Dal rifugio
si scende, lungo la strada di accesso, a superare il Rio del Maurin sul Ponte Soubeyran, quindi si costeggia il corso d’acqua fino al
vicino Ponte Souttan (1626
m), dove si incrocia la strada, in questo primo tratto asfaltata, che
sale da Chiappera nel Vallone
del Maurin. Si segue la strada verso sinistra, in salita,
per due tornanti, fino ad uno slargo con alcuni parcheggi, in
corrispondenza dello stacco (a destra) del sentiero per i colli Greguri
e di Rui (palina,
h 0,15
dal rifugio, fin qui eventualmente in auto).
Abbandonata
la rotabile, si sale a destra nel bosco, fra grandi massi quarzitici
precipitati dalle incombenti pareti della Rocca Provenzale. Superato un
primo tratto ripido, il vallone spiana leggermente, consentendo belle
vedute sulla conca
di Chiappera e sul massiccio dell’Oronaye, sull’altro
versante della valle. A sinistra la mole della Rocca
Provenzale è quasi soggiogante. Oltre un nuovo tratto
ripido, il sentiero si allunga in un breve ripiano pascolivo, dove
stacca a sinistra la traccia per la via
normale alla Rocca Provenzale, quindi riprende a salire
decisamente, con gran numero di erti tornanti, nell’impluvio del
selvaggio Vallone Greguri,
compreso fra il gruppo Castello-Provenzale e i contrafforti occidentali
del Monte Cervet. Giunti ormai in vista dell’intaglio detritico del
Colle Greguri, il sentiero di biforca (2150 m circa, h
1,15 dall’inizio del sentiero, paline).
Trascurato il sentiero che prosegue verso il Colle Greguri (vedi anche
itinerario Rocca
Castello – Via Sigismondi), si imbocca a destra una
mulattiera erbosa che inizia a prendere quota, con alcuni ampi comodi
tornanti, sul pendio pascolivo, con belle vedute sulle imponenti
pareti del Gruppo Castello-Provenzale. Con un lungo
traversone verso sinistra
la mulattiera va poi ad inserirsi nell’impluvio del Vallone
di Rui: superata una modesta balza erbosa, si
appoggia a sinistra e sale fin nei pressi di una
lunga casermetta situata alla base del prativo versante
meridionale del Monte Eighier. Senza raggiungere la casermetta, la
mulattiera (ormai divenuta sentiero) si
allunga quasi in piano sulla destra idrografica
del Vallone di Rui, con magnifiche vedute sui grandi
macereti alla base del Monte Cervet. Giunti ai piedi di
un’alta bastionata rocciosa, il sentiero rimonta il ripido pendio
erboso di sinistra con alcuni lunghi tornanti, portandosi sulla piccola
sella denominata la Colletta (2556 m, h
1,10 dal bivio), da dove la vista si apre anche sulla zona
dello Chambeyron e del Colle del Maurin.
Dalla
Colletta, raggiunta anche da una traccia che sale direttamente dal Colle
Greguri, il sentiero si allunga verso destra, tagliando
in leggera salita al sommo delle bastionate rocciose ed
inserendosi nella comba terminale del vallone. Mantenendosi alto sulla
destra idrografica dell’ultima valletta, si raggiunge l’ampio
intaglio erboso del Colle di Rui
(2709 m, h
0,30 dalla Colletta, croce
in legno). Bellissimo panorama, alle nostre spalle, sul Gruppo
dello Chambeyron, mentre sul versante opposto si domina l’aperta
Val Fissela. Il colle è compreso fra la
Costa Fissela (2900 m) e la quota 2789 m del Monte Cervet. È
il valico più comodo e frequentato per il passaggio fra il Vallone del
Maurin e quello di Traversiera. Il sentiero non transita nel punto di
massima depressione, che sul lato Val Fissela presenta un ripido canale
roccioso, ma si mantiene un po’ più in alto, sulle erbose pendici
della Costa Fissela.
Dal colle un
marcato sentiero scende in diagonale alla base del dirupato
versante orientale della Costa Fissela e va ad intercettare il sentiero
diretto al Passo Lauset (vedi anche itinerario Monte Freide)
nella comba terminale dell’arida Val Fissela. Si scende a questo punto lungo il comodo sentiero, che
aggira imponenti
archi morenici formati da un antico ghiacciaio, mantenendosi
sulla sinistra idrografica del vallone. A destra, domina l’orrida
imponente parete
nord-est del Monte Cervet. Più in basso i detriti lasciano
il posto ai prati: dopo un primo
piccolo ripiano, il sentiero discende una modesta bastionata
con alcuni tornanti e si porta nel vastissimo ripiano pascolivo
denominato Pra
Riondo, dominato da imponenti
pareti. Il sentiero percorre tutto il lungo ripiano, arcuato
verso destra, fino al suo termine, presso una strozzatura detritica.
