27. Traversata Monte Pesalto - Poggio Ceresa

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI 1:25.000 - foglio 20

CATEGORIA/ZONA

ESCURSIONISMO - SU E GIU' PER LA RIVIERA LIGURE

SCHEDA N. 27

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

LA ROCCA DELL’UOMO E LA PIANA TRA CERIALE E ALBENGA SALENDO AL MONTE PESALTO

LA PIANA DI ALBENGA E L’ISOLA GALLINARA DALLA CRESTA NORD DEL MONTE PESALTO

IL CASTELLO DI CONSCIENTE AI PIEDI DELLA ROCCIOSA ROCCA LIVERNA’: SULLO SFONDO, INNEVATO, IL GRUPPO DEL MONTE SACCARELLO

IL MONTE PESALTO DALLA VETTA DEL POGGIO CERESA

GIOCHI D’ACQUA IN VALLE IBA’

 

INTRODUZIONE

La Valle Ibà è un selvaggio vallone che, dai pressi dell'abitato di Peagna (frazione di Ceriale) si incunea per quasi 6 km fra i massicci del Monte Croce-Poggio Grande e del Monte Pesalto-Poggio Cerèsa, parallelamente alle maggiori valli Neva e Varatella.

Il Rio Ibà, che la incide interamente dalla testata, oltre l'abitato di Peagna e fino al mare prende il nome di Torrente Torsèro: in questo tratto è stata istituita, a partire dal 1985, la Riserva Regionale del Rio Torsèro, con lo scopo di tutelare uno dei più interessanti siti di affioramento di fossili marini del periodi pliocenico del nord Italia. A Peagna un interessante museo (Museo Silvio Lai) custodisce numerosi reperti fossili raccolti nel sito, oggi purtroppo notevolmente impoverito da decenni di miopi interventi edilizi ed infrastrutturali, oltre che dal degrado ambientale.

Il Monte Pesalto, che si allunga come una prua di nave verso Campochiesa e che costituisce la prima parte della dorsale sulla destra idrografica della valle, è di accesso piacevole e consente di ammirare un vasto panorama sulla Piana di Albenga e, verso nord, sulle cime delle Alpi Liguri meridionali. Proseguendo lungo la dorsale, si raggiunge anche la sommità del Poggio Cerésa, sormontata da numerose antenne e da una piccola cappella, da cui si gode di panorama ancora più ampio, specie verso nord. La discesa per il sentiero P1, ripido e sconnesso, consente di raggiungere il fondo della Valle Ibà dove, specie a primavera, il percorso di ritorno è ingentilito dai numerosi laghetti e cascatelle del pittoresco rio.

 

PUNTO DI PARTENZA:

Da Borghetto Santo Spirito  (uscita dell'autostrada A10 Genova-Ventimiglia) si segue la strada verso Ceriale, superando Capo Santo Spirito: raggiunta la grande rotonda ovale presso la chiesa di San Rocco, si devia a destra lungo Via Romana. Dopo circa 1 km, presso un semaforo, si svolta ancora a destra, in salita, lungo Via Nuova di Peagna: superata l'autostrada, si prosegue fra orti e coltivi fino ad un bivio. Si prende la stradina a sinistra e, dopo pochi metri, si svolta ancora a destra, in salita, fino a che la strada diviene sterrata. Visto il fondo molto sconnesso, è consigliabile parcheggiare qui l’auto (9 km circa da Borghetto Santo Spirito, piccola piazzola a sinistra).

 

ITINERARIO

Si continua lungo la carrareccia sterrata, dal fondo assai sconnesso nella prima parte, sfiorando orti e alcune case fin presso uno spiazzo (h 0,15, tabellone indicatore del "Sentiero Naturalistico" che nel marzo 2018 risulta divelto). 

