CARTINA CONSIGLIATA
|
FRATERNALI
EDITORE scala 1:25.000 - Foglio 15
|
CATEGORIA/ZONA
|
ALPINISMO
SU ROCCIA - ALPI
MARITTIME
|
SCHEDA
N. 44 |
STORIA
ALPINISTICA
|
La conca del Lago di
Sant’Anna, poco sopra l’omonimo santuario nel comune di Vinadio, è
coronata da una serie di cime di quota modesta ed in parte erbose,
insomma a prima vista poco interessanti. Questo però solo ad uno
sguardo superficiale, perché in realtà queste cime danno la possibilità
di effettuare una traversata di cresta lunga, panoramica, divertente e
poco faticosa, grazie anche agli scarsi dislivelli rispetto al
fondovalle, sempre sul confine fra Italia e Francia.
Partendo dal Passo di
Tesina (2400 m), la prima cima che si incontra è la Testa Auta
del Lausfer (
2587 m
), una massiccia cima rocciosa che costituisce un importante nodo
orografico, in quanto origina verso Nord-Nord-Est la lunga catena
interna che separa il Vallone di Sant'Anna dal Vallone dei Bagni. La
si sale lungo l’ondulata cresta Nord-Est, costituita da una serie di
elevazioni di erba e roccette che però, verso il Vallone di Tesina,
precipitano con una serie di speroni rocciosi assai interessanti (vedi
anche itinerario Via
Don Gino).
La seconda cima che si
incontra è la bifida Cima del Lausfer (2544 m), dominante gli
omonimi laghi sul versante francese e collegata alla Testa Auta del
Lausfer dallo stretto intaglio roccioso della Sella del Lausfer
(2450 m circa). Si tratta di una montagna aspra e dirupata, specie sul
versante italiano, verso cui precipita con una serie di torrioni e
placconate strapiombanti solcate da ripidi canaloni. Verso la testata
del Vallon du Lausfer scende invece con pendii ripidi di roccette miste
ad erba. La sua cima è relativamente frequentata, grazie alla comodità
di accesso dal Colle del Lausfer tramite una ripida traccia di origine
ex-militare.
Subito a meridione del Colle
del Lausfer (2378 m), valico frequentatissimo in quanto situato sul
percorso del famoso Anello
dei Laghi del Lausfer, si eleva la terza cima toccata
dall’itinerario, la Testa di Colla Auta (2484 m): si tratta in
realtà dell’estremità occidentale di un vasto tavolato pressoché
pianeggiante, che però precipita verso Nord con una verticale
bastionata rocciosa. Sul versante francese (Vallon de Chastillon),
ancora una volta, i pendii sono si ripidi, ma con larghi tratti erbosi.
Rispetto alla descrizione che la “Guida dei Monti d’Italia –
Alpi Marittime vol. II” fa di questa zona, vale la pena
sottolineare alcuni aspetti per evitare di creare confusioni: il
versante settentrionale dell’altipiano, dirupato e roccioso, è
indicato nella GMI come “Rocche di Colla Auta”, mentre in altre
pubblicazioni più recenti qui si individua la Cima di Rena Grossa
(2450 ca.). Nel citato volume, tale cima viene invece collocata ad
oriente del Passo di Colla Auta, a quota 2356 m. in
corrispondenza di una insignificante altura erbosa a pochi metri dal
sentiero segnato. Qui si è voluta utilizzare la versione più recente,
anche perché in rete si trovano numerosi riferimenti allo “Sperone
Nord della Cima di Rena Grossa”, via di arrampicata classica aperta da
K. Fea e D. Collino nel 1996, che si svolge proprio in questo settore di
parete.
|
PUNTO
DI PARTENZA
|
Da Mondovì (uscita della A6
Torino-Savona) si raggiungono Cuneo e Borgo San Dalmazzo,
da dove si risale
la Valle Stura.
Circa
1 km
a monte dell'abitato di Vinadio (
904 m
,
64 km
da Mondovì) si prende la diramazione a sinistra per il Vallone di
Sant'Anna, si supera la borgata di Pratolungo (
926 m
) e, con numerosa serie di tornanti, trascurando a sinistra la
carrozzabile per il Vallone di Riofreddo, si giunge al bivio di
quota 1900 circa. Trascurato il ramo di sinistra, diretto al non lontano
Colle della Lombarda, si prosegue a destra, tagliando con ampio
semicerchio la testata del vallone e, con un ultimo strappo, si
raggiungono i fabbricati intorno al Santuario
di Sant'Anna di Vinadio (
2010 m
, circa
20 km
da Vinadio, ampi parcheggi). Si segue la strada asfaltata che dal
piazzale antistante il santuario raggiunge in breve il grande parcheggio
posto nei pressi della Roccia dell'Apparizione.