Trascurate
le tracce che, a sinistra, scavalcano il costone e scendono alle Grange
Morletto (vedi itinerario Monte
Freide), il sentiero segnalato prosegue sulla destra
idrografica del vallone, scendendo oltre la strozzatura ad un ripiano
con grossi massi (risorgenze). Di qui si prosegue con un lungo mezza
costa verso destra, su aperti pendii erbosi, fino ad un
costone pascolivo che separa due poco marcate vallette.
Scendendo nella valletta di sinistra (tracce poco evidenti, attenzione
agli sbiaditi segnavia bianco-rossi) si cala in breve ad intercettare la
carrareccia ex militare del Vallone
Traversiera a quota 2150 m circa.
Seguendo la
carrareccia verso destra, in lieve discesa, si effettua un lunghissimo
tornante poco a monte delle dirute Grange
Sarsa e si va a valicare il torrente all’altezza di un ponte in
cemento. Lasciate in alto a sinistra le Grange
Giacomardo, si prosegue sulla carrareccia, in lievissima discesa:
sfiorata la ristrutturata Grangia
Chiapusso, si giunge infine alla piccola graziosa Cappella
della Madonna delle Grazie (1990 m,
h
1,40 dal Colle di Rui), una robusta costruzione a pianta
semi-circolare con un piccolo campanile edificata verso il 1720.
Abbandonata
la carrareccia,
che scende a Villar di Acceglio, si risale il prato a monte della
cappella fino ad una grangia diruta. Di qui una traccia (assai labile e
confusa fra quelle degli animali al pascolo) traversa
il pendio erboso a monte della carrareccia, in direzione
della Grangia Ponza, visibile sulla sommità del costone all’inizio
del Vallone di Verzio. Il sentiero ritorna abbastanza evidente (segnavia
bianco-rossi) e, sempre traversando, si porta nei pressi delle franose
sponde del Rio Baretta, che
supera su pietre. Costeggiato il
limite superiore di un piccolo lariceto, il sentiero, sempre a
mezza costa, transita presso i ruderi delle Grange
Verzio Sottane (1976 m, h 0,25 da Madonna delle Grazie):
oltre il breve ripiano, un ultimo traverso al limite superiore delle
balze che sorreggono il Vallone
di Verzio consente di raggiungere l’isolata Grangia
Ponza (1966 m, h
0,05 dalle Grange Verzio Sottane, fontana), da cui si gode di
uno splendido panorama che va dal Monte Cervet al massiccio
dell’Oronaye.
Dalla
grangia un breve tratturo sale ad intercettare la carrareccia sterrata
diretta alle Grange Verzio Soprane: seguendo la strada verso destra, in
discesa, si scende sul fondo di una conca erbosa, dove si scavalca su un
ponte il Rio di Verzio. Oltre una
grangia abbandonata, la carrareccia taglia in leggera discesa
i vastissimi pascoli della regione
Serri, che più in basso precipitano con bruschi salti rocciosi sul
fondo del Vallone Mollasco. Trascurata una diramazione che sale a sinistra, si
prosegue pressoché in piano, si lasciano in basso a destra i ruderi
delle Grange Durazza Soprane
(1814 m) e si giunge ad un
bivio presso una casa isolata (1883 m, paline). Trascurata la
diramazione di destra, che scende alle Grange Serri Sottane e a Lausetto
(vedi itinerario Traversata
Ussolo – Chiappera (P.O.)),
si prosegue a sinistra in
lievissima salita giungendo in breve alle Grange
Serri Soprane (1891 m, h
0,45 dalla Grangia Ponza, fontana).
Dalla zona
di pascolo a monte delle grange si rintraccia (in verità con un po’
di fatica) una traccia di sentiero (segnavia
) che sale all’inizio piuttosto ripida lungo il pendio erboso.
Più in alto la traccia diminuisce la pendenza ed inizia a traversare
gradualmente verso destra, in direzione della valletta pascoliva cui fa
capo il verde Colletto Serasin, posto a sinistra di un cupolone erboso.
