CARTINA CONSIGLIATA
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A.S.F.
scala 1:25.000 – Foglio 03
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CATEGORIA/ZONA
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ESCURSIONISMO
- ALPI LIGURI
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SCHEDA
N. 41 |
PUNTO
DI PARTENZA
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a)
Da Mondovì (uscita della A6 Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo
San Dalmazzo, risalendo poi la Valle
Vermenagna.
Oltre Limone Piemonte, si supera il traforo del Colle di Tenda e si scende
in Francia, alla testata della Val Roya. Si superano Viéve,
Ténde e si
giunge a Saint Dalmas de Ténde (79 km
da Mondovì), da dove si svolta a sinistra nel Vallon de Levénse.
b)
Da Ventimiglia (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si risale la Valle
Roya
superando Airòle, Brèil-sur-Roya, Saòrge e Fontàn e si raggiunge Saint Dalmas de Ténde (41 km
da Ventimiglia), da dove si svolta a destra nel Vallon de Levénse.
Si risale il vallone alla base di verticali appicchi rocciosi fino al bel
centro di villeggiatura di La
Brìgue
(765 m,
3 km
dal bivio), da dove si prosegue a risalire la valle finchè questa si
biforca: trascurato a destra il Vallon de
la Madòne, lungo il quale si sale al santuario di Notre Dame des
Fontaines, si
prosegue a sinistra, nel solatio Vallon de Morignòle, fino al ponte che
immette all’alpestre borgata di Morignòle,
adagiata nello stretto e boscoso fondovalle (5 km
da
La Brìgue). Proseguendo oltre il paese lungo la strada, che diventa carrareccia
sterrata ma con fondo accettabile, si risale la sinistra idrografica
dell’assolato Vallon des Bêtes
e, con un ultimo ampissimo tornante, si raggiunge l’insellatura della Baisse d’Ugail (1392 m,
4,5 km
da Morignòle, possibilità di parcheggio), sullo spartiacque Morignòle
– Réfrèi. |
ITINERARIO
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Dalla
Baisse d’Ugail si trascura la prosecuzione della carrareccia, che
scende nel Vallon de Réfrèi in direzione di Castel Tournòu, per
seguire un sentierino (palina, segni gialli) che segue il filo del
crinale boscoso. In una bella pineta, il sentiero prende quota con
pendenze moderate, portandosi ben presto sul versante di Réfrèi.
Raggiunto un panoramico poggio erboso, con un ulteriore traversone nel
bosco il sentiero esce su una pista forestale proveniente dal fondovalle
di Réfrèi: seguendola in moderata salita, si tagliano i fianchi
boscosi della Quota 1663 e si giunge ad una sbarra (paline). Trascurando
la prosecuzione della forestale, diretta ai lontani pascoli alla testata
del Vallon de Réfrèi, si segue un sentierino a destra che, fra alte
erbe, raggiunge in breve il
crinale presso la boscosa Baisse
de la Crousèta
(1677 m, paline, h
0,30), boscosa insellatura sul largo costone che, originatosi
presso la vetta del Monte Bertrànd, funge da spartiacque fra i valloni
di Morignòle e di Réfrèi.
Trascurato
il sentiero che, a destra, scende ripido verso Morignòle
(vedi anche itinerario Monte
Bertrand – Anello di Morignòle), si prosegue dritti, lungo
l’ampio crinale, con belle vedute sul Monte Saccarello.
Nell’attraversamento di alcune ampie radure il sentiero sembra
perdersi fra le alte erbe e le rigogliose ortiche, ma rimanendo vicini
al crinale lo si ritrova sempre. Con marcia un po’ infastidita dalla
vegetazione, ci si porta ora sul versante di Réfréi: presso un dosso
fra gli alberi si incontra una costruzione ex-militare e due
evidenti imbocchi di gallerie sotterranee. Si tratta del Fort de la
Crousèta (1828 m, h
0,15 dalla Baisse de la Crousèta), incompiuto fortilizio facente parte del vasto complesso del Vallo
Alpino.
