Catena del C.A.I. - Traversata integrale

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI EDITORE scala 1:25.000 - Foglio 15

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO SU ROCCIA - ALPI MARITTIME

SCHEDA N. 3

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

LA TURRITA CATENA DEL C.A.I. SALENDO DAL PIAN DELLA CASA AL RIFUGIO REMONDINO

IL RIFUGIO REMONDINO E LA TESTATA DEL VALLONE ASSEDRAS SALENDO VERSO L’ATTACCO DELLA CRESTA

DALLA PUNTA TRANCHERO-NOVELLI VERSO LA PUNTA LIVIO BIANCO, CON L’ESPOSTO PERCORSO OLTRE LA FORCELLA BESSONE-GIORDANA-MASSA

LE PUNTE LIVIO BIANCO E BERARDO-ALLOA (CON INDICATA LA POSIZIONE DELL’ANCORAGGIO PER LA CORDA DOPPIA DI DISCESA SULLA FORCELLA VARRONE) SALENDO ALLA PUNTA LAURENTI

 

STORIA ALPINISTICA

La Catena del C.A.I. è una breve cresta rocciosa che separa il Vallone Assedras dal Vallone di Nasta, in alta Valle Gesso. Si tratta di una sequenza di sette punte, separate da brevi canali che fanno capo ad anguste forcelline di cresta, che dominano il vicino poggio su cui sorge il Rifugio Remondino. 

L’ambiente è quanto mai selvaggio ed imponente, e fra le alte cime alla testata del vallone, molte delle quali superano i tremila metri, la Catena del C.A.I. appare quasi dimessa: ben pochi infatti si cimentano su queste brevi pareti e canalini, attirati dalle più famose cime di Nasta, Paganini, Argentèra, Bàus, Bastione e Bròcan. Nonostante questo, la breve catena merita una visita, sia per il bel panorama che si può gustare dalle varie elevazioni, sia perché in condizioni primaverili, con i canali rivolti al rifugio innevati, è possibile effettuare alcune belle (anche se brevi) salite con ramponi e piccozza. 

Ogni cima e forcella ha un nome, che fa riferimento a benemeriti soci del C.A.I. di Cuneo, periti in montagna. Da sinistra verso destra: Punta Remondino 2791 m, Forcella Est, Punta Laurenti 2798 m, Forcella Varrone, Punta Berardo-Alloa 2748 m, Forcella Dentis-Gianci, Punta Livio Bianco 2730 m, Forcella Bessone-Giordana-Massa, Punta Tranchero-Novelli 2700 m, Forcella Barbero, Punta Smellini 2670 m, Forcella Occelli, Punta Sodano 2657 m. 

L’itinerario descritto segue integralmente da Ovest ad Est il filo di cresta della catena, assai aereo ed esposto, scavalcando tutte le cime e tutte le forcelle di divisione: si tratta di una cavalcata spettacolare, nonostante le difficoltà piuttosto contenute, sia per l’esposizione che per i panorami sulle cime circostanti. Diverse possibilità di ritirata sul lato Sud (Vallone di Nasta): i due tratti più impegnativi, brevi ma assai esposti e verticali, possono essere scesi facilmente in corda doppia (cordini in loco).

Prima traversata nota: Matteo Campia e Riccardo Nervo nel 1957.  

 

PUNTO DI PARTENZA

Rifugio RemondIno ( 2430 m ), raggiungibile dal Piano della Casa (Valle Gesso) in h 1,45.

Per i particolari dell’accesso, vedi itinerario Nel Vallone Assedras.

 

