Dal
parcheggio a valle di Ussolo
la rotabile asfaltata si biforca: si segue il ramo di destra, in lieve
discesa, che oltre un piccolo costone giunge ai piedi delle case della
borgata. Con un ampio tornante verso sinistra (possibili accorciatoie
sfruttando le
ripide viuzze che salgono a sinistra), la stradina attraversa
la pittoresca
frazione (possibilità di alloggio alla Locanda
“La Carlina”) e raggiunge la piccola piazza
principale (fontana), su cui si affaccia il sagrato della Chiesa
di Santo Stefano, decorata da un bell’affresco
raffigurante la lapidazione del santo nella parte superiore della
facciata. Si prosegue lungo la stradina asfaltata a destra della chiesa,
diretta alla borgata Vallone: dopo pochi metri la si abbandona per
seguire una diramazione cementata a sinistra, che sale fra le ultime
case del villaggio. La stradina termina presso l’ultima
abitazione e diviene
ampia mulattiera selciata: dopo un breve tratto in salita, si
incontra un
bivio (paline). Trascurato il ramo di sinistra (vedi anche
itinerario Traversata Chiappera – Ussolo
(GTA)),
si continua a destra (segnavia
dei “Percorsi Occitani”)
con percorso praticamente pianeggiante nel fresco bosco. Incrociata la
rotabile asfaltata per vallone, si taglia un tornante per un breve
tratto di mulattiera, quindi si abbandona nuovamente la strada (palina)
per risalire con più decisione il fitto bosco (qualche fastidio
derivante dalle alte erbe): si raggiungono così le
case più a valle (ormai pericolanti) della borgata Vallone,
uscendo in breve sulla piccola piazzetta
principale della frazione, dove le abitazioni risultano
invece ristrutturate ed abitate (1436 m, h
0,20 da Ussolo, fontana).
Trascurando
la strada sterrata che sale a sinistra, si entra tra le case, seguendo i
segnavia
. A monte delle abitazioni si svolta decisamente a sinistra (paline),
lasciando a destra la mulattiera diretta a Serre di Elva, e si prosegue
in piano fra antiche case in parte in rovina: oltre un
bel pilone sacro, si ritrova nuovamente la sterrata
precedentemente trascurata. Senza seguire la carrareccia, la
si attraversa e si riprende l’antica mulattiera che si
inoltra nel bosco (palina e segnavia
), in questo tratto fiancheggiata
da antichi muri a secco. Guadagnando gradualmente quota, si
giunge alla radura dove sorgono le Grange
Draio (1530 m, h
0,15 da Vallone, paline e fontana). Si tratta di un gruppo di
antiche case, alcune in rovina, altre ancora in discrete condizioni,
costruite attorno ad un pilone
sacro con bella meridiana posto su un grosso masso.
Trascurata
la carrareccia di destra, si prosegue sulla mulattiera di sinistra che, costeggiata
l’ultima casa, rientra nel bosco. Con una breve salita si
ritorna ad intercettare la carrareccia sterrata alla base di
un’impervia bastionata rocciosa: attraversata la carrareccia, si
riprende la mulattiera (palina e segnavia
), che sale costeggiando
alla base le pareti rocciose, mantenendosi parallela (ma più
in quota) rispetto alla carrareccia. Oltre un costone panoramico la
mulattiera continua pianeggiante a mezza costa per pascoli abbandonati
fino ai rustici edifici delle Grange
Podio (1627 m, h
0,15 dalle Grange Draio), in magnifica posizione dominante la
conca di Acceglio e il massiccio
dell’Oronaye. Le grange sono organizzate in due nuclei
separati, distanti poche decine di metri l’uno dall’altro, a valle
della pianeggiante mulattiera. Alcuni
edifici risultano completamente diruti, mentre altri si sono
conservati discretamente: affacciandosi agli ingressi (non
entrare, pericolo di crolli!) si possono notare ancora alcune
suppellettili originali.
Oltre le
grange la mulattiera, sempre pianeggiante, attraversa un piccolo
boschetto e ritorna sulla carrareccia sterrata presso un
bel pilone sacro (palina). Dal pilone si trascura ancora la
carrareccia (nonostante la palina che invita a seguirla) e si prosegue
lungo la vecchia mulattiera che, lasciata a destra una grande antica
casa, sale rettilinea fra alti muri a secco fino alla sella dove sorgono
le Grange
Passo (1710 m, h
0,15 dalle Grange Podio), ritrovando definitivamente la
carrareccia sterrata.
