Si segue
la carrareccia (rari segnavia =)
che taglia in piano o con lievi saliscendi il ripido versante boscoso che
precipita sul fondovalle Varatella. Lasciata a sinistra una diramazione
sterrata in salita (che raggiunge con lungo percorso la Fonte del Cornà),
si scende brevemente all’ampio colletto boscoso (788 m, h
0,20 dalla partenza) ai piedi della breve cuspide sommitale
della Rocca Berleurio (841 m,
raggiungibile in pochi minuti prima lungo una diramazione sterrata e poi
per una traccia tra gli arbusti). Mentre dalla carrareccia la cima appare
una poco rilevata asperità, sul
versante opposto precipitano orride pareti rocciose solcate da creste e
canali, assai caratteristiche.
Con un
lungo traversone in lieve discesa sul ripido pendio (purtroppo tracce di
discariche abusive) si va a superare un primo incassato rio su un ponte e,
oltre un tratto alla base di verticali paretine, un secondo corso
d’acqua. Proseguendo lungamente per la sterrata, sempre a mezza costa
sul pendio boscoso, si tagliano numerosi aspri vallonetti (nel 2019, in un
punto, la strada risulta franata) e si giunge quindi ad un
ampio ripiano su un costone (Cian
Baretti, 816 m, h
0,25 dal colletto di Rocca Berleurio) con ampia area attrezzata
per picnic, dove la carrareccia sterrata termina.
Si
prosegue sempre nella medesima direzione, ora su
una dissestata, sassosa mulattiera. Giunti ad un bivio, si trascura il
ramo che prosegue dritto in piano (che va a morire poco oltre in una zona
dirupata) per
seguire quello di sinistra (palina sbiadita ormai illeggibile),
che sale per un tratto ripido nel bosco, quindi ritorna pianeggiante
proseguendo nel suo lungo traversone. Intanto, alle nostre spalle, si apre
la
vista sulle Alpi Liguri, che appaiono gradualmente oltre la
dorsale della Rocca Barbéna. Giunti ad un nuovo, poco evidente bivio, si
trascura la traccia che sale a sinistra (segnavia SL
del “Sentiero Liguria”, che
sale direttamente a Cà du Fò, vedi anche itinerario Traversata
del Monte Ravinet in senso inverso) per proseguire pressoché
in piano a destra, seguendo il percorso di una tubazione dell’acqua che
d’ora in poi ci accompagnerà fino a San Pietro ai Monti. Guadato un
piccolo rio, si risale un breve tratto ripido, quindi si riprende a
tagliare alti sopra il fondovalle un ripido impluvio boscoso (è il
vallone in cui, più in basso, si apre la Grotta
della Giara). Con trascurabili saliscendi il sentiero, sempre
fiancheggiato dalla tubazione, traversa tutto il versante occidentale del
Monte Ravinét e giunge infine alla
sella alberata subito a Nord-Est del cocuzzolo del Monte
Varatella (853 m, h
0,50 da Cian Baretti, collettore in cemento).
Seguendo
il sentiero verso destra, si rimonta il ripido ma breve pendio di erba e
roccette con radi alberi raggiungendo così la
spianata sommitale del Monte
Varatella (895 m, h
0,05 dal colletto). Questa è costituito da una serie di
magnifici prati verdissimi, affacciati sul
mare e sui paesi della costa (croce
metallica a sinistra, in vista della costa). In alto a destra,
presso alcuni alberi, sorge l'antichissima
chiesa di San Pietro ai Monti, dalla semplice ma
caratteristica architettura, risalente probabilmente agli albori del
Cristianesimo e meta, ogni cinque anni il 1° maggio, di pellegrinaggio a
partire da Toirano e Boissano.
Ritornati
al colletto di quota 853 m, si individua un crocevia di sentieri (indicazioni
a vernice sul collettore in cemento): trascurati i segnavia ● che traversano a destra per le Case Peglia (vedi
anche itinerario Traversata
del Monte Ravinet), si prosegue dritti lungo i segnavia _, diretti al Monte Ravinet. La traccia segue la
linea della sella, poi piega a sinistra e traversa per un
tratto portandosi sul pendio occidentale del Monte Ravinet. Sempre
indicata dai segnavia e da frequenti ometti di pietre, la traccia guadagna
ora quota con alcune svolte, quindi si
dirige a destra presso alcuni massi. Salendo ora nel rado bosco
si giunge, in
diagonale a sinistra, ad un ripiano prativo molto suggestivo,
dove sorgono alcune caratteristiche “caselle”
in pietra. A monte del prato si risale ora l’ultimo
breve pendio boscoso (segni sugli alberi) e si raggiunge
l’ampia sommità del Monte Ravinét (1070 m, h
0,40 da San Pietro ai Monti, croce
e libro di vetta). Bellissima
veduta sulla costa, sul
Finalese, sul vicino Monte
Carmo e su tutte le
Alpi Liguri meridionali.
Si
scende ora facilmente per la cresta Nord per erba e ghiaie: quando la
cresta si fa rocciosa ed impegnativa, ci si cala a destra nel ripido bosco
e, tagliando poi praticamente in quota, si raggiunge un'ampia sella
alberata fra il Monte Ravinèt ed una cresta rocciosa, già ben visibile
dalla cima. Sulla sella si incontra una marcata traccia che scavalca un
colletto e scende sul versante opposto (Est) per una ventina di metri,
fino ad incrociare l'ampio sentiero (segnavia X)
proveniente da Boissano e diretto al Monte Carmo. Si segue il
bel sentiero verso sinistra: con andamento praticamente
pianeggiante, in uno splendido bosco, il sentiero si porta ad una
successiva sella boscosa, dove sorgono i
ruderi della Cà du Fö (Casa del Faggio, 1001 m, h
0,25 dal Monte Ravinét).
