Traversata integrale del Marguarčis

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CARTINA CONSIGLIATA

A.S.F. scala 1:25.000 - Foglio 03

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 48

 

FOTO NOTEVOLI

LA CRESTA DEL MARGUARČIS CON LE CIME TOCCATE

LE ROCCHE BISTČ (IN PRIMO PIANO) E LE ALTRE CIME DEL SETTORE ORIENTALE DEL MARGUARČIS DALLA PUNTA CARMELINA

LA PUNTA MARGUARČIS, CON IL PERCORSO DI CRESTA CHE RAGGIUNGE LA BASSA DELL'ARMUSSO ATTRAVERSO LA PUNTA TINO PRATO, DALLA CIMA DELL'ARMUSSO

 

STORIA ALPINISTICA

Il Gruppo del Marguarčis si trova all’estremitŕ nord-occidentale delle Alpi Liguri, ed annovera al suo interno le cime piů elevate del raggruppamento. Si tratta di un esteso massiccio calcareo caratterizzato da forme arrotondate, dove ampie vallate erbose punteggiate di bianche roccette si alternano a verticali repulsive pareti. 

In particolare, il massiccio vero e proprio č costituito da una cresta lunga piů di 5 km orientata da est ad ovest, delimitata dai valichi erbosi del Colle del Pas (2342 m) ad oriente e del Passo del Duca (1989 m) ad occidente. Mentre il versante meridionale č caratterizzato da dolci pendii erbosi, dossi carsici e da un esteso sistema ipogeo facente capo alle alti valli Tanaro e Roya, quello settentrionale precipita con una imponente e verticale parete incisa da profondi canaloni sulla testata della Valle Pčsio, costituendo uno degli angoli piů selvaggi e spettacolari del settore. 

La traversata integrale per cresta del massiccio č veramente una cavalcata spettacolare tra cielo e roccia, facile ma da non sottovalutare: infatti si toccano ben 11 cime, i passaggi impegnativi sono pochi ma la fatica spesso si fa sentire, ed inoltre in caso di nebbia l’orientamento non č sempre facilissimo. Insomma, una impresa da "alpinismo d’altri tempi"! 

Da est a ovest le cime toccate sono, nell’ordine: la Punta Carmelina, la Punta Emma, la Cima Bozŕno, la Punta Parčto, la Punta Marguarčis, la Punta Tino Prato, la Cima dell’Armusso, il Castello delle Aquile, la Cima Scarasňn, la Cima di Piero e la Testa del Duca. 

La prima traversata integrale nota č quella di Armando Biancardi, da solo, il 21 luglio 1939.

 

PUNTO DI PARTENZA

Rifugio Garelli (1990 m), raggiungibile da Pian delle Gorre (992 m, Valle Pčsio) in h 2,35.

Per i particolari sull'accesso, vedi itinerario Al Pian del Lupo.

 

AVVICINAMENTO

Dal rifugio si seguono i segnavia che guidano ad est, all’interno di una valletta di erba e detriti racchiusa fra la Cima di Serpentčra (a sinistra) e la cresta dei Rastelli del Marguarčis (a destra). Si risale la valletta con comoda salita e si esce allo stretto valico erboso di Porta Sestrčra (2225 m, h 0,45), che mette in comunicazione l’alta Valle Pčsio con la conca del Biecŕi (Valle Čllero). 

Si scende brevemente dall’altra parte su ondulati pendii erbosi poi, appena possibile, si abbandona la mulattiera diretta al Rifugio Mondově (vedi anche itinerario Giro delle Moglie) e si appoggia a destra, per tracce, in direzione della testata dell’avvallamento. Ben presto si intercetta il sentiero segnato proveniente dal Lago Biecŕi, e lo si segue verso destra per ondulati pascoli. Superato un gradino roccioso, si tocca il piccolo Lago Ratŕira (2171 m, h 0,30 da Porta Sestrčra), caratterizzato da una notevole quantitŕ di erbe palustri. Oltre il lago, si prosegue sulla mulattiera che si porta sulla sinistra orografica della valletta e, con un ultimo traversone, raggiunge l’ampia sella erbosa del Colle del Pas (2342 m, h 0,30 dal lago), aperto tra la Cima Pian Ballŕur e la Punta Carmelina, che mette in comunicazione la Valle Čllero con la Conca di Piaggiabella (Valle Tanaro). 

Dal colle si sale a destra, lungo il ripido pendio erboso discendente dalla Punta Carmelina, fino a raggiungere l’attacco delle rocce (h 0,10 dal colle).

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si risalgono le prime facili roccette quarzitiche della Punta Carmelina, per massi e scaglioni, fino al piccolo ballatoio di vetta (2510 m, h 0,10 dall’attacco, spit di sosta). 

