CARTINA CONSIGLIATA
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A.S.F.
scala 1:25.000 – Foglio 07
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CATEGORIA/ZONA
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ALPINISMO
- ALPI
COZIE
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SCHEDA
N. 5 |
STORIA
ALPINISTICA
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La
Rocca Provenzàle (2402 m) fa parte di un imponente complesso quarzitico che domina il
piccolo abitato di Chiappèra, ultima frazione dell'alta Valle Màira. Dal
fondovalle appare a guisa di arditissimo corno
roccioso, la cui salita
sembra veramente ardua: in realtà la via normale lungo la cresta Sud, seppur
da non sottovalutare, si
rivela molto più semplice di quelle alle altre punte della cresta (Punta
Fìgari, Torre Castello e Rocca Castello), e pare che sia
stata percorsa da sconosciuti valligiani già ai primi dell'Ottocento. La
prima salita storicamente nota, intorno al 1850, è di Don Agostino
Provenzàle, parroco della frazione Lausètto di Accèglio, ed
altri valligiani, che issarono sulla cima una grande croce a scopo votivo:
da qui il nome, ancora presente sulle tavolette al 25.000 dell'IGM, di Croce
Provenzàle, oggi in disuso. |
PUNTO
DI PARTENZA
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Da
Mondovì (uscita della A6
Torino-Savona) si raggiunge Cuneo, proseguendo poi per Caràglio e Dronèro
(622 m, 49 km da Mondovì). Da qui si risale la lunga
Val Màira; giunti ad
Accèglio (1220 m, 36 km da Dronèro), si prosegue sulla strada principale che raggiunge
Ponte Màira (1404 m), Sarètto (1530 m) e Chiappèra (1661
m, 44 km da Dronèro, 93 km da Mondovì),
l'ultimo centro abitato della valle. Lasciato a sinistra il Rifugio
Campeggio Campo Base (1690 m), si continua sulla rotabile
che risale il Vallone del Màurin per due tornanti fino ad un piccolo
spiazzo (cartelli per il Colle di Rui ed il Colle Gregùri), dove si lascia l'auto. |
AVVICINAMENTO
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Si imbocca la
mulattiera segnata GTA, all'inizio un po' malagevole per le copiose acque
superficiali, che risale un primo gradino boscoso per uscire sugli ampi
pendii prativi del Vallone Gregùri. La mole della Rocca
Provenzàle è soggiogante, ma bello è anche il panorama verso le
suggestive Cascate di Stroppia ed il massiccio
Monte Oronaye,
svettante alle nostre spalle.
Risalito un breve solco erboso con ruscello, con ripida salita si
raggiunge un bel ripiano con curiosi mucchi di sassi (h
0,20): si abbandona qui il sentiero principale per
prendere una labile traccia verso sinistra (ometti) che, attraversati due
rii, prende a risalire con
erti tornanti il pendio erboso in direzione del piede della cresta Sud
della Rocca Provenzàle: raggiunto l'inizio delle rocce, si trova l'attacco (h
0,15 dal bivio). |
DESCRIZIONE
DELLA VIA
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Seguendo
gli sbiaditi
segni rossi, si rimonta con alcuni zig zag lo zoccolo roccioso iniziale:
le cenge sono facili, ma occorre sempre una certa attenzione per via
dell'esposizione. Si raggiunge così un ampio prato pensile (Prato
Stella), dove sorgono i ruderi di una antica imposta di caccia;
risalito il prato, si devia verso destra per prendere una rampa rocciosa
che porta in parete Est. Raggiunto lo sbocco di una cengia erbosa
(ometto), possibile collegamento con l'alto Vallone Gregùri, si
sale direttamente verso l'alto per un sistema di placche ripide e
discretamente esposte (qualche breve passo di II°), cercando di non
perdere di vista i segnavia. Si guadagna così la sommità del primo balzo
della cresta: per grossi blocchi e fasce erbose si raggiunge un altro
piccolo praticello (a destra uscita della "Via
Bonelli"), dal quale si risale una fascia rocciosa fino ad
un'ampia cengia. Si segue la cengia verso sinistra, poi si sale al di
sopra di un piccolo tetto per un muretto (punto più
impegnativo, 2 metri
di II°+), oltre il quale si prosegue per caminetti e placche ripide
fino in cima al secondo balzo. Facendo attenzione alla grande esposizione
sul lato Ovest, si sale per rocce comunque più facili fino al più ripido
tratto finale che, in ambiente sempre più caratteristico, consente di
uscire sull'affilata crestina finale. Appare improvvisamente
l'impressionante parete Sud della Torre Castello (2448 m), separata
dalla Rocca Provenzale dalla sottilissima cresta della Punta Fìgari (2345 m). Pochi passi per l'esposto filo conducono infine alla
grande croce sulla cima della Rocca Provenzàle (2402 m, libro di vetta,
h 2,00 dall'attacco). Magnifico panorama sul gruppo dello
Chambeyròn,
sull'Oronaye e su tutti i monti dell'alta
Valle Màira.
Discesa: per la stessa via in h
2,00. |
TEMPO
TOTALE
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h 4,30 – 5,00 (di cui h 2,00 di arrampicata)
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DISLIVELLO
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700 m
circa
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DIFFICOLTA’
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F+,
un passo di II+; un po' esposto
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MATERIALE
UTILE
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casco,
eventualmente
uno spezzone di corda e qualche cordino in caso di roccia bagnata
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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28
maggio
2006
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PERIODO
CONSIGLIATO
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maggio
- ottobre
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COMMENTI
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Interessantissima salita ad una
cima slanciata ed ardita. La via non è di per sè troppo difficile, ma va tenuta
presente l'esposizione di alcuni tratti, nonchè il tipo di
roccia che diventa molto infida se bagnata. Una via quindi semplice, ma da
affrontare con la dovuta attenzione: eventualmente in sicurezza per i meno
esperti.
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