Dal colle si
scende lungo la strada asfaltata che cala sul versante francese fino all'altezza del primo
tornante, dove si stacca una traccia a sinistra che
taglia in falsopiano per pietraie e
macereti, alla base della rocciosa
Serriera della Lombarda (2677 m). Aggirato uno spigolo, il sentiero
traversa pianeggiante (o in leggera discesa) le ripidissime coste erbose e
le lingue di pietrame che chiudono dall'alto la conca di
Isola 2000.
Tagliata una pista da sci, il sentiero compie uno stretto tornante verso
destra e discende un breve pendio: presso un larice si trascura la
prosecuzione della traccia (diretta a Isola 2000, ometto di sassi) per
svoltare a sinistra, su sentierino pianeggiante che diventa quasi subito
rude carrareccia. Si taglia una nuova ampia pista e si raggiungono le
basse costruzioni che costituiscono il Refuge la Grange (2223 m,
h
0,45 dal colle).
Si prosegue di fianco al rifugio, pianeggiando in un
umido boschetto, poi si scende decisamente per pietre e sfasciumi fino a
intersecare un'altra pista, molto ripida. La si risale verso sinistra, un
po' faticosamente, fino ad uscire sull'ennesimo tracciato sciabile, questo
volta ampio e non eccessivamente pendente. Si segue la pista verso destra,
in leggera discesa, superando diversi cannoni per innevamento artificiale:
si raggiunge così uno spiazzo con paline segnaletiche. Trascurando il
proseguimento della pista, si segue una traccia che taglia pianeggiante
una pietraia e poi si inoltra nel bosco. Si traversa dall'alto un'ampia
conca pascoliva con tratti acquitrinosi e si raggiunge un piccolo rio, che
si attraversa dopo averlo costeggiato per breve tratto. Si risale un'ampia
conca erbosa con radi larici, poi si aggira verso destra una bassa
bastionata rocciosa. Un dolce valloncello ed un tratto di ripida salita
consentono di raggiungere un evidente bivio (2380 m, h
0,35 dal rifugio): trascurata
la mulattiera che, a destra, conduce al vicino Col Merciére, si prosegue
a sinistra, lungo il ben tracciato ramo che, con due ampi tornanti fra
detriti e placche rocciose, guadagna la conca dove giace il Lac
Inferieur de Terre Rouge (2417 m, h 0,10 dal
bivio).
Si prosegue
lungo la comoda mulattiera che, costeggiati due minuscoli laghetti, giunge
sul ciglio della conba terminale del vallone: qui si incontra un bivio
(2450 m circa). Trascurata la mulattiera principale, diretta al Lac
Superieur de Terre Rouge (2452 m) ed alla ben visibile Bassa del
Druòs
(2628 m, vedi anche itinerario Testa
del Clàus; possibile collegamento con l'itinerario Anello
dei Laghi di Valscura o con la via normale
alla Testa
del Malinvern), si svolta decisamente a sinistra, risalendo
con regolari tornanti un lungo pendio detritico. Raggiunto un poggio
panoramico, si prosegue a destra in piano e si entra in una selvaggia
conca rocciosa, dominata dai contrafforti meridionali della Testa del
Malinvern. Si costeggia un pittoresco laghetto (quota 2532), quindi si
rimonta il ripidissimo versante destro idrografico della conca, prima per
grossi massi, poi per detriti ed erba. Con lunghi tornanti, il sentiero
(segni gialli) risale l’ultimo ampio canale erboso che sbocca sullo
stretto e roccioso intaglio occidentale del Pas du Loup (2665 m, h 0,45
dal bivio), sullo spartiacque Chastillòn - Riofreddo.
Dal colle si traversa verso sinistra la conca detritica alla
testata del vallonetto che scende ripido verso il Vallone di Riofreddo:
si
tagliano ripidi pendii detritici e franosi canalini, dove il sentiero
(bolli rossi) non appare in perfette condizioni (attenzione in caso di
neve dura). Si aggira poi un costone e si scende in un’ampia conca
detritica, dove spesso permane la neve fino a stagione avanzata. Si
attraversa la conca e si attaccano, sul suo versante sinistro idrografico,
i ripidi pendii erbosi che costituiscono il versante sud orientale della Cime
de Vermeil. Con lunghissima serie di erte serpentine, la traccia
risale questo uniforme pendio (splendide vedute sul Vallone di
Riofreddo,
col Lago Malinvèrn ed i Laghi della Pàur) fino ad uscire sullo stretto
intaglio roccioso chiamato Bréche de Vermeil (2658 m, h 0,50 dal Pas du Loup), a poca distanza dall’omonima cima (a sinistra). Appare
il
cupolone detritico della Cima della Lombarda, con gli evidenti zigzag del
sentiero che ne risalgono il fianco.
Traversata in quota la successiva
conca detritica (o nevosa), poco sotto il Passo di Peània, si riprende a
salire con decisione per detriti e magra erba e, con numerosi tornanti, si
tocca infine la vetta della Cima della Lombarda (2800 m, h
0,40 dalla Bréche de Vermeil), dove sorge una artistica
croce. Magnifico panorama.
Di qui gli ometti e i segni gialli
guidano esattamente lungo il filo della detritica cresta sud
ovest: con
discesa non difficile ma che richiede attenzione per via delle pietre
mobili, si scende lungo la cresta in direzione del ben visibile Colle
della Lombarda, fino ad una piccola croce metallica. Da questo punto i
segnavia guidano a destra, dove un sentierino ora più marcato perde quota
con decisi tornanti verso il Vallone d’Orgials. Con alcuni tagli
intervallati da modeste perdite di quota, il sentiero transita presso gli
ingressi di alcuni bunker e di una casermetta diroccata, dopo di che
raggiunge un dosso erboso dove sorgono numerosi fortini e la stazione a
monte di una seggiovia. Per un’ampia carrareccia si raggiunge in breve
il Colle della Lombarda (2350 m, h 0,40 dalla Cima della Lombarda).