiera traversa con pendenza assai moderata la base della lunga bastionata rocciosa che sorregge il valico della Bassa del Druos. Giunti all’estremità destra della bastionata, ormai alla base delle rocce della Cima di Tavels, la mulattiera compie un deciso tornante e, con ardita salita diagonale lungo una cengia rocciosa in parte allargata artificialmente, giunge all’intaglio della Bassa del Druos (2628 m, h 0,40 dal Lac Inferieur; possibile collegamento con l'itinerario Anello dei Laghi di Valscura o con le vie normali alla Testa del Malinvern e alla Testa del Claus). Il valico, molto frequentato, si apre fra la Cima di Tavels (2804 m, a Sud) e la quota 2701 della Testa del Malinvern (2939 m, a Nord). Dal passo, sul quale sorgono i ruderi di una piccola casermetta, si domina l’ampia conca del Lacs de Terre Rouge, appena percorsa, e dal lato opposto la pittoresca Valscura, con i numerosi laghi che la punteggiano. Attacco.

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Dal valico si monta sulla rocciosa cresta Nord-Ovest della Cima di Tavels: salendo in leggera diagonale sul versante francese si aggirano alcune rocce e si giunge sullo spartiacque, dove sorgono i ruderi di una postazione ex-militare. Si prosegue lungo il filo per pietrame, costeggiando un basso muro in pietre a secco, giungendo alla base di un basso torrioncino roccioso. È possibile aggirare per cengetta sulla destra il torrione, oppure superarlo direttamente leggermente a sinistra (passo di II°+ esposto). Si prosegue con attenzione lungo la cresta, in questo tratto pianeggiante ed erbosa, che poco dopo riprende a salire formando una specie di canalino di grossi blocchi fra due sponde rocciose. Risalito facilmente il canalino (attenzione alle pietre mobili) si prosegue per facili scaglioni e cenge erbose fino alla base di un roccioso gendarme. Risalito il breve risalto per una rampa gradinata sulla destra (I°+) si prosegue per una affilata crestina (II°/II°+, attenzione, roccia friabile!) fino ad un forcellino erboso. Trascurata la breve cengia verso sinistra ed il pendio erboso che scende a destra (più in basso interrotto da ripide placche), si prosegue lungo il filo, risalendo il successivo spuntone lungo una poco accentuata fessura (II°). Sulla sommità del torrione è conveniente approntare una sosta (ottimo spuntone fessurato in cui incastrare il nodo del cordone), in quanto la successiva discesa è delicata ed assai esposta.

 

1 – Dalla sommità dello spuntone si scende lungo una placchetta-diedro di 6-7 m sul filo di cresta, inizialmente con scarsi appoggi (III°+ e III° in discesa, possibilità di piazzare nut o friend nella fessura di fondo). Alla base del diedrino (spuntone), si scende ad una strettissima forcella, da dove si riprende il filo di cresta, sempre aereo e molto esposto (III°), fino ad un nuovo forcellino pochi metri prima di un grosso spuntone con cordone (25 m, sosta da approntare su spuntone).

 

2 – Senza raggiungere lo spuntone con cordone (da cui qualcuno si è evidentemente calato in doppia sulla sottostante forcella, ma le condizioni attuali del cordone ne sconsigliano l’uso!), ci si cala per l’articolata paretina sul lato francese (possibilità di piazzare friend e cordoni). Le difficoltà non sono molto elevate (II°+/III°), ma grande attenzione va posta alla pessima qualità della roccia, specie negli ultimi metri prima di raggiungere la larga forcella sottostante (15 m, sosta su spuntoni).

 

Dalla forcella si rimonta uno sperone gradinato, oltre il quale si scende per una decina di metri in un canalino di erba e roccette sul versante francese, per evitare i successivi tre aerei gendarmi, il cui superamento richiederebbe eccessivo tempo ed impegno anche a causa della cattiva qualità della roccia. Appena possibile, evitando di perdere eccessivo dislivello, si traversa alla base degli spuntoni rocciosi per cenge erbose fino alla successiva forcella, che si raggiunge superando negli ultimi metri un breve muretto gradinato (II°).

Di qui si attacca il risalto successivo, costituito di placche inclinate inframmezzate da cengette erbose. Con salita molto bella (II°+) su roccia finalmente solida si guadagna velocemente la base di uno spuntone verticale, che si aggira per una cornice sul lato italiano (sinistra): dalla cornice si può risalire direttamente una breve fessura verticale (III°+/IV°- esposto), oppure proseguire per breve tratto franato (II°) e risalire poi un breve canalino gradinato che riporta in cresta (II°+). Dopo alcuni metri facili, un nuovo tratto di placche inclinate compatte con cornici erbose (II°+) consente di raggiungere una prima spalla, da dove si prosegue per scaglioni più detritici (II°) e quindi per facili massi accatastati fino alla sommità di un secondo tozzo torrione.

