Cresta delle Segàge - Traversata integrale

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CARTINA CONSIGLIATA

I.G.C. scala 1:50.000 – Foglio 16

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - APPENNINO LIGURE

SCHEDA N. 19

 

FOTO NOTEVOLI

LA SELVAGGIA CRESTA DELLE SEGAGE DAL VALLONE DEL RIO DI LERCA

LA CRESTA DELLE SEGAGE DAL BRIC CAMULÀ

IL MONTE RAMA DALLA VETTA DELLA PUNTA QUERZOLA

LA PARTE ALTA DELLA CRESTA DALLA SOMMITÀ DELLA ROCCA TURCHINA

IL PORTO DI ARENZANO DALLA ROCCA TURCHINA

 

STORIA ALPINISTICA

La Cresta delle Segage è un ardito sperone roccioso che si protende sul medio Vallone del Rio di Lerca, nel versante meridionale del Gruppo del Beigua. Si origina in corrispondenza della vetta della Rocca Turchina (840 m), una modesta cima rocciosa rilevata sul lungo costone che dalla vetta del Monta Argentèa (1086 m) digrada in direzione sud fino sul fondovalle del Lerone. 

Dalla Rocca Turchina, dunque, che presenta comunque verso ovest una caratteristica parete a placche macchiate di vegetazione dove si sviluppano alcune vie di arrampicata, oltre una verde ed ampia insellatura (Forcella Cinè) si eleva la Punta Cinè (788 m), costituita da due vicini cornetti di erba e massi. Un tratto di cresta caratterizzato da alcuni salti inframmezzati da verdi terrazze scende, oltre un più stretto intaglio (Colletto della Tuschetti), fino alla rocciosa cuspide di Punta Tuschetti (763 m). Da qui un tratto più aereo ed affilato, dove si evidenziano due caratteristiche fessure oblique, cala fino al Colletto Querzola ed alla Punta Querzola (730 m circa), ultima modesta elevazione della cresta prima di precipitare sull’erboso Piano delle Segage con imponenti pareti rocciose. 

La dorsale è percorsa, nel primo tratto fino alla Punta Querzola, da una interessante via alpinistica di difficoltà classiche, chiamata "Il Ritorno dei Matti" (ex "Via dei Diedri"): volendo evitare le difficoltà alpinistiche, è possibile raggiungere il Colletto Querzola risalendo un evidente canale di erba e detriti a sinistra della stessa Punta Querzola, così come si può evitare anche l’impegnativo tratto per raggiungere la Punta Tuschetti risalendo i pendii di erba e roccette a sinistra della cresta. 

È quindi possibile effettuare la traversata dell’intera cresta evitando le maggiori difficoltà, incontrando solo qualche passo di II°- salendo alla Punta Cinè. Una traversata facile ma comunque faticosa e non alla portata di tutti, in qualche punto aerea e spesso in assenza di tracce. 

Un percorso di montagna a pochi chilometri dal mare azzurro, come solo la meravigliosa Liguria può offrire.

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Arenzano (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si prende verso destra l'Aurelia per Cogoleto ma, appena la strada inizia a scendere (località Colletta), si imbocca una stradina a destra. Una breve discesa porta ad attraversare la zona industriale all'inizio della Val Lerone, poi seguendo il torrente si supera un'agritur e, con qualche tornante, si raggiungono le case sparse di Campo (130 m circa, 5 km da Arenzano). Si sale il più possibile, poi si lascia l'auto (scarse possibilità di parcheggio). 

 

AVVICINAMENTO

Presso la fine dell'asfalto, si prende una carrareccia erbosa che sale sulla destra (sbarra, segnavia ). Questa guadagna subito quota con alcuni tornanti, poi aggira uno sperone boscoso e, lasciata a destra la mulattiera della "Via diretta" al Monte Argentèa (segnavia )si inserisce, dall'alto, nel vallone del Rio di Lerca. Si prosegue con salita costante, con belle vedute sull'altro lato del vallone sulle strutture rocciose del Bric Camulà (817 m) e sull'imponente Monte Rama. Attraversata una ripida pietraia (muri di pietre a secco) e raggiunto un bel punto panoramico con ometti di pietre, si abbandona il proseguimento della carrareccia (indicazione per "Canyoning Rio di Lerca") per prendere una bella mulattiera sulla destra (sempre segnavia ), che prosegue a salire per boschi e pietraie. Superati un paio di modesti rii, la mulattiera entra in un bel bosco rado di pini per uscirne più in alto, all'inizio dell'ondulato ed erboso Piano delle Segage (637 m, h 1,15 da Campo): impressionante veduta sull'incombente appicco della Punta Querzola

Il sentiero risale il prato sul suo margine inferiore fino al modesto casolare (ristrutturato molto spartanamente) del Ricovero delle Segage, che può offrire occasionale riparo. 