Si scende dall’altra parte per una liscia placca (III°+ esposto), oppure si effettua una doppia di una quindicina di metri fino al colletto alla base dei tre spuntoni rocciosi della Cresta Ernesta. Si aggirano gli spuntoni per una cengia a destra (nord), che alla fine si restringe fino ad esaurirsi presso un costone. Si scavalca il costone (III°, molto esposto!) e si riprende una cengetta detritica che raggiunge pianeggiante il colletto tra Cresta Ernesta e Punta Emma (Colletto Emma). 

Di qui, con un tiro di 30 m circa prima per una placca erbosa (III°, 2 chiodi) e successivamente per un vago canalino (II°+) si esce sul terrazzino di vetta della Punta Emma (2527 m, h 0,45 dalla Punta Carmelina). 

Si scende dall’altra parte per un ripido ma facile pendio erboso e si raggiunge l’ampia sella del Colletto Bistč (o dei Sanremesi). 

Si attacca dall’altra parte il primo risalto di cresta della Cima Bozŕno, che si supera a sinistra per un diedrino articolato. Raggiunto un tratto erboso, ci si porta sotto al successivo risalto, superabile per un gradinato canalino sempre sulla sinistra. Gli ultimi pendii erbosi misti a roccette consentono di raggiungere la panoramica sommitŕ della Cima Bozŕno (2564 m, h 0,30 dalla Punta Emma). 

Si scende dall’altra parte per un uniforme pendio erboso fino al Colle dei Savonesi, poi si riprende a salire per un regolare tavolato di erba e detriti fino alla piramidale Punta Parčto (2538 m, h 0,15 dalla Cima Bozŕno). 

Ancora una volta, si scende dall’altra parte per vasti prati punteggiati di stelle alpine e si raggiunge l’enorme dolina nelle vicinanze del Colle dei Torinesi (2448 m). Da qui si risale l’opposto pendio senza percorso obbligato, alternando tratti erbosi ad altri con roccette e detriti, fino alla spalla est del Marguarčis, costituita da un largo pendio erboso alla base del salto terminale della cresta. Rimanendo sul filo della vertiginosa parete nord (ma volendo si puň anche salire piů a sinistra, per pendii elementari) si rimontano roccette, canalini e caminetti (passi facoltativi di II°) fino alla grande croce metallica sulla cima della Punta Marguarčis (2651 m, h 0,45 dalla Punta Parčto). Meraviglioso panorama a giro d’orizzonte! 

Dalla vetta si scende dall’altra parte per un pendio detritico, traversando brevemente alla selletta rocciosa del Colle dei Genovesi (2580 m), posto allo sbocco dell’omonimo vertiginoso canalone. Proseguendo lungo la cresta, che si fa sempre piů aerea, si raggiunge con attenzione (passi di II° espostissimo) la stretta sommitŕ della Punta Tino Prato (2595 m, h 0,15 dalla Punta Marguarčis). 

Ritornando indietro di pochi metri, ci si cala in un ripido canale detritico verso nord-ovest (attenzione friabile!) raggiungendo una sorta di terrazza di rocce rotte da dove, con discesa meno decisa, si passa presso una aguzza caratteristica guglia e si raggiunge la Bassa dell'Armusso (o Colle dei Pancioni, 2455 m). 

Si attacca a questo punto il ripido ma facile pendio erboso, con scarse roccette affioranti, che consente di toccare la vetta della Cima dell’Armusso (2532 m, h 0,25 dalla Punta Tino Prato). 

Si percorre l’arcuata e pianeggiante crestina, quindi si scende per un breve pendio erboso al vasto altipiano sottostante (Forcella dell'Armusso o Colle dei Monregalesi): mentre a sud questo degrada dolcemente in una verde conca carsica, verso nord precipita con salti verticali sui ghiaioni del Vallone del Marguarčis, dopo aver rilevato la modesta quota della Cima Piero Garelli (2510 m). Attraversato il pittoresco altipiano, si raggiunge il piede della paretina sud-est del Castello delle Aquile, che si salirŕ per la "Via Biancardi". 

Si sale dunque, una ventina di metri a sinistra dello spigolo est, un diedrino erboso molto rotto (II°), fino a portarsi su un aereo colletto alla base di un camino strapiombante (15 m, chiodo di sosta). A destra del camino si scala una placca piuttosto verticale ma breve (III°+ esposto, passo chiave), quindi per alcuni risalti piů facili si tocca il piano sommitale (II°+, 25 m, spuntoni). Con pochi passi si tocca la vetta del Castello delle Aquile (2510 m, h 1,15 dalla Cima dell’Armusso). 

Si cala dall’altra parte per l’allungato dorso nord-ovest, costituito da erba e banali lastronate, e con non breve percorso si raggiunge un ampio colle erboso (Colletto Est di Scarasňn). 

