Si
segue per breve tratto la stradina, ancora asfaltata, che si inoltra con
moderata pendenza nel basso Vallone Antolina: dopo pochi minuti, ad un
bivio con palina, la si abbandona per seguire la larga mulattiera sulla
sinistra (segnavia GTA)
diretta al Colle del Rastèl. Dopo un primo breve tratto pressoché
pianeggiante in una splendido rado lariceto, la mulattiera inizia a
risalire il ripido pendio boscoso con lunghissima serie di erte e
faticose serpentine: a tratti, fra gli alberi, si può godere di begli
scorci sull’alta catena Pan
di Zucchero – Rocca Rossa – Pic d’Asti, alla testata
del Vallone dell’Agnello. Molto più in alto la salita cessa quasi
improvvisamente: il sentiero si allunga quindi a mezza costa verso
sinistra, assecondando le sinuosità di alcuni costoni erbosi. Superata
una selletta alberata, ci si affaccia ad una splendida vasta conca
pascoliva: poco sopra sorgono le ristrutturate Grange
Torrette (2222 m, h
0,45), dominate
dagli aspri contrafforti rocciosi della Tour Real.
Proseguendo
con andamento quasi pianeggiante, il sentiero percorre tutta la lunga
conca, appartenente all’impluvio del sottostante Vallon
Tirabuc e articolata in vallette e dossi erbosi: pittoresco risulta un
piccolo laghetto, alle spalle del quale si inquadra il gruppo
del Pan di Zucchero. Con decisa svolta a destra, il sentiero (qui
piuttosto rovinato, ancorchè segnalato coi bolli bianco-rossi) si
dirige verso lo sbocco inferiore del selvaggio Vallon Subirane, dal
quale precipita una bella cascata. Lasciate poco sopra il sentiero le
modeste Grange Martinet, si superano alcuni piccoli rii e ci si approssima
al corso d’acqua principale: subito prima di oltrepassarlo, si
abbandona il sentiero segnalato e si punta direttamente verso
l’alto (h
0,15 dalle Grange Torrette).
Si
costeggia per un tratto il rio, quindi si
individua una specie di labile traccia che risale a zig zag il pendio
erboso di destra: seguendola, si sale fra radi larici a fianco della
cascata e, incontrata una traccia più marcata, si guadagna con fatica
l’orlo del superiore ripiano pascolivo (recinti per bestiame).
Attraversato interamente il pascolo tendendo verso destra con salita
moderata, si
giunge sulle sponde del rio (in alto altra bella cascata),
che va costeggiato per breve tratto: appena possibile conviene superarlo
e portarsi sui ripidi pendii erbosi della sinistra idrografica. Qui,
senza percorso obbligato, si sale in direzione dell’evidente
pendio-canale erboso a destra della cascata,
che si raggiunge con
fatica ma senza difficoltà. Rimontando il pendio-canale, si
reperisce anche una marcata traccia (che probabilmente si mantiene
costantemente più a destra del percorso da noi seguito) che, con alcuni
ripidi tornanti finali, consente di raggiungere il bellissimo ripiano
erboso che costituisce la testata del selvaggio Vallon
Subirane (h 1,00 da dove si abbandona il
sentiero segnalato). Bellissima veduta, alle spalle, sul gruppo
del Monviso, che incombe alle spalle della più modesta Punta
Tre Chiosis. In alto a destra, invece, alla base delle rocce del
versante meridionale della Tour Real, appare una
grossa casermetta.
La
traccia, ora nuovamente molto labile, percorre l’ondulato ripiano
pascolivo, fra erba e massi: superata una lingua di pietrame, sale
poi a destra sul ripido pendio e, con un ampissimo tornante, taglia
alla base delle rocce portandosi sotto
la casermetta, che raggiunge subito dopo (h
0,40 dall’ultimo ripiano). Bellissima veduta sulla
fronteggiante Cima di Pienasèa, con le impressionanti fiumane
detritiche del suo fianco settentrionale.