La stradina
effettua un
lungo traversone in leggera salita, tagliando la sinistra
idrografica del Vallone delle
Grange e portandosi sul poggio erboso dove sorgono le case della
borgata Chioligera
(1771 m, h
0,15 dalle Grange Passo, paline e fontana). La borgata
sorge su un ameno ripiano dominante il Vallone delle Grange: è
costituita da numerose robuste case, alcune ristrutturate, altre in
rovina, addossate le une alle altre, quasi a difendersi dal vento
impetuoso che soffia da sud, dalla direzione del Vallone
di Unerzio. Al centro della borgata sorge un
piccolo pilone sacro. Seguendo una delle numerose tracce che
salgono a monte dell’abitato si può raggiungere la borgata Grangette
(1810 m, h
0,05 da Chioligera), ormai in rovina: in una grangia era
stata ricavata negli anni ’60 del secolo scorso dal CAI di Cuneo la Capanna
Ussolo, spartano rifugio non gestito utilizzato
prevalentemente come base per lo scialpinismo nella zona. Oggi la
capanna risulta inagibile, a causa di una valanga che nell’inverno
2008/2009 ha
completamente sventrato il lato a monte dell’edificio.
Da
Chioligera si continua sulla carrareccia, che diviene larga mulattiera
inerbita e che sale verso il centro del vallone, lasciando a destra il
poggio su cui sorge la soprastante borgata Grangette. Al termine della
mulattiera, si trascura il sentiero che a destra taglia a mezza costa
diretto verso Pianagneliér e si prende quello che, a sinistra, scende
ripidamente verso l’impluvio dell’avvallamento. Superato un primo
rio, si risale brevemente e si supera a guado il pittoresco Rio
delle Grange, quindi si prosegue a mezza costa sulla destra
idrografica del vallone, con pendenze moderate. Con alcuni tornanti nel
bosco si guadagna quota, uscendo su un poggio panoramico sulle sottostanti
borgate di Chioligera e Grangette. Si continua a traversare,
ora nuovamente con pendenze modeste, fino ad un nuovo costone panoramico
dominato dai torrioni
rocciosi della Punta Culour e della Punta della Guglia,
quindi si taglia un impervio vallone fino ad un bel ripiano
pascolivo. Entrati in un boschetto di larici, si guadagna
quota con alcuni ripidi tornanti, si supera una zona acquitrinosa e,
risalendo con alcune ripide svolte l’ultimo
pendio pascolivo, si raggiunge la sella erbosa del Colletto
Serasin (2040 m, h
1,00 da Chioligera), situato sullo spartiacque Rio delle
Grange – Rio Mollasco. Il toponimo serasin (o sarasin) fa
chiaro riferimento alle incursioni saracene avvenute in queste vallate
nel IX° secolo: viene infatti anche chiamato Colle
Saraceno o Colle dei Saraceni.
Assai
consigliabile, dal colletto, la salita alla vicinissima Punta Culour: seguendo
una traccia che pianeggia a sinistra, si raggiunge
un’insellatura erbosa da dove, con ripida ma breve salita sul pendio
erboso, si raggiunge la panoramica sommità della Punta
Culour (2068 m, h
0,05 dal colletto), dalla quale si gode di ottima veduta
sulla conca di Acceglio, sul Vallone
di Unerzio e sull’imponente Monte
Cervet. Interessante anche la turrita cresta quarzitica che
fa capo alla caratteristica
Punta della Guglia, che si protende sul fondovalle Màira, e
la testata del Vallone delle Grange, con la bastionata
rocciosa della Porta di Roma.
Tornati al
colletto, si scende lungo un marcato sentierino fra i prati
(segnavia
) nella vasta regione Serri, zona pascoliva situata sulla
sinistra idrografica del basso Vallone Mollasco. Con discesa
diagonale verso destra, dapprima con pendenza moderata, poi
più direttamente, si giunge alle ben visibili Grange Serri Soprane (1891 m, h
0,20 dal Colletto Serasin, fontana), poste sul ciglio della
bastionata rocciosa che domina la conca di Acceglio.
Dalle Grange
Serri Soprane si segue, verso destra, la comoda carrareccia pianeggiante
che giunge ad un
bivio presso una casa isolata (paline): trascurata la
carrareccia che prosegue a destra, in leggera salita, verso la Grangia
Ponza ed il Vallone di Verzio (vedi itinerario Traversata
Chiappera – Ussolo (GTA)), si continua sul ramo di sinistra che
inizia a perdere quota con una serie di lunghi tornanti fra i pascoli. I
segnavia gialli dei Percorsi Occitani seguono fedelmente i lunghi
tornanti della carrareccia, ma è possibile abbreviare il percorso con la
vecchia mulattiera, che discende direttamente il pendio di
fianco ad un piccolo rio, transitando presso i ruderi delle Grange
Serri di Mezzo (1808 m) e raggiungendo direttamente le ben visibili Grange
Serri Sottane (1766 m, h
0,15 dalle Grange Serri Soprane), poste su un ripiano
pascolivo al limite superiore del lariceto.