|
AVVICINAMENTO
|
Dalla Roccia
dell'Apparizione (su questo roccione la leggenda vuole che
la Madonna
sia apparsa ad una giovane pastorella, scalinata che raggiunge la sommità
del masso, dove sorge una statua della Vergine), si prosegue lungo
l'ampia carrareccia ex-militare che guadagna quota con un ampio tornante
poi, tralasciata la prosecuzione della carrareccia (diretta ai colli di
Sant'Anna e del Lausfer, vedi anche itinerario Anello
dei Laghi del Lausfer), si prende una mulattiera a destra,
che sale ripida la china detritica, passa per una modesta pozza (bella
veduta sulla fronteggiante Punta Maladecia) e raggiunge la conca
dove giace il bel Lago
di Sant'Anna (
2167 m
, h 0,20).
Seguendo la sponda del
lago, se ne supera l'emissario e si riprende a salire per una ripida
costa prativa, che fa guadagnare una bella valletta erbosa.
Passando nei pressi di un
più piccolo specchio d'acqua (
2250 m
), la mulattiera riprende a salire per coste di erba e detriti
(possibili scorciatoie) fino all'ultimo
valloncello che sbuca sull'ampia sella del Passo di Tesina
(
2400 m
, h 0,40 dal lago, paline).
Belle vedute sulla
testata del Vallone d'Orgials e sull'opposto Vallone
di Rocciaslion, in cui è ben visibile la mulattiera che scende
lungamente fino alla borgata Callieri, nel Vallone dei Bagni.
Dal passo si abbandona
la mulattiera, che traversa a sinistra verso il Colle Saboulè (vedi
anche itinerario Testa
Rognosa della Guercia), e si trascura anche il sentiero
segnalato che cala con tornanti nel Vallone di Rocciaslion, per seguire
a sinistra l’erbosa cresta Nord-Est della Testa Auta del
Lausfer (attacco).
|
DESCRIZIONE
DELLA VIA
|
Si segue la cresta
proprio sul filo, per
erba e sassi, raggiungendo in breve una prima elevazione
dalla quale si
domina il sottostante valico e la dirimpettaia Cima di Tesina.
Poco sotto la cresta, sul lato Lago di Sant’Anna, si notano le tracce
di un vecchio sentiero ex-militare che si dirige ad alcune postazioni
sul costone erboso a sinistra. Con belle vedute sulla conca del Lago di
Sant’Anna e, sull’opposto versante, sul
lungo Vallone di Tesina che scende a Callieri, si continua a
salire per l’erboso crinale fino a raggiungere le postazioni
ex-militari precedentemente avvistate. Da qui appare la
lunga cresta da percorrere, con il suo elegante profilo.
Raggiunta una cimotta rocciosa, si
scende dall’altra parte per un tratto di cresta più
affilato (F, attenzione ai sassi mobili), quindi si guadagna una
nuova sommità attraverso la divertente e movimentata cresta
rocciosa (F, passi di I°+). Seguendo la cresta, fra
grandi roccioni e cespugli di ginepro, con un po’ di ginnastica si
giunge ad una sella erbosa, sovrastata da un
risalto inciso da diverse fessure erbose (h
0,30 dall’attacco, fin qui si può giungere anche evitando
tutte le difficoltà sul lato sinistro della cresta).
Si rimonta la
ripida fessura erbosa più marcata, subito a sinistra di un
nerastro torrione roccioso: con salita faticosa su terreno un po’
precario (F) si giunge in breve su un terrazzino con ginepri, ai
piedi di un testone roccioso. Traversando
a sinistra, con un passo delicato ma breve (I°+) si
ritorna su terreno erboso meno ripido: risalendo una rampa di erba e
roccette si
ritorna sulla cresta, qui costituita da massi accatastati.
Con divertente e panoramica salita si giunge in breve su una nuova
allungata sommità. Dall’altra parte si scende per un
breve risalto (F, passo di II°) ad una
insellatura, da dove si guadagna un insospettabile dorso
prativo molto bello. Con una nuova discesa lungo la cresta di
roccioni e ginepri, con qualche passo da scendere con attenzione (I°+),
si raggiunge un’ampia
sella alla base dell’anticima, dove affiorano curiose rocce
bianche. Da qui il percorso è sbarrato da una paretina pressoché
verticale di una decina di metri: su alcune relazioni la paretina viene
definita “superabile con lievi difficoltà di II°”, a vista noi
l’abbiamo giudicata almeno III°/III°+ esposto. Anche per evitare di
dover portare la corda solo per questo brevissimo tratto, abbiamo quindi
cercato un’alternativa più omogenea: in effetti, scendendo
di pochi metri lungo il canale erboso di sinistra, si
raggiunge una zona di rocce rotte miste ad erba (tracce di camosci) che
consente di aggirare il tratto impegnativo e, per
roccette e canalini, di ritornare in cresta ad una selletta
ormai ai piedi del cupolone finale. Con un’ultima breve salita per
ripida erba e qualche roccetta si raggiunge quindi facilmente
la
piccola croce di vetta della Testa Auta del Lausfer
(2587 m, h 1,30 dall’attacco).
