CARTINA CONSIGLIATA
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A.S.F.
scala 1:25.000 – Foglio 05
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CATEGORIA/ZONA
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ALPINISMO
- ALPI MARITTIME
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SCHEDA
N. 27 |
STORIA
ALPINISTICA
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La Madre
di Dio (2800 m) è una cima imponente e severa, l’ultima di un certo rilievo sul
contrafforte che porta il suo nome. È costituita da due cime vicine,
Est ed Ovest, di cui l’occidentale risulta la di poco più elevata.
Presenta grosso modo la forma di una piramide a base quadrata, che però
ha una faccia squarciata in cui si insinua il grandioso canalone Nord.
La parete Nord-Est domina poi l’alto Vallone dell’Argentèra con ripidissimi
salti rocciosi tagliati da esili cenge erbose, quella Sud-Est precipita
con verticali placconate incise da canali e camini proprio in faccia al
Rifugio Remondìno (Vallone Assedras), mentre il versante Sud-Ovest, il più facile ed
articolato, scende repentino ma meno ripido fino ai prati sopra il Piano
della Casa.
La traversata della Madre di Dio è un itinerario che esula
dalle capacità del semplice escursionista; pur non raggiungendo
difficoltà elevatissime (alcuni passi di II° grado), vanno tenuti
presenti tutta una serie di altri fattori: l’isolamento della
montagna, pur essendo a poche centinaia di metri dalle frotte di turisti
assiepate al Rifugio Remondìno, l’assenza di tracce od ometti di
pietre, l’orografia estremamente complicata, le rocce marce e
friabilissime e gli infidi pendii erbosi, molto pericolosi in caso di
bagnato. Tutto ciò, se deve mettere in guardia i meno esperti, non deve
costituire però un motivo per disertare l’ascensione da parte di
quegli escursionisti con qualche esperienza di roccia, che non soffrano
di vertigini ed abituati ad orientarsi autonomamente: i panorami
mozzafiato, l’ambiente solitario ed il bellissimo spuntone di vetta,
sormontato dalla caratteristica statua marmorea della Madonna, ne fanno
sicuramente una “chicca” da non perdere.
La prima ascensione nota alla
cima, effettuata lungo questo itinerario, è di V. de Cessole con A.
Ghigo e J. Plent il 19
settembre 1901, ma non è escluso che la vetta sia già stata raggiunta
in precedenza da cacciatori locali lungo il facile versante
sud-occidentale.
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AVVICINAMENTO
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Dal
rifugio si scende per poche decine di metri lungo l’itinerario di
accesso, per prendere a destra la traccia (cartello e segni
giallo-rossi) diretta alla Bassa della Madre di Dio ed al Rifugio
Bozano (vedi anche itinerario Traversata
Argentèra – Assedras in senso inverso). Attraversata la gigantesca
pietraia sul fondo del Vallone Assedras (divertente
ginnastica sui massi), si aggira lo
sperone sud della Cima Maubert e si prosegue per magra erba
fino al conoide detritico alla base del canale discendente
dall’evidente Colletto della Madre di Dio: la traccia lo risale con
alcune svolte (faticose a causa dei detriti estremamente friabili),
passa presso una targa a ricordo di Don Gino, parroco alpinista
affezionato frequentatore della Madre di Dio, e poi si allunga con un
traversone verso un colletto erboso. Poco dopo la targa, al termine
delle svolte, si abbandona comunque la traccia (h
0,40) per risalire
al meglio il largo canale: conviene tenersi sui lati,
indifferentemente destro o sinistro, dove il terreno è un po’ più
sicuro (tracce), anche se la ripidezza, le pietre mobili e le ertissime
chine erbose invitano comunque alla prudenza. Nell’ultimo tratto,
quando il fondo del canale accentua ancora la pendenza, è più
conveniente risalire le facili roccette di sinistra, alla base della
Madre di Dio, per uscire infine sul panoramico
terrazzino del Colletto della Madre di Dio (2720 m, h
0,50 dall’inizio del canale), aperto fra
la Madre
di Dio e la Cima
Maubert: attenzione ad affacciarsi sul
lato
Nord, dove un
ampio canalone spesso ghiacciato scivola alla testata del
Vallone dell’Argentèra. Attacco. |
DESCRIZIONE
DELLA VIA
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Dal Colletto della Madre di Dio si
discende per alcuni metri il ripidissimo canalone settentrionale,
ponendo attenzione alla estrema friabilità delle ghiaie, per risalire
quasi subito per roccette più sicure fino all’inizio dell’evidente
cengia erbosa che taglia pianeggiante la parete. Si percorre
la cengia, che all’inizio è ampia e comoda, poi via via si
assottiglia, fin quasi ad esaurirsi contro la parete Nord-Est. Si
traversa allora per breve tratto in forte esposizione (attenzione alle
rocce friabilissime, alcuni chiodi, II°)
per riprendere una prosecuzione della cengia, che conduce senza altre
difficoltà alla base di una crestina di erba e roccette. Doppiata
facilmente la crestina, si scende dall’altra parte su erba e detriti sul
fondo dell’ampio Canalone Nord,
che più in basso si inabissa con difficili salti sulla comba detritica
a nord della Bassa della Madre di Dio. Si risale il facile canalone, e
si scalano facilmente le placchette finali (II°)
che conducono al
panoramico colletto erboso fra le cime Est ed Ovest della Madre di Dio.
