Si
prosegue ancora per breve tratto sulla strada sterrata, impraticabile
perché interrotta da una frana di massi, quindi su una mulattiera che
prosegue pianeggiante di fianco al torrente, in un tratto in cui le
piene ne hanno rovinato il tracciato (bolli rossi). Più avanti il
sentiero torna evidente, e si prosegue comodamente fino ad un bivio: si
trascura il ramo di sinistra, che con ampio giro sale al Rifugio
Garb (in via di ristrutturazione nel 2010) e si segue quello di
destra, che inizia a salire con decisione nella faggeta. Oltre un tratto
con qualche affioramento roccioso, il bel sentiero continua la sua
ripida risalita del fianco boscoso, in
uno splendido ambiente naturale, fino ad superare un costone.
Dall’altra parte si taglia la testata del Vallone Ceresole e si supera
il rio presso una scoscesa radura sul fondo del vallonetto. Un altro
breve traversone nel bosco conduce al bel ripiano erboso, ormai al
limite della vegetazione arborea, dove sorge il bel Rifugio Ceresole (1533 m, h
1,30 dall’Area Attrezzata) e, poco oltre, al
Gias Ceresole, dove desta stupore una vecchia roulotte (!)
mimetizzata fra lamiere e tavole di legno.
Dal
gias (paline) si segue il sentiero, all’inizio in verità un po’
confuso fra le alte erbe ma comunque segnalato con bolli rossi, che
risale il pendio in direzione dell’evidente ampia depressione del
Passo Ceresole. Raggiunta verso destra una palina segnaletica su un
colletto (indicazioni per Pian del Soglio e Boves), si prosegue a
sinistra, ora su traccia più marcata, e per
un ultimo tratto fra cespugli e rododendri si raggiunge
l’ampia insellatura erbosa del Passo
Ceresole (
1620 m
, h
0,15 dal rifugio, paline), da dove si apre la vista sulla
Valle Vermenagna e le Alpi Marittime. Trascurato a destra il sentierino
per
la Punta
Gutzart
e quello che, sull'altro versante, scende a Vernante, si svolta a
sinistra e, seguendo la linea del valico, si raggiungono i ruderi di una
allungata grangia in pietre a secco: qui riappare una buona traccia
(segnavia gialli)
che si
segue per un tratto in ripida salita fra erba e massi, indi
si traversa sul versante Vermenagna, entrando in un piccolo boschetto di
faggi. Usciti dal bosco, si costeggiano alla base alcuni modesti
affioramenti rocciosi, quindi si riprende a salire per ripide coste di
erba e cespugli fino a toccare un’ampia sella erbosa nuovamente sul
crinale (meravigliosa fioritura di rododendri in tarda primavera). Si
scende dall’altra parte, sul versante Colla, e si
riprende a salire diagonalmente fra cespugliame ed isolati alberi,
traversando poco sotto le roccette sommitali del Monte Pianè (
1835 m
): in questo tratto il sentiero presenta numerose varianti, che si
ricongiungono comunque tutte dopo poche decine di metri al percorso
principale. Un tratto di salita più ripida riporta nuovamente sul filo,
presso la sella erbosa chiamata Colla Pianè (
1800 m
circa), che si apre fra caratteristici pinnacoli rocciosi subito a Est
dell’omonimo monte. Da questo punto si origina la lunghissima Costa
la Motta, ampio crestone erboso che costituisce la testata meridionale della
Valle Colla.
Il
sentiero la risale mantenendosi nei pressi del filo, qualche
metro sul versante Vermenagna (Sud) e, alternando tratti in
falsopiano ad
altri di pendenza sostenuta, si porta nel punto dove questa
si va a saldare al ripidissimo fianco del Bric Costa Rossa. A questo
punto si abbandona
la Costa
la Motta e si traversa decisamente verso destra, tagliando con decisa
salita tutta la testata del Vallone Grande, tributario di Vermenagna:
superata una piccola fonte, si risale un breve costone erboso con alcuni
tornanti, quindi si riprende a traversare ripidamente gli erti pendii
erbosi. Si giunge così alla copiosa sorgente chiamata Fontana
la Motta
(2100 m
circa, h
1,15 dal Passo Ceresole), che sgorga presso alcune roccette a
monte del sentiero e che è preannunciata dalla caratteristica
vegetazione dei luoghi umidi (piante dalle larghe foglie, fiori gialli e
prospere ortiche). Superata la fonte, si prosegue a traversare: il
sentiero appare in parte franato in diversi punti, ma nuove tracce
formatesi poco più a monte consentono il transito senza problemi.
Raggiunto un marcato costone dove fra l’erba emergono alcune
caratteristiche roccette, il sentiero lo risale con numerose ripide
serpentine fra erba e rocce, fino ad uscire ad
un’ampia sella prativa sullo spartiacque Vermenagna – Pesio,
poco a Nord del cocuzzolo di erba e grossi massi della Cima
la Motta
(paline).
Sulla
sella erbosa si incontra il sentiero (segnavia bianco-rossi) proveniente
da Limone Piemonte, che percorre tutto lo spartiacque dal Colle Vaccarile alla cima della Besimauda (vedi anche itinerario Bric
Costa Rossa per la Colla
Piana): lo si segue verso sinistra, in leggera salita sull’ampio
crinale erboso, con vedute sempre più ampie sulle vallate circostanti.
Il sentiero aggira ad est la modesta quota 2331 e si porta ad un’altra
ampia insellatura erbosa, nei cui pressi sorge, su un roccione
affacciato alla Valle Vermenagna, la statua della Madonna
della Besimauda. Da qui non rimane che risalire l’ultimo pendio di
erba e scarse roccette che conduce in pochi minuti presso la
monumentale croce eretta sulla vetta del Bric
Costa Rossa (2404 m, h
1,00 dalla Fontana
la Motta, h
4,00 complessivamente). Panorama veramente spettacolare ed a
giro d’orizzonte su tutto l’arco delle Alpi, dal Bernìna alla città
di Genova!
Ritorno
per la stessa via in h
2,45.