M. Bertrànd 2482 m - "Anello del  Vescovo"

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CARTINA CONSIGLIATA

A.S.F. scala 1:25.000 – Foglio 03

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 41

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

IL COSTONE OVEST DEL MONTE BERTRAND

DAL COLLETTO DI QUOTA 2260 VERSO IL MARGUAREIS

DAL COLLE DELLE SELLE VECCHIE VERSO IL MONTE BERTRAND E LA CIMA MISSUN

LA DISCESA DAL COLLETTO DI QUOTA 2260 ATTRAVERSO IL CIOTO DE BERTRAND

I TRACCIATI DI SALITA E DISCESA ALL’ALTEZZA DELLA GRANDE RADURA

FIORITURA DI RODODENDRI PRESSO LA GRANDE RADURA

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo, risalendo poi la Valle Vermenagna. Oltre Limone Piemonte, si supera il traforo del Colle di Tenda e si scende in Francia, alla testata della Val Roya. Si superano Viéve, Ténde e si giunge a Saint Dalmas de Ténde (79 km da Mondovì), da dove si svolta a sinistra nel Vallon de Levénse.

b) Da Ventimiglia (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si risale la Valle Roya superando Airòle, Brèil-sur-Roya, Saòrge e Fontàn e si raggiunge Saint Dalmas de Ténde (41 km da Ventimiglia), da dove si svolta a destra nel Vallon de Levénse.

 

Si risale il vallone alla base di verticali appicchi rocciosi fino al bel centro di villeggiatura di La Brìgue (765 m, 3 km dal bivio), da dove si prosegue a risalire la valle finchè questa si biforca: trascurato a destra il Vallon de la Madòne, lungo il quale si sale al santuario di Notre Dame des Fontaines, si prosegue a sinistra, nel solatio Vallon de Morignòle, fino al ponte che immette all’alpestre borgata di Morignòle, adagiata nello stretto e boscoso fondovalle (5 km da La Brìgue). Proseguendo oltre il paese lungo la strada, che diventa carrareccia sterrata ma con fondo accettabile, si risale la sinistra idrografica dell’assolato Vallon des Bêtes e, con un ultimo ampissimo tornante, si raggiunge l’insellatura della Baisse d’Ugail (1392 m, 4,5 km da Morignòle, possibilità di parcheggio), sullo spartiacque Morignòle – Réfrèi.

 

ITINERARIO

Dalla Baisse d’Ugail si trascura la prosecuzione della carrareccia, che scende nel Vallon de Réfrèi in direzione di Castel Tournòu, per seguire un sentierino (palina, segni gialli) che segue il filo del crinale boscoso. In una bella pineta, il sentiero prende quota con pendenze moderate, portandosi ben presto sul versante di Réfrèi. Raggiunto un panoramico poggio erboso, con un ulteriore traversone nel bosco il sentiero esce su una pista forestale proveniente dal fondovalle di Réfrèi: seguendola in moderata salita, si tagliano i fianchi boscosi della Quota 1663 e si giunge ad una sbarra (paline). Trascurando la prosecuzione della forestale, diretta ai lontani pascoli alla testata del Vallon de Réfrèi, si segue un sentierino a destra che, fra alte erbe, raggiunge in breve il crinale presso la boscosa Baisse de la Crousèta (1677 m, paline, h 0,30), boscosa insellatura sul largo costone che, originatosi presso la vetta del Monte Bertrànd, funge da spartiacque fra i valloni di Morignòle e di Réfrèi. 

Trascurato il sentiero che, a destra, scende ripido verso Morignòle (vedi anche itinerario Monte Bertrand – Anello di Morignòle), si prosegue dritti, lungo l’ampio crinale, con belle vedute sul Monte Saccarello. Nell’attraversamento di alcune ampie radure il sentiero sembra perdersi fra le alte erbe e le rigogliose ortiche, ma rimanendo vicini al crinale lo si ritrova sempre. Con marcia un po’ infastidita dalla vegetazione, ci si porta ora sul versante di Réfréi: presso un dosso fra gli alberi si incontra una costruzione ex-militare e due evidenti imbocchi di gallerie sotterranee. Si tratta del Fort de la Crousèta (1828 m, h 0,15 dalla Baisse de la Crousèta), incompiuto fortilizio facente parte del vasto complesso del Vallo Alpino. 

