CARTINA CONSIGLIATA
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A.S.F.
scala 1:25.000 – Foglio 03
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CATEGORIA/ZONA
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ESCURSIONISMO
- ALPI LIGURI
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SCHEDA
N. 42 |
PUNTO
DI PARTENZA
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a)
Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo
San Dalmazzo, risalendo poi la Valle
Vermenagna.
Oltre Limone Piemonte, si supera il traforo del Colle di Tenda e si scende
in Francia, alla testata della Val Roya. Si superano Viéve,
Ténde e si
giunge a Saint Dalmas de Ténde (79 km
da Mondovì), da dove si svolta a sinistra nel Vallon de Levénse.
b)
Da Ventimiglia (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si risale la Valle
Roya
superando Airòle, Brèil-sur-Roya, Saòrge e Fontàn e si raggiunge Saint Dalmas de Ténde (41 km
da Ventimiglia), da dove si svolta a destra nel Vallon de Levénse.
Si risale il vallone alla base di verticali appicchi rocciosi fino al bel
centro di villeggiatura di La
Brìgue
(765 m, 3 km
dal bivio), da dove si prosegue a risalire la valle finchè questa si
biforca: trascurato a destra il Vallon de
la Madòne, lungo il quale si sale al santuario di Notre Dame des Fontaines, si
prosegue a sinistra, nel solatio Vallon de Morignòle, fino al ponte che
immette all’alpestre borgata di Morignòle,
adagiata nello stretto e boscoso fondovalle (5 km
da
La Brìgue). Un breve tratto di salita consente di raggiungere un
piccolo parcheggio, dove si può lasciare l’auto. |
ITINERARIO
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Dal piccolo parcheggio di Morignòle
si prende a destra, attraversando il paesino per strette viuzze (palina
e quindi tacche gialle). Si costeggiano le recinzioni di alcuni poderi,
quindi si rimonta un breve costoncino fra cespugli e detriti fino ad un
dosso arrotondato (palina). Trascurato un sentiero segnalato con X che prosegue dritto in discesa, verso le Granges d’Amarìne, si
continua a sinistra con una serie di ripidi tornanti fra radi alberi e
cespugli odorosi, seguendo sempre le tacche gialle: tagliato un sentiero
orizzontale, si insiste nella salita fino a raggiungere il filo del
costone divisorio fra i valloni d’Amarìne e des Bêtes, da dove appare
in alto a sinistra la larga insellatura della Baisse d’Ugail con il
lungo tracciato della rotabile sterrata che la raggiunge da Morignòle.
Qui sorge l’antichissimo
piloncino sacro di Saint
Dominique (1248 m, h 0,35).
Risalito per breve tratto il
costone sul filo, si ritorna verso destra, tagliando alti sul versante
destro idrografico del Vallon d’Amarìne. Alternando brevi tratti
pianeggianti a qualche ripido strappo, il sentiero si
porta verso la testata del vallone, quindi risale ripido uno
splendido e selvaggio bosco di conifere. Lasciato a destra un bivio per
le vicine Granges Sprugue e la Roche
Falconàire
(cartello in legno), si prosegue in salita ancora per un buon tratto
quindi, tagliando un ultimo pendio fra bosco più rado, si esce sugli
ultimi prati che immettono alla Baisse
de
la Crousèta
(1677 m, paline, h
1,45 da Morignòle), boscosa
insellatura sul largo costone che, originatosi presso la
vetta del Monte Bertrànd, funge da spartiacque fra i valloni di Morignòle
e di Réfrèi.
Trascurato il sentiero che, a
sinistra, scende dolcemente verso
la Baisse
d’Ugail (vedi anche
itinerario Monte
Bertrand – Anello del Vescovo), si prosegue a destra, lungo
l’ampio crinale, con belle vedute sul Monte Saccarello.
Nell’attraversamento di alcune ampie radure il sentiero sembra
perdersi fra le alte erbe e le rigogliose ortiche, ma rimanendo vicini
al crinale lo si ritrova sempre. Con marcia un po’ infastidita dalla
vegetazione, ci si porta ora sul versante di Réfrèi: presso un dosso
fra gli alberi si incontra una costruzione militare e due
evidenti imbocchi di gallerie sotterranee: si tratta del Fort
de la Crousèta
(1828 m, h 0,15 dalla Baisse de la Crousèta), incompiuto fortilizio facente parte del vasto complesso del Vallo
Alpino.
Dal forte si prosegue per poche
decine di metri su una vecchia carrareccia inerbita, poi si svolta
decisamente a destra per seguire un sentierino che si inoltra nel
bellissimo lariceto (segno giallo su un tronco poco oltre lo stacco del
sentiero). Con piacevole percorso a mezza costa, ancora una volta sul
versante di Réfrèi, si prosegue nel pittoresco bosco e, con alcune
serpentine su un dosso erboso, si giunge ad un’ampia, bellissima
radura. Qui il sentiero scompare nell’erba, ed è il punto dove è più
facile perderlo: non si deve attraversare la radura (al di là si
incontrerebbero le tracce dirette al Colle del Vescovo), ma proseguire a
destra, in decisa salita: in questo tratto il sentiero manca, ma se ne
ritrova traccia in alto a destra, mentre con una diagonale nel rado
bosco raggiunge un
panoramico poggio erboso sul filo del crinale (palina, h 0,30 dal Fort de la Crousèta).
