Si
segue la carrareccia sterrata che si inoltra nella pittoresca Val
Ponci,
a destra della Rocca di Corno (segnavia ●,
vedi anche itinerario
n° 11).
Questa si inoltra pianeggiante nella valle, per incontrare presto il primo
ponte, chiamato Ponte
delle Fate: una
ventina di metri prima del ponte, si stacca sulla destra un sentiero non
segnalato che si inoltra nel fitto bosco.
Si abbandona quindi la
carrareccia e si segue questo sentiero, abbastanza marcato: ogni tanto
appare uno sbiadito segno di vernice arancione. Il sentiero risale
abbastanza ripidamente l'erto bosco: il procedere in qualche tratto è un
po' ostacolato dalla vegetazione, ma si procede comunque abbastanza
facilmente, in quanto la traccia è ben marcata. Superato un tratto erto,
in cui una ripida scorciatoia taglia un ampio tornante ormai invaso dai
rovi, si giunge nei pressi di una lunga bastionata rocciosa: la parete è
piuttosto bassa, non supera i 10 metri di altezza, ma l'ambiente
particolarmente recondito ed ombroso la rendono caratteristica. Il
sentiero, qui ridotto a traccia, sale alla base della bastionata, che poi
segue verso destra, in salita: in questo tratto la traccia è quanto mai
incerta, ma per non sbagliare è sufficiente mantenersi a ridosso della
parete rocciosa, dove si trovano anche i passaggi meno fastidiosi per via
del fitto sottobosco. Rasentando la parete rocciosa, si passa accanto ad
alcuni caratteristici anfratti: superato un tratto in cui alcune
placchette sono da affrontare con attenzione se umide (l'unico rischio è
quello di scivolare, non ci sono burroni nei dintorni!) si giunge alla
base di un poggio artificiale sostenuto da un muretto a secco. Raggiunta
la sommità del poggio con un paio di svelti tornanti, ci si ritrova
davanti all'ingresso dell'Arma
delle Fate (h 0,20).
Si
tratta di un'ampia caverna immersa in una fitta vegetazione, il cui
ingresso è stato sbarrato da un muro in pietra di circa 2 metri e mezzo
di altezza in cui si apre una porticina con cancello in
ferro. Al di sopra
del muro una grande cancellata in ferro sbarra la parte superiore
dell'imbocco della grotta. Attualmente (2010) il cancello è aperto, per
cui si può facilmente entrare all'interno della cavità. Questa presenta
sul fondo due
salette, una a livello dell'ingresso, l'altra ad un livello
superiore. Da quella superiore sembra continuare all'interno della
montagna uno stretto cunicolo. Per accedere alla saletta superiore è
posizionata una rudimentale scala in legno, la cui affidabilità è tutta
da verificare. La prosecuzione in eventuali cunicoli è da consigliare
solo a persone molto esperte!
Dalla grotta si prosegue lungo il
sentiero, che continua in moderata salita verso destra (guardando la
grotta): continuando a rasentare la parete rocciosa, si incontra un altro
ricovero sotto roccia con muretti a secco e scritte (per lo più di epoca
moderna, direi ...) e, più in alto, un altro stretto cunicolo (quasi una
spaccatura) che si insinua nella parete rocciosa fra fitta vegetazione.
Poco oltre si esce per un breve tratto dal bosco (splendida
vista sul versante Sud-Est della Rocca di Corno) e si incontra
una staccionata, con una freccia recante l'indicazione "MANIE".
Seguendo la staccionata si raggiunge in breve l'orlo dell'Altipiano
delle Mànie, presso un terreno privato ridotto a discarica (vetri,
plastica e il relitto di una barca!). In pochi passi si raggiunge la
strada asfaltata che collega Noli a Finale (h
0,20 dalla grotta).
Senza raggiungere la strada, si prosegue
lungo la staccionata, e poi si prende una larga pista nel bosco che si
mantiene, per un breve tratto, parallela alla carrozzabile. Il sentiero se
ne allontana poi a sinistra, salendo per breve tratto di nuovo nel bosco.
Raggiunta una recinzione metallica, la si costeggia per un tratto, poi ci
si allontana anche da questa e si aggira un cocuzzolo boscoso. Trascurata
una diramazione a sinistra, si prosegue a destra, alti su una depressione
in fondo alla quale si indovina un prato. Si raggiunge così una bella
casa isolata, oltre la quale si scende e poi si risale brevemente (alcune
case diroccate) fino a riprendere la carrozzabile nei pressi di un'antica
chiesetta sconsacrata ora trasformata in osteria.
Si segue la strada verso
sinistra per circa 50 metri, poi si prende un bivio a sinistra, in leggera
discesa: oltre un profondo avvallamento appare
la grande caverna dell'Arma delle Mànie. La strada asfaltata
continua a scendere, passa presso alcuni caratteristici edifici in rovina
e raggiunge un ponte, alto sulle acque del ruscello sul fondo del
vallonetto. Subito oltre il ponte, presso la piccola chiesa di San
Giacomo delle Mànie, si incontra un bivio: si trascura la strada
di destra e si prosegue a sinistra. Oltre la chiesa, in leggera salita, si
transita presso un altro antichissimo nucleo rurale diroccato e si giunge alle
case costruite presso la grande grotta. Un breve sentierino a sinistra
scende alla monumentale imboccatura dell'Arma delle Mànie (h
1,00 dall'Arma delle Fate).
All'interno della grotta,
oltre ad una zona recintata adibita a scavi archeologici (è così dalla
mia infanzia, e mai mi è capitato di vedervi tecnici al lavoro ...) sono
presenti numerosi ambienti ricavati con muretti a secco, all'interno
dei quali antichi strumenti di origine contadina (ad esempio vecchie
macine) si mischiano a più moderni rottami. Nell'insieme, il quadro
lascia un po' perplessi, comunicando abbandono più che valorizzazione
turistica.
Tornati allo spiazzo presso le case, si prosegue a destra,
incontrando finalmente il segnavia ■.
Procedendo in discesa, dapprima per una carrareccia sterrata, poi per un
sentiero un po' fangoso, si discende una solitaria valletta boscosa,
incontrando alcuni anfratti con muretti a secco. Costeggiando un rio
asciutto, ed in alcuni tratti seguendone l'alveo, si arriva in Val
Ponci, presso l'antico Ponte
delle Vòze (o Ponte Muto, h 0,20
dall'Arma delle Mànie).
Da qui, seguendo verso sinistra il percorso
dell'antica "Via Iulia Augusta" (segnavia ●)
si passa per i ruderi del Ponte
Sordo
e si raggiunge nuovamente il
Ponte delle Fate
(vedi anche la prima
parte dell'itinerario
n° 11 a ritroso). In pochi minuti, nuovamente al parcheggio (h
0,25
dal Ponte delle Vòze).