CARTINA CONSIGLIATA
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F.I.E.
scala 1:25.000 – Foglio SV-1
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CATEGORIA/ZONA:
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ALPINISMO
- APPENNINO
LIGURE
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SCHEDA
N. 4 |
STORIA
ALPINISTICA
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L'entroterra di
Cogolèto
è una zona da molti anni conosciuta per la presenza di numerose
possibilità di vie di roccia medio-facili. Anzi, nei primi decenni del
'900, quando ancora non erano state "scoperte" e valorizzate le
falesie del Finalese, queste zone, insieme alla Baiàrda
nell'entroterra di Voltri, hanno costituito le "palestre di
arrampicamento" per intere generazioni di alpinisti genovesi.
Cadute
nell'oblio per più di 40 anni, queste vie sono state
"riscoperte" alla fine degli anni '80, e sono state giustamente
subito valorizzate: l'arrampicata è sicuramente meno tecnica ed elegante
di quella sulle placche finalesi, ma comunque consentono di scalare in
ambiente più alpestre, appartato e un po' meno "addomesticato".
La Punta Querzola (730 m circa) si trova all'estremità di un breve sperone
denominato Cresta delle Segage, che
si origina dalla Rocca Turchina (840 m), sul costone che dal Monte
Argentèa si protende verso Sud a separare il bacino del Rio di
Lerca da quello del Torrente Lerone. Detto sperone, dalla Rocca
Turchina, si orienta verso Ovest e rileva le tre quote della Punta
Cinè (788 m), della Punta Tuschetti (763 m) e, appunto, della Punta
Querzola, prima di precipitare con un imponente appicco
roccioso sull'erboso Piano delle Segage, nella media Valle di
Lerca, proprio in faccia all'imponente versante orientale del Monte
Rama (1149 m).
Lungo questo appicco, attraverso una serie di diedri e
speroni, si articolava la storica "Via dei Diedri":
abbandonata dopo alcuni incidenti mortali negli anni '50, è stata
"riscoperta" ed interamente chiodata, in due tempi, da Ruggero e
Daniela Osto e da Claudio Mocci nel '96 (che l'hanno ribattezzata "Il
ritorno dei Matti", tracciando una facile variante intermedia), e da Andrea Parodi nel
2005. |
PUNTO
DI PARTENZA:
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Da Arenzano
(uscita della A10
Genova-Ventimiglia) si prende verso destra l'Aurelia
per Cogoleto ma, appena la strada inizia a scendere (località Colletta), si imbocca una
stradina a destra. Una breve discesa porta ad attraversare la zona
industriale all'inizio della Val Lerone, poi seguendo il torrente
si supera un'agritur e, con qualche tornante, si raggiungono le case
sparse di Campo (130 m circa, 5 km da
Arenzano). Si sale il più possibile, poi si
lascia l'auto (scarse possibilità di parcheggio). |
AVVICINAMENTO
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Presso la fine
dell'asfalto, si prende una carrareccia erbosa che sale sulla destra
(sbarra, segnavia ▲).
Questa guadagna subito quota con alcuni tornanti, poi aggira uno sperone
boscoso e, lasciata a destra la mulattiera della "Via
diretta" al Monte Argentèa (segnavia ☆)si inserisce, dall'alto, nel vallone del
Rio di Lerca. Si
prosegue con salita costante, con belle vedute sull'altro lato del vallone
sulle strutture rocciose del Bric Camulà (817 m) e sull'imponente Monte
Rama. Attraversata una ripida pietraia (muri di pietre a secco) e
raggiunto un
bel punto panoramico con ometti di pietre, si abbandona il
proseguimento della carrareccia (indicazione per "Canyoning Rio di Lerca")
per prendere una bella mulattiera sulla destra (sempre segnavia ▲), che prosegue a salire per boschi e pietraie.
Superati un paio di modesti rii, la mulattiera entra in un bel bosco rado
di pini per uscirne più in alto, all'inizio dell'ondulato ed erboso Piano
delle Segage (637 m, h 1,15 da Campo):
impressionante
veduta sull'incombente appicco della Punta Querzola.
