Si
segue la carrareccia che parte dal tornante, dapprima in leggera salita
accanto ad alcune case, poi oltre un ripiano pianeggiante nel bosco. Si
attraversa una radura prativa (Cian da Nave), quindi si prosegue
nel bosco di fianco al Rio Lerone, fino ad un caratteristico ponte
in pietre e legno che lo attraversa a destra. Si supera il ponte e si
seguono i segnavia rossi dall'altra parte, mentre risalgono con alcuni
tornanti la sponda opposta, fra prati e macchie boscose. Si intercetta il
sentiero proveniente dalla frazione Terralba, che va seguito verso
sinistra: il comodo sentiero riprende il suo andamento pianeggiante, ora
alto sulla sinistra idrografica del torrente. Sull'altro lato della valle
le ardite strutture rocciose dell'Erbin rendono il paesaggio
quanto mai selvaggio e severo. Proseguendo lungo il sentiero, si
assecondano i dentro e fuori di alcuni valloncelli laterali e si raggiunge
infine, costeggiando un antico acquedotto, il pittoresco Ponte
Negrone
(176 m, h
0,40).
Il ponte, molto antico, attraversa una profonda gola rocciosa,
proprio nel punto in cui si uniscono i corsi dei torrenti Leone (a
destra) e Negrone (a sinistra) per formare il Lerone.
Anticamente, da qui iniziava il lungo acquedotto che portava l'acqua
potabile ad Arenzano (il ponte è costruito su "due
piani", con quello inferiore coperto ed originariamente destinato a
convogliare le acque, sul modello degli acquedotti romani). Prima di
giungere al ponte si incontra un bivio (tabelle): si abbandona il sentiero
principale (vedi anche itinerario Sentiero
dell'Ingegnere) per seguire la diramazione che, a destra, inizia a salire nel
bosco rado. Dopo una breve rampa, il sentiero prosegue per buon tratto in
salita leggera, tagliando boschetti e lingue di pietrame. Ogni tanto, fra
gli alberi, appare sul fondovalle il Torrente Leòne, che forma una
serie di caratteristici azzurri laghetti. Il sentiero inizia quindi a
risalire la sponda sinistra idrografica del vallone, con una lunga serie
di regolari tornanti sul ripido pendio. Attraversata una pietraia, ci si
porta con un più lungo traversone fino alla sommità di un costone
boscoso: al di là di questo, si giunge ad una caratteristica macchia di
castagni, denominata appunto Area
del Castagno (h 0,30 dal Ponte
Negrone, cartello).
Abbandonando il sentiero a sinistra e scendendo dritti
lungo una traccia, si raggiunge in breve una bella fonte ed un tavolo con
panche presso un monumentale castagno centenario, dall’età stimata di
due secoli.
Proseguendo lungo il sentiero a sinistra, si sale
ancora ripidamente con due tornanti, fino ad incrociare un ampio sentiero
pianeggiante proveniente dal Passo du Gua. Si abbandona la traccia
che prosegue in salita verso il Ricovero Fate e Präo Lisêu
per seguire questo comodo sentiero verso sinistra (tabelle), mentre taglia
pianeggiante uno splendido bosco di faggi. Raggiunto un colletto boscoso,
si trascura una diramazione poco evidente che prosegue dritta per seguire
il ramo più marcato (freccia rossa) che discende a sinistra un breve tratto
ripido. Si prosegue poi nuovamente in piano, tagliando le testate di due
successivi impervi vallonetti (punti panoramici). Sempre in piano, ci si
porta infine sul fondo del vallone principale del Torrente Leone,
raggiungendo il letto del rio presso il Passu du Figü (Passo
del Fico, h 0,40 dall’Area
del Castagno): evidentemente, non si tratta di un vero e proprio
valico, ma semplicemente di un punto di attraversamento obbligato dell’impervio
vallone. A questo punto, prima di attraversare il rio, si abbandona il
sentiero principale per seguire una marcata traccia a destra che risale il
corso del torrente: raggiunta una prima pozza, si prosegue per alcune
lisce rocce lungo una evidente traccia. Facilitati in alcuni punti da
scalini cementati, si supera un
ulteriore bel laghetto e, aggirato un masso per una brevissima cengia,
si risale l’ultima lastronata fino sulle sponde del caratteristico e
altamente scenografico Lagu
da Tin’a (Lago della Tina, 350 m circa, h
0,05 dal Passu du Figü).
Si tratta di una grossa "marmitta
dei giganti" modellata dall’acqua, del diametro di 5 m circa e
della profondità di 5-6 m, alimentata da una bella cascata che scende
sullo sfondo, da una gola rocciosa. Sulla sinistra un’umida parete
aggettante è caratterizzata da un continuo stillicidio, fatto questo che
contribuisce a rendere ancor più selvaggio e pittoresco il quadro d’insieme.
Le sponde del lago non sono percorribili e non è possibile proseguire
oltre, essendo lo specchio d’acqua rinserrato fra verticali pareti di
roccia.
Ritornati
dunque al Passu du Figü, si supera il rio e si continua lungo il sentiero
sulla sponda opposta (segnavia C2).
Questo inizia a risalire il fianco destro idrografico del vallone con
ripide e regolari serpentine, in un bel bosco di pini. Si raggiunge così,
più in alto, lo stacco del sentiero C5
(Percorso Natura o
“Sentiero dei Boy Scout”) che si collega con il
“Sentiero dell’Ingegnere" e la diretta al Monte Argentea).
Abbandonato il C2 (che si dirige a destra verso l'Agueta e la lontana
frazione Terralba di Arenzàno), si continua lungo il C5 verso
sinistra, ancora in salita, fino ad un costone dove si trova un bivio
(freccia in legno).
Seguendo il ripido sentiero a destra, si
sale in una cinquantina di metri ad una panchina in legno presso il
ristrutturato
Ricovero"Sambuco" (Sambügu), da dove
si gode di buon panorama verso il basso vallone fino
al mare.
Proseguendo lungo il sentiero, ora pianeggiante, si continua nel bosco
poi, raggiunto un colletto con grossi massi, si scende con un paio di
tornanti fino al Rio
dei Guadi, dove una bella cascatella tipo "Staubach"
scende fra salti rocciosi incombenti. Dall’altra parte pochi
metri di corda fissa (facilissimo) fanno guadagnare nuovamente il
bosco, dove si prosegue in blanda salita fino ad un nuovo guado (Rio
du Môu): si taglia il rio per una cengia rocciosa pianeggiante
alla base della bella placca solcata da una cascata (attenzione al salto
sottostante!), quindi si continua nuovamente in piano nel bosco e si
raggiunge finalmente il "Sentiero
dell’Ingegnere" presso un marcato tornante. Abbandonata
la prosecuzione del segnavia C5
(diretto a Gua dell'Ômu), si segue
questo sentiero (segnavia I) verso sinistra, in ripida discesa e, con numerose svolte,
si percorre una stretta valletta ai piedi degli imponenti appicchi
rocciosi della Costa di Guadi. Più in basso si attraversa
il torrente che scende dalla severa gola del "Cû du Mundu"
quindi, dopo
un bellissimo tratto di mulattiera, si raggiunge il torrente principale presso
una zona rocciosa dove
si formano belle pozze. Attraversato il corso d’acqua, si prosegue sull’altra
sponda praticamente in piano o in moderata discesa, si doppia un colletto
alla base della costa rocciosa e si scende in breve nuovamente al Ponte
Negrone (h 1,20 dal Passu du
Figü). Attraversato il ponte, si segue il sentiero dell’andata e si
ritorna alla macchina (h 0,35 dal
ponte). |