Dal forte si prosegue per poche decine di metri su una vecchia carrareccia inerbita, poi si svolta decisamente a destra per seguire un sentierino che si inoltra nel bellissimo lariceto (segno giallo su un tronco poco oltre lo stacco del sentiero). Con piacevole percorso a mezza costa, ancora una volta sul versante di Réfrèi, si prosegue nel pittoresco bosco e, con alcune serpentine su un dosso erboso, si giunge ad un’ampia, bellissima radura. Qui il sentiero scompare nell’erba, ed è il punto dove è più facile perderlo: non si deve attraversare la radura (al di là si incontrerebbero le tracce dirette al Colle del Vescovo, che percorreremo al ritorno), ma proseguire a destra, in decisa salita: in questo tratto il sentiero manca, ma se ne ritrova traccia in alto a destra, mentre con una diagonale nel rado bosco raggiunge un panoramico poggio erboso sul filo del crinale (palina, h 0,30 dal Fort de la Crousèta).

N.B.: se si proviene in senso inverso, cioè dalla cima del Monte Bertrànd, a questo punto bisogna fare attenzione, perché le frecce risultano ingannevoli: dalla palina non si deve continuare a scendere lungo l’invitante crinale erboso (che più in basso è interrotto da pericolosi salti rocciosi), ma bisogna deviare decisamente a destra e raggiungere l’inizio della grande radura dove, fra i primi alberi, si ritrova una marcata traccia di sentiero.

Si insiste lungo il crinale, ancora per un tratto erboso, seguendo alcuni evidenti ometti di sassi. Quando ricominciano i larici, tracce e segni di passaggio spariscono, e bisogna continuare per un tratto fra gli alberi, su vaghissime tracce, cercando di mantenersi il più possibile sul filo del crinale. Aggirato un grosso masso caratteristico sulla destra, si prosegue su terreno più comodo: ormai su terreno aperto, fra erba e detriti, si incontra una traccia più marcata (ometti e frecce rosse sbiadite) che con numerosi tornanti risale il lungo costolone ovest del Monte Bertrand. Con tortuoso percorso, il sentierino supera facilmente le basse fasce rocciose che caratterizzano questo versante della montagna, raggiungendo prima una marcata spalla e poi il vasto cupolone arrotondato dell’anticima ovest (ometto). Con percorso meno ripido, prima per un pendio sassoso e poi per gli ultimi prati, si guadagna l’ampia sommità del Monte Bertrand, dove sorge una grande croce metallica ed un piloncino in cemento (2482 m, h 1,10 dal poggio con palina, h 2,30 dalla Baisse d’Ugail, libro di vetta). Bellissimo panorama che va dalle Alpi Liguri alle Marittime, e sulle grandi vallate del Tanaro e della Roya. Verso Sud spicca la dorsale Missun – Saccarello

Dalla cima si segue l’ampio spartiacque verso sinistra (Nord), lungo un comodo pendio di detriti e magra erba (ometti): superato un caratteristico ricovero ex-militare in pietre a secco ancora in discrete condizioni, si continua a scendere per tracce fino ad incrociare (2400 m circa) la bella mulattiera chiamata “Strada Cannoniera”, che percorre tutto il crinale dal Colle di Tenda al Monte Saccarello. La si segue verso sinistra, in lieve discesa lungo l’erboso crinale, con belle vedute sul Marguarèis e sulle cime dell’alta Valle Roya. Raggiunta un’insellatura (ruderi di ricoveri), la mulattiera riprende a salire per breve tratto, taglia poco sotto l’arrotondata cupola erbosa della Cima di Velega (2386 m), raggiungibile in pochi minuti, quindi scende con più decisione fra pascoli e radi larici ad un marcato colletto erboso (2260 m circa) posto subito ad Est della poco pronunciata sommità della Cime de l’Evèque (2280 m), protesa interamente in territorio francese, sulla testata del Vallon de Réfrèi: qui si trovano alcune paline segnaletiche, e si incrocia la traccia proveniente dalla Baisse de la Crousèta, che si seguirà al ritorno. Bella vista sulla testata del Vallon de Réfrèi, in particolare sui colli della Perla e della Boaria. Proseguendo lungo la mulattiera, si effettua un ampio tornante in discesa, si passa accanto ai ruderi di alcuni baraccamenti ex-militari e si perde poi quota velocemente nel rado lariceto, fino all’ampia insellatura chiamata Colle del Vescovo (2158 m, h 1,00 dal Monte Bertrand). 

