CARTINA CONSIGLIATA
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FRATERNALI
1:25.000 - foglio 20
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CATEGORIA/ZONA
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ESCURSIONISMO
- SU
E GIU' PER LA RIVIERA LIGURE
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SCHEDA
N. 13 |
INTRODUZIONE
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Le
Alpi Liguri hanno la loro origine "ufficiale" al Colle
di Cadibòna (o Bocchetta di Altàre 459 m), e per il primo
tratto di spartiacque sono costituite da ondulate elevazioni
prevalentemente boscose, con scarsi affioramenti rocciosi.
Uno dei primi
nodi orografici di una qualche importanza è quello del Monte Alto
(956 m), che dirama verso sud-est un ramificato contrafforte, culminante
con la Rocca dei Corvi (792 m), da cui si originano le valli Sciùsa
(o Fiumara), Trexènda e Segno, quest'ultima sfociante
sulla costa presso l'abitato di Vado Ligure.
Poco distante dal filo
di questo contrafforte si sviluppa un interessante e facile percorso,
tutto per comode strade forestali, che partendo dalla località Rocche
Bianche (Rocche Gianche, 600 m circa) raggiunge il
panoramico valico della Colla di San Giacomo (796 m), poi si porta
sul versante valbormidese fra splendidi boschi e raggiunge i Faggi
di Benevènto, alberi monumentali protetti da una legge regionale e
considerati tra i faggi più vecchi d'Italia. |
PUNTO
DI PARTENZA
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Da
Savona (uscita dell'autostrada A10
Genova-Ventimiglia) si prende a destra la
super-strada fino a Vado Ligure, quindi si risale a destra la valle
del Torrente Segno.
Superati
Sant'Ermète e Segno, si
prosegue lungo la tortuosa strada, sempre asfaltata, che risale la valle.
Oltre le case di Cunio (le si lascia a destra), si prosegue per
la strada, sempre più stretta ma comunque agevole, fino in località Cà
di Gatti (osteria). Poco oltre si raggiunge il piccolo piazzale antistante le
caratteristiche strutture rocciose delle Rocche Bianche (cippo
partigiano, parcheggio, 600 m circa, 9 km circa da Vado Ligure). |
ITINERARIO
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Si
segue l'ampia sterrata che costeggia a destra la zona
rocciosa, tagliando
alta sulla testata del Vallone del Trexènda. A destra, sotto la
strada, si possono notare alcuni bei torrioni calcarei in mezzo alla fitta
vegetazione. Si giunge in breve ad un bivio, presso una presa
dell'acquedotto: ambedue le diramazioni sono equivalenti, essendo
utilizzate "a senso unico" per il traffico veicolare. Il ramo di
destra è più lungo ma meno ripido, comunque le carrarecce si riuniscono
poco dopo, oltre un costone boscoso. Si prosegue lungo la carrareccia
principale, trascurando una fangosa diramazione a sinistra, in moderata
salita, fino ad un ampio tornante: qui si trascura una nuova diramazione a
destra, diretta alla Colla del Termine e ad Altàre, e si
prosegue a sinistra, con un tratto di salita un poco più accentuata.
Sempre in un fitto bosco misto di faggi e conifere, la strada taglia ora
dall'alto la testata della Valle Sciùsa: di nuovo in falsopiano, si
procede nella boscaglia, si incontra l'ampia mulattiera che si innesta
nella carrareccia da destra, proveniente dalla Colla del Termine
(tabelle e segnavia AV
dell'Alta Via dei Monti Liguri)
e si giunge in un'ampia
e panoramica radura prativa, dove a valle della strada sorge un vasto
edificio. Al piano superiore è un bivacco per i frequentatori dell'Alta
Via (ma non si capisce a cosa serva, visto che è chiuso a chiave!), al
piano inferiore c'è un locale semi-aperto con tavolo, panche e camino.
Nell'ala nord è situata la Cappella di San Giacomo, di antiche
origini ma restaurata di recente, anch'essa chiusa con grosso lucchetto.
Proseguendo lungo la carrareccia si giunge in breve alla Colla
di San Giacomo
(796 m, h
1,00),
dove si trovano un'area pic-nic, un cippo in memoria della lotta partigiana ed un vero e
proprio crocevia di strade (numerosi cartelli).
Si trascurano le strade
dirette a destra a Màllare e a sinistra a Pian dei Corsi ed
al Colle del Melògno, e si prosegue dritti, all'inizio lungo la
segnaletica dell'Alta Via. Dopo pochi metri l'Alta Via
abbandona la carrareccia e rimonta il crinale boscoso (vedi itinerario Anello
di Pian dei Corsi): si prosegue invece
lungo la carrareccia, pressochè
pianeggiante, in uno splendido bosco di
faggi. Superata una fonte, si procede con dislivelli trascurabili lungo i
fianchi del Bric Praboè (891 m) e, successivamente, del Bric
del Borro
(1001 m, la prima cima alpina a superare i 1000 m di quota), alti sul
fondovalle della Bormida di Màllare: fra i faggi, nel fondovalle,
si avvistano le case di Màllare e, alle sue spalle, alte sul fianco
del monte, quelle di Montefreddo. Si superano alcuni ruscelli, per
guadi resi un po' malagevoli dal fango. Risalito un ultimo costone, si
scende in breve al sito dove, a valle della carrareccia, si trovano i
monumentali Faggi di Benevènto
(800 m circa, h
0,30
dalla Colla di San Giacomo).
Si tratta di un gruppo di cinque faggi
secolari, veramente notevoli per dimensioni ed imponenza. Il più grande,
quello più vicino alla strada, presenta una circonferenza vicina ai 9 m,
un'altezza di 34 m ed un'età presunta di circa 200 anni. I faggi prendono
il nome dalla vicina Cascina Benevènto
(i cui ruderi sono
raggiungibili in pochi minuti, lungo la carrareccia): sono stati mantenuti
integri dal proprietario, proprio per farne un motivo di attrazione
turistica della zona. Ritorno per la stessa via in h
1,30. |
TEMPO
TOTALE
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h
3,00 circa
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DISLIVELLO
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200
m
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DIFFICOLTA’
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E
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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8
ottobre
2011
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PERIODO
CONSIGLIATO
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dall'autunno
alla primavera
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COMMENTI
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Gita
molto riposante, poco faticosa e rilassante. Si rimane sempre su ampie
carrarecce sterrate, appena un po' infastidite da alcuni tratti fangosi.
Molto panoramico il tratto presso la Colla di San Giacomo. Spettacolari i
faggi monumentali.
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