Cima Sud dell'Argentèra 3297 m

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CARTINA CONSIGLIATA

A.S.F. scala 1:25.000 – Foglio 05

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI MARITTIME

SCHEDA N. 17

 

FOTO NOTEVOLI

ALBA SULLE TESTE DI BRESSES

LA TESTATA DEL VALLONE ASSEDRAS, CON IL CANALE DEL PASSO DEI DETRITI E LA CIMA SUD DELL’ARGENTÈRA

LA CENGIA DELLA VIA NORMALE ALL’ARGENTÈRA DAL PASSO DEI DETRITI

ALPINISTI SULLA CRESTA SIGISMONDI, IN VETTA ALLA CIMA GENOVA

DALLA BASE DEL CAMINO FINALE VERSO LA CENGIA ED IL PASSO DEI DETRITI

SCENDENDO NEL VALLONE ASSEDRAS VERSO IL RIFUGIO REMONDINO

STAMBECCO IN RIPOSO NELL’ALTO VALLONE ASSEDRAS

 

STORIA ALPINISTICA

La Cima Sud dell'Argentèra (3297 m) è la regina delle Marittime! Si eleva al culmine dell’altissima ed ardita cresta, detta Serra dell’Argentèra, che va dal Passo dei Detriti al Colle del Chiapous: si tratta quindi di una cima non ben individualizzata, almeno finchè non la si osserva dalle punte vicine. Eccola allora apparire in tutta la sua spiccata individualità ed eleganza. 

Il fatto che il Massiccio dell’Argentèra non si trovi sullo spartiacque alpino principale, ma su una diramazione laterale in territorio italiano, quindi in posizione più defilata e nascosta, ha fatto sì che per molti anni si credesse che la cima più elevata delle Alpi Marittime fosse il Monte Gelàs (3143 m). Solo il 17 luglio 1864, quando la sua cima fu raggiunta per la prima volta da Paolo e Giacomo di Saint Robert, Carlo Meynardi e le guide G. B. Abbà e A. Audisio, ci si rese conto che "la Cima dè Gelàs domina tutte le punte circostanti, il Clapièr, il Matto, ecc., da una montagna in fuori, posta a Nord-Ovest, indicata nella carta dello Stato Maggiore col nome di Rocca dell’Argentèra, e che pare sia la stessa che è chiamata Stella dai bagnanti di Valdieri" ("La Sentinella delle Alpi" del 22 luglio 1864). 

Non solo quindi, a quel tempo, non vi era chiarezza sulle quote altimetriche, ma neppure sui toponimi! Dopo alcuni poco convinti tentativi di salita, tra cui quelli di Cesare Isaìa (che l’11/07/1871 raggiunse il Monte Stella per la parete meridionale) e di D. W. Freshfield (che il 27/09/1878 salì per errore la Cima di Nasta scambiandola per l’Argentèra), è la volta del grande alpinista americano William August Brevoort Coolidge, che dedica la sua attenzione alle Marittime con l’intenzione di scalarne la cima più elevata. Dopo alcune altre ascensioni a cime vicine, che sfrutta più che altro per osservare l’Argentèra da tutte le angolazioni possibili, il 18 agosto 1879, accompagnato dalle fedeli guide Christian ed Ulrich Almer di Grindelwald, Coolidge sferra l’attacco decisivo alla cima, lungo la via che poi diverrà una delle più classiche salite su neve delle Alpi occidentali, il temibile Canalone di Lourousa. Un’ascensione, questa, che fu un vero capolavoro per l’epoca, tenendo presente che i ramponi non erano ancora stati inventati e che nei tratti ghiacciati occorreva gradinare! 

Sotto l’impulso di questa impresa, l’esplorazione del massiccio è proseguita sempre più convinta, e fu così che venne trovata l’attuale via normale da G. Dellepiane e U. Ponta il 16 agosto 1882, lungo la facile ma esposta cengia del versante Sud-Est: è questo un itinerario frequentatissimo, ma che troppo spesso viene anche sottovalutato. Il percorso della cengia è sì facile, ma l’esposizione in alcuni tratti è sensibile, e l’ambiente resta comunque di alta montagna, con possibilità di repentini cambiamenti del tempo. Insomma, la Cima Sud è forse la più frequentata fra le vette del massiccio, ma non va comunque mai "banalizzata".