Da qui si
continua sulla comoda carrareccia che scende in diagonale nel fitto ed
ombroso lariceto. Trascurato un sentiero che, a sinistra, cala verso
Acceglio (palina), si continua a scendere nel bosco: più in basso,
nuovamente fra i pascoli, si scende con alcuni tornanti alle Grange
Durazza Sottane (1673 m) e, poco dopo, si giunge al ponte
gettato sulle acque del Rio
Mollasco (1591 m, h
0,30 dalle grange Serri Sottane), che si immette sulla
carrareccia sterrata diretta a Madonna delle Grazie.
Seguendo la
carrareccia (che subito diviene rotabile asfaltata) verso sinistra, in
lieve discesa, si entra nel fitto bosco e si raggiungono le case della
borgata Colombata
(1585 m). Con discesa più ripida si perde quota fra prati e boschetti
fino alle prime case della borgata Lausetto
(1510 m, h 0,25 dal ponte). Sulla destra si
stacca una stradina sterrata (paline) che fra pascoli e orti sale al
poggio dove sorge la Cappella
di San Maurizio (1547 m,
h 0,10 da Lausetto, fontana poco prima della cappella): ottimo
panorama, alle nostre spalle, sulla Regione Serri appena
attraversata.
Dal piazzale
della cappella si prosegue lungo la carrareccia sterrata diretta alle
grange Cruset, ma subito la si abbandona per
seguire una sentiero a sinistra (palina), che si inoltra nel
pittoresco ripiano pascolivo. Questi prati sono stati in passato
accuratamente ripuliti dai sassi per permettere il taglio del fieno
senza rovinare la falce: è possibile notare il risultato di questo
immane lavoro nei grandi mucchi di pietrame sparsi per il piccolo
altipiano. Con breve discesa, il sentiero va ad attraversare
l’impluvio del Rio Serrancia, quindi sale brevemente a doppiare uno sperone
roccioso discendente dal sovrastante Monte Boulliagna. Inizia ora un
lungo mezza costa, con scarsi saliscendi, alti sul fondovalle
principale. Traversando su ripido terreno in gran parte detritico, si
trascura una prima traccia che sale a destra (palina
del “Sentiero della lavanda”)
e poco oltre una seconda traccia che scende a sinistra verso la
sottostante borgata di Ponte
Máira (indicazione “Mistral”). Raggiunto un piccolo
boschetto, il sentiero guadagna quota con alcuni ripidi tornanti fino ad
un poggio, quindi prosegue in costante lieve salita fra rado bosco,
cespugli e vecchi campi delimitati da muretti a secco. Si giunge così
ad un dosso dove sorgono una chiesetta e una casa
alpina gestita dalla parrocchia “Cuore Immacolato” di
Mondovì. Da qui parte una carrareccia sterrata che dapprima in piano,
poi con lenta discesa a tornanti raggiunge un bivio (paline) ai piedi di
un poggio erboso su cui sorge la Crocetta
di Saretto (1669 m, h
1,15 da San Maurizio), una grossa croce in legno da cui si
gode di ampio panorama sulla conca di Saretto e, in particolare, sul
fronteggiante Vallonasso del Sautron.
Trascurato
il ramo di carrareccia che, a sinistra, scende a Saretto, si prosegue su
quello di destra che, in moderata discesa, entra
in un bellissimo lariceto. Con comodo percorso si perde quota
nel bosco fino ad incrociare una carrareccia sterrata, poco a valle
della casa alpina “Ida Einaudi”. Seguendo in discesa la carrareccia,
si giunge ad un nuovo bivio: trascurata la diramazione di sinistra, che
va ad innestarsi sulla provinciale a valle del lungo tornante prima di
Chiappera, si risale brevemente fino alle prime
case della borgata. Si continua lungo la via principale, fra graziose
casette ristrutturate, fino alla piccola piazzetta
della chiesa di Chiappera
(1618 m, h
0,30 dalla Crocetta di Saretto, fontana). La borgata è
l’ultimo centro abitato dell’alta Val Máira, adagiata in una conca
solatia dominata dalla lama rocciosa della Rocca Provenzale.
Completamente ristrutturata secondo i criteri architettonici
tradizionali ed abitata in permanenza, costituisce un esempio di come la
valorizzazione delle risorse storico-culturali, associate ad un
paesaggio naturale di rara bellezza, possano contrastare il progressivo
spopolamento delle nostre montagne.
Nel
villaggio si trova il centro di ospitalità montana “La Scuola”,
impostato con la logica dell’albergo diffuso. A circa 1 km a monte
della borgata si trova invece il Rifugio
Campo Base, posto tappa della Via Alpina e dei Percorsi
Occitani.
Per il ritorno è possibile usufruire del servizio
sherpabus (tel. 0171/99024 oppure 348/8231477, da prenotare entro la
sera precedente) oppure è possibile pernottare a Chiappera e ritornare
ad Ussolo il giorno seguente con l’itinerario Traversata
Chiappera – Ussolo (GTA).