Rocca Turchina 822 m - Via "Miramare"

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CARTINA CONSIGLIATA

F.I.E. scala 1:25.000 – Foglio SV-1

CATEGORIA/ZONA:

ALPINISMO - APPENNINO LIGURE

SCHEDA N. 6

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO (DAL BRIC CAMULĀ)  

 

STORIA ALPINISTICA

L'entroterra di Cogoleto č una zona da molti anni conosciuta per la presenza di numerose possibilitā di vie di roccia medio-facili. Anzi, nei primi decenni del '900, quando ancora non erano state "scoperte" e valorizzate le falesie del Finalese, queste zone, insieme alla Baiārda nell'entroterra di Voltri, hanno costituito le "palestre di arrampicamento" per intere generazioni di alpinisti genovesi. 

Cadute nell'oblio per pių di 40 anni, queste vie sono state "riscoperte" alla fine degli anni '80, e sono state giustamente subito valorizzate: l'arrampicata č sicuramente meno tecnica ed elegante di quella sulle placche finalesi, ma comunque consentono di scalare in ambiente pių alpestre, appartato e un po' meno "addomesticato". 

La Rocca Turchina (822 m) č l'ultima cima di una certa importanza sul lungo contrafforte che, dalla vetta del Monte Argentča (importante cima nel Gruppo del Beigua), si protende verso Sud a formare la sponda sinistra idrografica del lungo ed impervio vallone del Rio di Lerca. Detto contrafforte č molto significativo dal punto di vista alpinistico, in quanto proprio dalla rocca si protende verso Ovest una diramazione secondaria che dā origine all'aspra Cresta delle Segage, sulla quale si svolge una bella via non troppo impegnativa ma molto interessante ("Il ritorno dei Matti"). 

Ma anche la Rocca Turchina in sč presenta giā motivi di interesse per l'alpinista in cerca di itinerari inconsueti e pittoreschi: il suo versante sud-orientale č infatti costituito da una bella parete triangolare, in veritā un po' discontinua ma nel complesso piuttosto interessante. Tre vecchi itinerari salgono alla vetta da questo versante, oramai caduti nell'oblio: ma il 6 dicembre 2006 la cordata A. Francavilla - A. Parodi ha aperto un nuovo itinerario a cavallo dei precedenti, itinerario che i due hanno poi attrezzato con spit nel febbraio del 2007, denominandolo "Miramare" per sottolineare la singolaritā di questa montagna selvaggia affacciata sul Mediterraneo.     

 

PUNTO DI PARTENZA:

Da Arenzano (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si prende verso destra l'Aurelia per Cogoleto ma, appena la strada inizia a scendere (localitā Colletta), si imbocca una stradina a destra. Una breve discesa porta ad attraversare la zona industriale all'inizio della Val Lerone, poi seguendo il torrente si supera un'agritur e, con qualche tornante, si raggiungono le case sparse di Campo (130 m circa, 5 km da Arenzano). Si sale il pių possibile, poi si lascia l'auto (scarse possibilitā di parcheggio). 

 

AVVICINAMENTO

Presso la fine dell'asfalto, si prende una carrareccia erbosa che sale sulla destra (sbarra, segnavia ). Questa guadagna subito quota con alcuni tornanti, poi aggira uno sperone boscoso e, lasciata a destra la mulattiera della "Via diretta" al Monte Argentča (segnavia )si inserisce, dall'alto, nel vallone del Rio di Lerca. Si prosegue con salita costante, con belle vedute sull'altro lato del vallone sulle strutture rocciose del Bric Camulā (817 m) e sull'imponente Monte Rama. Attraversata una ripida pietraia (muri di pietre a secco) e raggiunto un bel punto panoramico con ometti di pietre, si abbandona il proseguimento della carrareccia (indicazione per "Canyoning Rio di Lerca") per prendere una bella mulattiera sulla destra (sempre segnavia ), che prosegue a salire per boschi e pietraie. Superato un primo rio, la mulattiera effettua un altro traversone in ripida salita e raggiunge poi l'alveo del piccolo Rio Cinč, oramai in vista della severa Cresta delle Segage (h 0,50). 

