Dal parcheggio,
si sale a raggiungere le caratteristiche case di Carnìno Inferiore,
abitate soltanto durante la stagione estiva ma in gran parte ristrutturate
con gusto, e si prende una mulattiera che si inerpica attraverso le
abitazioni. Entrati nel bosco, con
alcuni tornanti si raggiunge una larga pista sterrata:
proseguendo lungo l'antica mulattiera, che prosegue oltre il tracciato
stradale, si va a reintercettare definitivamente la carrareccia che, con
breve percorso in falsopiano, raggiunge le antiche case dei Tetti delle
Donzelle (1537 m, h 0,20).
Lasciata a destra la diramazione diretta alla Colla di Carnino ed
al Rifugio
Mongioie (vedi itinerario Traversata
delle Vene), si prosegue lungo la mulattiera principale:
una breve diramazione sulla sinistra porta sul terrapieno di fronte al Rifugio
Ciarlo Bossi (1550 m), da dove si gode di bella veduta,
sull'opposto versante del Vallone di Carnino, sulla Cresta del
Ferà, ricca di rocciosi spuntoni.
Senza raggiungere il rifugio la
mulattiera, con moderate pendenze, si inoltra nel Vallone delle Saline,
ai piedi dell'ardita bastionata delle Rocce del Manco: salendo fra
prati e macereti, si
giunge ad una strozzatura del vallone (Gola delle Saline),
dove il piccolo rio scorre fra grandi salti di roccia. Dopo un paio di
tornanti, che fanno guadagnare quota sulla sinistra idrografica della
gola, si traversa il rio e si risale con alcuni tornanti, sul versante
opposto, il pendio erboso, ormai in vista dei grandi pascoli alla testata
del vallone. Superata una croce a ricordo di un triste episodio datato
1883, si raggiunge un
poggio erboso, dove si lascia a sinistra lo stacco della labile
traccia (cartelli, vedi anche itinerario Cima
delle Saline - Canale Sud) che conduce al Colletto Saline
– Pian Ballaur. Si giunge quindi ad un vastissimo ripiano pascolivo,
dove a sinistra sorge la nuova costruzione del Gias delle Saline (h
1,00 dai Tetti delle Donzelle). In alto a sinistra, spicca
la rocciosa bastionata sudorientale della Cima delle Saline.
Continuando al centro del vallone, si
risale un dosso erboso e si entra poi in una valletta a
sinistra che sbocca sui
grandi prati alla base del versante Est della Cima delle Saline,
che si rimontano fino al cartello
indicante il Passo delle Saline (2174 m, h
0,40 dal Gias delle Saline). Sul versante opposto appare
alla vista la
testata della Valle Ellero, con la Cima Seirasso
(2435 m), la Cima della Brignola (2472 m) e, all'estrema destra, lo
spettacolare circo carsico-glaciale del Mongioie (2620 m). Sul
versante del Tanaro si domina l'intero solco del Vallone delle Saline, appena risalito, con le creste della Cima
Missun, del Saccarello
e del Frontè sullo sfondo.
Trascurato a questo punto il sentiero
che, a destra, si dirige verso il Pian Comune, le Colme ed
il Mongioie (vedi itinerario Traversata
del Mongioie) e quello che scende sul versante di Valle Ellero verso il Rifugio
Mondovì (vedi itinerario Gran
Tour delle Saline), si segue a sinistra un marcato sentierino
(ometti e sbiaditi bolli rossi) che risale
il fianco orientale della Cima delle Saline. Con
percorso via via più ripido e faticoso, la
traccia risale il pendio inizialmente erboso e successivamente
pietroso e detritico, con gran numero di tornanti, con vedute via via più
ampie e spettacolari sulle cime circostanti, fino a raggiungere il piede
della breve bastionata rocciosa che sostiene la vetta. Con
tortuoso percorso lungo
alcuni brevi canalini erbosi, la traccia esce infine sull'ampio
dorso sommitale della Cima delle Saline, pochi metri a
sinistra della grande croce di vetta (2612 m, h
1,00 dal passo). Panorama veramente sconfinato che va dal mare
(oltre il quale, nelle limpide giornate autunnali, si scorge il profilo
della Corsica) al Monte
Saccarello, al Monviso
ed al Monte Rosa, passando attraverso tutte le principali vette
delle Alpi Liguri, Marittime e Cozie. Proprio di
fronte si erge
la massiccia sagoma della vicina Cima Pian Ballaur
(2604 m), oltre la quale appare la cresta rocciosa del Marguareis,
mentre dalla parte opposta il versante
occidentale del Mongioie domina la scena. Verso Nord il
sinuoso solco dell'Ellero è dominato dalla parete
rocciosa della Cima Cars e dai vastissimi pendii erbosi del Mondolè.
