Traversata Salìne - Pian Ballàur

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 19

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 33 

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

ALBA SULLA CRESTA DEL FERÀ DAI TETTI DELLE DONZELLE

LA SELVAGGIA GOLA DELLE SALINE

SALENDO DAL PASSO DELLE SALINE VERSO LA CIMA OMONIMA, APPARE IL PROFILO DELLE MONTAGNE CÒRSE

DALLA CRESTA EST DELLA CIMA PIAN BALLAUR VERSO LA CIMA DELLE SALINE CON IL PERCORSO DI DISCESA

LA CRESTA OVEST DELLA CIMA PIAN BALLAUR DAL COLLE DEL PAS

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Ceva (uscita della A6 Torino-Savona) si risale la Val Tanaro superando Garessio, Ormea, Ponte di Nava e Viozene. Oltre un tratto intagliato nella roccia, si lascia la rotabile principale, diretta a Upega, e si segue a destra la breve diramazione che risale il Vallone di Carnino fino ad un bivio: lasciato il tronco di fondovalle, che raggiunge in breve Carnino Superiore, si svolta a destra e si sale al piccolo parcheggio che precede la borgata di Carnino Inferiore (1389 m, 60 km da Ceva, ampio parcheggio).

 

PUNTO DI PARTENZA

Dal parcheggio, si sale a raggiungere le caratteristiche case di Carnìno Inferiore, abitate soltanto durante la stagione estiva ma in gran parte ristrutturate con gusto, e si prende una mulattiera che si inerpica attraverso le abitazioni. Entrati nel bosco, con alcuni tornanti si raggiunge una larga pista sterrata: proseguendo lungo l'antica mulattiera, che prosegue oltre il tracciato stradale, si va a reintercettare definitivamente la carrareccia che, con breve percorso in falsopiano, raggiunge le antiche case dei Tetti delle Donzelle (1537 m, h 0,20). 

Lasciata a destra la diramazione diretta alla Colla di Carnino ed al Rifugio Mongioie (vedi itinerario Traversata delle Vene), si prosegue lungo la mulattiera principale: una breve diramazione sulla sinistra porta sul terrapieno di fronte al Rifugio Ciarlo Bossi (1550 m), da dove si gode di bella veduta, sull'opposto versante del Vallone di Carnino, sulla Cresta del Ferà, ricca di rocciosi spuntoni. 

Senza raggiungere il rifugio la mulattiera, con moderate pendenze, si inoltra nel Vallone delle Saline, ai piedi dell'ardita bastionata delle Rocce del Manco: salendo fra prati e macereti, si giunge ad una strozzatura del vallone (Gola delle Saline), dove il piccolo rio scorre fra grandi salti di roccia. Dopo un paio di tornanti, che fanno guadagnare quota sulla sinistra idrografica della gola, si traversa il rio e si risale con alcuni tornanti, sul versante opposto, il pendio erboso, ormai in vista dei grandi pascoli alla testata del vallone. Superata una croce a ricordo di un triste episodio datato 1883, si raggiunge un poggio erboso, dove si lascia a sinistra lo stacco della labile traccia (cartelli, vedi anche itinerario Cima delle Saline - Canale Sud) che conduce al Colletto Saline – Pian Ballaur. Si giunge quindi ad un vastissimo ripiano pascolivo, dove a sinistra sorge la nuova costruzione del Gias delle Saline (h 1,00 dai Tetti delle Donzelle). In alto a sinistra, spicca la rocciosa bastionata sudorientale della Cima delle Saline

Continuando al centro del vallone, si risale un dosso erboso e si entra poi in una valletta a sinistra che sbocca sui grandi prati alla base del versante Est della Cima delle Saline, che si rimontano fino al cartello indicante il Passo delle Saline (2174 m, h 0,40 dal Gias delle Saline). Sul versante opposto appare alla vista la testata della Valle Ellero, con la Cima Seirasso (2435 m), la Cima della Brignola (2472 m) e, all'estrema destra, lo spettacolare circo carsico-glaciale del Mongioie (2620 m). Sul versante del Tanaro si domina l'intero solco del Vallone delle Saline, appena risalito, con le creste della Cima Missun, del Saccarello e del Frontè sullo sfondo. 