Attraversato il rio, si lascia la mulattiera (grosso ometto su un sasso) per attaccare la ripida china erbosa a monte del sentiero: seguendo i preziosi ometti di pietre e le discontinue tracce di passaggio, si rimonta l'aspro vallone (quasi un canalone) compreso fra la Cresta delle Segage (a sinistra) e la Costa della Botte (a destra), entrambe irte di torrioni e spuntoni rocciosi. La salita č veramente ripida, ma la traccia aiuta: superata una piccola malagevole pietraia, si sale a sinistra di uno sperone roccioso fino alla testata del vallone. Si rimonta una rampa erbosa a destra fino a raggiungere una cengia erbosa ascendente verso destra, alla base di un'evidente placca delimitata da due lunghi diedri. Si segue per pochi metri la cengia verso destra, fino al piede di uno sperone roccioso sul quale si riconoscono gli spit (attacco presso una piccola nicchia rocciosa con un ceppo, h 0,40 dal Rio Cinč). 

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si possono contare 5 tiri di corda:

1 - Si attacca lo sperone per rocce ripide ma appigliate (IV°-), poi ci si sposta oltre uno spigoletto a sinistra e si risale una bella placca piuttosto verticale (III°+, qualche ciuffo d'erba) fino ad una comoda cengia erbosa (sosta su albero, diversi spit lungo il tiro);

2 - Si sale un breve muretto fessurato (III°+, spit), poi si segue una cresta di grossi massi (II°) fino ad un comodo pianerottolo (2 spit di sosta, volendo tiro abbinabile al precedente);  

3 - Si scala una prima placchetta (III°+, spit) poi, oltre una piccola cengetta erbosa, si prosegue su un'altra placca (III°+ e III°, spit) fino ad una successiva cengia. Si supera un muretto verticale (IV°, chiodo, passo chiave), oltre il quale si risale un ripido pendio erboso tra due grossi massi fino all'ampia cengia che divide la parete a circa 2/3 d'altezza (sosta su albero);

4 - Si attacca la grande placconata superiore, in realtā meno continua di quel che appare dal basso: dopo un primo tratto abbastanza compatto (III°, due spit), la roccia si fa un po' erbosa (II°) fino ad un ripiano erboso (2 spit di sosta);

5 - L'ultimo tiro si svolge lungo il filo di un aereo sperone che arriva direttamente in vetta (III° e II°): non ci sono spit, ma diversi spuntoni consentono ancoraggi intermedi. All'uscita un comodo spuntone piatto consente un ottimo ancoraggio. Con pochi passi verso sinistra si arriva in vetta alla Rocca Turchina (822 m, ometto di pietre, h 2,00 circa dall'attacco). 

 

Discesa: Si segue la facile cresta Nord-Est in direzione del Monte Argentča per poche decine di metri, poi si scende facilmente per un ripido pendio erboso all'evidente sentiero sottostante (segnavia , "Via diretta al Monte Argentča"). Lo si segue verso destra, in discesa, per un buon tratto, perdendo decisamente quota nel bosco. Dopo un breve traverso in quota (550 m circa) si raggiunge un bivio con tabella segnaletica (Guā dell'Omü): si prende la mulattiera che prosegue a scendere con decisione (sempre segnavia ) fino ad incrociare il "Sentiero dell'Ingegnere". Lo si segue per circa 200 m a destra, poi si prende nuovamente una traccia con segnavia che scende decisamente nel ripido bosco di pini. Si sbuca sulla carrareccia seguita all'andata, nel punto dove questa si inserisce nel vallone del Rio di Lerca: scendendo gli ultimi tornanti, si ritorna in breve a Campo (h 1,15 dalla cima).

 

TEMPO TOTALE

h 5,00 circa

DISLIVELLO

600 m circa l'avvicinamento, 160 m di sviluppo l'arrampicata

DIFFICOLTA’

AD (III°+ con un passo di IV°)

MATERIALE UTILE

casco, corda da 50/55 m, 8/10 rinvii, cordini; eventualmente qualche nut e friend

ULTIMO SOPRALLUOGO

17 marzo 2007

PERIODO CONSIGLIATO

febbraio - marzo e ottobre - novembre 

COMMENTI

Bella via, in ambiente alpestre e severo, ma in vista del mare. L'arrampicata č abbastanza elegante, pur non essendo mai molto sostenuta: la chiodatura si limita all'indispensabile, senza essere perō mai carente. Via ottima per imparare ad arrampicare in ambiente non di falesia. Veramente consigliabile.