Dal rifugio si rintracciano gli evidenti segni
giallo-rossi che guidano praticamente pianeggianti verso sud, nelle
immense pietraie alla base delle pareti occidentali dell’Argentera.
Per grossi massi, detriti e tratti erbosi la traccia effettua un lungo
semicerchio alla testata del vallone, costeggiando la base delle ardite
Cima dei Camosci, Cima de Cessole e Cima Maubert. Aggirato poi lo
zoccolo basale della Madre di Dio, i segni conducono in
una valletta sospesa ricolma di detriti, racchiusa fra il
versante nord-ovest della stessa Madre di Dio e la modesta Cima del Pian
della Casa. Appoggiandosi sul fianco di quest’ultima, sulla sinistra
idrografica della valletta, la traccia, qui ritornata mulattiera (è
quel che resta dell’antico tracciato proveniente direttamente dal Gias
del Mesa, oggi in gran parte scomparso), guadagna quota con alcune
decise serpentine e raggiunge infine, con
un breve traversone, l’esile selletta erbosa della Bassa
della Madre di Dio (2455 m, h 1,30
dal Rifugio Bozano). Questa sella è situata al termine del lungo
contrafforte della Madre di Dio, che isola ancora la panoramica Cima del
Pian della Casa prima di abbassarsi, per ripidi pendii erbosi e boscosi,
all’ampia radura dove sorge il Gias della Casa, poco distante
dall’omonimo ripiano.
Da qui è consigliabile la breve ascensione alla
Cima del Pian della Casa: dalla Bassa della Madre di Dio si volge a
destra e si
evitano le roccette iniziali sul versante del Pian della Casa.
Tagliando in piano per erbe, roccette e grossi massi ci si dirige verso
l’estremità della cresta: attraversata una piccola pietraia, si
risale il ripido pendio erboso successivo (tracce) fino a portarsi sul
filo, a pochi passi dalla piccola vetta e dal segnale trigonometrico, sormontato
da alcuni suggestivi paletti di larice incrociati (2480
m,
h 0,10 dalla Bassa della Madre di Dio). Magnifico panorama
sulla testata del Vallone
dell’Argentèra, sulla zona di Bresses e, alle spalle, su
tutta l’ardita
Catena della Madre di Dio.
Ritornati alla Bassa, si prosegue
sull’opposto versante traversando in leggera salita, quindi con alcuni
ripidi tornanti si sale a tagliare uno speroncino. Risalendo alcune
roccette ed un
successivo breve canalino, si raggiunge una selletta: da qui
si cala per un breve canalino erboso, quindi si taglia quasi in piano
fino ad un nuovo colletto. Poco oltre si
discende un breve saltino di erba e roccette grazie
all’ausilio di una corda fissa (I°
grado), quindi si traversano a sinistra ripidissimi pendii erbosi,
tagliando a circa metà percorso un canalino detritico (corda
fissa, spesso tranciata dalle scariche). Toccato un
ennesimo colletto, si taglia ancora un
ripido canale erboso, quindi con alcuni decisi tornanti, ora
in ambiente meno delicato, si scende sul conoide di detriti alla base
dell’ampio canalone che sale al Colletto
della Madre di Dio. Seguendo i segni, si attraversano le
pietraie basali della catena della Madre di Dio e si va ad attraversare
sul fondo il Vallone Assedras, occupato da una grande pietraia
costituita da enormi blocchi instabili. Risalendo brevemente la sponda
opposta del vallone, le tracce vanno ad intercettare la comoda
mulattiera che risale il vallone e che, seguita con breve salita verso
sinistra, conduce in breve al Rifugio
Remondino (2430 m, h 1,30 dalla Bassa della Madre di
Dio), posto su un dosso al centro del vallone, con splendida vista
sull’incombente Cima di Nasta e sul massiccio dell’Argentera.
Da
qui, seguendo l’itinerario Nel
Vallone Assedras a ritroso, si può ritornare nel fondovalle,
al Piano della Casa (in h 1,15) e, seguendo la rotabile
ex-militare di fondovalle, nuovamente al Gias delle Mosche (h
0,30 dal Piano della Casa).