Dal ponte si
segue una carrareccia in leggera salita ("Sentiero Natura Rio
della Valle", segnavia ◆) che si inoltra nel solco boscoso del
Rio della Valle. Superati
alcuni orti, poco dopo una curva si incontra sulla destra una traccia che
risale il ripido pendio (freccia e bolli rossi, h
0,10 dalla partenza): abbandonata la carrareccia, si sale lungo
il sentiero, che si fa largo fra la fitta vegetazione salendo in
diagonale. La traccia non è molto marcata, per cui bisogna procedere con
attenzione per non perdere di vista i segni rossi, non sempre posizionati
in maniera ottimale.
Un po' più in alto si arriva al limitare di un'ampia
lingua di pietrame: sulla pietraia la traccia prosegue, ma i segni rossi
indicano, appena prima, di risalire una specie di solco per poi tendere
ancora verso destra. Si sale ancora per erba, cespugli e piccole pietraie,
facendo un po' di attenzione al terreno, a tratti friabile, fino ad
arrivare nei pressi degli appicchi rocciosi sovrastanti, che non lasciano
intuire un facile passaggio. Le tracce si dirigono invece a sinistra,
costeggiando per un tratto le pareti, per insinuarsi poi in un largo
canale che si insinua nella bastionata.
Ad un certo punto il canale è
interrotto da una fascia rocciosa: la si
attacca a destra, per salire in
diagonale verso sinistra (corda fissa) e poi tornare a destra, con
brevi passaggi esposti (cavo d'acciaio), fino a superare la balza e a
raggiungere una vasta terrazza erbosa.
Raggiunta l'estremità destra della
terrazza, i segni rossi si perdono: si può o rimontare il pendio boscoso
direttamente (facile ma ripido e faticoso, nonchè un po' disturbato dalla
fitta vegetazione), oppure portarsi sulle roccette della crestina di
destra e salire su questa o nelle sue immediate vicinanze (qualche passo
di I° grado). In ambedue i casi, si ritrovano i segni rossi più in alto,
dove la cresta diviene quasi orizzontale ed appare
alla vista l'imponente parete sud ovest del Monte Varatella.
Si
procede lungo
la cresta, con modesti saliscendi, aggirando o salendo direttamente
qualche modesto salto roccioso. Aggirando sulla sinistra una paretina e
risalendo un tratto di bosco un po' più fitto, sempre seguendo i segni
rossi, si esce sulla traccia del "Sentiero dei Daini", poco prima che
inizi il suo tratto più alpinistico ed impegnativo (h
2,00).
Si segue per breve tratto verso sinistra il
"Sentiero
dei Daini" (in questo tratto, i segni rossi si sovrappongono agli
ometti di quest'altro itinerario) poi, raggiunta una lingua di pietrame,
si abbandona il sentiero segnato in rosso (vedi anche itinerario Anello
di San Pietro) per risalire i detriti (grossi ometti) fino alla base
di una parete: presso un diedro piuttosto verticale, dal quale pende una
corda fissa, si trova l'attacco del tratto alpinistico del "Sentiero dei
Daini" (h 2,10).
Si attacca il
diedro alto una dozzina di metri, piuttosto impegnativo e friabile, ma
grazie all'ausilio della corda fissa lo si rimonta senza grossi problemi e
si esce su di una panoramica crestina (cresta Sud-Ovest del Monte Varatella) con bella vista sul mare e sui monti circostanti. Si risale
la crestina, per tracce, roccette e ghiaie, superando ogni tanto qualche
banale gradino. Ambiente molto particolare e caratteristico. Aggirato a
destra un salto, per roccette si giunge alla base di una
paretina articolata di una decina di metri, attrezzata con un grosso
canapone.
