Dal rifugio si
segue per breve tratto la carrareccia di accesso lungo la sponda del
bacino idroelettrico del Chiotas, fino allo stacco a destra della
mulattiera diretta al Colle di Fenestrelle (h
0,10).
Si abbandona la carrareccia e si prosegue lungo la bella
mulattiera (vedi anche itinerario Traversata di
Fenestrelle in senso inverso), che si inoltra in un’ampia
valletta erbosa sovrastata dalle impervie pareti del Roc di Fenestrelle
(2760 m, a destra), della Punta di
Fenestrelle (2701 m, al centro) e della Punta
e del Caire Ciamberline (a sinistra). La mulattiera si
allunga sul fondo pianeggiante della valletta, accanto al pittoresco rio,
poi si porta con decisione a sinistra, alla base delle dirupate pendici
delle Rocce di Laura, costituenti il lungo crestone occidentale
della Punta Ciamberline. Con fitta serie di tornanti si risale un
costone prativo, poi si
taglia lungamente verso destra, superando numerosi tratti
rocciosi in cui il tracciato si destreggia sempre mirabilmente, con
muraglioni di pietre a secco e tratti intagliati nella roccia. Presso un
piccolo impluvio detritico, immediatamente prima di un breve tratto in
discesa della mulattiera (ometto), la si abbandona e
si attacca direttamente il ripido pendio sovrastante (h
0,45 dal bivio).
Si risale il solco di fianco alla colata di
detriti che ne costituisce il fondo, per erba e, più sopra, per una serie
di placchette rocciose incise da comode cengette: ometti non se ne
incontrano più, ma l’orientamento è semplice ed intuitivo. Si esce
così nel
piccolo avvallamento detritico racchiuso fra la Punta ed
il Caire
Ciamberline, facente capo allo stretto intaglio della Forcella
Ciamberline. Si risale il selvaggio avvallamento per grossi massi
accatastati, puntando ad una evidente lingua erbosa sulla sinistra (destra
orografica), alle pendici del costone occidentale della Punta
Ciamberline. Guadagnando quota in diagonale, si lascia in alto a
destra un evidente ometto su di un costone detritico (vedi itinerario di
discesa) e si raggiunge la lingua erbosa. Questa aggira uno sperone
roccioso e sale, pressoché rettilinea, ad una breccia rocciosa sul filo
della cresta ovest della Punta Ciamberline: con faticoso percorso,
in assenza di tracce ma facilmente, si rimonta interamente la lingua
erbosa, che
diventa nella parte alta ampio canale e che consente
di
raggiungere la forcella di cresta (h
1,00 da dove si abbandona la mulattiera). Sull’altro
versante, verticali salti rocciosi precipitano verso il sottostante ben
visibile Lago della Rovina. Bellissimo panorama sulla Serra
dell’Argentèra e, dalla parte opposta, sul severo
versante occidentale del Caire
Ciamberline e sul Circo
del Bròcan.
Dalla selletta si attaccano a destra le
ripide ma facili placchette rocciose che, con divertente
arrampicata (passi di II° evitabili) consentono di raggiungere la
cresta sommitale, da dove il panorama si apre anche in direzione sud,
verso il massiccio del Gelàs. Con alcuni saliscendi per l’area
cresta (attenzione) si tocca infine la cima nord-ovest della Punta
Ciamberline (2789 m, h 0,20 dalla
selletta), dove sorge una
recente piccola croce e (ben nascosto) il libro di vetta.
Superbo panorama sul massiccio
del Gelàs, sulla lunga costiera
Aièra – Carbonè, sul selvaggio solco del Vallone
Ciamberline che scende fino al fondovalle della Barra (presso
il Piazzale dei Cannoni) racchiuso dalla selvaggia cresta Punta
di Laura – Monte Barra, sulla testata
del Vallone di Finestra con l’omonimo colle, sulle
cime che fanno corona al selvaggio
Circo del Bròcan e, ovviamente, sulla Serra
dell’Argentèra, regina delle Alpi Marittime.
Lontano, tra la Cima dell’Oriol e la Cima del Lausetto, svetta
il Monviso.
Per raggiungere la vicina cima sud-est, di
pochi metri più elevata, si deve percorrere la
breve ed aerea crestina di collegamento, al termine della quale
è necessario discendere un breve ma verticale saltino roccioso piuttosto
impegnativo (III°), fino alla forcellina fra le due punte. In
alternativa, dalla sommità del salto si può scendere per una decina di
metri sul versante del Vallone Ciamberline (sinistra) e traversare
poi per una esilissima e molto esposta cengetta (II°, attenzione,
roccia friabile!) fino alla selletta. Da qui, per le ultime facili rocce,
si guadagna la cima sud-est (2792 m, h 0,10
dalla cima nord-ovest), dove sorge un ometto di pietre. Vista l’esposizione
ed i passaggi non proprio banali di quest’ultimo tratto, si sconsiglia
di raggiungere la cima sud-est in mancanza di materiale ed esperienza
adeguati!
Discesa: dalla cima nord-ovest si ripercorre per un tratto la
cresta sommitale poi, superato un breve gradino roccioso, si scende a
sinistra per
un ripido pendio erboso (ometti). Seguendo sempre gli ometti,
si taglia in discesa diagonale da sinistra a destra il pendio erboso,
superando con attenzione qualche facile roccetta, fino a raggiungere
nuovamente la cresta ovest nei pressi della selletta al sommo del canale
erboso già raggiunta durante la salita. Si
discende per un tratto il ripido canale erboso (molta
attenzione in caso di terreno viscido!) poi, giunti nei pressi di un
grosso masso che dà origine ad un breve canalino a sinistra, si abbandona
il solco principale per proseguire nel canalino (ometti). Tagliando il
sottostante pendio detritico verso sinistra (ometti) si raggiunge il
centro della comba fra Punta e Caire
Ciamberline,
presso il piede dell’ultimo tratto di roccette discendenti dalla Forcella
Ciamberline. Sempre seguendo gli ometti, qui molto numerosi, si
divalla nella comba per pietraie e macereti, passando alla base della
parete occidentale del Caire Ciamberline, poi si devia leggermente
a sinistra e si giunge ad un colletto con ometto posto sul contrafforte
ovest del Caire (questo colletto con ometto aveva già attirato l’attenzione
in precedenza, durante la risalita dell’avvallamento). Da questo punto
appare, poco sotto di noi, l’ampia
mulattiera diretta all’ormai vicino Colle di Fenestrelle:
tagliando i facili e poco inclinati pendii erbosi, e superando qualche
elementare roccetta (ometti) si raggiunge la mulattiera presso uno stretto
tornantino, in corrispondenza di
due evidenti ometti che indicano lo stacco
"ufficiale" dell’itinerario (2400 m circa, h
0,50 dalla cima). Seguendo la mulattiera verso destra, si
scende nuovamente al bivio presso il bacino idroelettrico del Chiotas
ed al Rifugio Genova (h 0,45
dall’incrocio con la mulattiera).