Scavalcata
la sella, si scende pochi metri sull'altro versante e si trova un
bivio. Si abbandona a questo punto il segnavia SL
e ●●,
che scende in diagonale a sinistra nel ripido bosco ad intercettare
nuovamente la carrareccia proveniente dal Giogo di Toirano (vedi anche
itinerario Traversata
del Monte Ravinet), per
proseguire a destra, in
piano nel fitto bosco, lungo il segnavia X. Con
piacevolissimo percorso a mezza costa il sentiero, che alterna tratti nel
fitto bosco ad
altri più aperti, raggiunge un’ampia distesa
prativa con caselle in pietra, dove i segnavia sembrano
perdersi. Risalendo il prato in lieve pendenza verso destra si nota una palina
divelta ed ormai illeggibile, da dove la traccia torna però
evidente. Con alcune svolte si rimonta tutto il prato, giungendo su una
specie di costone alberato. Il sentiero si dirige a sinistra, seguendo
l’andamento del costone. Dopo poche decine di metri si incontra un poco
accentuato bivio: trascurata la deviazione (segnavia =●)
che, a destra, scende verso la Rocca dell’Aia ed il Rifugio
Pian delle Bosse, si prosegue dritti prima nel bosco, poi in
un tratto più aperto, dove la salita si fa un po’ più
accentuata. A quota 1075 m si trascura una poco evidente diramazione che
taglia a destra e si prosegue a sinistra, lungo il tracciato principale,
che risale ripido un breve pendio sassoso e quindi taglia lungamente con
costante salita il boscoso versante occidentale del Bric Ciazzalunga
(1222 m). Scavalcata una piccola valletta, si entra in un nuovo impluvio
boscoso, che si risale con salita diagonale: trascurata a sinistra una
diramazione che va ad intercettare l’Alta Via nei pressi del Bric
Pagliarina, si
continua a destra nel fitto bosco. Giunti sul fondo di una
valletta, la si risale direttamente (tracce di costruzioni e di curiosi
manufatti in pietra) fino ad uscire su un ampio prato con pozza
d’acqua (spesso asciutta in tarda stagione). Seguendo l’andamento del
ripiano verso destra (rari segnavia), si superano una
serie di spianate con tracce di costruzioni e caselle
fin nei pressi del Rifugio
Monte Carmo (o Baita Amici del Carmo, 1287 m, h 1,10 da Cà du Fò), che rimane
discosto a destra (non è necessario raggiungerlo).
Salendo
ora in diagonale per prati e cespugli,
sempre tenendo d’occhi i segnavia X
ma ormai con orientamento evidente, si giunge all’ampia insellatura fra
l’anticima Est e la cima vera e propria del Monte Carmo (1313 m), dove numerose
paline indicano i vari sentieri che da qui si diramano.
Seguendo quello che sale a sinistra, con un breve tratto di erta salita si
giunge infine sull’ampia sommità del Monte
Carmo (o Carmo del Finale, 1389 m, h
0,15 dai pressi del rifugio, grande
croce e tabella con indicazione delle cime visibili). Fantastico
panorama che va dalla costa
ligure all’ampia
conca
di Bardineto,
alle principali vette delle Alpi
Liguri,
fino al Monviso
ed al Monte Rosa. Verso levante, in caso di tempo particolarmente terso,
è possibile scorgere le Alpi Apuane. Spesso sul mare è distinguibile la
sagoma dei rilievi còrsi.
La
discesa si effettua ora lungo il tracciato dell’Alta Via dei Monti Liguri (segnavia AV), che
scende inizialmente lungo la rettilinea ed erbosa cresta Ovest della
montagna (vedi anche itinerario Monte
Carmo in senso inverso). Per erba e isolate rocce si perde
quota rapidamente, lasciando quasi subito una deviazione a destra che si
collega direttamente al Giogo di Giustenice (palina) ed una a sinistra
diretta al Rifugio Monte Carmo. Proseguendo la discesa, si entra nel bosco
e, alternando tratti rettilinei ad altri a svolte, si raggiunge un
poggio roccioso sulla cresta principale, da dove si domina
dall’alto la conca di Bardineto e da dove la
vetta del Carmo sembra già assai alta e lontana. Con qualche
zigzag si continua nel bosco e, aggirato un dente roccioso, si giunge alla
selletta che precede la cuspide sommitale del Bric Pagliarina (1213 m). Senza raggiungerla, il sentiero taglia a
mezza costa sul lato Sud, quindi inizia a scendere con decisione, sulla
linea di massima pendenza, nel fitto bosco. Molto più in basso,
attraversata una
zona spoglia con erba e sassi, si scende ancora a sfiorare una
carrareccia sterrata presso un tornante. Trascurando la carrareccia, si
continua lungo il sentiero (palina) che scende in diagonale verso
sinistra, quindi ritorna sulla displuviale e, con ultimo tratto di discesa
ed un passaggio finale più ripido, raggiunge la strada asfaltata
sull’insellatura del Giogo di
Toirano (801 m, h
1,00 dal Monte Carmo, paline).
Seguendo verso sinistra la strada
asfaltata, si scende brevemente fino al tornante presso il quale si è
parcheggiata la macchina (h
0,05 dal Giogo).