AVVICINAMENTO

Dal rifugio, guardando la Catena del C.A.I., si scende il pendio erboso lasciando subito a destra la fontana. Perdendo quota per erba e sassi, ci si porta alla base della bastionata che sorregge le punte Smellini e Sodano, tagliata nella parte inferiore da una serie di cengioni erbosi paralleli. Raggiunto il fondo dell’avvallamento, ricoperto da grossi massi, si taglia in quota il ripido pendio (attenzione) allo sbocco di due canali rocciosi, in direzione di uno speroncino su cui spicca una evidente macchia di licheni giallastri sulla roccia. Raggiunto lo speroncino roccioso, si sale un brevissimo gradino (2 m, EE) e ci si porta su un ripido pendio erboso separato, poco più un alto, da una costola che dà luogo a due canali paralleli. Si rimonta il canalino di destra, ripido ma erboso e gradinato (I°+) per una ventina di metri, giungendo alla base di una paretina. Aggirata la paretina verso destra (un passo esposto su ripida erba richiede attenzione, I°+) si continua in diagonale verso sinistra seguendo una nervatura rocciosa per erba e roccette. Poco più in alto la nervatura diventa crestina, che costituisce la sponda destra di un erto canalino erboso che va risalito interamente fino alla stretta forcellina cui fa capo (faticoso, 2575 m circa, h 0,40 dal rifugio). Siamo sulla linea di cresta, alla base occidentale della Punta Sodano: sul versante opposto della forcellina ampi pendii erbosi scendono in direzione del Vallone di Nasta. Bella veduta sulla zona Mercantour – Ciriegia e, alle nostre spalle, sulle cime della Catena della Madre di Dio. Attacco.

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Dalla forcellina si attaccano a sinistra le rocce della cresta, erbose e costituite da lame instabili che richiedono estrema attenzione (isolati passi di II°). Dopo i primi 30 metri è conveniente mantenersi leggermente sulla sinistra, (lato Rifugio Remondino), dove le rocce sono più pulite e solide. Con veloce ascesa si raggiunge così lo spuntone della cresta immediatamente ad Ovest della Punta Sodano, dove sorge un piccolo ometto di pietre: volendo è possibile traversare pochi metri sotto la cima (sempre lato rifugio), evitando di raggiungere anche questa sommità. Scavalcata una stretta forcella erbosa, si prosegue lungo il filo aereo ma poco inclinato della cresta (II°), giungendo in breve sulla sommità della Punta Sodano (2657 m, h 0,25 dalla forcellina d’attacco).

Proseguendo lungo la cresta, si scende brevemente alla poco accentuata Forcella Occelli, da dove la cresta riprende a salire con decisione fra caratteristici spuntoni (II°/II°+) fino alla successiva sommità della Punta Smellini (2670 m, h 0,10 dalla Punta Sodano).

Da qui la successiva discesa verso la Forcella Barbero è breve, ma assai esposta e delicata: a metà tragitto si incontra un cordone attorno ad uno spuntone, indice del fatto che spesso questo tratto viene affrontato in sicurezza (consigliato, II°+ molto esposto!). Si giunge così alla Forcella Barbero, su cui incombe una verticale paretina assai impegnativa. Si traversa allora una decina di metri verso sinistra (lato rifugio) superando una costola rocciosa e giungendo in un canalino gradinato che rimonta in cresta. Si risale interamente il ripido canalino, costituito da placchette inframmezzate da cornici erbose (II°), fino a riprendere il filo di cresta al di sopra del salto. Proseguendo lungo l’affilato spartiacque, si aggira un blocco roccioso rossastro e, per un’ultima placchetta, si raggiunge la sommità della Punta Tranchero-Novelli (2700 m, h 0,25 dalla Punta Smellini).

Proseguendo pochi metri oltre la sommità la cresta presenta un risalto alto una decina di metri: la discesa in arrampicata non sarebbe troppo impegnativa (III°), ma la friabilità della roccia e le molte pietre instabili consigliano una breve calata in corda doppia (cordino nero intorno ad un masso). Con una breve calata si scende dunque lungo un canale-camino ad un ripiano detritico, da dove si riprende una crestina orizzontale piuttosto affilata che, aggirato un grosso masso per una esile cornice sulla sinistra, consente di raggiungere lo stretto spacco della Forcella Bessone-Giordana-Massa, che si apre alla base di una triangolare paretina. Scesi un paio di metri lungo il canalino che cala a destra (lato Vallone di Nasta), si rimonta una ripida rampa di erba e roccette di fianco ad una nervatura rocciosa fino a giungere alla base della paretina. Si attacca la paretina, abbastanza verticale ma molto ben gradinata (II°+ con qualche passo di III°): con bellissimo percorso aereo ed esposto si risale interamente la paretina e, con pochi passi di cresta quasi orizzontale, si raggiunge anche la sommità della Punta Livio Bianco (2730 m, h 0,20 dalla Punta Tranchero-Novelli).

Con un nuovo tratto di cresta aereo ma facile e poco inclinato si scende velocemente alla Forcella Dentis-Gianci. Riprendendo a salire lungo il filo, fra massi e spuntoni, con passaggi lievemente esposti ma facili (massimo II°) si giunge anche sulla bifida sommità della Punta Berardo-Alloa (2748 m, h 0,15 dalla Punta Livio Bianco).

