CARTINA CONSIGLIATA
|
-
|
CATEGORIA/ZONA
|
ALPINISMO
- ALPI
LIGURI (via di falesia)
|
SCHEDA
N. 23 |
STORIA
ALPINISTICA
|
Il
Bric
Pianarella (363 m) è un altopiano boscoso sul lato sinistro
idrografico della Valle dell'Aquila, lungo il crinale che da Monte
Cucco si va a spegnere sopra le case di Finale Ligure.
E'
sicuramente la struttura rocciosa più conosciuta del comprensorio
finalese, perchè se da quasi tutti i versanti digrada con selvaggi ed
intricati pendii boscosi di nessun interesse, verso Ovest presenta la più
alta e continua paretona della zona, più di 250 metri di roccia stupenda
dove sono tracciate moltissime vie, per lo più di difficoltà elevate.
L'ambiente è spettacolare, la scelta svariata, i passaggi sempre aerei e
mai banali ... Insomma, il terreno ideale per gli appassionati
dell'arrampicata!
La "Via Lunga" (G.C. Croci, G.
Ghiglione, A. Grillo e V. Simonetti, ottobre 1974) si svolge nel settore
centrale della parete, che è un po' meno continuo e spettacolare di
quello settentrionale, a tratti disturbato dalla vegetazione. Risulta
però più appartato e solitario, e anche se non presenta, se non alla fine,
l'esposizione delle vie classiche del Paretone, la "Via Lunga" ha comunque
titolo per essere annoverata fra le più interessanti e meritevoli vie del
Finalese. |
PUNTO
DI PARTENZA
|
Da
Finale Ligure (uscita della A10
Genova-Ventimiglia) si scende a Final Borgo,
da dove si prende la strada per Feglino lungo la Valle
dell'Aquila. Dopo aver percorso la base delle impressionanti
pareti del Bric Pianarella e del Bric Spaventaggi (a destra
salendo), si parcheggia in corrispondenza della
piccola cappelletta della Madonna delle Grazie (a destra della
strada, alcuni piccoli spiazzi, a sinistra ponte per l'agriturismo "Cà
di Alice", 100 m circa di quota). N.B.:
chi provenisse da Savona può anche uscire a Feglino (uscita
unidirezionale) e seguire la strada diretta a Finale: lasciato a
sinistra
il bivio per Orco, si raggiunge subito dopo la cappelletta della Madonna
delle Grazie (2 km circa da Feglino) |
AVVICINAMENTO
|
Si prende il
sentiero che parte proprio di fianco alla cappelletta e che inizia a
salire nel fitto bosco: con una serie di tornanti si guadagna in fretta
quota, e presto si giunge in vista delle prime rocce del Paretone.
Trascurata a sinistra la prosecuzione del sentiero verso gli attacchi de
"L'autunno
dei Mohicani" e della "Fivy" e la cima del
Bric Pianarella,
si prende quella traccia a destra che rasenta la parete: sceso uno scomodo
gradinetto terroso, si trascura l'attacco originale della "Vaccari",
poco sicuro per via di una recente frana, e si scende qualche metro fino
ad un terrazzino dov'è l'attacco della "Gianni Pajer" (h
0,15, scritta "PAJER" sulla roccia, attacco
delle vie "Vaccari"
e "Calcagni").
Si
continua a scendere rasentando le rocce, e si giunge ad un altro piccolo
ripiano, dove attaccano "Joe Falchetto" e "L'Amicizia".