Trascurato a questo punto il sentiero che, a destra, si dirige verso il Pian Comune, le Colme ed il Mongioie (vedi itinerario Traversata del Mongioie) e quello che scende sul versante di Valle Ellero verso il Rifugio Mondovì (vedi itinerario Gran Tour delle Saline), si segue a sinistra un marcato sentierino (ometti e sbiaditi bolli rossi) che risale il fianco orientale della Cima delle Saline. Con percorso via via più ripido e faticoso, la traccia risale il pendio inizialmente erboso e successivamente pietroso e detritico, con gran numero di tornanti, con vedute via via più ampie e spettacolari sulle cime circostanti, fino a raggiungere il piede della breve bastionata rocciosa che sostiene la vetta. Con tortuoso percorso lungo alcuni brevi canalini erbosi, la traccia esce infine sull'ampio dorso sommitale della Cima delle Saline, pochi metri a sinistra della grande croce di vetta (2612 m, h 1,00 dal passo). Panorama veramente sconfinato che va dal mare (oltre il quale, nelle limpide giornate autunnali, si scorge il profilo della Corsica) al Monte Saccarello, al Monviso ed al Monte Rosa, passando attraverso tutte le principali vette delle Alpi Liguri, Marittime e Cozie. Proprio di fronte si erge la massiccia sagoma della vicina Cima Pian Ballaur (2604 m), oltre la quale appare la cresta rocciosa del Marguareis, mentre dalla parte opposta il versante occidentale del Mongioie domina la scena. Verso Nord il sinuoso solco dell'Ellero è dominato dalla parete rocciosa della Cima Cars e dai vastissimi pendii erbosi del Mondolè

Dalla cima si scende per l'erbosa cresta Sud-Ovest, seguendo una serie di ometti e di radi bolli rossi: dopo poche centinaia di metri la cresta si sdoppia, isolando una piccola valletta carsica. Si lascia a questo punto il ramo sinistro, che scende fin presso lo sbocco del Canale Sud (vedi itinerario Cima delle Saline – Canale Sud) e si segue quello di destra, che scende dolcemente per un dorso erboso fino alla sommità di un più ripido pendio, che si discende per erba e scarsi detriti fino al vasto altipiano carsico che si estende fra Cima delle Saline e Cima Pian Ballaur (2340 m circa, h 0,20 dalla cima). Qui si intercetta la traccia segnata con tacche rosse proveniente dal Vallone delle Masche e diretta al Colletto Saline – Pian Ballaur (vedi itinerario Gran Tour delle Saline). 

Si segue la traccia verso destra (Nord) per pochi metri poi, presso alcuni grossi massi, la si abbandona per seguire alcuni ometti ed i paletti indicanti il confine del Parco Naturale del Marguareis che conducono verso il ripido pendio erboso costituente il fianco orientale della Cima Pian Ballaur. Con lunga serie di ripidi tornanti (tracce un po' discontinue, attenzione in caso di nebbia) si risale il pendio erboso, seguendo sempre la serie di paletti dipinti in giallo, fino ad uscire sull'ampio dorso sommitale, da dove la vista si apre sulla sottostante Conca di Piaggiabella e sulla cresta Cima Palù – Rocche Bistè. Seguendo il largo crestone erboso verso destra, in dolce salita, si raggiunge l'ometto di pietre sulla vetta della Cima Pian Ballaur (2604 m, h 0,20 dall'altipiano carsico). Spettacolare panorama circolare simile a quello della Cima delle Saline, a parte verso Est, limitato dalla massiccia mole di quest'ultima, di poco più elevata. 