N.B.:
se si proviene in senso inverso, cioè dalla cima del Monte
Bertrand, a questo punto bisogna fare attenzione, perché le
frecce risultano ingannevoli: dalla palina non si deve
continuare a scendere lungo l’invitante crinale erboso (che più
in basso è interrotto da pericolosi salti rocciosi), ma bisogna
deviare decisamente a destra e raggiungere l’inizio della grande
radura dove, fra i primi alberi, si ritrova una marcata traccia di
sentiero.
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Si insiste lungo il crinale, ancora
per un tratto erboso, seguendo alcuni evidenti ometti di
sassi. Quando ricominciano i larici, tracce e segni di passaggio
spariscono, e bisogna continuare per un tratto fra gli alberi, su
vaghissime tracce, cercando di mantenersi il più possibile sul filo del
crinale. Superato un grosso masso caratteristico sulla destra, si
prosegue su terreno più comodo: ormai su terreno aperto di erba e
detriti, si incontra una traccia più marcata (ometti e frecce rosse
sbiadite) che con numerosi tornanti risale il lungo costolone ovest del
Monte Bertrand. Con tortuoso percorso, il sentierino supera facilmente
le basse fasce rocciose che caratterizzano questo versante della
montagna, raggiungendo prima una marcata spalla e poi il
vasto cupolone arrotondato dell’anticima Ovest (ometto).
Con percorso meno ripido, prima per un pendio sassoso e poi per gli
ultimi prati, si guadagna l’ampia sommità del Monte
Bertrand, dove sorge una
grande croce metallica ed un piloncino in cemento (2482 m, h 1,15
dal poggio con palina, h
3,45 da Morignòle, libro di vetta). Bellissimo panorama che
va dalle Alpi Liguri alle Marittime, e sulle grandi vallate del Tanaro e
della Roya.
Dalla cima si segue verso destra la
cresta sud della montagna: dopo un tratto pressoché pianeggiante,
questa inizia a scendere decisamente verso l’ampia insellatura della
Colla Rossa. All’inizio si rimane sul filo: mentre a destra ampi e
ripidi pendii erbosi scendono in territorio francese, sul lato italiano
dirupati salti rocciosi raggiungono l’inizio del meraviglioso Bosco
delle Navette, splendido lariceto che riveste quasi per intero il
Vallone di Upega. Quando il filo diventa roccioso ed esposto, gli
ometti guidano a destra, in ripida discesa, per un pendio di
erba e roccette (attenzione) fino ad un ripiano erboso alla base delle
rocce della cresta. Qui, attraverso una comodissima e larga cengia, si
traversa quasi in piano fino
ad una verde conca, fra prati e radi larici. Si scende lungo
una ripida valletta erbosa (tracce), quindi si traversa ancora un pendio
alla base di alcuni dirupi e ci si porta sugli ampi e dolci dossi erbosi
che costituiscono il crinale Tanaro-Roya. Raggiunto
un cippo confinario, si scende a sinistra (tracce) in
un’ampia conca e, proseguendo per prati e rododendri, si va ad
intercettare l’ampia mulattiera di crinale proveniente dal lontano
Passo di Tanarello presso un evidente ometto. Seguendo praticamente in
piano la mulattiera, si aggira un dosso e si raggiungono i
vasti tavolati erbosi e le paline presso il valico della Colla
Rossa (2172 m, h 0,30
dal Monte Bertrand).
Trascurate le tracce che proseguono
lungo il crinale (verso
la Cima
Missun
e il Passo di Tanarèllo) e a sinistra verso Ùpega, si raggiungono i
ruderi di un gias situato su una spalla erbosa che si
affaccia sul versante francese: qui si rinviene l’incerto tracciato
dell’antica mulattiera, segnalata con saltuari bolli gialli, che si
manterrà costantemente sulla destra idrografica del Vallon Ciagé. Con un paio di tornanti la traccia
scende a fianco di un impluvio di terriccio rossastro, poi lo attraversa
verso destra, subito a valle di una bassa fascia rocciosa. Prosegue
quindi praticamente pianeggiante, tagliando orizzontalmente i vasti e
ripidissimi pendii erbosi alla testata del vallone. In questo tratto la
traccia è particolarmente labile, quasi una pista di mucche. Si
incontra uno sbiadito bollo giallo su una roccia, oltre il quale i segni
di passaggio si fanno ancora più incerti: a questo punto conviene
smettere di traversare e calarsi direttamente per i ripidi prati,
eseguendo una lenta diagonale verso destra, in direzione di un evidente
impluvio in corrispondenza di un ripido vallonetto discendente dalla
cresta sommitale del Monte Bertrand. Dopo aver perso sensibilmente
dislivello si ritrova, poco prima del rio che incide il vallonetto, la
traccia della mulattiera, che traversa nuovamente pianeggiante verso
destra: insieme alla traccia, si ritrovano anche i segni gialli, che
tranquillizzano sul fatto di essere sul giusto percorso. Proseguendo a
tagliare orizzontalmente i ripidi pendii erbosi, si attraversa un altro
piccolo rio (possibilità di approvvigionarsi d’acqua), quindi si
prosegue in leggera salita a mezza costa fino a portarsi su una spalla
erbosa dove si trova una
palina, avvistabile già da lontano (1987 m).
