Si
segue l'ampia sterrata che costeggia a destra la zona
rocciosa, tagliando
alta sulla testata del Vallone del Trexenda. A destra, sotto la
strada, si possono notare alcuni bei torrioni calcarei in mezzo alla fitta
vegetazione. Si giunge in breve ad un bivio, presso una presa
dell'acquedotto: ambedue le diramazioni sono equivalenti, essendo
utilizzate "a senso unico" per il traffico veicolare. Il ramo di
destra è più lungo ma meno ripido, comunque le carrarecce si riuniscono
poco dopo, oltre un costone boscoso. Si prosegue lungo la carrareccia
principale, trascurando una fangosa diramazione a sinistra, in moderata
salita, fino ad un ampio tornante: qui si trascura una nuova diramazione a
destra, diretta alla Colla del Termine e ad Altare, e si
prosegue a sinistra, con un tratto di salita un poco più accentuata.
Sempre in un fitto bosco misto di faggi e conifere, la strada taglia ora
dall'alto la testata della Valle Sciusa: di nuovo in falsopiano, si
procede nella boscaglia, si incontra l'ampia mulattiera che si innesta
nella carrareccia da destra, proveniente dalla Colla del Termine
(tabelle e segnavia AV
dell'Alta Via dei Monti Liguri)
e si giunge in un'ampia
e panoramica radura prativa, dove a valle della strada sorge un vasto
edificio. Al piano superiore è un bivacco per i frequentatori dell'Alta
Via (ma non si capisce a cosa serva, visto che è chiuso a chiave!), al
piano inferiore c'è un locale semi-aperto con tavolo, panche e camino.
Nell'ala nord è situata la Cappella di San Giacomo, di antiche
origini ma restaurata di recente, anch'essa chiusa con grosso lucchetto.
Proseguendo lungo la carrareccia si giunge in breve alla Colla
di San Giacomo
(796 m, h
1,00),
dove si trovano un'area pic-nic, un cippo in memoria della lotta partigiana ed un vero e
proprio crocevia di strade (numerosi cartelli). Fin
qui è possibile giungere in auto, anche se il fondo stradale risulta
alquanto fangoso e sconnesso (transito sconsigliato ai mezzi ordinari!).
Si trascurano le strade
dirette a destra a Mallare e a sinistra a Pian dei Corsi ed
al Colle del Melogno (quest'ultima verrà utilizzata per il
ritorno), e si prosegue
dritti lungo la
segnaletica dell'Alta Via. Dopo pochi metri si abbandona la carrareccia,
che prosegue a traversare in quota (vedi anche itinerario
Rocche Bianche -
Faggi di Benevènto): presso un cippo a memoria dei caduti della Battaglia
di Loano (conflitto austro-francese del 1795), una palina dell’Alta Via
(AV)
ed un segnavia
(“Sentiero delle Terre Alte”) indicano la
deviazione verso sinistra da seguire. La mulattiera si inoltra nella
fitta faggeta e, con un tratto molto ripido ma piuttosto breve,
raggiunge la
sommità del Bric Praboè,
sul quale sorge una prima gigantesca pala eolica. Seguendo la
strada di servizio all’impianto, si prosegue lungo l’ampio crinale
in lieve discesa, incontrando altre due pale eoliche: presso
la terza pala si abbandona la strada, che scende a sinistra, per
seguire un sentiero che prosegue dritto nel bosco. Alternando tratti in
piano a lievi
salite, si procede fra gli alberi fino ad incontrare una malridotta
carrareccia segnalata con ●:
la si segue verso destra, in salita, sempre nel bosco, fino ad una piccola
radura erbosa. Qui si abbandona la carrareccia per seguire, verso
sinistra, un sentiero pianeggiante che si inoltra nuovamente nella fitta
faggeta (dopo qualche decina di metri si incontrano nuovamente i segnavia AV
e
). Dopo un tratto sul crinale, si trascura una diramazione inerbita verso
sinistra e si prosegue in salita traversando
sul versante padano, raggiungendo un pulpito roccioso che consente,
finalmente, di godere di un bel panorama verso i
boschi della Val Bòrmida ed il Monviso. Con un’ultima breve salita,
si giunge presso l’ampia sommità del Pian
dei Corsi (1028 m, h 2,00
dalla Colla di San Giacomo), dove sorgono i
ruderi dell’ex
Base NATO
e numerose pale eoliche (parco eolico “Pian dei Corsi”). Magnifico
panorama verso sud, con la
costa ligure e le falesie del Finalese, e sul massiccio del Monte
Carmo. Nelle giornate particolarmente limpide appaiono all'orizzonte i
rilievi della Corsica.
Trascurato
un sentiero che scende a sinistra, si contorna la recinzione della base e
si esce sulla strada asfaltata di accesso. Si scende lungo la strada
asfaltata e, in circa 1 km, si raggiunge una sella a quota 945 m dove si
incontra la provinciale Calice - Carbuta - Melogno.
Si
segue verso sinistra, in discesa, questa provinciale, incontrando
saltuariamente i segnavia AV,
si lascia a destra una diramazione diretta al Vivaio
Forestale Pian dei Corsi,
e si giunge ad una fonte presso un cippo partigiano. Proseguendo lungo la
strada asfaltata, si perde gradualmente quota fra fitti boschi: un ampio
tornante permette di superare un marcato impluvio, dove il fondo stradale
risente delle conseguenze dei fenomeni alluvionali. Poco più a valle si
abbandona la provinciale per seguire una sterrata a sinistra (745 m, h
0,40
dalla sella di quota 945 m, paline): questa strada, un tempo poco più di
una carrareccia, è stata recentemente ampliata per permettere il
passaggio dei grossi rimorchi deputati al trasporto dei componenti
costitutivi delle pale eoliche recentemente innalzate presso la Colla di
San Giacomo.
Seguendo questa sterrata (segnavia AV),
inizialmente in leggera salita, poi pianeggiante, si taglia tutto il
boscoso versante meridionale di Pian dei Corsi, del Bric del Borro e del
Bric Praboè e, con percorso un po' monotono e solo a tratti panoramico,
si ritorna alla Colla di San Giacomo (h
1,15
dal bivio con la provinciale).
Di qui nuovamente alle Rocche Bianche in h
0,45.