CARTINA CONSIGLIATA
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FRATERNALI
EDITORE scala 1:25.000 - Foglio 15
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CATEGORIA/ZONA
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ALPINISMO
- ALPI
MARITTIME
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SCHEDA
N. 37 |
STORIA
ALPINISTICA
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La Testa del Claus (2889 m) è una massiccia e complessa struttura
rocciosa situata sullo spartiacque alpino principale, al confine fra
Italia (Valle Gesso) e Francia (Vallée de la Tinée), nel tratto
compreso fra il Passo delle Portette a Sud-Est e la Bassa del Claus a
Nord-Ovest. Poco a Est della cima più alta sorge un’anticima, da cui
si origina un articolato crestone orientato a Nord-Est. Tale crestone
separa le due conche detritiche alla base del suo versante
settentrionale, dove giacciono i laghi del Claus (da cui il nome,
riferibile all’omonimo circo, appunto “chiuso” fra alte pareti) e
delle Portette, sulle cui rive sorge il Rifugio Questa. Verso occidente,
infine, rivolge alla Combe de la Làuse (in territorio francese) una
bella parete triangolare di circa 350 m, dove si svolgono gli itinerari
alpinistici più impegnativi, anche se scarsamente frequentati a causa
dei lunghi e scomodi avvicinamenti.
La cresta
sud-orientale, che cade sul Passo delle Portette, è piuttosto
impegnativa, mentre quella Nord-Ovest,
che scende sulla Bassa del Claus, è più breve e comoda: proprio questa
dorsale costituisce la via
normale alla montagna, un percorso piuttosto frequentato per via
della relativa facilità, del comodo accesso costituito dal Rifugio
Questa e dell’alta valenza panoramica della cima, che costituisce il
punto culminante del lungo tratto di spartiacque compreso fra il Colle
Ghiliè e la Bassa del Druos.
La prima
ascensione nota è quella effettuata in condizioni invernali dal solito
V. de Cessole con A. Maria e J. Plent il 19 febbraio 1898 lungo questo
percorso, ma sicuramente la cima era già stata raggiunta in precedenza
da qualche cacciatore di camosci.
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PUNTO
DI PARTENZA
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Da Mondovì (uscita della A6
Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo,
da dove si risale
la Valle Stura.
Circa
1 km
a monte dell'abitato di Vinadio (
904 m
,
64 km
da Mondovì) si prende la diramazione a sinistra per il Vallone di
Sant'Anna, si supera la borgata di Pratolungo (
926 m
) e, con numerosa serie di tornanti, trascurando a sinistra la
carrozzabile per il Vallone di Riofreddo, si giunge al bivio di
quota 1900 circa. Trascurato il ramo di destra, diretto al ben visibile Santuario
di Sant'Anna di Vinadio, si prosegue a sinistra, risalendo con
diversi tornanti fra i larici i ripidi pendii discendenti dalla Punta
Maladecia. La strada si allunga poi con minor pendenza nella erbosa
comba alla testata del Vallone d'Orgials, supera il Lago
Inferiore d'Orgials (
2243 m
) e, con sinuoso percorso, raggiunge l'ampia insellatura detritica del Colle
della Lombarda (
2351 m
,
22,5 km
da Vinadio, piccolo bar ristoro).
Dal valico
si scende in territorio francese con numerosi tornanti fra pascoli e
macereti fino al centro sciistico di Isola
2000: all’altezza del deciso tornante verso destra a monte
del paese, si abbandona la strada principale per imboccare una stradina
che si stacca dal tornante (quella a sinistra delle due) che termina in
breve in un parcheggio sterrato (5 km circa dal Colle della Lombarda,
2085 m ca., paline di legno non molto evidenti a sinistra).
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AVVICINAMENTO
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Come
indicato dalle paline,
si prende un sentierino a sinistra (segnavia
) che si inerpica ripido nel lariceto. In breve si esce su un
pendio erboso, da dove un altro tratto ripido ma molto breve consente di
uscire su uno spiazzo lungo il tracciato di un’ampia e poco pendente
pista da sci. Trascurando la pista (da sinistra giunge il tracciato
della GTA proveniente dal Colle della Lombarda, vedi anche
itinerario Anello
di Cima della Lombarda), la
si attraversa per seguire dall’altra parte (paline) una
traccia che taglia pianeggiante una pietraia e poi si inoltra nel bosco.