Proseguendo lungo lo spartiacque, qui abbastanza largo e comodo e ricoperto di grossi massi, si continua a salire fino ad un ripiano di erba e massi alla base del ripido risalto terminale, dove si evidenzia uno spettacolare masso in precario equilibrio sul filo di cresta. Aggirato il salto sulla sinistra, si rimonta appena possibile il ripido pendio di erba e sassi verso destra riportandosi in cresta. Superati grandi massi accatastati, si supera un ultimo breve risalto per rocce articolate (II°+) uscendo sugli scaglioni sommitali. Seguendo la cresta quasi orizzontale, facendo attenzione all’esposizione specie sul lato francese, si guadagna in breve la spaziosa vetta della Cima di Tavels (2804 m, h 2,00 dalla Bassa del Druos, ometto).

Bellissimo panorama a 360°, che spazia dalla Valscura, con i suoi laghi, dominata dalla Testa del Malinvern, all’arida Combe de la Lause, che scende in territorio francese verso il pittoresco Lac de Tavels che si avvista sullo sfondo, al Vallon de Molliéres, al Vallon de Chastillon, con la conca dei Lacs de Terre Rouge e, più in basso, le deturpanti piste di Isola 2000. Tra la Testa del Claus e la Cima della Lausa svetta la grandiosa Serra dell’Argentéra.

 

Discesa: dalla cima si scende lungo una traccia ex-militare, all’inizio assai evidente, che con stretti tornanti fra i detriti perde quota in direzione della Bassa della Lausa. Dopo pochi minuti la traccia tende via via a scomparire, cancellata dai detriti, e bisogna affidarsi ai rari ometti che indicano la giusta direzione da seguire. Le tracce portano a traversare decisamente sul versante francese, quindi perdendo decisamente quota per il friabile pendio (attenzione alla grande quantità di pietre mobili) ci si porta ad una trentina di metri dalla Bassa della Lausa. Traversando decisamente verso sinistra si ritorna nei pressi dello spartiacque, giungendo in una zona di placche inclinate. Un evidente grosso ometto indica il punto in cui risalire leggermente per portarsi sullo spartiacque, nel punto in cui sorgono i ruderi di un appostamento ex-militare. Una evidente traccia scende ora fin nei pressi del piccolo bunker situato in territorio francese, pochi metri sotto la Bassa della Lausa (2639 m, h 0,15 dalla cima), che si raggiunge con una brevissima risalita (palina e ruderi di casermetta). Qui si incontra la via normale alla Testa del Claus.

A questo punto non rimane che scendere, con attenzione per via del terreno assai friabile, nell’ampio canalone verso la Valscura: con numerose svolte fra i detriti la traccia (ometti) raggiunge il fondo della sottostante conca, sovente innevata. Traversando orizzontalmente la conca, si ritrova una buona traccia che, con scarsi saliscendi, va ad innestarsi nell’ampia mulattiera che sale dalla Valscura alla Bassa del Druos. Seguendo in salita questa mulattiera, con un paio di tornanti si ritorna alla Bassa del Druos (h 0,30 dalla Bassa della Lausa).

Da qui, seguendo la mulattiera percorsa all’andata, si ritorna ad Isola 200 ed al parcheggio (h 1,10 dalla Bassa del Druos).

 

TEMPO TOTALE

h 5,30 circa (h 2,00 circa di arrampicata) 

DISLIVELLO

860 m circa (200 m circa di arrampicata)

DIFFICOLTA’

PD+ (un passo di III°+ e diversi di III° in discesa, numerosi tratti di II°+ esposti)

MATERIALE UTILE

corda da 30 o 40 m, cordoni vari, un po’ di nut e friends, 5 rinvii, casco

ULTIMO SOPRALLUOGO

16 luglio 2017

PERIODO CONSIGLIATO

luglio - settembre 

COMMENTI

Bella via, caratterizzata da due sezioni ben distinte: ad una prima parte piuttosto delicata anche a causa della roccia a tratti assai friabile segue una seconda parte facile e, a tratti, su roccia granitica molto bella. Molto panoramica e di ampio respiro. Consigliata, ma non a tutti: via un po’ discontinua, per amatori del genere!