29. Giro delle grotte della Rocca di Perti

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI 1:25.000 - foglio 20

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - SU E GIU' PER LA RIVIERA LIGURE

SCHEDA N. 29

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

L’INGRESSO DELL’ARMA DELLA ROCCA DI PERTI, IMMERSO NELLA VEGETAZIONE

LA VAL PORA, CON L’AUTOSTRADA A10 E L’ISOLA GALLINARA SULLO SFONDO, DA UNO DEI FINESTRONI DELL’ARMA SUPERIORE DELLA ROCCA DI PERTI

 

INTRODUZIONE

Nell'immediato entroterra di Finale Ligure, e precisamente sopra all'antico nucleo di Finalborgo, si origina un costone inizialmente boscoso che si allunga verso Nord, a separare i bacini dei torrenti Pora ed Aquila. Subito sopra Finalborgo due imponenti opere fortificate di origine medioevale, Castel San Giovanni e Castel Govone, dominano il paesaggio ed un consistente tratto di costa. Oltre l'ampia sella dove sorgono le poche case di Perti Alto, il costone si fa più ripido e selvaggio e, fra fitto bosco ed affioramenti rocciosi, continua a salire fino ad allargarsi all'ampio tavolato, sorretto su tre lati da potenti pareti rocciose verticali, che culmina con la vetta della Rocca di Perti ( 397 m ). La Rocca costituisce una delle falesie di arrampicata più note e frequentate del Finalese, grazie alla comodità degli accessi, alla varietà delle vie ed alla panoramicità della sommità, da cui la vista spazia dai monti del Beigua all'Isola Gallinara.

Alla base delle pareti occidentali della rocca si aprono diverse interessanti cavità, alcune anche piuttosto estese, che meritano certamente una visita, anche per l’ambiente particolare in cui sono incastonate.

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Finale Ligure (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si scende a Finalborgo, dove si parcheggia presso una delle due porte della città (parcheggi a pagamento nel periodo estivo).

 

ITINERARIO

Dalla centrale Piazza Garibaldi di Finalborgo si procede verso l’antico Tribunale lungo Piazza Aicardi. Seguendo un archivolto a destra si imbocca la tortuosa Via delle Fabbriche (segnavia VP della “Via del Purchin, vedi anche itinerario n. 19 in senso inverso), che prosegue stretta fra le case verso lo sbocco della Valle dell’Aquila. Giunti ad un bivio presso i grandi lavatoi pubblici, si prosegue a sinistra lungo una stretta stradina pianeggiante (Via Romana), fra orti e vecchi coltivi. Con alcuni decisi cambi di direzione, sempre indicati dai segnavia VP, la stretta stradina raggiunge un gruppo di vecchie case ormai alla base dello sperone meridionale di Sant’Antonino, ultima propaggine della Rocca Carpanèa: presso un curioso spazio recintato dove vigilano numerosissimi nani da giardino (borgata Sottoripa), la stradina inizia a salire più decisamente, delimitata da alti muretti in pietra e dominata da un monumentale esemplare di pino marittimo. Con ripida ma breve salita si giunge alla caratteristica borgata Bolla, dove si incontra un bivio. Trascurata a sinistra la prosecuzione della “Via del Purchin”, si prosegue dritti, superando un sottopasso: si continua ora su una mulattiera attraverso fasce abbandonate e antiche case, in gran parte restaurate. Entrati nel bosco, si lascia a destra una diramazione diretta verso la Cascina del Burlo (vedi itinerario n. 24) per continuare a sinistra, con un tratto di ripida salita lastricata che con fondo bagnato può risultare scivolosa (attenzione specie in discesa). Nuovamente pianeggiante, la mulattiera si inserisce nel solco della Valle Urta e, nei pressi dell’antica chiesa sconsacrata di San Benedetto, si inserisce nella stradina asfaltata proveniente da Perti Alto e diretta a Montesordo. Seguendo la comoda stradicciola si giunge in breve al piccolo agglomerato delle Case Valle, poste sul fondo della Valle Urta e dominate dal rosso appicco meridionale di Bric Scimarco (h 0,45 da Finalborgo).

Continuando lungo la stretta rotabile asfaltata, si risale interamente la piccola Valle Urta, fra bosco e antichi poderi, giungendo velocemente al piccolo parcheggio al termine della strada, poco a valle delle poche case rurali di Montesordo (h 0,20 da Case Valle, fontana).