Trascurata la prosecuzione della sterrata (segnavia e P1, vedi anche itinerario n. 18), si prende l’evidente sentiero che sale a sinistra fra gli alberi: con ampi tornanti il ben marcato sentiero, che dopo un centinaio di metri risulta anche segnalato con tacche blu, guadagna velocemente quota sul filo del costone orientale del Monte Pesalto, fra cespugli e boschetti. A tratti si apre una bella veduta sulla fronteggiante dorsale Monte Croce – Monte Acuto e, alle nostre spalle, sulla Piana di Albenga. Con alcuni tratti sassosi sulla linea di massima pendenza si continua a salire, fino ad una radura presso la traccia di un elettrodotto: trascurata a sinistra una traccia che traversa verso Campochiesa, si prosegue la salita con uno stretto tornante e, aggirato un cocuzzolo roccioso, si guadagna il filo della cresta sud-orientale del Monte Pesalto. Proseguendo lungo la panoramica dorsale, in salita in questo tratto meno ripida, si va a scavalcare la prima modesta elevazione detta Rocca dell’Uomo (557 m, croce di legno), quindi si scende ad un’ampia insellatura erbosa preceduta da un curioso accumulo di grossi massi che si aggira sulla destra.

Dalla sella un tratto di sentiero in ripida salita consente di giungere alla base di una modesta fascia rocciosa, che si aggira leggermente a sinistra. Raggiunta la sommità di una spalla, si insiste a poca distanza dalla linea di cresta, per erba e roccette: un tratto roccioso si supera lungo una poco accennata frattura in diagonale verso sinistra, quindi per l’ultimo breve tratto di cresta, che via via diminuisce la pendenza, si giunge sulla panoramica sommità del Monte Pesalto (686 m, h 1,15 da dove si abbandona la sterrata, croce). Splendido panorama sulla piana di Albenga e sull'Isola Gallinara, sul paese di Ceriale, su tutto lo svolgimento della Valle Ibà e, oltre la sua testata, sulle Alpi Liguri, con il Monte Carmo che incombe.

Dalla cima si continua a scendere lungo l’evidente crinale, in direzione dell’ampia sella fra Monte Pesalto e Poggio Ceresa, riconoscibile per le antenne che sorgono sulla sua vetta. Dopo un primo tratto di discesa si aggira a destra una spalla di roccette su cui sorge una piccola croce, quindi si continua la discesa fino a giungere all’ampia insellatura prima menzionata, fra fitti cespugli e radi alberi. Trascurato il sentiero con segnavia che scende a sinistra, in direzione di Sàlea d'Albenga, si continua lungo il crinale (segnavia __), che riprende a salire piuttosto decisamente: sfiorato il tracciato di un’antica teleferica (basamenti in pietre e un vecchio pilone in legno ancora in piedi), si giunge ad un colletto presso un grosso masso, poco oltre il quale si incontra un bivio. Trascurato il sentierino senza segnavia che va a destra (andando a collegarsi con il sentiero di segnavia e P1 della Valle Ibà), si prosegue a sinistra (sempre segnavia __), traversando un breve prato e riprendendo poi la salita fra erba, rocce e cespugli. Scavalcato verso destra il costone, si giunge infine nell’ultima valletta erbosa alla testata della Valle Ibà; risalendo la pittoresca valletta sulla destra idrografica, fra splendide fioriture, si rimonta l’ultimo ripido pendio che consente di guadagnare la sommità del Poggio Ceresa (o Pizzo Ceresa, 714 m, h 0,45 dal Monte Pesalto). Fra le grandi antenne per telecomunicazioni che sorgono sull’ampia spianata della vetta sorge anche una pittoresca piccola cappella. Panorama ancora più esteso che dal Monte Pesalto, specie sulle Alpi Liguri.

Seguendo in discesa l’ampia carrareccia che si origina dal vasto piazzale sulla vetta (paline, vedi anche itinerario n. 21), si oltrepassa il bivio a sinistra per Poggio Eresèa e Zuccarello (vedi itinerario Anello Poggio Cerèsa - Valle Aùzza) e si prosegue poi praticamente in piano lungo il comodo sterrato, che si mantiene poco sotto la linea di cresta sul versante marittimo. Attraverso pittoreschi boschetti, alternati a tratti più aperti e panoramici, si trascura a sinistra lo stacco di un sentiero (paline, segnavia ¨ oltre alle sigle P1 e P5, vedi anche itinerario Anello Poggio Cerèsa - Valle Aùzza) e si prosegue piacevolmente lungo la carrareccia. Giunti alla base del rilievo sommitale di Poggio Grande, la carrareccia prende quota con alcuni ampi e comodi tornanti (accorciatoie), quindi riprende a traversare pressoché pianeggiante sul versante Ibà, alla base di alcuni modesti salti rocciosi. Con numerosi dentro e fuori, seguendo le sinuosità del versante, la stradetta giunge ad un ennesimo costone, dove presso un traliccio si stacca a destra un sentiero (h 0,30 da Poggio Ceresa, 740 m circa, segnavia P1 in vernice) che scende nuovamente in direzione della Valle Ibà.