Si traversa dall'alto un'ampia conca pascoliva con tratti acquitrinosi e
si raggiunge un piccolo rio, che si attraversa dopo averlo costeggiato
per breve tratto. Si risale un'ampia conca erbosa con radi larici, poi
si aggira verso destra una bassa bastionata rocciosa. Un dolce
valloncello ed un tratto di ripida salita consentono di raggiungere un
evidente bivio (
2380 m
, h 0,40 dal parcheggio): trascurata la
mulattiera che, a destra, conduce al vicino Col Merciére, si
prosegue a sinistra, lungo il ben tracciato ramo che, con
alcuni ampi tornanti fra detriti e placche rocciose, guadagna
la conca dove giace il Lac
Inferieur de Terre Rouge (
2417 m
, h 0,10 dal bivio).
Si
prosegue lungo la comoda mulattiera che, costeggiati altri due minuscoli
laghetti, giunge sul ciglio della comba terminale del vallone: qui si
incontra un bivio (
2450 m
circa, paline). Trascurata la mulattiera che, a sinistra, sale verso il
Passo del Lupo (vedi anche itinerario Anello
di Cima della Lombarda), si prosegue su quella principale,
che effettua un ampissimo giro alla base degli arditi contrafforti della
Testa del Malinvern, alta
sulla conca erbosa dove giace il grande e pittoresco Lac
Superieur de Terre Rouge (
2452 m
). Lasciati a sinistra i ruderi di alcuni ricoveri ex-militari, la
mulattiera traversa con pendenza assai moderata la
base della lunga bastionata rocciosa che sorregge il valico della Bassa
del Druos. Giunti all’estremità destra della bastionata,
ormai alla
base delle rocce della Cima di Tavels, la mulattiera compie
un deciso tornante e, con ardita salita diagonale lungo
una cengia rocciosa in parte allargata artificialmente,
giunge all’intaglio della Bassa
del Druos (2628 m, h
0,40 dal Lac Inferieur; possibile collegamento con
l'itinerario Anello
dei Laghi di Valscura o con la via normale alla Testa
del Malinvern). Il valico, molto frequentato, si apre fra la
Cima di Tavels (2804 m, a Sud) e la quota 2701 della Testa del Malinvern
(2939 m, a Nord). Dal passo, sul quale sorgono i ruderi di una piccola
casermetta, si domina l’ampia
conca del Lacs de Terre Rouge, appena percorsa, e dal lato
opposto la
pittoresca Valscura, con i numerosi laghi che la punteggiano.
Si scende
sul versante opposto lungo la comoda mulattiera della GTA: all’altezza del primo tornante si lascia a
sinistra la traccia della via normale alla Testa
del Malinvern, quindi si
prosegue in moderata discesa diagonale verso destra, si
supera un tratto recentemente restaurato dopo una piccola frana e si
giunge al successivo tornante verso sinistra (palina).
Si
abbandona a questo punto la mulattiera principale per seguire
una traccia pianeggiante che taglia a mezza costa il ripido pendio e si
va ad inserire nella piccola conca detritica racchiusa fra le cime della
Lausa e di Tavels, dominata in alto dai ruderi di una piccola
casermetta. Raggiunto il fondo della conca, costituito da grandi massi e
occupato da un residuo nevoso semi-permanente, la traccia praticamente
scompare. Attraversata
al meglio la conca, si giunge al piede del ripido pendio
detritico che fa capo all’intaglio della Bassa della Lausa: qui
riappare, fra i friabilissimi detriti, una labile traccia (ometti) che
con diversi erti tornanti su terreno ripido ed instabile consente di
toccare piuttosto velocemente la Bassa
della Lausa (2639 m, h
0,30 dalla Bassa del Druos, paline
e ruderi di ricovero fra le rocce del valico). Il passo si
apre sullo spartiacque principale, fra la Cima di Tavels e Ovest e la
Cima della Lausa (2823 m) a Est: verso Sud si domina l’ampia e
solitaria conca detritica della Combe de la Lause, tributaria del Vallon
de Molliéres (Tinée). Verso Sud-Est appare finalmente la massiccia
Testa del Claus, con in bella evidenza l’itinerario di salita. Pochi
metri sotto la linea del passo, verso la Combe de la Lause, sorge
un piccolo bunker in cemento armato risalente agli anni ’30
del secolo scorso, e appartenente al complesso di fortificazioni del
Vallo Alpino.