Si prosegue per una malagevole traccia fra gli arbusti che, proprio di
fronte, aggira per una cengia terrosa la base dei torrioni dei "Missili"
e poi risale dall'altra parte per l'ertissimo bosco. Dopo un po' si prende
una traccia a sinistra, che taglia in piano il pendio, aggira uno
speroncino e poi sale ripida (scivoloso) fino alla base di una specie di
caminetto ostruito da alcuni massi, delimitato a destra da uno speroncino
di roccia (h 0,30, attacco). |
DESCRIZIONE
DELLA VIA
|
Si possono
contare 7
tiri di corda: 1
– Ci si porta in corrispondenza del filo dello speroncino a destra, che
si risale per una serie di facili placchette abbattute (3c). Si
percorre poi qualche metro di sentiero e si sosta presso alcuni alberelli,
alla base di una paretina leggermente strapiombante;
2
– Si attacca la paretina a sinistra, superando il leggero strapiombo
iniziale (5c). Si prosegue più facilmente per una serie di placche
piuttosto lisce (5b) fino ad un pianerottolo: si supera un altro
brevissimo gradino e, per un breve tratto di vegetazione, si giunge alla
base di una placca liscia e verticale. Si risale la placca, molto tecnica,
in aderenza (5c continuo) fino ad un nuovo ripiano dove si sosta
(alberi);
3
– Si traversa alla base di una fascia strapiombante verso sinistra, poi
si segue un canale/camino che porta su di un nuovo ripiano con vegetazione
(4b, alberelli);
4
– Si attacca il fronteggiante speroncino roccioso, facile ma da
affrontare con attenzione per via delle protezioni molto distanti (4c)
e dei passaggi sporchi di terriccio. Giunti su una spalla, si monta su un
grosso masso a sinistra e si attacca una placca inclinata che poco più in
alto diventa diedro svasato (5c): oltre questo tecnico passaggio,
un tratto di terriccio ripidissimo costringe a grande attenzione per
evitare di scivolare e di scaricare sui compagni sottostanti. Sosta alla
base di un antro giallo caratteristico (3 spit);
5
– Si attacca un diedro verticale a destra sfruttando la fessura sul suo
fondo (5c), poi si traversa espostamente a destra e su dritti, per
una serie di risalti più abbattuti (5a) fino ad un comodo ripiano
alla base di una fascia strapiombante (spit di sosta);
A questo punto sono possibili diverse varianti di uscita: oltre alla
Via Originale (più facile, ma con DIVIETO DI ARRAMPICATA dal 1°
gennaio al 31 luglio a tutela delle zone di nidificazione degli uccelli
rapaci) ci sono la Variante di Sinistra e quella di
Destra. Noi abbiamo seguito la Variante di Sinistra:
6
– Si prosegue per comoda cengia a destra per alcuni metri, fino alla
base di un muro verticale dove sono evidenti gli spit. Si sale
direttamente il muro, con difficoltà piuttosto omogenee di 6a.
Gli ultimi metri sono leggermente più facili (5c), e consentono di raggiungere
un ripiano roccioso con splendida vista a volo d'uccello sulla zona
circostante (spit di sosta).
7
– Trascurando verso destra un vecchio chiodo (è la già citata
"Variante di Destra"), si traversa in grande esposizione verso
sinistra fino ad un aereo spigolo, da dove si sale dritti (6a) per
una serie di placche lisce fino alle ultime rocce (5b) che immettono sul
boscoso plateau sommitale (sosta su alberi).
Discesa: si risale senza percorso obbligato il bel bosco,
fitto e molto pittoresco. Quando si incontra un evidente sentiero, lo si
segue verso sinistra per un buon tratto in moderata discesa, fino ad
incontrare un grosso ometto di sassi presso un bivio che invita a scendere
a sinistra. Con discesa più ripida, si segue il ben marcato sentiero
(segni blu) fino
a ritrovare le tracce dell'andata, che riportano alla cappelletta (h
0,20 dalla cima). |
TEMPO
TOTALE
|
h
3,30 - 4,00
|
DISLIVELLO
|
240
m circa di sviluppo
|
DIFFICOLTA’
|
TD (6a max/5c
obb.)
|
MATERIALE
UTILE
|
corda da 50/70 m, casco,
12 rinvii, cordini: via interamente attrezzata a spit
|
ULTIMO
SOPRALLUOGO
|
20
gennaio
2008
|
PERIODO
CONSIGLIATO
|
tutto
l'anno
|
COMMENTI
|
Bella salita, in ambiente
solitario e spettacolare. Non ci sono le erosioni e le esposizioni delle
vie più classiche del Paretone, ma la roccia stupenda ed i passaggi
comunque quasi mai banali (anche se a volte un po' disturbati dalla
vegetazione) la rendono una tappa fondamentale per chi vuole approcciarsi
a Pianarella.
Informarsi circa eventuali
divieti temporanei di arrampicata
(zona di riproduzione dei rapaci).
|
|