Si
segue l’ampia carrareccia sterrata che si inoltra nel Vallone
Almellina, di fianco al piccolo rio. Superate alcune nuove villette,
la strada prende a risalire il vallone con pendenza abbastanza decisa.
Si lascia dopo poco una deviazione a destra per Capanna
Chiara ed il "Lu Viasòl", e si prosegue per la carrareccia, in
questo tratto all’interno di un fitto bosco. Si giunge così in una
ventina di minuti ad un
bivio, dove dalla carrareccia principale si stacca a sinistra un’ampia
mulattiera che scende ad attraversare il letto del Rio Almellìna
(indicazioni per Colle Vaccarile e Valle Pesio, oltre che per Tetti
Gallin e Lu Viasòl).
Abbandonata
la carrareccia, si scende ad attraversare il letto spesso asciutto del
rio e si risalgono, dall’altra parte del vallone, i ripidi pendii
erbosi e sassosi alla base delle paretine rocciose del Bec Cornigion (1321 m). Con numerosi comodi tornanti la larga mulattiera (tacche segnavia
) raggiunge il filo di un costoncino, oltre il quale si inoltra
pianeggiante in una bella pineta. Qui, presso alcune panchine, si
incontra un bivio: trascurata la prosecuzione verso i Tetti Gallin e
Limone, si svolta decisamente a destra (indicazione per “Coll. Almellìna Cros”) e si prosegue a mezza costa, lungo un esile
sentierino che taglia alto tutta la sponda destra idrografica del basso
Vallone Almellìna. Superato un tratto fra alte erbe, il sentiero entra
in una bella faggeta, dove riceve da destra una traccia proveniente
direttamente dalla Borgata Almellina. Si sale ripidamente verso
sinistra, sempre nel bosco, per uscire sul crinale principale fra il
Vallone Almellina e quello del Goitri: lasciato un sentiero a sinistra
(indicazione Murin), si prosegue lungo il costone tra faggi e betulle
fino ad una sella erbosa dove confluisce, da destra, il sentiero
principale proveniente dalla Borgata Almelliìna (h
1,15).
Si
prosegue ora seguendo la larga mulattiera che, mantenendosi sul versante
Almellina, risale il crinale fra boschetti di faggi intervallati da
brevi radure. Seguendo sempre le saltuarie tacche bianco-rosse, si
supera un altro tratto più ripido e, traversando fra alte erbe, si
esce su una spalla erbosa nuovamente sul costone, oltre il
limite della vegetazione arborea. Mantenendosi
per un tratto proprio sul filo, il sentiero supera
un gias e raggiunge una zona dove emergono alcuni spuntoni
rocciosi dal pendio erboso. Si traversa allora per breve tratto verso
destra, per poi risalire con numerosi tornanti un ripido pendio-canale
erboso fino ad uscire, con un ultimo traverso a destra, sugli
ampi prati alla base della cupola sommitale della Punta Agugion
(2130 m), anticima occidentale della Punta
Mirauda.
Qui
si incontra un
bivio segnalato (2000 m
circa, h 1,15 dalla sella erbosa):
trascurato il ramo che prosegue dritto, praticamente pianeggiante,
diretto al vicino Colle Vaccarile,
si svolta a sinistra e si prende a risalire con qualche stretta
serpentina il pendio erboso, toccando in breve il
filo di un costoncino. Traversando praticamente in piano i
ripidissimi scivoli erbosi alla testata della Valle Vigna, si tocca lo
stretto intaglio di Porta
Colletto (o Colletto Mirauda,
2080 m), aperto tra
la Punta Agugion
(a Sud) e la più esile Punta Colletto (2114 m) a Nord.
