Anello di San Pietro

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 20

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 28 

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

L'ARDITA STRUTTURA ROCCIOSA DEL "VELO" DALL'INIZIO DEL SENTIERO

LA CROCE SULLA SOMMITÀ DEL MONTE VARATELLA

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Borghetto Santo Spirito (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si raggiunge Toirano. Dal paese si segue la strada diretta al Giogo di Toirano ma, dopo poche centinaia di metri, si prende una diramazione a destra che supera il Torrente Varatella e che presso il primo tornante si biforca: trascurando il ramo principale, diretto a Boissano, si segue una diramazione a sinistra che, in ripida salita, raggiunge l'ampio parcheggio delle Grotte di Toirano (quota 100 m circa, 4 km da Borghetto, bar ristoro).  

 

ITINERARIO

Dal parcheggio si segue il viottolo asfaltato (cancello all'inizio) che si inoltra nell'aspro Vallone del Vero, dominato da ardite strutture rocciose oggi sede di numerose falesie molto frequentate. Sullo sfondo incombe l'altissima sommità del Monte Varatèlla, meta dell'escursione. Trascurata una diramazione che, a destra, taglia pianeggiante in direzione della vicina e molto caratteristica Chiesa di Santa Lucia, si prosegue per il viottolo fino al piccolo spiazzo di fronte all'ingresso delle famose Grotte di Toirano (o della Bàsura): qui sorge anche la Casa delle Guide. 

Oltre lo spiazzo, il viottolo diventa sentiero (segnavia      del "Sentiero delle Terre Alte"), che prosegue a mezza costa risalendo l'aspro vallone. Nel fitto bosco si raggiunge un bivio: trascurato il sentiero che sale a destra verso le falesie dei "Gumbi" e del "Belvedere" (cartelli), si prosegue lungo il vallone, raggiungendo in breve un grosso masso presso il letto del rio, dove una freccia in legno indica lo stacco, a sinistra, del "Sentiero dei Daini": questo sentiero, segnalato da rari ometti di pietra e da saltuari bolli marroni (!), aggira tutta la verticale bastionata meridionale del Monte Varatèlla, con percorso selvaggio ed a tratti ardito ed esposto, per poi risalirne la rocciosa cresta ovest con passi alpinistici attrezzati ed impegnativi. Il presente itinerario concatena la prima parte di questo sentiero (tecnicamente la meno impegnativa) con la seconda parte di quello proveniente dal Ponte del Salto del Lupo (anch'essa la meno impegnativa a livello tecnico, vedi prima parte dell'itinerario Traversata del Monte Ravinèt), ottenendo un giro di ampio respiro ma di difficoltà contenute. 

Si attraversa dunque il rio e si risale ripidamente dall'altra parte, lungo un pendio di erba e detriti con radi alberi (ometti, tracce incerte, qualche bollo rosso all'inizio). Si aggira così alla base lo spigolo del Velo, struttura rocciosa ben visibile dal fondovalle, per portarsi poi all'inizio di un ampio canale boscoso (caratteristico pinnacolo roccioso all'inizio) delimitato a destra dalle rocce verticali dello stesso Velo (all'inizio nicchia alla base della parete). Si risale il ripido solco, per tracce all'inizio piuttosto evidenti, più in alto meno chiare, con numerose diramazioni da non considerare che si perdono nella boscaglia. Quando si è quasi giunti all'altezza dell'ampia sella al sommo del canale, ma senza raggiungerla, si deve traversare decisamente a sinistra per cenge e ripiani erbosi (questo è un tratto in cui facilmente si perde la traccia: se si perdono di vista per troppo tempo gli ometti, iniziare a diffidare ...). 

Proseguendo a traversare, si giunge alla base di una splendida parete a canne d'organo, e proseguendo oltre si sale alla base di un'altra bella parete a placche dove si riconoscono alcuni spit. Aggirato uno spigolo, si sale ad uno stretto colletto fra il corpo principale della montagna ed un torrione staccato. Si scende dall'altra parte, in un altro selvaggio vallone; si traversa ancora lungamente, poi lo si risale direttamente presso il suo fondo: anche qui, ad un certo punto, bisogna trascurare le tracce in apparenza più marcate, che proseguono in salita a destra, per risalire un tratto detritico e franoso (ometti) tendendo a sinistra, fino a ritrovare una traccia più marcata che prosegue nuovamente tagliando i ripidissimi pendii, in ambiente sempre più solitario e selvaggio. 

Un nuovo tratto in salita fa guadagnare un piccolo ripiano presso un alberello, da dove è visibile poco lontana una specie di piattaforma sorretta da un muro a secco (h 1,30). Senza raggiungerla, si prosegue a mezza costa alla base di un selvaggio anfiteatro roccioso, fino a portarsi su un belvedere naturale costituito da un pianeggiante terrazzo roccioso a guisa di balconata sulla Val Varatella (ometto su un masso). Dall'altra parte si ritrovano le tracce, qui molto incerte, che proseguono alla medesima quota assecondando le sinuosità di un arido valloncello. Dall'altra parte del valloncello si prosegue sempre in quota (evitare di salire o scendere per ingannevoli tracce che si perdono nel nulla!) per terreno detritico, finchè si incontra un altro ometto: è questo il tratto più lungo del percorso senza incontrare ometti, e sicuramente sorgerà il dubbio di avere sbagliato ... Come detto in precedenza, è sufficiente rimanere alla medesima quota per non ingannarsi. 