All'estremità sinistra del parcheggio (cartello per " Rocca di Perti") si prende un sentiero, all'inizio un po' incerto, che inizia a salire con pendenza sostenuta nel fitto bosco. Arrivati ad un bivio, si segue il ripidissimo ramo di destra (a sinistra prosegue la traccia della via normale alla Rocca di Perti), che raggiunge più in alto la traccia che aggira in quota tutta la rocca; la si segue verso destra e si raggiunge così la base dello spigolo Nord, dove attacca una delle più facili ma interessanti vie alpinistiche della zona. Si prosegue in leggera discesa alla base delle imponenti placconate della parete Ovest della Rocca di Perti, con belle vedute sull’alta Valle Pora e sulla zona del Melogno e del Monte Carmo: in corrispondenza di una placchetta rocciosa a sinistra, si abbandona il sentiero e, risalita la breve placchetta per ricce scalinate, si giunge ad un ripiano alla base della parete, presso l’evidente ingresso dell’Arma della Rocca di Perti (260 m, scritta "VIA STORICA - NICORA" sulla roccia, h 0,15 dal parcheggio, 98 del catasto grotte).

È un ampio cunicolo tortuoso che si insinua nelle viscere della montagna: il posto è piuttosto frequentato (come testimonia un curioso cartello all’ingresso) per via dell’attacco della storica via “Il Vecchio” per la gettonatissima “variante Nicòra”, tuttavia ben pochi sono quelli che perdono un po’ di tempo per addentrarsi nel buio cunicolo. Dopo una breve sala iniziale, ancora illuminata dalla luce del sole, il cunicolo effettua una “S” e la luce cala (necessaria la torcia elettrica): con percorso praticamente pianeggiante la grotta prosegue per un buon tratto, presentando interessanti concrezioni ed anche diversi punti con il classico “effetto oro”. Molto bella una parete con concrezioni carbonatiche bianche, che dà quasi un effetto “ghiaccio”. La grotta termina in una saletta dalle pareti arrotondate, da dove sembra partire un più stretto cunicolo impraticabile. Dal tratto mediano della grotta si diparte, verso sinistra, un altro ramo più stretto: superato un breve gradino (), si segue il solco inizialmente restando un po’ più alti, sulla sponda di sinistra, poi scendendo sul fondo. Oltre una svolta si incontra una strozzatura, che va superata strisciando in maniera un po’ scomoda ma fattibile: al di là della strozzatura la galleria torna ad allargarsi un po’, e si giunge così ad un piccolo pozzo che interrompe il cunicolo. Oltre il pozzo (attenzione, fanghiglia scivolosa) il cunicolo si stringe ulteriormente impedendone la percorrenza, mentre sul fondo del piccolo pozzo si scorge, in lontananza, la luce del sole, che probabilmente filtra da alcune fessure.

Ritornati al ripiano antistante la grotta, si risalgono con attenzione le roccette sulla destra per una rampa ripida ma gradinata di 5 o 6 metri (I°+): dal sommo del saltino, seguendo vaghe tracce fra la boscaglia, si rimontano altri due minori e più facili risalti e, traversando brevemente a destra, si raggiunge l’ingresso dell’Arma superiore della Rocca di Perti (275 m, h 0,05 dall’Arma della Rocca di Perti, 216 del catasto grotte).

Si tratta di una delle cavità più singolari e caratteristiche del Finalese: è una bellissima grotta su due livelli, non molto profonda, scavata in una roccia gialla molto suggestiva. La sala inferiore, in cui sul pavimento si apre un cunicolo che scompare sottoterra, è pressoché rettilinea con uno sviluppo di circa 10 metri per 3 metri di larghezza: dall’interno, l’ingresso appare di una curiosa forma a goccia, quasi come un gigantesco occhio aperto verso l’alta Valle Pora. Sulla destra, in alto, un’ampia apertura nella volta consente il collegamento con la sala superiore: grazie ad una corda fissa, si risale la ripida paretina gradinata (II°, attenzione esposto!) e, superate due successive strozzature, si giunge al livello superiore della grotta. Qui una grossa colonna consente due uscite in parete: a destra su una stretta cengia (esposta!) che, grazie anche ad una corda fissa, consente di aggirare uno spigolo in piena parete e di raggiungere un ampio anfratto da dove partono diverse vie di arrampicata; a sinistra, su una cengia meno esposta che va a collegarsi in breve con un’altra piccola grotticella, caratteristica per la finestrella che si affaccia in piena parete.

