17. Anello del Rio della Croce

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI 1:25.000 - foglio 20

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - SU E GIU' PER LA RIVIERA LIGURE

SCHEDA N. 17

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO

LA PIANA DI ALBÈNGA DALLA CRESTA TRA MONTE CROCE E MONTE ACUTO

LUCI ED OMBRE ...

 

INTRODUZIONE

La valletta del Rio della Croce è un breve solco boscoso che si insinua verso la cresta Monte Croce - Monte Acuto, a Nord dell'abitato di Peàgna, nell'entroterra di Ceriàle. La valle è ripida e breve, e si mantiene parallela al tratto inferiore della maggiore Valle Ibà, percorsa dal Torrente Torsèro, famosa per la grande ricchezza di fossili.

Con questo anello, che si svolge interamente su sentieri segnalati, è possibile effettuare una panoramica escursione che comprende anche la salita ai monti Croce ed Acuto, con splendide vedute sulla costa e sulle piane di Albènga e Borghetto Santo Spirito.

 

PUNTO DI PARTENZA:

Da Borghetto Santo Spirito  (uscita dell'autostrada A10 Genova-Ventimiglia) si segue la strada verso Ceriale, superando Capo Santo Spirito: dopo la prima rotonda, all’inizio del paese di Ceriale, si prende sulla destra una ripida stradina in salita che raggiunge il piccolo cimitero del paese (parcheggio).

 

ITINERARIO

Si prosegue lungo la stradina asfaltata, segnata con il segnavia ¨. Ad un bivio si va a destra in piano, si superano alcune case e si prosegue per una carrareccia sterrata, che si inoltra fra fasce di ulivi. Con piacevole percorso, e con belle vedute sulla costa, la stradina diventa presto sentiero, transita presso una vecchia piattaforma rialzata in calcestruzzo e, attraverso uno splendido bosco di pini, giunge nei pressi dell’antico Castello Borelli, visibile fra gli alberi poco più in basso (h 0,20). 

Si incrocia a questo punto una carrareccia sterrata, che va però trascurata per seguire a sinistra, in salita, una ripida mulattiera, purtroppo rovinata dal dilavamento delle acque meteoriche. Questa si innesta più in alto in una nuova carrareccia, che va seguita verso destra, in leggera salita. Trascurato quasi subito un sentiero confluente da destra (proveniente da Borghetto Santo Spirito), si prosegue lungo la carrareccia, che sale con numerosi tornanti l’assolato versante meridionale del Monte Pìccaro, con un panorama sempre più esteso sulla costa da Albènga a Finale Ligure. Raggiunto un bivio, si prende il ramo di destra, che taglia sul versante di Borghetto il pendio boscoso, poi riprende a salire con alcune svolta fino alla poco accentuata sella leggermente a sud della sommità del Monte Pìccaro (280 m, h 0,50 dal Castello Borelli). Una breve deviazione a sinistra consente di visitare un grazioso piloncino sacro, da cui si gode di splendida veduta sulla costa. 

Dalla sella, dove giunge anche il ramo di carrareccia precedentemente abbandonato con percorso però più ripido ed assolato, si prosegue lungo il crinale, superando le grandi antenne ed i ripetitori sulla vetta del Monte Pìccaro (vedi anche itinerario n. 22). Dopo un buon tratto praticamente pianeggiante sul crinale, si scende leggermente ad una insellatura, da dove si riprende a salire con decisione poco a destra del crinale, fra cespugli e qualche detrito. Con belle vedute sui monti sovrastanti Toiràno, si risale il ripido ma breve crinale meridionale del Monte Croce, raggiungendo una spalla erbosa. Con moderata salita verso sinistra, si risale l’ultimo breve tratto di cresta, caratterizzato da erba e bianche roccette calcaree, e si esce sul cocuzzolo sommitale del Monte Croce (582 m, h 1,15 dal Monte Pìccaro, croce). Splendido panorama sulla piana di Albènga e, dall’altra parte, su quella di Borghetto, fino a Finale Ligure ed alla costa genovese. 

Si scende dall’altra parte per un pendio piuttosto ripido, si oltrepassa una sorta di forcella con alcune barre rocciose e si continua a scendere per il crinale, lungo evidenti tracce di passaggio, fino alla larga sella erbosa con il più elevato Monte Acuto (490 m circa, h 0,15 dalla cima, elettrodotto nei pressi). 