N.B.:
volendo, è anche possibile evitare il lungo giro della traccia
risalendo direttamente il ripido pendio erboso di fianco alla lingua di
pietrame, ritrovando poi il tracciato in alto, alla base delle rocce.
La
casermetta
addossata alla roccia, ancora in discrete condizioni, è fornita di una
caratteristica scalinata a forma di “L” che raggiunge l’ingresso,
situato al primo piano fuori terra. Dal ballatoio al termine della scala
si gode di spettacolare panorama a volo d’uccello sulla conca di
Chianale e sul Monviso.
Dalla
casermetta evidentissimi
segni gialli proseguono verso sinistra: raggiunto un colletto
panoramico, i segnavia guidano verso l’alto con una serie di
serpentine su
ripido pendio di erba e pietrame, giungendo all’attacco
delle rocce. Con un traversone verso sinistra (all’inizio breve
gradino attrezzato con corda fissa) si raggiunge l’ultimo
breve pendio detritico con grossi massi che consente di guadagnare lo
spettacolare Colletto della Tour
Real (2841 m, h
0,20 dalla casermetta), aperto fra il lungo crestone
nord-occidentale della Cima di Pienasèa e l’ardita
e caratteristica Tour Real
(2877 m, immediatamente a nord del colletto). Sul versante
opposto a quello di salita appare l’ampia
testata del Vallone Antolina, con il Lago Nero ed il più
lontano Lago Blu. Su un ripiano a sinistra si nota il Lago delle
Cavalle, mentre sull’ampio altipiano del Col Longet giacciono i
pittoreschi Laghi Bes e l’allungato Lac Longet. Su tutto, domina
l’ardito torrione del Roc de la Nièra (3177 m).
Si
scende ora dall’altra parte, lungo una precaria traccia fra terra e
pietrame: dopo pochi metri di discesa (ometto), si trascura sulla destra
la prosecuzione dei segnavia gialli che salgono in direzione della via
normale alla Tour Real (vedi anche itinerario Tour
Real – Via normale), e si prosegue a scendere lungo la
traccia, segnalata ora solo da ometti di pietre. Con percorso facile ma
che richiede attenzione per via della friabilità, si perde quota sulla
pietraia quindi, presso un bivio, si sceglie la traccia di destra, che
traversa alla base della Tour Real e si porta su
terreno decisamente meno precario. Con comodo percorso a
mezza costa la traccia perde quota lungo pendii prima terrosi, quindi
erbosi, portandosi infine sulle sponde del meraviglioso Lago
Nero (2591 m, h 0,30 dal colletto).
Costeggiato
in piano tutto il lago sulla sua sponda destra (est), si
giunge presso il suo emissario: scendendo lungo una poco marcata traccia
che si mantiene sulla sponda destra del modesto rio , e che lo guada
solo più in basso, seguendo una delle molte tracce di bestiame si va ad
intercettare l’ampia mulattiera segnalata del Vallone Antolina, poco a valle del Lago Blu (h
0,30 dal Lago Nero).
Non rimane ora che seguire in discesa l’ampio
tracciato che, con percorso tortuoso ed in verità un po’ monotono,
discende tutto l’ampio Vallone Antolina. Con un ampissimo tornante si
giunge, più in basso, in vista dell'alveo del Rio Antolina (emissario
del Lago Blu, che scorre in una lunghissima gola rocciosa con una serie
di impetuose cascate): presso un panoramico ripiano erboso sorgono i
ruderi delle pittoresche Grange
Antolina (2298 m, vedi anche itinerario Rocca
Bianca). Entrato nel bosco, il sentiero continua a scendere
con numerosi ripidi tornanti fino ad uscire in un ampio parcheggio
sterrato, alla confluenza del Vallone Antolina con quello di Saint Veràn
(paline per il colle omonimo). Seguendo in moderata discesa la stradetta
asfaltata, prima nel lariceto e poi per prati, si ritorna velocemente al
parcheggio inferiore, da cui si era partiti (h 1,30 dall’incrocio con la
mulattiera).