Ritornati con attenzione al ripiano antistante l’Arma della Rocca di Perti, si va a riprendere il sentiero che costeggia alla base la parete della Rocca, seguendolo verso sinistra. Con qualche saliscendi si prosegue nell’aggiramento della rocca, si scende un breve gradino di 1 metro e si raggiunge la falesia denominata “Tre Porcellini”. Di qui si prosegue in salita a sinistra, sempre rasentando la base della parete: lasciata a sinistra una breve diramazione attrezzata che sale all’attacco di alcune vie, si continua dritti nel bosco, che qui diviene assai fitto. Il sentierino, a tratti invaso dalla prorompente vegetazione, sale faticosamente un ripido pendio con numerosi tornanti, fino ad un bivio (paline in legno): abbandonando temporaneamente il sentiero fin qui seguito, si prende la diramazione a sinistra (indicazione “Falesia degli Dei”). Con faticosa salita, per bosco e cespugliame, si guadagna un basso gradino attrezzato, che sale anche grazie ad una breve corda fissa e ad un breve corrimano. Oltre questo punto, si prosegue a salire per ripide tracce fino alla base della parete: risalendo un ultimo breve gradino roccioso presso un alberello (II° grado, 2 metri) si giunge nel grande antro della Grotta dei Tre Solai (h 0,30 dall’Arma della Rocca di Perti, 178 del catasto grotte).    

L’apertura misura circa 6 m di larghezza per altrettanti di altezza, e si inoltra nella montagna per una dozzina di metri. Verso il fondo compie una leggera curva verso sinistra. Sembra sia stata utilizzata in passato come abitazione umana, anche in base ai ritrovamenti di cocci ceramici effettuati nei primi anni del Novecento.

Ritornati al bivio con paline di legno, si continua sul sentiero che prosegue a traversare sotto le pareti della Rocca: con un tratto in discesa a tornanti si rientra nel bosco e, passando poco sotto la falesia denominata “Ombre Blu”, si scende infine ad intercettare la carrareccia sterrata che dalla strada Finale-Calice Ligure sale alla cava dismessa della Rocca di Perti, proprio in corrispondenza della sbarra del divieto di transito. Si segue la sterrata verso sinistra, in lieve salita, si lascia a destra il sentierino per la falesia “Placca dell’Oasi” e, con un ultimo breve strappo, si esce sull’ampio piazzale inerbito della ex Cava della Rocca di Perti. Ci si immette a questo punto sul sentiero segnalato VP della “Via del Purchin” (vedi itinerario n. 19): proseguendo verso sud si giunge sul margine dell’immenso piazzale, da dove si scende nel bosco per un tratto ripido (corrimano di legno). Con una serie di tornanti si perde quota nella fitta boscaglia, quindi si traversa lungamente in piano, alti sulla Valle Pora, fino a raggiungere le poche case rurali di Perti Alto, proprio nei pressi della chiesa di Sant’Eusebio. Qui si incrocia la stradina asfaltata che sale da Finale Ligure. Attraversata la stradina, si imbocca la discesa lastricata di fronte all’osteria (“Strada Beretta”), che spiana ben presto e che traversa in quota (sul versante Valle dell’Aquila) alla base del cocuzzolo su cui sorgono i resti del Castel Govone. Al termine del lungo traversone la stradina lastricata inizia a scendere, dapprima rettilinea, poi con alcuni tornanti, fin nei pressi dell’ingresso del Castel San Giovanni, grossa fortezza che domina direttamente Finaborgo. Un’ultima discesa a tornanti conduce infine nuovamente nel paese, in Piazza del Tribunale (h 1,00 dalla Grotta dei Tre Solai).

 

TEMPO TOTALE

h 3,00 circa (esclusi i tempi per l’esplorazione delle grotte) 

DISLIVELLO

350 m circa

DIFFICOLTA’

EE (orientamento semplice, qualche difficoltà nell’accesso alla grotta superiore)

ULTIMO SOPRALLUOGO

27 aprile 2018

PERIODO CONSIGLIATO

dall'autunno alla primavera

COMMENTI

Gita assai poco faticosa, che somma ad un giro forse tra i più classici e frequentati del Finalese la visita ad alcune cavità che sono invece spesso ignorate dal turista. In special modo, riserva sorprese l’Arma della Rocca di Perti: nonostante il gran numero di arrampicatori che partono proprio di fronte all’ingresso (spesso magari con poco rispetto per l’ambiente circostante), quanti possono dire di essere entrati ad esplorare l’antro? Spettacolare, invece, l’Arma superiore, veramente da vedere! Un po’ anonima e senza spunti di interesse particolari, invece, la Grotta dei Tre Solai.