Dalla sommità più orientale di quest’ultima la cresta presenta un brusco salto, precipitando verticale e affilata sull’ampia Forcella Varrone. Seguendo un’esile cornicetta che traversa circa 2 m sotto la cresta lato Rifugio Remondino (II° espostissimo!) si raggiunge un evidente spuntone con due cordoni: di qui con una doppia di circa 15 m, scomoda perché di traverso rispetto alle lame rocciose della cresta, ci si cala sul versante Vallone di Nasta (ma mantenendosi sempre nei pressi del filo) fino alla base del grande masso roccioso sull’intaglio della Forcella Varrone.

Si attaccano le placchette e le rocce erbose poco a destra del filo di cresta, mirando ad un evidente canalino di erba e roccette: si risale il canalino per rocce erbose che richiedono attenzione (II°, precario), quindi si sfruttano alcune cornici fra le placche per traversare decisamente a sinistra (I°+). Aggirato uno spuntone sul lato Nord (Rifugio Remondino), si risale un canalino roccioso (II°) fino ad una breccia sul filo di cresta, da dove in pochi passi su rocce rotte si raggiunge l’ometto di vetta della Punta Laurenti (2798 m, h 0,30 dalla Punta Berardo-Alloa).

Dalla cima si segue ora una affilatissima ed esposta crestina (II°) per una decina di metri, quindi ci si cala sul lato Nord per una paretina appigliata di 4-5 metri (II°+) fino ad una evidente cengia, che si percorre per alcuni metri fino a dove questa è interrotta da una breve saltino. Si scende per un caminetto (3 metri, II°+) fino ad una placchetta abbattuta, che si traversa con attenzione (buone prese, II°) fino alla larga cresta orizzontale, costituita da grossi massi accatastati, che consente di raggiungere senza altre difficoltà la Forcella Est Dalla forcella si prosegue lungo il comodo dorso detritico e, per un arrotondato cupolone di sfasciumi, si raggiunge in pochi passi l’ampissima vetta della Punta Remondino (2791 m, h 0,15 dalla Punta Laurenti), con magnifica veduta sulla Cima di Nasta, sul Bàus, il Bastione e la Cima di Bròcan. Sull’altro versante del Vallone Assedras, dominato dalla Cima Genova, svetta la lunga e dentellata dorsale della Madre di Dio.

Qui ha termine la traversata.

 

Discesa: Dalla cima si scende verso Est per l’arrotondato dorso, si supera una modesta barra rocciosa e si ritrovano le tracce (ometti e segnavia       ) che dal Rifugio Remondino salgono al Lago di Nasta (vedi itinerario Al Lago di Nasta). Si scende a sinistra per rocce e residui nevosi seguendo gli ometti e i segnavia e, aggirato un salto roccioso sulla destra lungo un ripido canalino, si ritorna al rifugio (h 0,40 dalla Punta Remondino).

 

TEMPO TOTALE

h 3,45 circa, esclusi l'avvicinamento e la discesa dal rifugio (h 2,15 circa il percorso di cresta) 

DISLIVELLO

470 m circa (esclusi l'avvicinamento e la discesa dal rifugio)

DIFFICOLTA’

PD+ (numerosi tratti continui di II°/II°+ esposti, un breve tratto di III° e due brevi corde doppie)

MATERIALE UTILE

corda da 30 m (minimo), cordoni, 3/4 rinvii, moschettoni, qualche friend, casco

ULTIMO SOPRALLUOGO

2 luglio 2017

PERIODO CONSIGLIATO

metà giugno – ottobre 

COMMENTI

Bellissima traversata, a torto poco frequentata dagli alpinisti, che preferiscono le più prestigiose vie sui “3000” della zona. Ma questa Catena del C.A.I., apparentemente più dimessa, riserva qualche sorpresa … Intanto, l’ambiente assai selvaggio e panoramico, poi l’esposizione, sempre assai pronunciata, infine la varietà della traversata. Consigliabile nel senso Ovest-Est, in modo da affrontare i più lunghi tratti di erba e roccette in salita e i brevi risalti impegnativi in discesa. Possibilità di ritirata verso il Vallone di Nasta in diversi punti (specie dalle forcelle Varrone ed Est). Roccia discreta, friabile fino alla Punta Sodano. Molto consigliata!