Dal
forte si prosegue per poche decine di metri su una vecchia carrareccia
inerbita, poi si svolta decisamente a destra per seguire un sentierino
che si inoltra nel bellissimo lariceto (segno giallo su un tronco poco
oltre lo stacco del sentiero). Con piacevole percorso a mezza costa,
ancora una volta sul versante di Réfrèi, si prosegue nel pittoresco
bosco e, con alcune serpentine su un dosso erboso, si giunge ad
un’ampia, bellissima radura. Qui il sentiero scompare nell’erba, ed
è il punto dove è più facile perderlo: non si deve attraversare la
radura (al di là si incontrerebbero le tracce dirette al Colle del
Vescovo, che percorreremo al ritorno), ma proseguire
a destra, in decisa salita: in questo tratto il sentiero
manca, ma se ne ritrova traccia in alto a destra, mentre con una
diagonale nel rado bosco raggiunge un
panoramico poggio erboso sul filo del crinale (palina, h
0,30 dal Fort de
la Crousèta).
N.B.:
se si proviene in senso inverso, cioè dalla cima del Monte Bertrànd, a questo punto bisogna fare attenzione, perché le
frecce risultano ingannevoli: dalla palina non si deve continuare
a scendere lungo l’invitante crinale erboso (che più in basso
è interrotto da pericolosi salti rocciosi), ma bisogna deviare
decisamente a destra e raggiungere l’inizio della grande radura
dove, fra i primi alberi, si ritrova una marcata traccia di
sentiero.
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Si
insiste lungo il crinale, ancora per un tratto erboso, seguendo alcuni
evidenti ometti di sassi. Quando ricominciano i larici, tracce e segni
di passaggio spariscono, e bisogna continuare per un tratto fra gli
alberi, su vaghissime tracce, cercando di mantenersi il più possibile
sul filo del crinale. Aggirato un grosso masso caratteristico sulla
destra, si prosegue su terreno più comodo: ormai su terreno aperto, fra
erba e detriti, si incontra una traccia più marcata (ometti e frecce
rosse sbiadite) che con numerosi tornanti risale il lungo costolone
ovest del Monte Bertrand. Con tortuoso percorso, il sentierino supera
facilmente le basse fasce rocciose che caratterizzano questo versante
della montagna, raggiungendo prima una
marcata spalla e poi il vasto cupolone arrotondato dell’anticima
ovest (ometto). Con percorso meno ripido, prima per un pendio
sassoso e poi per gli ultimi prati, si guadagna l’ampia sommità del Monte Bertrand, dove sorge una
grande croce metallica ed un piloncino in cemento (2482 m, h
1,10 dal poggio con palina, h 2,30
dalla Baisse d’Ugail, libro di vetta). Bellissimo panorama che va
dalle Alpi
Liguri alle Marittime, e sulle grandi vallate del Tanaro e
della Roya. Verso Sud spicca la
dorsale Missun – Saccarello.
Dalla
cima si segue l’ampio spartiacque verso sinistra (Nord), lungo un
comodo pendio di detriti e magra erba (ometti): superato un
caratteristico ricovero ex-militare in pietre a secco ancora
in discrete condizioni, si continua a scendere per tracce fino ad
incrociare (2400 m
circa) la bella mulattiera chiamata “Strada
Cannoniera”, che percorre tutto il crinale dal Colle di Tenda al
Monte Saccarello. La si segue verso sinistra, in lieve discesa lungo
l’erboso crinale, con belle vedute sul Marguarèis e sulle cime
dell’alta Valle Roya. Raggiunta un’insellatura (ruderi di ricoveri),
la mulattiera riprende a salire per breve tratto, taglia poco sotto
l’arrotondata cupola erbosa della Cima di Velega (2386 m), raggiungibile in pochi minuti, quindi scende con più decisione fra
pascoli e radi larici ad un marcato colletto erboso (2260 m
circa) posto subito ad Est della poco pronunciata sommità della Cime
de l’Evèque (2280 m), protesa interamente in territorio francese, sulla testata del Vallon
de Réfrèi: qui si trovano alcune paline segnaletiche, e si incrocia la
traccia proveniente dalla Baisse de la Crousèta, che si seguirà al ritorno. Bella vista sulla testata del Vallon de Réfrèi,
in particolare sui
colli della Perla e della Boaria. Proseguendo
lungo la mulattiera, si effettua un ampio tornante in discesa, si passa
accanto ai ruderi di alcuni baraccamenti ex-militari e si perde poi
quota velocemente nel rado lariceto, fino all’ampia insellatura
chiamata Colle del Vescovo (2158 m, h 1,00
dal Monte Bertrand).