Bellissimo panorama sul vicino nodo
della Guercia, sui più lontani Corborant e Ischiator e sulle
Cozie della media Val Stura (Rocca la Meja, Bersaio, ecc…). Verso
Sud-Ovest domina l’inconfondibile
isolato Mont Mounier, al di là del solco della Vallée de la
Tinée, mentre a Sud si può esaminare la
lunga cresta che collega la nostra cima alla Cima del
Lausfer, che si dovrà percorrere. Verso Est si domina la
conca del Lago di Sant’Anna e la testata del Vallone
d’Orgials, oltre la quale svettano alcune delle principali cime delle
Marittime (Rocca la Paur, Monte Matto, Argentera).
Trascurata la traccia
che, verso destra, scende in breve al Colle Saboulé (vedi anche
itinerario Testa
Auta del Lausfer – Via “Don Gino”), si prosegue lungo
la dorsale, inizialmente
ampia ed erbosa. Con percorso pressoché pianeggiante si
raggiunge un’ampia sella fra due sommità di roccette, da dove un
ripido e largo canale erboso scende verso la conca del Lac
Superieur du Lausfer, che si inizia ad avvistare. Per evitare ogni
difficoltà è possibile scendere per questo canale fino ad incontrare
una traccia orizzontale che taglia poco sotto la Sella del Lausfer
portandosi sul versante occidentale della Cima del Lausfer: seguendo la
cresta il percorso è un po’ più impegnativo, ma anche più
divertente. Senza scendere nel canalone, quindi, si prosegue a sinistra,
lungo la cresta di grossi massi: con divertente ginnastica, si
scende fra pietraie e lingue erbose, scegliendo il miglior
percorso a seconda delle proprie capacità (passi discontinui di II°).
Gradualmente, compare sempre più il sottostante Lac Superieur du
Lausfer, dalla caratteristica forma circolare. Raggiunti alcuni spuntoni
rocciosi, si scende per breve tratto verso destra, su ripida erba
(attenzione alle pietre mobili), quindi si
traversa in direzione di un caratteristico spuntone inclinato.
Per cengetta si raggiunge e scavalca la selletta subito a valle dello
spuntone, da dove ci si cala con attenzione in un breve canalino
(all’inizio passo in discesa di II°, 2 m). Proseguendo in
quota per cengette erbose (tracce di camosci), si giunge in breve al
punto di massima depressione della cresta, presso lo stretto
intaglio roccioso della Sella del Lausfer (2450 m ca., h
0,40 dalla Testa Auta del Lausfer). Da qui, volendo, è
possibile scendere con facilità sia
verso il Lago di Sant’Anna che verso il Lac
Superieur du Lausfer.
Riprendendo a salire, si
rimane leggermente sul lato destro (Ovest) per aggirare alcuni spuntoni
e grossi massi: giunti alla base di un muretto, lo
si supera per una breve fessura (II°), quindi si
ritorna sul filo di cresta, ora
facile e costituito da erba e sassi. Con breve ripida salita
si raggiunge la vetta settentrionale della Cima del Lausfer (2540 m ca.,
h 0,20 dalla Sella del Lausfer).
Bella veduta sulla aerea cima principale.
Con una breve
traversata, passando dalla vicina forcella di divisione, si raggiunge
anche la vetta meridionale (la più alta) della Cima
del Lausfer (2544 m, h 0,05
dalla cima settentrionale, croce di ferro e resti di postazioni
ex-militari). Bella veduta sulla
testata del Vallone d’Orgials, sulla zona del Colle del
Lausfer (con
il massiccio Testa di Colla Auta – Cima di Rena Grossa) e,
sul versante opposto, sugli ameni Lacs du Lausfer, con l’omonimo
vallone che scende verso Isola in Vallée de la Tinée.
Dalla cima si scende ad
una selletta sottostante, dove inizia una marcata traccia che si
mantiene alcuni metri sotto il filo di cresta, costituita da grossi
massi accatastati. La traccia aggira un costone, quindi scende ripida in
un canalino, riportandosi presso il filo in corrispondenza di resti di
trinceramenti. Con
un ultimo tratto di discesa, si raggiunge l’ampia sella
detritica del Colle del Lausfer (
2430 m
, h 0,25 dalla Cima del Lausfer,
paline). Sul valico, attraversato dalla mulattiera ex-militare del
famoso Anello
dei Laghi del Lausfer, sorgono i
ruderi della stazione a monte di una teleferica, mentre una
mulattiera che si stacca dalla mulattiera sul versante italiano una
cinquantina di metri prima del colle raggiunge un’ampia caserma,
situata a ridosso delle rocce della Testa di Colla Auta.