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Da qui si può salire alla Punta Querzola lungo la via "Il Ritorno dei Matti", oppure per la via normale: si sale per prati e boschetti all’imbocco dell’evidente canale che scende a sinistra della Punta Querzola, e lo si risale con fatica ma facilmente (vaghe tracce) per erba e detriti fino allo stretto Colletto Querzola (h 0,20 dal Piano delle Segage). Volendo, per l’aerea crestina a destra si può raggiungere in pochi passi l’esposto culmine della Punta Querzola (730 m circa, croce). Risalendo i ripidi canali erbosi che fronteggiano il colletto, inframmezzati da facili roccette, si giunge con fatica ma facilmente sull’anticima della Punta Tuschetti.

N.B.: qui si giunge anche seguendo la variante alpinistica della Fessura di Destra: dal Colletto Querzola si traversa a sinistra (nord) per poche decine di metri, fino alla base di una evidente fessura. Si risale la fessura, su roccia buona ma non facile (IV°+, , 40 m, 4 chiodi) e si esce sulla cresta, nei pressi dell’anticima.

Dall’anticima si segue facilmente la crestina rocciosa, con qualche passo di grado leggermente esposto, fino alla piccola croce sulla Punta Tuschetti (763 m, h 0,20 dal Colletto Querzola), da dove appare la successiva sommità della Punta Cinè

Ci si cala brevemente sull’altro lato per un erto pendio erboso fino allo stretto intaglio del Colletto della Tuschetti, caratterizzato da alcuni caratteristici spuntoni rocciosi: a sinistra una incerta e ripida traccia scende verso la base delle pareti. Si prosegue lungo il filo, che si presenta affilato e ricco di spuntoni. Si supera un primo gradino ( grado), e si prosegue fino alla base di un caminetto di 4 metri. Si supera il caminetto, sfruttando prese solide (II°-) e si esce su una terrazza erbosa. Si aggira a destra il successivo risalto (o lo si vince con qualche passo esposto di II°) e si giunge sul piccolo culmine della Punta Cinè (788 m, h 0,15 dalla Punta Tuschetti). 

Seguendo ora la facile cresta erbosa, si lascia a sinistra l’altro arrotondato testone sommitale e si tocca l’ampia sella erbosa della Forcella Cinè, ormai in vista della ripida cresta finale della Rocca Turchina, a sinistra dell’imponente placconata occidentale. Si attacca la cresta seguendo una vaga traccia che si mantiene sui ripidi pendii erbosi di sinistra e, superando qualche elementare roccetta, si tocca infine la panoramica cresta sommitale della Rocca Turchina, concludendo a destra all’ometto di vetta (840 m, h 0,25 dalla Punta Cinè), presso l’uscita della via "Miramare". Magnifico panorama su tutta la costa, da Genova a Capo Noli, e sulle altre cime del Gruppo del Beigua, in particolare sui vicini monti Rama ed Argentèa. Nelle giornate più limpide, non è raro scorgere i rilievi della Corsica oltre il Mar Ligure.

 

Discesa: Si segue la facile cresta Nord-Est in direzione del Monte Argentèa per poche decine di metri, poi si scende facilmente per un ripido pendio erboso all'evidente sentiero sottostante (segnavia , "Via Diretta al Monte Argentèa"). Lo si segue verso destra, in discesa, per un buon tratto, perdendo decisamente quota nel bosco. Dopo un breve traverso in quota (550 m circa) si raggiunge un bivio con tabella segnaletica: si prende la mulattiera che prosegue a scendere con decisione (sempre segnavia ) fino ad incrociare il "Sentiero dell'Ingegnere". Lo si segue per circa 200 m a destra, poi si prende nuovamente una traccia con segnavia che scende decisamente nel ripido bosco di pini. Si sbuca sulla carrareccia seguita all'andata, nel punto dove questa si inserisce nel vallone del Rio di Lerca: scendendo gli ultimi tornanti, si ritorna in breve a Campo (h 1,15 dalla cima).

 

TEMPO TOTALE

h 4,30 circa

DISLIVELLO

700 m circa (200 m circa la cresta)

DIFFICOLTA’

F (AD+ con passi di IV°+ se si seguono le varianti alpinistiche)

MATERIALE UTILE

casco (due mezze corde da 60 m, una decina di rinvii e un po’ di cordoni se si seguono le varianti alpinistiche)

ULTIMO SOPRALLUOGO

1° maggio 2011

PERIODO CONSIGLIATO

dall'autunno alla primavera

COMMENTI

Bellissimo percorso di cresta, molto panoramico e divertente. Comunque impegnativo, è riservato agli escursionisti esperti, che non soffrono le vertigini e si sanno muovere su terreno precario con piede sicuro. Seguendo le varianti alpinistiche, si ottiene una traversata molto bella, varia e di soddisfazione. Attenzione alla roccia, piuttosto friabile.