Da qui
l’itinerario diventa alpinistico, pur mantenendosi piuttosto agevole.
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DESCRIZIONE
DELLA VIA
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Dalla Bassa
della Lausa si prosegue a sinistra, grosso modo alla medesima quota del
valico, lungo una traccia non molto marcata ma segnalata con numerosi
ometti. Oltre il tetto del bunker si
traversa un ripido pendio di terriccio franoso, quindi si
prosegue a mezza costa tagliando le pendici meridionali della Cima della
Lausa, alti sull’ampia e desolata Combe de la Lause. Il versante si
presenta ripido e piuttosto articolato, tagliato
da speroni e canalini: gli ometti guidano lungo il percorso
più facile e sicuro (qualche breve passo di I°
grado, in qualche punto leggermente esposto), ma nulla vieta di passare
anche in altri punti, sfruttando le numerose cenge e i canalini erbosi
più convenienti.
Continuando
a traversare con alcuni saliscendi (ma grosso modo ci si mantiene
costantemente all’altezza della Bassa della Lausa) si passa poco sotto
l’intaglio roccioso della Bassa del Claus (2717 m), giungendo al piede
della cresta Nord-Ovest della Testa del Claus, il cui accesso è difeso
da un basso ma quasi verticale salto roccioso. Sempre seguendo i
numerosi ometti, ci si porta verso destra per
facili cenge erbose un poco esposte, fino alla base di un
evidente canalino erboso che incide verticalmente il risalto. Si
sale il canalino, che diventa via via più erto fino ad un
tratto verticale di circa 5 m, che si sale per ripide rocce
gradinate (II° esposto,
passaggio chiave).
Al sommo del
salto, un ultimo breve tratto erboso consente di giungere sull’aereo filo
di cresta, costituito da grossi blocchi. Seguendo la dorsale
verso destra, si supera un piccolo dosso e si raggiunge l’ampio pendio
detritico sommitale (2800 m circa, h
0,45 dalla Bassa della Lausa). Appare sul versante opposto il
bellissimo Lago del Claus, con il Piano del Valasco, il Monte
Matto e il Gruppo dell’Asta sullo sfondo.
Sempre
seguendo gli ometti di pietre, che indicano il percorso più favorevole,
si risale il
ripido pendio di sfasciumi fino ad uscire sulla selletta fra
l’anticima Est (a sinistra) e la vetta vera e propria della Testa
del Claus (2889 m, h
0,15 dall’uscita del canalino, grosso ometto di pietre),
che si raggiunge verso destra con breve
percorso di cresta su grossi blocchi. Eccezionale panorama
sulla Serra
dell’Argentèra, sulla zona
di Prefouns, sul Gruppo
del Monte Matto, sulle Cime di Valrossa e sulla Testa
del Malinvern. Lontano svetta il Monviso.
Volendo, in
pochi minuti si
può raggiungere facilmente la sommità dell’anticima
Est, da dove si gode di una bellissima veduta a volo d’uccello
sugli azzurrissimi laghi del
Claus e delle
Portette, sulle cui rive si individua il piccolo Rifugio
Questa.
Discesa:
si ripercorre la stessa via (h
1,10 fino alla Bassa del Druos, h
2,15 fino a Isola 2000).
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TEMPO
TOTALE
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h 5,15 circa
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DISLIVELLO
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950 m circa (numerosi saliscendi)
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DIFFICOLTA’
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F (un breve tratto di II°, diversi passi di I° un
po’ esposti)
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MATERIALE
UTILE
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eventualmente il casco
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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8
agosto 2015
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PERIODO
CONSIGLIATO
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luglio - settembre
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COMMENTI
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Interessante salita, varia e non troppo faticosa, ad
un punto panoramico di prim’ordine sulle Alpi Marittime di Val Gesso.
L’approccio dal versante francese è consigliabile volendo effettuare
l’ascensione in giornata, mentre se si hanno due giorni a disposizione
si può anche pernottare al comodo Rifugio Questa. I passaggi
leggermente impegnativi sono pochi e brevi, per il resto si cammina su
erba, roccette e sfasciumi: in ogni caso, è bene fare la dovuta
attenzione ad alcuni tratti leggermente friabili. Consigliata!
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