Si possono
contare 12
tiri di corda:
1
– (in comune con la "Pajer") Si sale una placca, poi un
gradino un po' ostico (5c), poi una nuova placca fino ad un pianerottolo con
vegetazione; si supera un duro ma breve gradino (5c+), poi si rimonta una
fessura a sx con spostamento nella parte alta, infine placca-canale verso
dx, sosta su 2 spit (6a);
2
– Si traversa a dx fino ad un ripiano con alberi (sentiero, sosta su
albero);
3
– Si rimonta un fessurino gradinato (1 solo spit) con magnifica roccia
erosa. Sosta alla base di una piccola erosione gialla (4a);
4
– A sinistra dell'erosione, si attacca un breve diedro liscio (5c),
poi si sale una lunga fessura a dx con uscita in leggero strapiombo (6a),
sosta su comodo pulpito (2 spit);
5
– Si esce a dx e si risale un corto diedrino con lama sul fondo (3b),
poi placca vegetale (facile ma fastidioso). Sosta alla base di una bella
parete arancione (sosta in comune con la "Calcagni");
6
– Si traversa in grande esposizione a sx (nessuno spit nella prima
parte!) fino ad incontrare i fittoni della "Pajer". Si
trascurano questi (che vanno direttamente verso l’alto) per proseguire
in traverso, con un tratto molto delicato in cui bisogna scendere un
metro. Si sale poi direttamente una placca, di nuovo verso dx, fino ai due
spit di sosta in una scomoda nicchia (5b);
7
– Si esce dalla nicchia verso dx, si sale su placca delicata fino alla
base di un piccolo strapiombo, dove si ritorna in comune col tracciato
della "Pajer". Si supera lo strapiombo (5a) e poi,
oltre un gradino, si arriva in un ampio grottino (cordoni e clessidre di
sosta);
8
– Si esce dalla grotta a sx, in esposizione massima, e si risale un poco
accentuato diedro in piena parete, liscio e verticale (6b/A0). Si
devia poi leggermente a sx, per seguire una placca più facile (5c)
che guida, di nuovo verso dx, alla sosta (2 spit, alberello);
9
– Si risale un evidente diedro, liscio e molto impegnativo (6a+/A0).
Circa a metà conviene assicurarsi con un cordino in una bella clessidra,
perché la chiodatura è particolarmente lunga. L’uscita del diedro è
su una placca liscia e delicata, che porta alla scomoda sosta (2 spit);
10
– Si traversa su placche delicatissime verso sx, sempre in massima
esposizione (6a), fin sotto uno strapiombo nerastro veramente
ostico, che può richiedere l’ausilio di una staffa (6b/A1). Per
una placchetta si raggiungono i 2 spit della sosta, veramente aerea;
11
– Si sale per magnifica placca in diagonale verso sx (5b), poi si
supera un breve passaggio impegnativo su una paretina (6a) e si
prosegue sempre su placche fino alla sosta (catena);
12
– Si sale direttamente per una serie di placche e paretine a buchi e,
con magnifica arrampicata (4b), si esce sull’altipiano sommitale.
Discesa: si risale senza percorso obbligato il bel bosco,
fitto e molto pittoresco. Quando si incontra un evidente sentiero, lo si
segue verso sinistra per un buon tratto in moderata discesa, fino ad
incontrare un grosso ometto di sassi presso un bivio che invita a scendere
a sinistra. Con discesa più ripida, si segue il ben marcato sentiero
(segni blu) fino
a ritrovare le tracce dell'andata, che riportano alla cappelletta (h
0,15 dalla cima).