Si scende dall’altra parte con estrema attenzione per un ripidissimo
canalino erboso obliquo verso destra, in ambiente esposto e delicato,
per seguire appena possibile un
sistema di cenge pianeggianti che traversano verso destra fino ad un
nuovo ripido pendio. Lo si risale per erbe e ghiaie fino ad
una giallastra parete strapiombante, che si lascia a sinistra: si
rimonta allora un bel diedro di circa
7 metri
(II°+) fino alle roccette
miste ad erba che portano alla crestina sommitale (I°+).
Percorrendola
con attenzione, a
causa della grande esposizione, si
raggiunge la caratteristica bianca statua della Madonna che segna la
vetta della Madre di Dio (2800 m, h
1,00 dal Colletto della Madre di Dio). Bellissimo panorama
sulle altre cime del contrafforte della Madre di Dio, sull’Argentèra,
sulla Cima
di Nasta e su tutto l’arco
di cime che cingono la comba terminale del Vallone della Casa
(Mercantour – Pagarì – Bresses). Alla testata del Vallone
dell’Argentèra domina il Corno Stella, affiancato dalle guglie della
Catena delle Guide. Allo sbocco del Vallone della Casa troneggia il
Monte Matto.
Discesa: oltre che per la via di salita, si può scendere anche lungo il facile versante
Sud-Ovest: questo percorso è senz’altro più semplice della via
di salita dal Colletto della Madre di Dio, ma molto meno interessante e
decisamente più faticoso. In discesa, invece, consente di raggiungere
piuttosto velocemente, anche se con fatica a causa dell’estrema
ripidezza, il Piano della Casa. Dalla vetta si ritorna all’inizio
della cresta sommitale, si scavalcano le roccette di destra e si inizia
a scendere
decisamente per ripide rocce miste ad erba (II°-).
Più in basso si entra nell’evidente canale
erboso che solca tutto il versante Sud-Ovest, e lo si
discende con facilità scegliendo i passaggi più opportuni. Aggirati
alcuni salti, se ne discende uno di circa
10 metri
direttamente (eventualmente
breve corda doppia), dopo il quale non si incontrano altre
difficoltà fino ad incrociare la traccia Rifugio Remondìno – Rifugio
Bozàno poco a sud della Bassa della Madre di Dio (h
1,15 dalla cima, vedi anche itinerario Traversata
Argentèra -
Assedras). Proseguendo la discesa direttamente
per l’ultimo tratto del ripido canale, si esce sugli ampi prati
sottostanti, che si discendono con fatica per la loro ripidezza fino al
limitare del lariceto. Si prosegue fra radi alberi e cespugli di
rododendri fino alla carrareccia presso il Piano della Casa (h
1,15 dalla traccia). |
TEMPO
TOTALE
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h 5,00 circa (escluso l’avvicinamento al rifugio)
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DISLIVELLO
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400 m
circa (1100 m
con la salita al rifugio)
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DIFFICOLTA’
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PD, qualche passo esposto di II° ed uno finale di
II°+, orientamento complicato
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MATERIALE
UTILE
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casco, eventualmente una corda e qualche cordone
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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17
luglio
2005
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PERIODO
CONSIGLIATO
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luglio - metà settembre
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COMMENTI
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Salita impegnativa ma molto bella, in ambiente
solitario, aereo e spettacolare. L’orientamento è complicato, la
roccia in qualche tratto è friabile. Via esposta in alcuni tratti, per
cui è richiesta un minimo di esperienza. Molto bella l’aerea cresta
sommitale. Consigliatissima!
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