Si possono
contare 7
tiri di corda (di cui i primi 3 appartenenti alla via "La Bella e la
Bestia", il 4° ad una variante della via "Simonetta"
e gli ultimi 3 al "Pilastro Josephine" vero e proprio):
1 - Si attacca
la parete in corrispondenza di un diedro molto aperto, che sale un po'
verso sinistra: i passi iniziali su placca sono i più impegnativi perchè molto
verticali e con appigli piccoli e distanti (5c), poi la salita si
fa più facile, lungo una fessura obliqua che, verso sinistra, conduce (4b/4c)
ad un piccolo pianerottolo con i 2 resinati di sosta (15 m);
2 -
Si continua superando un grosso masso con passo un po' malagevole (4c),
entrando nel vero e proprio diedro, più marcato ed un po' terroso: si
risale il diedro, superando alcuni risalti non troppo impegnativi (4a/4b).
L'uscita dal diedro obbliga al superamento di una placchetta sulla destra
piuttosto liscia (passo di 5a), quindi un brevissimo caminetto (4b)
consente di raggiungere il comodissimo pianerottolo di sosta, alla base di
una placca inclinata sovrastata da uno strapiombo giallo (2 resinati di
sosta, 20 m, questi primi due tiri sono comodamente concatenabili fra loro);
3
- Si attacca la placca inclinata (4c) seguendo i resinati, che si
mantengono piuttosto vicini allo strapiombo a sinistra: al sommo della
placca si traversa per un paio di metri a destra (4b),
proseguendo poi a salire e raggiungendo in breve una larga cengia
alberata. Si attacca il risalto successivo: il resinato invita a
superare direttamente un muretto leggermente spanciato (passo di 6a),
altrimenti si risale un brevissimo diedrino verticale circa un metro a
destra del muretto (5a) e, traversando a sinistra, si ritorna
sulla linea dei resinati. Si prosegue risalendo una breve placchetta (4c)
e si esce su una grande terrazza boscosa. La sosta a resinati è sul
ciglio, in posizione scomoda: conviene sostare poco oltre, su un ottimo
alberello già sul piano della cengia (20 m).
Si segue una traccia che,
leggermente verso sinistra, si porta alla base della parete superiore,
un po' a sinistra di un grande strapiombo: qui un cordino blu in una
clessidra, a circa 2 m da terra, indica l'attacco del tiro successivo.
4
- Si attacca la placca in corrispondenza della clessidra con cordino:
raggiunta una cengetta (4c), si attacca un breve risalto verticale
lungo una lama staccata (5a/5b, clessidra per cordino e vecchio
chiodo con anello molto stretto), uscendo su una comoda cengia alla base
di un grande tetto. Si traversa verso sinistra, rimanendo in prossimità
dello strapiombo: con passi via via più delicati (cordino in clessidra,
alcuni resinati, 4c/5a) si aggira il tetto, per poi salire lungo un
breve sistema di piccole lame (4b) fino ad intercettare il 4° tiro
della "Simonetta", ormai in corrispondenza della rampa obliqua
che sale da sinistra a destra fino ai due resinati di sosta (30 m).
Si continua su sentiero fra gli alberi fino ad
un'ampia cengia alberata. Di qui due possibilità per il tiro successivo,
la "Superwalter" o il "Pilastro Josephine "
originale.
5
- Via "Superwalter" - Si attacca appena raggiunta
la cengia (scritta "SUPERWALTER"): la parete è subito molto impegnativa perchè liscia e verticale (6a,
eventualmente ci si può aiutare con l'alberello). Sopra il primo
risalto, si prosegue per una serie di placche un po' più abbattute, ma
sempre molto impegnative (5c) fino ad uno spigoletto. Si sale lo
spigoletto per circa 2 metri, poi si traversa espostamente a sinistra
(delicato, 5c) fino ad una placca più appigliata (da sinistra
arriva in traverso il tiro originale del Pilastro Josephine), e di qui su
dritti fino alla sosta, sotto uno strapiombo giallastro (30 m);
5bis
- Via "Pilastro Josephine" originale - Si segue
verso sinistra la cengia fino alla base del breve gradino sopra il quale
riparte la "Simonetta": senza risalirlo, si attacca la parete
a destra (resinato visibile, scritta "PILASTRO JOSE"). Si
superano i primi metri, i più ostici per via della scarsità di appigli
e della verticalità (5b), quindi si prosegue verticalmente lungo
un diedro poco marcato, per un bellissimo sistema di successive lame
staccate (5a/4c). Superato un masso che butta un po' all'infuori
(5b), si trascura la sosta a sinistra, dentro un'evidente nicchia
(eventuale collegamento con gli ultimi 2 tiri della
"Simonetta") e si prosegue traversando verso destra, in
leggera salita, per placca appigliata (5a) intercettando l'ultimo
tratto della "Superwalter". Di qui su
dritti fino alla sosta, sotto uno strapiombo giallastro (35 m);
6
- Si attacca lo strapiombo, liscio ed impegnativo (6a). Più
sopra, dopo un tratto di placca più facile (5b) si incontra
un'altra più bassa fascia strapiombante (6a), superata la quale si
raggiunge la catena di sosta, di poco più a destra dell'ultima sosta
della "Variante alla Simonetta"
(20 m, a sinistra si scorge
l'inizio del traverso finale di quest'ultima via);
7
- Si scala direttamente una bellissima fessura verticale ed impegnativa ("Fessura
Ivaldo", 5b,
un passo iniziale di 5c) e si esce su una minuscola cengetta. Un ultimo
breve risalto (5a) conduce sulla sommità (sosta scomoda su due
resinati sul ciglio del tavolato sommitale, oppure più comoda su un grosso masso
con clessidre, già sul piano, 25 m).
Discesa: una breve traccia si collega al sentierino
proveniente dalla vicina vetta della Rocca di Perti, raggiungibile
verso sinistra in pochi minuti. Seguendo invece il sentierino verso
destra, si scende nel bosco e si costeggia poi in falsopiano la base della
parete Nord.
Trascurato il proseguimento del sentiero, che ritorna alla base del
Versante Ovest, si prende una deviazione a destra che ritorna, in h
0,10,
nuovamente al parcheggio.