Dal rifugio si segue la traccia di una carrareccia che,
verso Ovest, taglia pianeggiante l'ampio
ripiano, fino a che questo si
esaurisce sugli ampi pendii discendenti dalle ardite Rocce del Manco. A
questo punto una traccia di sentiero taglia alta i ripidi pendii erbosi
evitando di perdere quota (palina "Rocce del Manco"): in caso di neve, però,
il tracciato del
sentierino è quasi inavvertibile, per cui in assenza di tracce conviene proseguire lungo la
comoda carrareccia. Questa perde quota con ampi tornanti non
eccessivamente ripidi, fino ad una serie di isolate case ai margini del
bosco. La strada diventa asfaltata e, al termine di un breve rettilineo,
si trova un bivio (cartelli): trascurato il ramo che scende verso la
strada provinciale, si prosegue a destra, attraversando un bel ripiano
prativo con una antica casa ristrutturata. Si guadagna quota con un altro
tornante, poi si lascia un'altra diramazione che sale a destra e si
prosegue per una carrareccia sterrata che taglia un ripido pendio boscoso.
Fra fitti alberi, la strada raggiunge un piccolo rio, oltre il quale
diviene sentiero e raggiunge una radura dove sorge un'altra bella casa
isolata. Il sentiero sale dietro la casa, segue la recinzione fino ad un
costone, tra splendidi alberi: si sale sul filo del costone boscoso per
una decina di metri per poi deviare a sinistra, oltre un grosso albero
caduto. All'inizio la traccia di sentiero è molto incerta, poi si fa più
marcata e compaiono nuovamente i segni bianco-rossi. Il sentiero taglia in
quota il ripido bosco, passa presso i ruderi di una antica casa
colonica, supera il bivio da dove giunge il sentiero in quota
dal Rifugio Mongiòie e poi taglia pianeggiando un ampio e ripido canalone,
rinserrato fra alte pareti rocciose (possibili residui di valanghe). Aggirato uno
sperone attraverso uno
splendido lariceto, la traccia si
inserisce nel vallonetto delle Vene, racchiuso fra alte
pareti: con
esposto traversone sul lontano fondovalle, si lascia presso una nicchia la
traccia a destra che sale alla Grotta delle Vene (cartello) e si
prosegue fino all'inizio dell'ardito ponte sospeso che supera la
risorgenza de Le Vene (1525 m, h 1,30
dal Rifugio Mongioie). Sono queste un caratteristico fenomeno
carsico, che consiste nel ritorno alla luce, con copiosa cascata che
sgorga da una paretina rocciosa, delle acque superficiali captate, oltre
che nel bacino del Tanaro, anche in quello attiguo dell'Ellero,
costituendo così un particolare fenomeno ipogeo molto raro e
caratteristico.
In
caso di abbondanti nevicate, la risorgenza può trovarsi completamente
sepolta, nel qual caso l'alveo si può presentare come un ripido ed
uniforme pendio nevoso. Superato il ponte, costituito da robuste funi di
acciaio (attenzione, generalmente nel periodo invernale viene smontato,
nel qual caso si
deve attraversare con attenzione il ripido scivolo),
si rientra nel bosco e, con lenta diagonale ascendente verso sinistra, si
giunge alla poco marcata depressione erbosa della Colla di
Carnino (1597 m, h
0,30 dalle Vene, tabelle e cartelli). Bellissima vista
sulle maggiori vette delle Alpi Liguri.
Si scende a questo punto
dall'altra parte, per pendii dapprima
cespugliosi, poi ricoperti da un bel
bosco rado di grossi faggi, verso il fondo del Vallone di Carnino.
Un tratto di bosco più fitto porta ad una radura con abbeveratoio, dove
si incrocia la carrareccia proveniente da Carnino Inferiore e
diretta ai vicini Tetti delle Donzelle (vedi anche itinerari Gran
Tour
delle Saline, Traversata
Saline - Pian Ballaur e Cima
delle Saline - Canale Sud).
La si segue brevemente verso sinistra, poi si prende una
mulattiera che scende decisamente nuovamente nel bosco (segnavia
bianco-rossi): con alcuni tornanti nel bosco, qui ripidissimo ed ombroso,
si raggiungono in breve le prime case di Carnino Inferiore (1392 m,
h 0,30 dalla Colla di Carnino).
Attraversata la
caratteristica borgata, abitata solo nella
stagione estiva, si raggiunge il parcheggio presso la fine della strada
comunale. Non resta ora che scendere lungo la strada asfaltata, prima
lungo il Vallone di Carnino e poi, dove questo sbocca nella Val Negrone, seguendo la rotabile verso sinistra, con modesti saliscendi,
fino a Viozene (6,5 km circa da Carnino, h 1,45 circa).