Dal valico bella veduta sui sottostanti Lacs
Inferieurs du Lausfer (o Lacs Variclés): si tratta di
tre piccoli specchi d’acqua, situati su due ripiani adiacenti.
Dal valico si aggirano,
sul lato francese, i resti di un bunker demolito e si prende una marcata
mulattiera ex-militare che taglia il versante occidentale della Testa di
Colla Auta. Ad un bivio, si trascura la diramazione di destra, che
traversa al vicino Collet de Sespoul (centralina metereologica e resti
di bunker) e si prosegue dritti, in leggera salita, fino a raggiungere
la base del roccioso spigolo Sud-Ovest della Testa di Colla Auta, dove
si trovano i resti di una caserma di epoca napoleonica e un
più recente bunker appartenente al sistema difensivo del
Vallo Alpino. Scavalcato il bunker (mimetizzato con pietre cementate),
si traversa brevemente a destra fino alla base di un breve canalino in
parte erboso. Si rimonta il canalino (qualche passo di I°),
uscendo in breve sulla cresta sommitale della Testa di Colla Auta, presso
vecchie fortificazioni di pietre a secco. Con breve percorso
verso Nord, si segue la
comoda cresta sommitale per erba e massi (numerosi resti di
fortificazioni di varie epoche) fino al cippo di confine n. 94, che
segna la massima elevazione della Testa
di Colla Auta (2484 m, h 0,20
dal Colle del Lausfer). Bella veduta sul sottostante colle, con la
severa Cima del Lausfer, e su
tutto lo svolgimento del Vallone di Sant’Anna.
Non rimane ora che
seguire l’andamento del vasto
altipiano superiore, fra erba e massi, in ambiente riposante
e panoramico. Con un tratto su pietraia si sfiora l’ometto di vetta
della Cima di Rena Grossa (2450 m ca., le “Rocche di Colla
Auta” della GMI), che precipita sulla sottostante mulattiera
ex-militare con un verticale spigolo roccioso, quindi si scende a destra
ad una fascia erbosa a raggiungere un’evidente traccia ex-militare che
scende sul versante francese. Con un ampio tornante la traccia perde
quota sul ripido pendio, alternando tratti erbosi ad altri su pietraia,
raggiungendo l’erboso Passo
di Colla Auta (2350 m), a pochi metri dalla mulattiera
ex-militare. Traversando brevemente per un sentierino a destra, si
tagliano le pendici del successivo dossone erboso (la “Cima di Rena
Grossa” della GMI) raggiungendo una più ampia sella erbosa con
numerosi resti di vecchi trinceramenti, dove si intercetta
definitivamente il sentiero segnalato (h 0,30
dalla Testa di Colla Auta).
Discesa:
seguendo la mulattiera verso destra, si doppia un costone erboso e si
raggiunge la casermetta ristrutturata
denominata Bivacco Tallone (chiuso). Da qui si scende con alcuni
ampi tornanti (scorciatoie) al Colle di Sant'Anna (2308 m,
paline). Proseguendo lungo la mulattiera, qui quasi una carrareccia, si
scende con una serie di tornanti fino al ben visibile Lago
del Colle di Sant'Anna (
2156 m
), da dove in breve si ritorna al bivio per il Lago di Sant’Anna e al
Santuario di Sant'Anna lungo la carrareccia già percorsa all'andata (h
0,40 da dove si intercetta il sentiero).
|
TEMPO
TOTALE
|
h 6,00 circa
|
DISLIVELLO
|
750 m circa (numerosi saliscendi)
|
DIFFICOLTA’
|
F+/PD- a seconda dei passaggi scelti (ampia
possibilità di aggirare ogni difficoltà)
|
MATERIALE
UTILE
|
casco |
ULTIMO
SOPRALLUOGO
|
13
settembre 2020
|
PERIODO
CONSIGLIATO
|
luglio
- ottobre
|
COMMENTI
|
Itinerario interessante,
facile e panoramico che consente di toccare, senza soluzione di
continuità, tutte le cime che fanno da corona all’amena conca del
Lago di Sant’Anna. Le difficoltà possono essere modulate a piacere:
rimanendo sul filo di cresta l’impegno sale un po’, rendendo però
più interessante la gita. Molte vestigia ex-militari sulle varie cime.
Nonostante la vicinanza con il frequentatissimo itinerario dei Lacs du
Lausfer, su queste creste si incontrerà ben poca gente!
|
|