Con magnifiche vedute sul vallone e l’abitato di Upega, la larga mulattiera risale un dosso mantenendosi sulla sottile linea di cresta: mentre sul versante francese gli alberi si spingono fino al crinale, su quello italiano ripidi pendii erbosi ricoperti di rododendri scivolano verso il sottostante vastissimo lariceto del Bosco delle Navette, tagliato dalla serpeggiante rotabile ex-militare che unisce Monesi al Colle di Tenda. Con piacevolissimo percorso pressochè pianeggiante, la mulattiera taglia ancora un rilievo erboso e poi scende brevemente all’ampio colle erboso alla base della arrotondata Cima di Pertegà, denominato Colle delle Selle Vecchie (2099 m, paline, h 0,20 dal Colle del Vescovo). 

Dal colle si trascura la rotabile ex-militare che, mantenendosi sul lato italiano, traversa lungamente fino al ben visibile Passo di Framargal, per seguire la larga mulattiera che taglia, sul versante francese, le pendici della Cima di Pertegà. Con costante salita, la mulattiera traversa la testata dell’erboso Vallon de Bachialòn e, oltre un tratto intagliato nella roccia, quella del suo tributario Vallon de Sénéca. Con percorso ora pressochè pianeggiante, la mulattiera taglia ancora alcuni modesti vallonetti e si porta presso un colle erboso sulla cresta nord-ovest della Cima di Pertegà. Per ampi ripiani prativi, con splendide vedute sul Gruppo del Marguareis, la mulattiera raggiunge infine una sella erbosa (Colle di Capoves), da dove si affaccia sull’ampia testata del Vallone dei Maestri: con un breve tratto di ripida discesa si va ad intercettare la rotabile ex-militare a poca distanza dall’ampio valico del Colle dei Signori (o Colle del Lago dei Signori, 2111 m, paline). Scendendo a destra per una traccia fra i prati, si raggiunge in breve il vicino Rifugio Don Barbera (2079 m, h 0,45 dal Colle delle Selle Vecchie, h 4,30 dalla Baisse d’Ugail). 

Il ritorno si effettua lungo l’itinerario dell’andata fino al colletto erboso con paline (2260 m circa) subito ad Est della Cime de l’Evèque (h 1,20 dal rifugio). 

Qui, abbandonata la “Strada Cannoniera”, si valica il colletto e si segue un sentiero che scende, inizialmente piuttosto ripido, tagliando i ripidi pendii erbosi occidentali della Cima di Velega. Con minor pendenza, si supera un tratto franato (elementare), quindi si scavalcano due modesti rii, oltre i quali si continua a scendere tagliando in diagonale i ripidi pascoli del Ciòto de Bertrand, che costituiscono il versante occidentale dell’omonima cima. Superato un altro rio, si traversa alti sulla testata di un valloncello erboso dove sorge un gias e, con ampio semicerchio verso destra, si giunge ai margini della grande radura incontrata durante l’itinerario di salita, poco sotto il poggio erboso con paline. Attraversando tutta l’ampia radura in leggera discesa, fra radi larici e cespugli di rododendri, si va ad intercettare nuovamente il sentiero di salita, proveniente dalla Baisse de la Crousèta (h 0,30 dal colletto) all’inizio del bosco. 

Da qui nuovamente alla Baisse d’Ugail in h 0,50.

 

TEMPO TOTALE

h 7,15 circa

DISLIVELLO

1500 m circa 

DIFFICOLTA’

E molto allenati

ULTIMO SOPRALLUOGO

1° luglio 2010

PERIODO CONSIGLIATO

giugno - luglio e settembre - ottobre

COMMENTI

Bel giro, abbastanza lungo ma non eccessivamente faticoso, che consente di percorrere uno dei tratti di crinale più pittoreschi e panoramici delle Alpi Liguri. L’unico punto dove è possibile perdere il sentiero è all’altezza della grande radura sopra la Baisse de la Crousèta, ma prendendo pochi riferimenti non ci sono difficoltà, ed in ogni caso il terreno non è mai problematico. Possibilità di spezzare in due la traversata pernottando al Rifugio Don Barbera, gestito nel periodo estivo. Molto consigliata!