Continuando per la cresta, che diventa man mano piů rocciosa ed aerea, pur mantenendosi del tutto facile, con andamento arcuato e quasi pianeggiante si tocca l’ometto di vetta della Cima Scarasňn (2352 m, h 0,25 dal Castello delle Aquile). Impressionanti vedute dal’alto sull’abisso nord

Si scende lungo l’opposta cresta, che diventa via via piů rocciosa, ripida ed esposta. Quando il cammino č interrotto da un brusco salto, ci si sposta a sinistra, per un pendio ripido costituito da vaste lastronate frammiste ad erba e ghiaino che richiedono grande attenzione. Quando anche queste si fanno troppo ripide (la discesa diretta č possibile, ma delicata ed impegnativa con passi di III°+ e IV° in discesa), ci si sposta ancora piů a sinistra, imboccando un canalino detritico (attenzione ai sassi mobili) che conduce alla base delle placche, ormai fuori dal tratto pericoloso. Si continua per ampi pendii coperti d’erba e cespugli, in discesa ma con pendenza sempre piů dolce, fino ad un’altra ampia sella (Colletto Nord-Ovest di Scarasňn, 2128 m), caratterizzata da alcuni grossi massi. 

Si attacca ancora una volta la breve successiva crestina, con cammino a questo punto un po’ disturbato dai mughi e, scegliendo i punti di passaggio migliori, si raggiungono le ultime roccette. Queste si scalano quasi sul filo, con divertente progressione, fino all’ometto sulla Cima di Piero (o Rocce di Scarasňn, 2172 m, h 0,40 dalla Cima Scarasňn). 

Si segue la crestina rocciosa per pochi metri oltre la vetta, poi ci si cala a sinistra per un caminetto verticale (III°, esposto!) fino ad un terrazzino molto aereo. Lungo una cengia in discesa si giunge al sommo di un nuovo caminetto, che si discende con prudenza (delicato, III°) fino al pendio erboso sottostante. Non resta ora che proseguire lungo gli arrotondati dossi erbosi, con percorso faticoso a causa degli intrichi di mughi e cespugli che spesso ostacolano il passo e dei saliscendi frequenti. Da ultimo, si scende ad una piů pronunciata insellatura e, per l’ultimo ripido pendio erboso, si tocca la sommitŕ della Testa del Duca (2052 m, h 0,50 dalla Cima di Piero, ometto). 

Scendendo per ripide tracce lungo il pendio occidentale, si raggiunge in breve la rovinata rotabile ex-militare delle Cŕrsene, a poca distanza dall’insellatura rocciosa del Passo del Duca (1989 m, h 0,10 dalla cima, h 6,35 dal Colle del Pas).

 

Discesa: dal colle si segue la rotabile verso destra: con un traverso sotto la strapiombante parete settentrionale della Testa del Duca si raggiunge l’ampia sella erbosa del Colle del Prčl Superiore (1926 m, h 0,10). Da qui due possibilitŕ per tornare a Pian delle Gorre:

a - proseguire lungo la rotabile in rovina, che scende sul filo del costone al vicino Colle del Prčl e poi divalla, a sinistra, nel Vallone degli Arpi, raggiungendo con lunga serie di tornanti l’omonimo gias. Da qui, seguendo la rotabile, che diventa quasi pianeggiante, si traversa nel bosco fino alla cascata del Salto (1184 m), da dove si scende velocemente al Pian delle Gorre (h 1,45 dal Colle del Prčl Superiore, vedi anche itinerario Ai piedi del Marguarčis).

b – abbandonare la rotabile per seguire un sentiero a destra che taglia in discesa i ripidissimi pendii detritici ai piedi delle pareti e conduce sul fondo del Vallone del Marguarčis, dove si incontra la mulattiera di fondovalle. La si segue verso sinistra, dapprima in piano, poi per un tratto in ripida discesa (passando accanto al Gias Sottano del Marguarčis) fino al bosco di larici nella parte bassa del vallone, che confluisce con la Valletta di Sestrčra (originando il Vallone del Salto) presso la radura del Gias Sottano di Sestrčra (1331 m). Da qui, seguendo il sentiero di accesso al Rifugio Garelli, si ritorna al Pian delle Gorre (h 1,30 dal Colle del Prčl Superiore).

 

TEMPO TOTALE

h 10,30 circa

DISLIVELLO

1200 m circa 

DIFFICOLTA’

PD+ molto discontinuo (passi di III°+)

MATERIALE UTILE

corda da 30 m, casco, alcuni rinvii, ghiere e cordini, qualche nut e friend

ULTIMO SOPRALLUOGO

12 settembre 2010

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - settembre

COMMENTI

Lunghissima cavalcata, per lunghi tratti di livello escursionistico, ma che non manca, in alcuni punti, di difficoltŕ. Orientamento non sempre sicuro, specie in caso di nebbia. I tratti impegnativi (eventualmente da effettuare in sicura) sono la discesa dalla Punta Carmelina, la traversata della Cresta Ernesta, la salita a Punta Emma e la salita al Castello delle Aquile. Il resto č tutto camminabile, pur mantenendo a tratti un certo livello di esposizione. Fantastiche le fioriture, specie di stelle alpine, che qui trovano il loro habitat naturale. Necessario un buon allenamento.