Trascurando
la palina succitata, in corrispondenza di una piccola rotabile asfaltata
da cui si arriverà al ritorno, si prosegue a ritroso lungo la SS 582 in
direzione Martinetto per un centinaio di metri, per imboccare poi a
sinistra un'ampia mulattiera (segnavia ¨)
che inizia subito a risalire il ripido versante boscoso. La mulattiera,
con pendenze a tratti sostenute, rimonta il versante occidentale del
Poggio Eresèa in un fitto bosco di pini: più in alto, verso quota 350 m,
si sfiorano alcuni tralicci di una linea elettrica, e i pini lasciano il
posto alla macchia mediterranea. Il panorama si amplia e, oltre il costone
del Monte Arena (in parte sconvolto dalla grande cava) appare il
massiccio roccioso Monte
Nero - Monte Castellermo. Appaiono anche, lungo la Val Neva,
le case di Zuccarello, sovrastate dal massiccio castello dei Del Carretto
e dalla piramide erbosa del Monte Alpe.
Proseguendo
la salita, con altre svolte si raggiunge un
grande prato sassoso, ormai prossimo alla sommità del Poggio
Eresea, che si raggiunge con brevissima salita (515 m, h
1,00 dalla partenza). Dalla cima, che domina dall'alto il
profondo solco della selvaggia Valle Auzza, appare
la cuspide erbosa del Poggio Ceresa, sormontata dalle grandi
antenne dei ripetitori radiotelevisivi, collegata al Poggio Eresea da una
ondulata cresta di erba e roccette che il sentiero, sempre ben segnalato,
percorre proprio sul filo. Con qualche saliscendi si percorre il
panoramico crinale, da cui appare a tratti anche la Piana di Albenga con
l'Isola Gallinara: superato qualche facile passaggio su roccette gradinate
(EE), si raggiunge un'ampia sella, da dove si risale il costone
articolato per erba, arbusti e detriti fino ad una piccola spalla, poco
sotto le grandi antenne. A questo punto, abbandonando l'ingannevole
traccia (apparentemente ben marcata, ma che si esaurisce poco dopo) che
prosegue pressochè pianeggiante a mezza costa verso sinistra, si
risale direttamente il ripido ma breve pendio erboso fino ad
una anticima (690 m circa), dove si incrocia la carrareccia sterrata di
servizio al vicino ripetitore. Un'ultima brevissima salita consente di
raggiungere velocemente la panoramica sommità del Poggio Ceresa
(714 m, h 0,30 dal Poggio Eresea),
dove accanto ai ripetitori sorge anche una piccola e graziosa cappelletta
dedicata ai caduti. Splendido panorama su Albenga, Ceriale e su tutto il
complesso montuoso di Poggio Grande, da anni tutelato per la valenza
naturalistica sotto il nome di "Sistema Ambientale di Poggio
Grande".
Ritornati
all'anticima, si prosegue in dolce discesa, e poi in piano, lungo il
comodo sterrato, lasciando quasi subito a destra un'indicazione
per Ceriale e la Valle Ibà (vedi anche itinerario
n. 18 e
itinerario n. 21). Dopo qualche centinaio di metri, una nuova palina indica sulla
sinistra lo
stacco di un sentiero che, mantenendosi sul crinale (sempre
segnavia ¨
oltre alle sigle P1 e P5)
si porta ad un nuovo colletto boscoso, ormai in vista della sommità di Poggio
Grande, sul quale sorge il Forte Due Fratelli. Trascurate le
indicazioni a destra per il forte, si
prosegue a sinistra lungo un ampio sentiero (segnavia P5)
dapprima in lieve discesa, quindi in piano, che taglia in quota tutta l'ampia
testata della profonda e selvaggia Valle Auzza. Attraverso una
fitta lecceta si prosegue a traversare fino ad incontrare nuove paline in
corrispondenza dell'incrocio con una nuova variante del "Sentiero
delle Terre Alte" (segnavia
TA ):
abbandonato a questo punto il segnavia P5,
si svolta a sinistra lungo uno sconnesso sentiero (segnavia P3
e TA
) che prende a scendere con pendenze degne di nota nell'impluvio
della Valle Auzza.
Mantenendosi
sulla destra idrografica del vallone, il sentiero alterna tratti a
tornanti con lunghi traversoni in discesa, con belle vedute su Poggio Ceresa e sui rocciosi rilievi circostanti. Superato un piccolo rio, si
continua a scendere con decisione, alternando tratti boscosi ad altri su
brulli pendii sassosi: durante la discesa, comunque ben
segnalata, si trascurano alcune deviazioni e si incontrano anche un paio
di tabelloni esplicativi sulle particolarità della vallata. Ormai nei
pressi del fondovalle, si giunge sullo sponde di un rio che precipita,
poco più a monte, con
bella cascata: a questo punto, per breve tratto, i segnavia
guidano nel letto del ruscello, con percorso scomodo per via dell'acqua e
del fango. Volendo, è possibile evitare questo malagevole tratto guadando
il corso d'acqua subito a valle della cascata e seguendo una traccia che
all'inizio sale leggermente, poi perde quota con alcune svolte fino a
ritornare sul tracciato principale quando questo ridiviene comodo. In ogni
caso la mulattiera, ormai piuttosto ampia ancorchè sconnessa, raggiunge
le rive del Rio Auzza, impetuoso corso d'acqua che incide il
pittoresco vallone. Si prosegue lungo la comoda mulattiera, ormai in
discesa assai moderata, a pochi metri dall'alveo del rio, che scorrendo
fra lisce placche rocciose forma bellissime cascatelle e pittoreschi
cristallini laghetti. Con scorci sempre nuovi ed interessanti, si giunge
ad un guado presso una canalizzazione in cemento sopraelevata (poco a
monte il rio scorre in una interessante forra rocciosa): si
supera il rio (con qualche difficoltà in caso di acqua
abbondante) e si prosegue sulla sinistra idrografica per un breve tratto,
fino ad un nuovo guado (più comodo del precedente grazie ad alcuni
roccioni che facilitano il passo). Ritornati definitivamente sulla destra
idrografica, si prosegue di fianco al torrente in ambiente via via più
antropizzato (antichi muri a secco e fasce, un tempo intensamente
sfruttate per l'agricoltura ed oggi in gran parte abbandonate) fino ad un
ripiano prativo con tavolo da pic-nic. Poco più avanti ci si immette su
una rotabile asfaltata, dove si abbandonano i segnavia
TA
che proseguono a destra in salita e si scende a sinistra con un tornante
fino a ritornare sulla SS 582 in corrispondenza del parcheggio presso la
caserma del Corpo Forestale dello Stato (h 2,00
da Poggio Ceresa).