Con un’ultima dolce salita fra i prati il sentierino giunge alla selletta
denominata Colletto Serasin
(2040 m, h
0,30 dalle Grange Serri Soprane), sullo spartiacque Rio
Mollasco – Rio delle Grange. Il toponimo serasin
(o sarasin) fa riferimento
alle incursioni saracene avvenute in queste vallate nel IX° secolo:
viene infatti anche chiamato Colle
Saraceno o Colle dei Saraceni.
Seguendo una traccia sulla destra, è possibile raggiungere in breve la
panoramica Punta Culour (2068
m, h 0,05
dal colletto), dalla quale si gode di ottima veduta sulla conca di
Acceglio, sul Vallone di Unerzio e sull’imponente Monte Cervet.
Dal colletto
si scende fra i pascoli dell’opposto versante con alcuni decisi
tornanti: presto si lascia a sinistra un’evidente traccia diretta
verso Pianagneliér, quindi continuando a scendere si entra in una
macchia di larici. Oltre un tratto acquitrinoso si traversa alti su un bel
ripiano pascolivo, quindi si taglia un impervio vallone fino
ad un costone panoramico. Si continua a traversare, sempre in discesa ma
con pendenze modeste, quindi con una serie di secchi tornanti si
raggiunge il fondo del vallone, dove scorre il Rio
delle Grange. Guadato il rio, si risale brevemente ma con fatica
fino ad una larga mulattiera inerbita: seguendola in discesa, si passa
ai piedi del dosso su cui sorge la borgata Grangette
e si giunge alle prime case di Chioligera
(1771 m, fontana, h
0,30 dal Colletto Saresin). La borgata Chioligera sorge su un
ameno ripiano dominante il Vallone delle Grange: è costituita da
numerose robuste case, alcune ristrutturate, altre in rovina, addossate
le une alle altre, quasi a difendersi dal vento impetuoso che soffia da
sud, dalla direzione del Vallone di Unerzio. Al centro della borgata
sorge un
bel pilone sacro. Seguendo una delle numerose tracce che
salgono a monte dell’abitato si può raggiungere la borgata
Grangette (h
0,05 da Chioligera), ormai in rovina: in una grangia era
stata ricavata negli anni ’60 del secolo scorso dal CAI di Cuneo la Capanna
Ussolo, spartano rifugio non gestito utilizzato
prevalentemente come base per lo scialpinismo nella zona. Oggi la
capanna risulta inagibile, a causa di una valanga che nell’inverno
2008/2009 ha completamente
sventrato il lato a monte dell’edificio.
Da Chioligera si continua sulla comoda carrareccia
che taglia a mezza costa, in lieve discesa, la sinistra idrografica del
Vallone delle Grange, fino a raggiungere la sella erbosa dove sorgono le
Grange
Passo. Qui si abbandona la carrareccia per seguire l’antica
mulattiera, che scende a destra ripida e rettilinea,
fiancheggiata da grandi muri a secco. Oltre alcune grange in rovina, si
ritrova la carrareccia presso un
pilone votivo. Trascurata la mulattiera che prosegue dritta
verso le Grange Podio (vedi itinerario Traversata
Ussolo – Chiappera (P.O.)
in senso inverso), si segue per un tornante in discesa la carrareccia,
quindi la si abbandona nuovamente in
corrispondenza di una palina. Si segue a destra una comoda
mulattiera erbosa che inizia a scendere con numerosi ampi tornanti il
pendio boscoso sottostante. Con pendenze sostenute la mulattiera perde
quota nel bosco, quindi inizia un lungo traversone verso sinistra fino
ad un bivio presso un poggio panoramico con panchina (palina).
Trascurato il sentiero che taglia a destra, si continua a sinistra, con
discesa meno ripida, aggirando un costone: in basso appaiono le
case di Ussolo. Con alcuni ripidi tornanti si perde più
decisamente quota, quindi si riprende a traversare fra vecchi campi
abbandonati in direzione del campanile della chiesa. Fra alti muretti a
secco, la mulattiera entra in un boschetto e scende
fino ad un bivio (paline), poco a monte delle prime case di
Ussolo. Con
breve discesa si raggiunge l’asfalto, seguendo il quale si
arriva in pochi minuti alla piazzetta davanti alla chiesa
parrocchiale di Santo Stefano a Ussolo
(1355 m, h
0,50 da Chioligera, fontana).
Qui si può
trovare alloggio alla Locanda
“La Carlina” e rientrare a Chiappera il giorno dopo
con l’itinerario Traversata
Ussolo – Chiappera (P.O.), oppure usufruire del servizio
sherpabus (tel. 0171/99024 oppure 348/8231477, da prenotare entro la
sera precedente).