A questo punto non rimane che scendere facilmente, seguendo l'ampio costone occidentale, erboso e poco inclinato, dominando dall’alto la Conca di Piaggiabella, fino alla vastissima depressione pascoliva del Colle del Pas (2342 m, h 0,30 dalla Cima Pian Ballaur). Bella veduta, verso Nord, sulla vasta Conca del Biecai, con il piccolo Lago Rataira al suo centro. 

Da qui si segue, verso sinistra (Sud), la comoda mulattiera che con numerosi tornanti scende alla testata della vasta e pittoresca Conca di Piaggiabella, dominata dalla Cima Pian Ballaur, dalle Rocche Bistè e dalla Cima Palù. Raggiunto il fondo della conca, si lascia a sinistra una traccia che raggiunge la vicina Capanna Saracco-Volante e a destra quella diretta al Marguareis attraverso il Canalone delle Capre ed il Colle Palù (vedi anche itinerario Punta Marguareis per il Canale dei Torinesi) e si prosegue con scarsi saliscendi lungo la destra idrografica della conca. Raggiunto un dosso, si prosegue a destra tagliando un ripido pendio, quindi si abbandona il sentierino che, continuando a traversare verso destra, condurrebbe al Rifugio Don Barbera, per scendere ripidamente ad un'evidente sella erbosa, dove si incontra una palina. 

Si prosegue in dolce discesa sempre sulla destra idrografica della conca, fra prati e rocce lavorate dal carsismo, giungendo alla soglia glaciale della conca, presso un enorme masso erratico chiamato "Cappello di Napoleone": pur non essendo un valico nel senso stretto del termine, il luogo è indicato come Passo delle Mastrelle (2040 m, h 0,45 dal Colle del Pas, paline). 

Inizia ora un ripido tratto in discesa che, attraverso un pendio detritico fra imponenti e selvaggi salti rocciosi, consente di perdere velocemente quota: superato un breve tratto di roccette, si continua a scendere ora per rado bosco e, con un'ultima picchiata, si raggiunge la comoda mulattiera che percorre il Vallone di Carnino presso il Pian Ciucchea (1656 m, h 0,45 dal Passo delle Mastrelle, palina). 

Con percorso pressoché pianeggiante, si segue la mulattiera verso sinistra fra pascoli e vecchi frutteti, quindi si scende per successive modeste balze erbose fino ad entrare definitivamente nel castagneto. Lungo una bella ed antica mulattiera selciata si supera un rio su un ponte in legno (bella cascata) e aggirato un costone si raggiungono le case di Carnino Superiore (1397 m, h 0,25 da Pian Ciucchea). 

Scendendo per le viuzze della borgata si raggiunge il piccolo parcheggio a valle dell'abitato: si prosegue in discesa lungo la strada asfaltata fino al primo tornante, dove si prende un'ampia mulattiera erbosa che taglia pressoché pianeggiante nel bellissimo bosco. Superata un'antica cappelletta, con una brevissima ma ripida discesa si scende a valicare un rio su un ponte in cemento, intercettando subito dopo una carrareccia che, seguita verso destra, riporta in breve al parcheggio di Carnino Inferiore (1389 m, h 0,10 da Carnino Superiore).

 

TEMPO TOTALE

h 6,30 circa

DISLIVELLO

1500 m circa 

DIFFICOLTA’

E allenatissimi

ULTIMO SOPRALLUOGO

16 ottobre 2011

PERIODO CONSIGLIATO

maggio-giugno e settembre-ottobre

COMMENTI

Lunga ma spettacolare traversata, interamente segnalata anche se a tratti il sentiero è poco evidente: sconsigliata dunque in caso di nebbia. Panorami molto vasti e particolareggiati, specie sulle Alpi Liguri e Marittime. Molto pittoresca la discesa lungo la Conca di Piaggiabella. Un poco faticosa. Sicuramente altamente consigliata.