 

PUNTO DI PARTENZA

Rifugio Remondino (2430 m), raggiungibile dal Piano della Casa (Valle Gesso) in h 1,45.

Per i particolari sull’accesso al rifugio vedi itinerario Nel Vallone Assedras.

 

AVVICINAMENTO

Dal rifugio si segue una traccia di sentiero che si dirige verso la base dell'enorme colata di sfasciumi discendente dal Passo dei Detriti, tra i contrafforti della Cima Paganini (3051 m) e la Cima Genova (3191 m). 

Risalito un breve pendio erboso con alcune serpentine, si prosegue con minor pendenza tagliando alla base l’ampio canale facente capo all’evidente Colle di Nasta (sulla destra). Più avanti, quando il vallone comincia ad impennarsi verso restringendosi man mano a canalone, si trascura anche una traccia a sinistra diretta allo stretto Colletto Freshfield, tra la Cima dei Camosci e la Cima Purtscheller. 

Il canalone principale si risale nel suo centro (labile traccia) con numerosissimi, erti tornanti fra i franosi detriti, fino a raggiungere l'intaglio del Passo dei Detriti (3120 m, h 1,45 dal rifugio), sullo spartiacque Assedras (Gesso della Valletta) - Rovina (Gesso di Entracque). Dal valico, splendida vista sull’Altipiano del Bàus, sul Bacino del Chiotàs, sulla zona del Rifugio Genova, sulla Catena di Nasta e sul Gruppo del Gelàs. Attacco.

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Dal passo appare evidente l'ulteriore tratto di salita da compiere, che prevede il percorso dell’aerea cengia che sale in diagonale lungo la parete orientale della Cima Sud dell'Argentèra (3297 m); seguendo i segni rossi sulle rocce, dapprima si sale un poco lungo le ripide pendici della Cima Genova (3191 m), poi si imbocca la cengia, evidente ma molto esposta, che scende leggermente tagliando le lisce placche a picco sul glacio-nevaio pensile chiamato "la Balconèra"

Ad un certo punto una pancia di roccia aggettante costringe a scendere per circa 2 metri (II°, passo più esposto, nel 2009 corda fissa), e poi a proseguire per circa 3 metri quasi carponi ("passo del gatto"). Oltre questo punto, la cengia prosegue pianeggiante, sempre esposta ma più comoda, poi comincia a salire, presentando ogni tanto qualche facile gradino da scalare, ma con minore esposizione della prima parte. 

Si giunge così su un panoramico poggio alla base di un camino di una ventina di metri, attrezzato con corde fisse: lo si risale, superando circa a metà un masso incastrato (II°) e si esce sulla spalla Est: seguendo una traccia fra massi e pietrame, si risale la breve cresta orientale che conduce direttamente sulla vetta della Cima Sud dell'Argentèra (3297 m, h 1,00 dal Passo dei Detriti). Nelle giornate terse, panorama veramente eccezionale su tutta la cerchia alpina, che si spinge fino al mare di Nizza ed alla Corsica! Sulle Marittime, interessantissime vedute sul Gruppo del Gelàs, sulla Cima di Nasta, sulla vicina Cima Nord dell’Argentèra (3286 m) e, in particolare, sulla aerea sommità del sottostante Corno Stella.

 

Discesa: si effettua per la stessa via, ponendo molta attenzione ai tratti esposti, in h 2,15.

 

TEMPO TOTALE

h 5,00 circa (esclusi l'accesso e la discesa dal rifugio)

DISLIVELLO

850 m circa (esclusi l'accesso e la discesa dal rifugio)

DIFFICOLTA’

PD- (molto esposta la cengia iniziale, qualche passo di II°)

MATERIALE UTILE

casco, eventualmente imbrago, rinvii e spezzone di corda per le sicure nei tratti più esposti

ULTIMO SOPRALLUOGO

6 settembre 2009

PERIODO CONSIGLIATO

luglio - metà settembre

COMMENTI

Itinerario molto panoramico, conosciuto e frequentato, ma assolutamente da non sottovalutare; attenzione nell'ultimo tratto, sulla cengia, soprattutto in caso di affollamento! Informarsi sull’eventuale rimozione degli spezzoni di corda fissa, da sempre al centro di polemiche fra gli alpinisti. Il percorso si svolge interamente nel Parco Naturale delle Alpi Marittime, per cui è molto facile imbattersi in animali selvatici, soprattutto stambecchi.