N.B.:
nel tratto dalla Colla Rossa alla spalla erbosa le tracce della
mulattiera sono praticamente scomparse e, seppure il percorso
risulta piuttosto evidente e segnato ogni tanto da vecchi bolli
gialli, in caso di scarsa visibilità si potrebbero incontrare
notevoli problemi di orientamento.
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Dalla spalla si continua traversando a lungo a mezza costa per labili
tracce, rimanendo altissimi rispetto al fondo del profondo avvallamento
e cercando di non perdere di vista per troppo tempo i segni gialli,
spesso semi-nascosti dalle alte erbe: raggiunto il costone divisorio fra
i valloni de Stroup e d’Amarìne (pascoli di Chambeuil), si scende
lungo l’ampio dorso erboso in direzione di un ripiano pascolivo con un
albero isolato. In questo tratto aiutano ad orientarsi anche alcune
caserecce segnalazioni, costituite da piccole fettucce viola legate a
bassi arbusti: scendendo nella conca erbosa, infatti, le tracce
scompaiono nuovamente, e solo grazie a queste estemporanee (e non si sa
quanto durature) segnalazioni si riesce ad individuare la giusta
direzione da seguire. Sempre tendendo a destra, si continua a scendere
per il costone erboso, poi si taglia con più decisione verso destra per
un pendio cosparso di massi e radi alberi. Oltre un tratto dove le
tracce di sentiero sono nuovamente visibili, queste nuovamente
scompaiono in corrispondenza di un ripido pendio sovrastato da alcune
basse paretine. Si scende allora direttamente il pendio per una
cinquantina di metri, fino ad incontrare nuovamente una traccia
evidente, e dove ricompaiono i segni gialli. Seguendo la traccia verso
destra, si
taglia dall’alto una conca erbosa dove sorgono i ruderi
della Bergerie de Chambeuil
quindi, con alcuni tornanti, si scende ad un colletto erboso da dove
comincia il bosco. Con altri tornanti si prosegue su sentiero finalmente
evidente fino ad una palina presso un bivio (1600 m
circa, h
1,30 dalla Colla Rossa, paline): lasciando a sinistra il
sentiero che raggiunge la Bergerie
de Chambeuil e prosegue poi per
la Bergerie
de
la Mula
ed il Col de Touana, si continua a scendere con una serie di serpentine
nel folto degli alberi.
Più in basso il bosco si fa meno fitto, e per
un tratto appaiono nel fondovalle le case di Morignole:
superato un curioso
ometto, il sentiero taglia per pendii erbosi verso sinistra
fino a raggiungere un costone alberato (Peug
de Greuge). Si percorre il costone sul filo per un breve tratto,
quindi si svolta decisamente
a
sinistra e si discende con un paio di serpentine un assolato
pendio cespuglioso sulla destra idrografica del Vallon de Teilla. Si
taglia nuovamente a mezzacosta verso sinistra, alti sul fondo del
vallone, quindi si perde quota lungamente ancora sulla sua destra
idrografica fra radi alberi, rocce e cespugli. Raggiunti i ruderi di una
piccola borgata presso lo sbocco inferiore del vallone, si prosegue
pianeggiando brevemente nel fitto bosco fino a un moderno ponte ad arco
che consente finalmente di raggiungere le case di Morignòle: una breve salita e poi una discesa fra i vicoletti della
borgata e si esce infine sulla strada asfaltata, presso il ponte
all’ingresso del villaggio (958 m, h 1,30
dalla Bergerie de Chambeuil, h
3,00 dalla Colla Rossa). |
TEMPO
TOTALE
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h 7,30 circa
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DISLIVELLO
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1500 m
circa
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DIFFICOLTA’
|
EE molto allenati
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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9
luglio
2011
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PERIODO
CONSIGLIATO
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giugno - luglio e settembre - ottobre
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COMMENTI
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Lungo e faticoso anello che conduce ad un punto
panoramico di prim’ordine sulle Alpi Liguri e Marittime. La salita è
tutto sommato comoda e mai troppo ripida, la discesa avviene invece
lungo tracce ormai semi-abbandonate, in un selvaggio vallone quasi mai
percorso. Orientamento non sempre chiaro (attenzione in caso di nebbia).
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