Il
sentiero risale il prato sul suo margine inferiore fino al modesto
casolare (ristrutturato molto spartanamente) del Ricovero
delle Segage, che
può offrire occasionale riparo. Dal casolare si traversa in quota l'ampio
ripiano verso sud-est, si taglia una lingua di pietrisco e, scendendo per alcuni
metri alla base delle rocce, si raggiunge la base di uno scuro diedro
verticale, dov'è l'attacco (cordino viola e scritta "Il ritorno
dei matti"). |
DESCRIZIONE
DELLA VIA
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Si possono
contare 5
tiri di corda: 1
- Si attacca il diedro nero, all'inizio
leggermente strapiombante (IV°), poi più facile (III°+),
fino alla sommità (4 chiodi), dov'è il pianerottolo di sosta (sosta da
attrezzare, non facile, spuntoni poco sicuri!);
2
- Si segue una evidente ed esposta cengia erbosa verso destra, fino alla base di un
secondo, più lungo diedro: lo
si scala sulla sua faccia di destra (III°+, 4 chiodi) fino alla
cengia sovrastante, dov'è la sosta con catena;
3
- Si sale un altro breve diedro (III°, 2 chiodi), poi si
segue una affilata crestina, si scavalca uno spuntone e si risale un
corto canalino erboso (II°); un breve gradino verso sinistra conduce al
pianerottolo di sosta alla base di un marcato sperone (sosta su ottima
clessidra);
4
- Si attacca lo sperone sul filo, piuttosto verticale ma ben appigliato (III°+,
2 chiodi): si devia poi verso sinistra, per una cengetta, per poi risalire
dritti (III°, 1 chiodo) ed uscire sull'ampia cengia erbosa alla base
del salto finale (sosta 5 m a sinistra su chiodo e spuntone);
5
- Si sale per rocce verticali ma ben appigliate (IV°, 4 chiodi) fino
alla base di un evidente diedro leggermente strapiombante, che si supera
con bella e tecnica arrampicata (IV°+, 3 chiodi). In ultimo, per
rocce esposte ma più facili (III°, 1 chiodo) si raggiunge l'aerea
sommità di Punta Querzola (730 m circa, h
2,30 dall'attacco, piccola croce con
cordoni di sosta).
Discesa: si percorre (eventualmente in sicura) la breve
cresta rocciosa che conduce all'intaglio erboso alla base della scura
parete della Punta Tuschetti. Di qui si scende verso sinistra, in
un tetro canale erboso (e poi detritico), facendo molta attenzione a
non far cadere pietre: appena possibile si appoggia a destra, su alcuni
aperti pendii erbosi che conducono velocemente fin nei pressi
dell'attacco. Proseguendo a scendere nel rado bosco, si incontra
nuovamente il sentiero dell'andata: seguendolo verso sinistra, si ritorna
a Campo (h 1,00 dalla vetta). |
TEMPO
TOTALE
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h
5,00 - 5,30
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DISLIVELLO
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500
m circa
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DIFFICOLTA’
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AD+ (passi di
IV°+)
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MATERIALE
UTILE
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casco,
2 mezze corde da 50 m (per la doppia), 10
rinvii, molti cordini, eventualmente qualche nut e friend
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ULTIMO
SOPRALLUOGO
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1°
maggio
2011
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PERIODO
CONSIGLIATO
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ottobre-novembre e marzo-aprile
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COMMENTI
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Bella via, piuttosto elegante e
continua: attenzione alla qualità della roccia, specie nel 3° e nel 4°
tiro (lame instabili). Le soste sono quasi tutte da attrezzare (meno
quella del 2° tiro), e a volte è opportuno approntare qualche ancoraggio
intermedio su spuntoni, per cui portare un buon numero di cordini.
Ambiente particolare e solitario. Evitare le giornate fredde, in quanto la
via resta in ombra per tutta la mattinata (esposizione: Nord-Ovest)!
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