Si sale la
paretina, all'inizio un po' verticale, poi lungo
un vago canalino verso destra e si esce sulla sommità del risalto, splendida
balconata panoramica. Si prosegue ancora in direzione della parete
superiore, che un po' inquieta perchè non si intuiscono possibilità di
passaggio verso l'alto. Mantenendosi a sinistra del filo di cresta, qui
roccioso ed affilato, si sale nel bosco fin nei pressi di una marcata
forcella, ai piedi di un bello spigolo. Senza raggiungere la forcella, si
effettua un tornantino e si prosegue costeggiando la parete, per una
specie di cengia rocciosa, poi si sale un canalino detritico e si prosegue
lungo un'altra ampia cengia verso destra, fino a portarsi ad un'altra poco
marcata insellatura, al di
sopra dello spigolo precedente.
A questo punto la si scavalca e ci si cala
dall'altra parte per un gradino di circa 4 metri (corda fissa, esposto!)
fino ad un'ampia
cengia erbosa (all'inizio attenzione all'esposizione!) che taglia
tutta la parete del Monte Varatella a circa un terzo di altezza. Si
percorre tutta la comoda cengia erbosa per tracce e lastronate, passando nei
pressi di un anfratto a ridosso della parete, fino alla sua estremità
opposta, dove si risale un breve canalino boscoso (attenzione, ripido!) e
ci si porta su di un nuovo colletto.
Da qui, volendo, traversando
brevemente a destra per terreno ripido ma facile si andrebbe a raggiungere
il sentiero 〓
che da San Pietro ai Monti scende a San Pietrino o alle Grotte
di Toirano (vedi itinerari Anello
di San Pietro e Monte
Varatella - "Sentiero Storico"). Altrimenti si rimonta direttamente la bella placca
articolata sovrastante (I° grado) per uscire sugli aperti pendii presso i
primi tornanti del sentiero precedente.
Se non si è ancora
stanchi, invece
di seguire il sentiero si possono rimontare direttamente i pendii,
superando ancora qualche facile roccetta (attenzione, friabili!) fino ad
uscire presso la grande croce sulla sommità del Monte
Varatella
(891 m, h 1,00 dall'attacco del tratto
alpinistico). Su un cocuzzolo, in mezzo allo splendido prato sommitale,
sorge l'antichissima
chiesa di San Pietro ai Monti. Panorama veramente magnifico
sulla costa e sulle Alpi Liguri.
Dalla chiesa si segue la
mulattiera che, lungo la breve cresta, scende all'insellatura boscosa fra
il Monte Varatella ed il maggiore Monte
Ravinèt. Scavalcata la tubazione dell'acquedotto, si trascura il
segnavia 〓,
che si dirige a sinistra verso il Giogo di Toirano, per seguire
lungo il crinale una traccia (inizialmente marcata con bollini rossi) che
si dirige verso il pendio del Monte Ravinèt. La traccia evita di
attaccare direttamente il ripido pendio, ma devia a destra, tagliando
per erba, detriti e belle placche inclinate fino a portarsi
nell'impluvio boscoso di una valletta. Qui si abbandona il sentiero
segnato di rosso (che continua a traversare in piano verso destra diretto ai Prati di
Peglia, vedi anche itinerario Anello
Boissano
– Monte Ravinèt) per risalire direttamente il bosco, un po' fangoso ma
non troppo ripido ed intricato, fino ad un'ampia sella erbosa sul crinale
Sud del Monte Ravinèt (h 0,25
da San Pietro ai Monti): da qui si apre la vista su Loano, Pietra Ligure fino a
Finale. Volendo godere di una veduta ancora più ampia, fino
a Genova ed ai monti del Beigua, si può salire in pochi
minuti all'altura a destra della sella.
Proseguendo invece verso sinistra,
lungo
un caratteristico pendio erboso che si insinua fra gli alberi, si
guadagna velocemente quota. Più in alto le tracce portano verso sinistra,
nel bosco, e tagliano in quota ormai prossimi alla cresta finale: giunti
nei pressi dei ruderi di un riparo, si devia a destra verso la cresta
sommitale, ormai ben visibile, che si segue per erba e roccette fino alla
bella cima del Monte Ravinèt (1061 m, h
0,40 da San Pietro), dove sorge un grosso ometto con
palo di ferro e piccola croce in legno. Bellissima
veduta sulla costa, sul vicino Monte Carmo e su tutte le Alpi
Liguri meridionali.