Lasciata a sinistra la traccia di sentiero pianeggiante percorsa dall'itinerario n. 15, si continua lungo lo spartiacque rimontando un breve pendio e sottopassando i cavi dell'elettrodotto. Tra erba, cespugli e tratti sassosi si superano alcune gobbe fino a raggiungere una più ampia insellatura, da dove confluisce da destra il segnavia        del "Sentiero delle Terre Alte" proveniente da Toirano: da qui in poi, oltre al segnavia ¨ compare anche il

Da qui appare chiaramente la sommità del Monte Acuto, costituita da due grossi mammelloni erbosi e boscosi con scarsi affioramenti calcarei.

Si rimonta il ripido pendio successivo per una evidente traccia, che aggira la sommità del primo cocuzzolo sul versante occidentale, raggiungendo la sella fra le due cime, costituita da una pittoresca conca erbosa circondata da rado bosco. Proseguendo sul versante est, tagliando a mezzacosta attraverso un bel boschetto sotto ad un'anticima, si esce ad una ennesima sella erbosa caratterizzata da sassi sparsi, ai piedi dell'ultimo breve pendio pascolivo.

Con un'ultima salita si raggiunge l'ampia sommità del Monte Acuto (745 m, h 1,00 dalla sella fra Monte Croce e Monte Acuto), sulla quale sorge una piccola croce di legno. Splendido panorama su Balestrino, sulla piana di Borghetto con le rocciose sommità dei monti Varatèlla e Ravinèt ed il retrostante Monte Carmo e, verso ovest, sulla testata della Valle Ibà con il roccioso e svettante Monte Pesàlto. Verso sud si inquadra tutta la cresta percorsa fino al Monte Croce, con il mare e la grande piana di Albenga. Sul mare si ammira la caratteristica Isola Gallinara.

Dalla cima si prosegue seguendo il segnavia 〓▲ lungo il facile pendio nord, che per prati e radi alberi (vaghe tracce, ma nessuna difficoltà) conduce in breve ad una panoramica spalla erbosa dove sorge una ben conservata "casella", antica costruzione circolare in pietre a secco un tempo utilizzata dai pastori del luogo. Superato un costone, si prosegue la discesa fino ad un'ampia insellatura erbosa, dove si trova un'altra "casella": questa è più elaborata della precedente, presentando oltre al locale per il pastore anche un secondo più piccolo vano per la capra da latte. Purtroppo, nell'ultima annata la costruzione è stata in parte danneggiata dagli agenti atmosferici.

Qui si abbandona il segnavia 〓▲ (che prosegue in cresta in direzione di Poggio Grande e del Santuario di Monte Croce, vedi itinerario n. 21) per seguire a sinistra (versante Valle Ibà) una evidente traccia di sentiero in decisa discesa (nessun segnavia) che raggiunge in breve un'altra minore "casella", seminascosta dai cespugli. La traccia continua, dapprima verso ovest, poi piegando gradualmente verso sud ed aggirando la sommità del Monte Acuto, fino a raggiungere con un tratto di ripida discesa un'evidente insellatura fra rocce e cespugli, che si apre alla testata della piccola Valle del Rio della Croce (h 0,30 dalla sommità di Monte Acuto). Appare l'abitato di Peàgna allo sbocco del solco vallivo.

Da qui un evidente sentiero (denominato anche "Sentiero Fontana", segnavia XX) scende molto ripido nella valletta, dapprima mantenendosi sulla destra idrografica: più in basso le tracce traversano verso sinistra, proseguendo poi la discesa con percorso tortuoso fra fitti arbusti. Il fondo del sentiero si presenta piuttosto sconnesso e sassoso, rendendo la discesa un po' scomoda e faticosa. Quando si è ormai nella parte bassa della valle, si incontra la traccia di un metanodotto, che ha in parte rovinato la sede del vecchio sentiero: superando una serie di "salti" di circa 70-90 cm costituiti da muretti a secco trasversali al sentiero (in questo tratto appaiono anche segnavia     ) si scende con ripido percorso fino a sbucare su una strada asfaltata (h 0,40 dall'insellatura alla testata della valle).

Seguendo la strada asfaltata in leggera discesa verso destra, si raggiunge in breve il paese di Peàgna.

Da qui, proseguendo lungo la strada asfaltata che sale da Ceriale ("Via Vecchia di Peagna") si ritorna a Ceriàle e nuovamente al cimitero (4 km circa da Peàgna).

 

TEMPO TOTALE

h 6,00 circa 

DISLIVELLO

800 m circa

DIFFICOLTA’

E

ULTIMO SOPRALLUOGO

14 ottobre 2012

PERIODO CONSIGLIATO

dall'autunno alla primavera

COMMENTI

Bella traversata, assai panoramica nel tratto Monte Pìccaro - Monte Acuto. Molto caratteristiche le "celle" sul versante Nord di Monte Acuto. Assai solitaria la discesa per la selvaggia Valle del Rio della Croce.