CARTINA CONSIGLIATA
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F.I.E.
scala 1:25.000 – Foglio SV-1
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CATEGORIA/ZONA:
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ESCURSIONISMO
- APPENNINO
LIGURE
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SCHEDA
N. 5 |
PUNTO
DI PARTENZA
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Da Arenzano
(uscita della A10
Genova-Ventimiglia) si prende verso destra l'Aurelia
per Cogoleto ma, appena la strada inizia a scendere (località Colletta), si imbocca una
stradina a destra. Una breve discesa porta ad attraversare la zona
industriale all'inizio della Val Lerone, poi seguendo il torrente
si supera un'agritur e, superato un ponte, si parcheggia presso un
tornante in località Motta, poco prima delle prime case sparse di Campo
(100 m circa, 3,5 km da Arenzàno, paline segnaletiche). |
ITINERARIO
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Si
segue la carrareccia che parte dal tornante, dapprima in leggera salita
accanto ad alcune case, poi oltre un ripiano pianeggiante nel bosco. Si
attraversa una radura prativa (Cian da Nave), quindi si prosegue
nel bosco di fianco al Rio Leròne, fino ad un caratteristico ponte
in pietre e legno che lo attraversa a destra. Si supera il ponte e si
seguono i segnavia rossi dall'altra parte, mentre risalgono con alcuni
tornanti la sponda opposta, fra prati e macchie boscose. Si intercetta il
sentiero proveniente dalla frazione Terralba, che va seguito verso
sinistra: il comodo sentiero riprende il suo andamento pianeggiante, ora
alto sulla sinistra idrografica del torrente. Sull'altro lato della valle
le ardite strutture rocciose dell'Erbìn rendono il paesaggio
quanto mai selvaggio e severo. Proseguendo lungo il sentiero, si
assecondano i dentro e fuori di alcuni valloncelli laterali e si raggiunge
infine, costeggiando un antico acquedotto, il pittoresco Ponte
Negrone
(176 m, h
0,30).
Il ponte, molto antico, attraversa una profonda gola rocciosa,
proprio nel punto in cui si uniscono i corsi dei torrenti Leone (a
destra) e Negrone (a sinistra) per formare il Lerone.
Anticamente, da qui iniziava il lungo acquedotto che portava l'acqua
potabile ad Arenzàno (il ponte è costruito su "due
piani", con quello inferiore coperto ed originariamente destinato a
convogliare le acque, sul modello degli acquedotti romani).
Superato il
ponte, da cui si possono vedere interessanti "marmitte dei
giganti", si prosegue a destra, seguendo il segnavia I: da qui infatti si origina il "Sentiero
dell'Ingegnere", percorso recentemente riattato che ricalca un
tracciato di fine '800 costruito per i lavori, mai portati a termine, di
captazione delle fonti della zona per portare acqua potabile ai centri
costieri. Il sentiero inizia a salire, dapprima con pendenze moderate di
fianco al Rio Negrone, poi più ripidamente, alla base di curiose
formazioni rocciose. Attraversato il rio più a monte verso sinistra,
un'altra breve salita nel bosco conduce ai piedi della selvaggia gola del Rio
Cû du Mundu: segnavia bianchi indicano il percorso di risalita nella
gola, riservato comunque ad alpinisti esperti (passaggi di III° grado).
Oltre lo sbocco della gola, il sentiero inizia a risalire, con lunga serie
di tornanti, la ripida
Costa du Môu, fra rocce e boschi. Lasciata a
destra una diramazione segnalata C5
(vedi itinerari Anello
del Lago della Tina e Costa
dei Guadi), si prosegue a sinistra lungo il segnavia I. Si lascia poco dopo il segnavia C5,
in salita a destra, e si prosegue in leggera discesa a sinistra, alla base
di alcune paretine rocciose fra gli alberi. Si giunge così allo sbocco
superiore della gola del Rio Cû du Mundu, dove questa si allarga in
un vallone ampio ed erboso. Ammirato il rio che, con pittoresche
cascatelle, si getta nella sottostante forra, lo si attraversa su pietre e
si prosegue dall'altra parte, in un bel bosco di
pini. Si doppiano alcuni
costoni, con belle vedute sulla zona della Gava e su Arenzano,
con saliscendi non troppo faticosi. Risalito un tratto ripido a guisa di
scalinata, si supera un colletto passando fra alcuni arditi spuntoni
rocciosi e, discesi dall'altra parte, si taglia un altro rio (Rio
Giassu de Vacche) che precipita con una bellissima cascata sul
sentiero (fonte nei pressi, alcuni metri intagliati nella roccia).
Proseguendo per aperti pendii, fra cespugli e macchie di pini, si taglia
alla base la Costa de l'Erbin e, superato un altro rio, si
raggiunge uno spartano ricovero (Ricovero Giazubellu, 360 m).
Seguendo ancora i segnavia I, si giunge ad incrociare il segnavia ☆
della "diretta" al Monte Argentea. Trascurando la sua
prosecuzione a destra (vedi itinerario Traversata
Campo - La Collettassa - Segage), si continua in piano o leggera
discesa e si esce sulla carrareccia che percorre la sinistra idrografica
della valle del Rio di Lerca. Seguendola verso sinistra, in ripida
discesa (segnavia ▲)
si arriva con diversi tornanti alle case di Campo (130 m).
Scendendo per alcuni tornanti lungo la strada asfaltata, nuovamente al
punto di partenza (h 2,00 dal Ponte
Negrone). |
TEMPO
TOTALE
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h 2,30 circa
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DISLIVELLO
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350
m
circa
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DIFFICOLTA’
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E
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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16
aprile
2010
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PERIODO
CONSIGLIATO
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primavera
e autunno
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COMMENTI
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Bel giro, poco faticoso ed interessante per
l'ambiente solitario e severo. Durante il percorso si incontrano numerosi
corsi d'acqua, alcuni molto pittoreschi, con fonti, cascate e rocce
levigate. Bei panorami verso la costa di Arenzano.
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