Si prosegue ora su sentiero sempre più evidente, e su terreno meno impervio, almeno all'apparenza: infatti si ha l'impressione di trovarsi su semplici pendii erbosi, ma in realtà poco più sotto iniziano gli altissimi salti rocciosi che scendono sul fondo della vallata. Ad un certo punto si incontrano i segni rossi provenienti (impercettibile stacco sulla sinistra) dal Ponte del Salto del Lupo (vedi anche itinerario Traversata del Monte Ravinèt): con una serpentina si sale a costeggiare una parete rocciosa, poi si taglia una pietraia, dove si trascurano i grossi ometti che invitano a risalirla (indicano il percorso del segmento superiore del "Sentiero dei Daini", più alpinistico di quello fin qui effettuato, vedi sempre itinerario Traversata del Monte Ravinèt). 

Proseguendo ancora a mezza costa, per erba e caratteristiche placche rocciose, e seguendo sempre i bolli rossi, si raggiunge una panoramica ampia spalla erbosa, al piede della rocciosa cresta Nord-Ovest del Monte Varatella (h 2,00). Si scende a sinistra nel fitto bosco, sempre seguendo i segni rossi sugli alberi, poi si traversa con qualche saliscendi fra la fitta faggeta fino ad immettersi su un più ampio sentiero: non resta ora che seguire in salita questo sentiero, ripido ma molto ben tracciato, che rimonta l'ampio vallone compreso fra il Monte Varatella (a destra) ed il maggiore Monte Ravinèt (1061 m, a sinistra). Al sommo del breve vallonetto si incontra un grosso tubo dell'acqua e la larga mulattiera proveniente dal Giogo di Toirano (segnavia ): seguendo quest'ultima verso destra, si raggiunge in breve l'ampia sella alberata fra le due sommità anzidette. 

Proseguendo a destra, si sale l'ultimo brevissimo pendio boscoso e si esce sull'ampio altipiano sommitale del Monte Varatella (891 m, h 2,45 dal parcheggio). Questo è costituito da una serie di magnifici prati verdissimi, affacciati sul mare e sui paesi della costa. Presso alcuni alberi sorge l'antichissima chiesa di San Pietro ai Monti, dalla semplice ma caratteristica architettura, risalente probabilmente agli albori del Cristianesimo e meta, ogni cinque anni il 1° maggio, di pellegrinaggio. 

La discesa avviene lungo un più breve e comodo itinerario: dalla chiesa si scende per prati verso Ovest, seguendo il tracciato del dismesso montacarichi, per imboccare quasi subito un evidente sentiero a sinistra che discende, con numerosi comodi tornanti, il versante Sud-Ovest della montagna. Il sentiero (segnavia ) taglia poi con ampio semicerchio verso sinistra la testata del Vallone del Vero (che più in basso presenta un salto verticale da dove precipita una coreografica cascata, ben visibile già dalle grotte) per portarsi poi, lungo una tubazione dell'acquedotto, con moderata discesa ad uno splendido ripiano prativo fra radi pini, presso il cui margine occidentale sorgono i ruderi delle Case Fossäe (421 m, h 0,45 dalla vetta). Qui si incontra nuovamente il segnavia      del "Sentiero delle Terre Alte", che prosegue a sinistra verso la chiesetta di San Pietrino (vedi itinerario Monte Varatella - "Sentiero Storico") ed il Rifugio Pian delle Bosse

Lo si segue invece verso destra, mentre scende ripido per una valletta boscosa e, superando qualche banale roccetta, conduce alla base della cascata nuovamente nel Vallone del Vero (falesie). Proseguendo a sinistra, si scende lungo il vallone fino a ritrovare il bivio per il "Sentiero dei Daini" e quindi al parcheggio delle grotte (h 1,20 dal Monte Varatella).     

 

TEMPO TOTALE

h 4,00- 5,00 circa (a seconda degli errori durante la salita)

DISLIVELLO

1000 m circa 

DIFFICOLTA’

EE allenati

ULTIMO SOPRALLUOGO

3 gennaio 2010 (21 ottobre 2012 il tratto del "Sentiero dei Daini")

PERIODO CONSIGLIATO

dal tardo autunno agli inizi della primavera

COMMENTI

Fantastico giro ad anello, poco noto e di recente segnalazione, ma veramente da non perdere! Ambiente selvaggio a due passi dal mare, rocce, pareti vertiginose, caratteristici passaggi, orientamento in alcuni tratti "avventuroso" ... Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per una gita veramente affascinante ed appagante sotto tutti gli aspetti! Per molti, ma non per tutti: qualche punto un po' esposto e l'orientamento non proprio banale ne fanno un itinerario abbastanza impegnativo. Per i più esperti ed esigenti, una possibile variante consiste nel seguire integralmente il tracciato del "Sentiero dei Daini", che nella sua parte superiore presenta alcuni passaggi attrezzati ma con difficoltà prettamente alpinistiche, che rendono la gita sicuramente impegnativa ma ancora più affascinante: per i particolari, vedere anche l'itinerario Traversata del Monte Ravinèt. Magnifico l'ambiente della cima: sembra di essere su un prato a 2000 metri, invece siamo ad una manciata di km dal mare!