Dalla cima si
scende per l'erbosa cresta Sud-Ovest, seguendo una serie di
ometti e di radi bolli rossi: dopo poche centinaia di metri la cresta si
sdoppia, isolando una piccola valletta carsica. Si lascia a questo punto
il ramo sinistro, che scende fin presso lo sbocco del Canale Sud (vedi
itinerario Cima
delle Saline – Canale Sud) e si segue quello di destra, che scende
dolcemente per un dorso erboso fino alla sommità di un più
ripido pendio, che si
discende per erba e scarsi detriti fino al vasto altipiano carsico
che si estende fra Cima delle Saline e Cima Pian Ballaur
(2340 m circa, h 0,20 dalla cima). Qui
si intercetta la traccia segnata con tacche rosse proveniente dal Vallone
delle Masche e diretta al Colletto Saline – Pian Ballaur
(vedi itinerario Gran
Tour delle Saline).
Si segue la traccia verso destra
(Nord) per
pochi metri poi, presso alcuni grossi massi, la si abbandona per seguire
alcuni ometti ed i paletti indicanti il confine del Parco Naturale del
Marguareis che conducono verso il ripido pendio erboso costituente il
fianco orientale della Cima Pian Ballaur. Con lunga serie di ripidi
tornanti (tracce un po' discontinue, attenzione in caso di nebbia) si
risale il pendio erboso, seguendo
sempre la serie di paletti dipinti in giallo, fino ad
uscire sull'ampio dorso sommitale, da dove la vista si apre
sulla sottostante Conca di Piaggiabella e sulla cresta Cima
Palù – Rocche Bistè. Seguendo
il largo crestone erboso verso destra, in dolce salita, si
raggiunge l'ometto di pietre sulla vetta della Cima Pian Ballaur
(2604 m, h 0,20 dall'altipiano
carsico). Spettacolare panorama circolare simile a quello della Cima
delle Saline, a parte verso Est, limitato dalla massiccia mole di
quest'ultima, di poco più elevata.
A questo punto non rimane che scendere
facilmente, seguendo l'ampio
costone occidentale, erboso e poco inclinato, dominando dall’alto
la Conca
di Piaggiabella, fino alla vastissima depressione pascoliva
del Colle
del Pas
(2342 m, h 0,30 dalla Cima Pian
Ballaur). Bella veduta, verso Nord, sulla vasta Conca
del Biecai, con il piccolo Lago Rataira al suo
centro.
Da qui si segue, verso sinistra
(Sud), la comoda mulattiera che
con numerosi tornanti scende alla testata della vasta e pittoresca Conca
di Piaggiabella, dominata dalla Cima Pian Ballaur, dalle Rocche
Bistè e dalla Cima Palù. Raggiunto il fondo della conca, si
lascia a sinistra una traccia che raggiunge la vicina Capanna
Saracco-Volante e a destra quella diretta al Marguareis
attraverso il Canalone
delle Capre
ed il Colle Palù (vedi anche itinerario Punta
Marguareis per il Canale dei Torinesi) e si prosegue con scarsi saliscendi lungo la destra
idrografica della conca. Raggiunto un dosso, si prosegue a destra
tagliando un ripido pendio, quindi si abbandona il sentierino che,
continuando a traversare verso destra, condurrebbe al Rifugio
Don Barbera, per scendere ripidamente ad un'evidente
sella erbosa, dove si incontra una palina.
Si prosegue in
dolce discesa sempre sulla destra idrografica della conca, fra
prati e rocce lavorate dal carsismo, giungendo alla soglia
glaciale della conca, presso un
enorme masso erratico chiamato "Cappello di Napoleone":
pur non essendo un valico nel senso stretto del termine, il luogo è
indicato come Passo delle Mastrelle (2040 m, h
0,45 dal Colle del Pas, paline).
Inizia ora un ripido
tratto in discesa che, attraverso un pendio detritico fra
imponenti e selvaggi salti rocciosi, consente di perdere
velocemente quota: superato un breve tratto di roccette, si continua a
scendere ora per rado bosco e, con un'ultima picchiata, si raggiunge la
comoda mulattiera che percorre il Vallone di Carnino presso il Pian
Ciucchea (1656 m, h 0,45 dal Passo
delle Mastrelle, palina).
Con
percorso pressoché pianeggiante, si segue la mulattiera verso
sinistra fra pascoli e vecchi frutteti, quindi si scende per successive
modeste balze erbose fino ad entrare definitivamente nel castagneto. Lungo
una bella ed antica mulattiera selciata si supera un rio su un ponte in
legno (bella
cascata) e aggirato un costone si raggiungono le case di Carnino
Superiore (1397 m, h 0,25
da Pian Ciucchea).
Scendendo per le viuzze della borgata si
raggiunge il piccolo parcheggio a valle dell'abitato: si prosegue in
discesa lungo la strada asfaltata fino al primo tornante, dove si prende
un'ampia mulattiera erbosa che taglia pressoché
pianeggiante nel bellissimo bosco. Superata un'antica
cappelletta, con una brevissima ma ripida discesa si scende a valicare un
rio su un ponte in cemento, intercettando subito dopo una carrareccia che,
seguita verso destra, riporta in breve al parcheggio di Carnino
Inferiore (1389 m, h 0,10 da Carnino
Superiore).