Con magnifiche vedute sul vallone e l’abitato di
Upega, la larga mulattiera risale un dosso mantenendosi sulla sottile
linea di cresta: mentre sul versante francese gli alberi si spingono
fino al crinale, su quello italiano ripidi pendii erbosi ricoperti di
rododendri scivolano verso il sottostante vastissimo lariceto del Bosco
delle Navette, tagliato dalla serpeggiante rotabile ex-militare che
unisce Monesi al Colle di Tenda. Con piacevolissimo percorso pressochè
pianeggiante, la mulattiera taglia ancora un rilievo erboso e poi scende
brevemente all’ampio
colle erboso alla base della arrotondata Cima di Pertegà,
denominato Colle delle Selle
Vecchie (2099 m, paline, h
0,20 dal Colle del Vescovo).
Dal
colle si trascura la rotabile ex-militare che, mantenendosi sul lato
italiano, traversa lungamente fino al ben visibile Passo di Framargal,
per seguire la larga mulattiera che taglia, sul versante francese, le
pendici della Cima di Pertegà. Con costante salita, la mulattiera
traversa la testata dell’erboso Vallon de Bachialòn e, oltre un tratto
intagliato nella roccia, quella del suo tributario Vallon de Sénéca.
Con percorso ora pressochè pianeggiante, la mulattiera taglia ancora
alcuni modesti vallonetti e si porta presso un colle erboso sulla cresta
nord-ovest della Cima di Pertegà. Per ampi ripiani prativi, con
splendide vedute sul Gruppo del Marguareis, la mulattiera raggiunge
infine una sella erbosa (Colle di
Capoves), da dove si
affaccia sull’ampia testata del Vallone dei Maestri: con un
breve tratto di ripida discesa si va ad intercettare la rotabile
ex-militare a poca distanza dall’ampio valico del Colle
dei Signori (o Colle del Lago dei Signori,
2111 m, paline). Scendendo
a destra per una traccia fra i prati, si raggiunge in breve
il vicino Rifugio
Don Barbera (2079 m, h
0,45 dal Colle delle Selle Vecchie, h
4,30 dalla Baisse d’Ugail).
Il
ritorno si effettua lungo l’itinerario dell’andata fino al colletto
erboso con paline (2260 m
circa) subito ad Est della Cime de l’Evèque (h
1,20 dal rifugio).
Qui,
abbandonata la “Strada Cannoniera”, si valica il colletto e si segue
un sentiero che scende, inizialmente piuttosto ripido, tagliando i
ripidi pendii erbosi occidentali della Cima di Velega. Con minor
pendenza, si supera un tratto franato (elementare), quindi si scavalcano
due modesti rii, oltre i quali si continua a scendere tagliando in
diagonale i ripidi pascoli del Ciòto
de Bertrand, che costituiscono il versante occidentale
dell’omonima cima. Superato un altro rio, si traversa alti sulla
testata di un valloncello erboso dove sorge un gias e, con ampio
semicerchio verso destra, si giunge ai margini della grande radura
incontrata durante l’itinerario di salita, poco sotto il poggio erboso
con paline. Attraversando tutta l’ampia radura in leggera discesa, fra
radi larici e cespugli di rododendri, si va ad intercettare nuovamente
il sentiero di salita, proveniente dalla Baisse de la Crousèta
(h
0,30 dal colletto) all’inizio del bosco.
Da
qui nuovamente alla Baisse d’Ugail in h
0,50. |
TEMPO
TOTALE
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h 7,15 circa
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DISLIVELLO
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1500 m
circa
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DIFFICOLTA’
|
E molto allenati
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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1°
luglio
2010
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PERIODO
CONSIGLIATO
|
giugno - luglio e settembre - ottobre
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COMMENTI
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Bel giro, abbastanza lungo ma non eccessivamente
faticoso, che consente di percorrere uno dei tratti di crinale più
pittoreschi e panoramici delle Alpi Liguri. L’unico punto dove è
possibile perdere il sentiero è all’altezza della grande radura sopra
la Baisse
de
la Crousèta, ma prendendo pochi riferimenti non ci sono difficoltà, ed in ogni
caso il terreno non è mai problematico. Possibilità di spezzare in due
la traversata pernottando al Rifugio Don Barbera, gestito nel periodo
estivo. Molto consigliata!
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