Trascurate
le indicazioni che, a destra, indicano la possibilità di raggiungere la Certosa
di Pèsio per i
Valloni Cravina o Rumiano, il sentiero, sempre sul versante
Vermenàgna, sale per breve tratto lungo il fianco di Punta Colletto e
raggiunge una selletta con un grosso roccione, dalla quale scende ripido
per un breve canalino sassoso e poi nuovamente per prati fino ad una
successiva, ampia sella erbosa. In questo tratto lo spartiacque si fa
particolarmente ampio ed uniforme, ed in caso di scarsa visibilità
potrebbe sorgere qualche problema di orientamento. In ogni caso la
marcata pista nell’erba, oltre ai
regolari paletti di legno con segnavia bianco-rossi, rendono
il percorso sufficientemente evidente.
Con
lenta ma costante salita si affronta il successivo regolare pendio
erboso: raggiunta
la Quota
2172, si scende nuovamente al vastissimo altopiano erboso, quasi
pianeggiante, chiamato Colla
Piana (2127 m). Anche
qui si incontra una palina che indica la possibilità di scendere alla
Certosa di Pesio attraverso il Gias Pittè ed il Vallone Rumiano.
Percorso il lungo ripiano, si aggira a sinistra il cupolone erboso con
scarse roccette della Cima Pittè (2175 m), incontrando poco oltre un’ennesima
palina segnaletica che indica la possibilità di scendere a
sinistra, in circa h 2,30 (segnavia L10),
lungo il ben evidente costone erboso della Costa Testette, alla frazione
San Bernardo, nell’omonimo vallone, circa
2 km
a valle di Limone Piemonte.
Un
nuovo tratto di regolare salita fra le erbe della dorsale consente di
raggiungere le falde della piccola Cima
la
Motta (2227 m), la cui sommità è costituita da massi accatastati. Con alcuni erti
tornanti fra erba e lingue di pietrame, la mulattiera ne aggira le
roccette sommitali sul versante Pesio e si porta al
largo colletto erboso a nord della cima, dove si incontra a
sinistra il
sentiero proveniente dal Passo Ceresole (h
1,15 dalla base della Punta Agugion, vedi anche itinerario Bric
Costa Rossa per
la Costa
la Motta).
Si
prosegue in leggera salita sull’ampio crinale erboso, con vedute
sempre più ampie sulle vallate circostanti fino
al Monviso, si aggira ad Est la modesta Quota 2331 e
ci si porta ad un’altra ampia insellatura erbosa, nei cui pressi
sorge, su un roccione affacciato alla Valle Vermenàgna, la
statua della Madonna della Besimauda.
Da
qui non rimane che risalire l’ultimo pendio di erba e scarse roccette
che conduce in pochi minuti presso la
monumentale croce eretta sulla vetta del Bric
Costa Rossa (2404 m, h 0,20 dal colletto presso Cima la Motta, h 4,05 complessivamente). Panorama
veramente spettacolare ed a giro d’orizzonte su tutto l’arco delle
Alpi, dal Bernina alla città di Genova! Particolarmente interessanti
gli scorci sulle Alpi Liguri (Mondolè,
Saline,
Marguareis e sulla vicina Besimauda)
e Marittime (Gelàs,
Argentèra),
con il
Monviso che domina la pianura ad Ovest.
Ritorno
per la stessa via fino alla sella erbosa sul costone dell’Almellina (h
2,15): qui si trascura la prosecuzione del sentiero per
seguire a sinistra la mulattiera che, con ripida discesa fra roccette
affioranti, cespugli e radi alberi, raggiunge il
vecchio forno e le case diroccate ed ormai semisommerse dalla
vegetazione della pittoresca
Borgata Almellina
(1360 m, h 0,15 dalla sella).
La
mulattiera prosegue a scendere nel bel bosco, alternando tratti in
falsopiano a ripidi strappi, fino ad un ponte in cemento che supera il
rio. Proseguendo ora pianeggiante di fianco al corso d’acqua la
mulattiera, divenuta rude carrareccia, si va ad innestare nella rotabile
sterrata che sale da Limone a Capanna Chiara: seguendo questa rotabile
in discesa verso destra si ritorna alla macchina (h
0,35 dalla Borgata Almellina).