Si scende ora facilmente per la cresta
Nord,
all'inizio per erba e ghiaie, poi per facili roccette: quando la cresta si
fa più impegnativa, ci si cala a destra nel bosco e, tagliando
praticamente in quota, si raggiunge un'ampia sella alberata fra il Monte
Ravinèt ed una cresta rocciosa, già ben visibile dalla cima. Sulla
sella si incontra una marcata traccia che scende sul versante opposto (Est) per una ventina di metri, fino ad incrociare l'ampio sentiero
(segnavia X)
proveniente da Boissàno e diretto al Monte Carmo.
Si segue
il bel sentiero verso sinistra: con andamento praticamente pianeggiante,
in uno splendido bosco, il sentiero si porta ad una successiva sella
boscosa, dove sorgono i ruderi della Cà du Fò (Casa del Faggio).
Scavalcata la sella, si scende pochi metri sull'altro versante e si trova
un bivio. Si abbandona a questo punto il segnavia X
per seguire quello ●●,
che scende in diagonale a sinistra nel ripido bosco.
Più in basso, ad un
bivio, si sceglie il ramo di sinistra (cartello) che continua a scendere e
raggiunge una bella fonte con vasche. Poco più in basso si esce sul
sentiero contrassegnato da 〓▲:
lo si segue verso destra, superando quasi subito un fangoso rio, per
proseguire poi a mezza costa nel bosco, con interessanti scorci sul Monte
Varatella. Superando ancora alcuni caratteristici rii (piccole
cascate) il sentiero scende brevemente fino ad incrociare la carrareccia
proveniente dal Giogo di Toirano (h
1,00
dal Monte Ravinèt). Seguendola
verso destra, la si percorre lungamente in piano, assecondando le sinuosità
di alcuni valloncelli, fino a raggiungere la strada asfaltata all'altezza
dell'ultimo tornante prima del
Giogo di Toirano
(800 m circa, h
1,40
dal Monte Ravinèt).
Si segue la strada in discesa per alcune
centinaia di metri (alcuni segnavia ◆
sulla massicciata) fino ad incontrare, sulla sinistra, un cartello che
indica il "Sentiero
Natura Rio della Valle".
Si
abbandona allora la strada e si segue questo sentiero, segnato con ◆. Si prosegue per un tratto
nel bosco sotto la strada quasi in piano, poi si scende per un ripido
pendio boscoso in una specie di valletta (segni sugli alberi). Superata
una zona di recente esbosco, si prosegue in lieve discesa fino ad un'ampia
sella con elettrodotto, da dove si prosegue a destra (freccia rossa sul
traliccio), ora nuovamente in discesa più ripida. Con alcuni tornanti si
raggiunge un rio secondario sul fondo di un ombroso vallonetto, dove si
incontra il primo tabellone esplicativo circa le particolarità naturali
di questa zona; si scavalca il rio su pietre, quindi si continua a
scendere seguendo il ben tracciato sentiero immettendosi nel vallone
principale, con belle vedute sulle numerose gole e cascate del Rio della
Valle. Si passa il rio su un antico ponte in pietra presso una gola, in
bellissimo ambiente boscoso assai selvaggio. Più in basso, dove la valle
si allarga, si hanno belle vedute sulle sovrastanti pareti calcaree.
Superato un ultimo tumultuoso rio (Rio
Servàira) presso una presa dell'acquedotto (qualche difficoltà in
caso di acqua abbondante), si trascura a sinistra la traccia diretta alla
Grotta
della Giara e si
continua su carrareccia fino al bivio con i segni rossi dell'andata e, in
breve, nuovamente al Ponte del Salto del Lupo (h
1,30 dal Giogo di Toirano).