Abbandonata la sterrata, che raggiungerebbe in breve il Santuario di Monte Croce di Balestrino (vedi anche itinerario n. 21), si segue questo sentierino: si scende dapprima lungo il filo del costone cespuglioso, quindi i segnavia traversano decisamente a sinistra nel bosco fino ad uscire su un caratteristico prato in pendenza con abbeveratoio, posto nell’impluvio che, in alto, fa capo alla sella dove sorge il santuario (pascolo di cavalli). Raggiunto l’abbeveratoio, il sentiero prosegue a destra, in ripida discesa, di fiano al piccolo rio: questo presto scoscende in una piccola forra, per cui la traccia si mantiene più a destra, sul margine superiore dei salti. Un nuovo tratto ripido conduce su un nuovo pendio erboso con radi alberi, dove la traccia appare un po’ incerta: trascurando le tracce di animali che deviano a destra, bisogna puntare in basso, un po’ verso sinistra, ritrovando presto i segnavia bianco-rossi. Ancora un tratto di discesa, poi si supera a sinistra il rio e si risale dall’altra parte brevemente fino ad una sella erbosa assai panoramica, posta su un costone a poca distanza dal crinale. Lasciati a sinistra i ruderi di una casella, si traversa praticamente in piano il fianco sinistro idrografico della Valle Ibà, prima per pendii erbosi, poi su terreno più sassoso. Raggiunto un caratteristico costone roccioso, lo si scavalca in corrispondenza di un colletto, affacciandosi quindi su un aperto e ripido vallone che scende verso il fondovalle Ibà. Traversando ancora per un tratto alla base di ripide paretine in cui si aprono alcune grotte, si giunge al centro del vallonetto, dove le tracce iniziano a scednere decisamente verso destra. Con gran numero di ampi tornanti, alternando tratti ripidissimi e sconnessi al altri più agevoli, il sentierino perde velocemente quota: nella parte bassa del vallonetto le tracce appoggiano a destra e, superato l’alveo di un piccolo rio, cui segue una brevissima risalita, scendono infine sul fondo valle Ibà dove incontrano il sentiero con segnavia e P1 presso una palina segnaletica (305 m, h 0,45 dal bivio presso il Santuario).

Si prosegue a scendere lungo il segnavia principale, superando svariate volte il corso d'acqua, con difficoltà variabili a seconda della portata. Con pendenze sempre assai modeste, si continua infine lungo la destra idrografica del rio, raggiungendo la bella radura dove sorgono i ruderi della Casa Trinchella. Una leggende narra che la casa fu costruita, antecedentemente al XIX° Secolo, da un ex navigante che, stanco del mare, costruì la sua abitazione in un luogo da cui non fosse visibile la costa. La radura, attrezzata con numerosi tavoli da pic-nic e la cui pulizia è meritoriamente curata dai volontari dell'AVIS di Ceriale, invita a lunghe e piacevoli soste.

Da qui si origina una carrareccia che, superato il rio su un caratteristico ponte in pietra, scende lungo la valle. Superato ancora una volta a guado il rio, la carrareccia prosegue in discesa con pendenze assai modeste fino allo spiazzo con il tabellone indicatore del "Sentiero Naturalistico" incontrato all’andata. Per l’ultimo beve tratto di carrareccia, si ritorna all’auto (h 0,45 dal bivio di quota 305 m).

 

TEMPO TOTALE

h 4,15 circa 

DISLIVELLO

870 m circa

DIFFICOLTA’

E

ULTIMO SOPRALLUOGO

25 marzo 2018

PERIODO CONSIGLIATO

dall'autunno alla primavera

COMMENTI

Bel giro, assai panoramico e di scarsa difficoltà, a parte qualche tratto un po’ ripido nella salita iniziale al Monte Pesalto e nella discesa in Valle Ibà. Pittoresco l’ambiente alla testata della Valle Ibà, fra prati verdissimi con vista mare. Selvaggia e a tratti un po’ malagevole la discesa lungo il segnavia P1.