Rocca di Perti - Via "Pilastro Josephine"

Home Chi sono Escursionismo Alpinismo Rifugi e Bivacchi Chi cerca trova Ultimi aggiornamenti Links Bibliografia Mailing List

 

CARTINA CONSIGLIATA

-

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI LIGURI (via di falesia)

SCHEDA N. 22

 

STORIA ALPINISTICA

La Rocca di Perti (397 m) è un imponente complesso calcareo che si erge fra la Val Porra e la Valle Urta (o Valletta di Montesòrdo), nell'immediato entroterra di Finale Ligure. I settori interessanti alpinisticamente sono il versante Ovest e la parete Nord, su cui sono concentrati moltissimi itinerari d'arrampicata. 

Il "Pilastro Josephine" (G. Ghiglione, M. Mesciulam, dicembre 1974) si svolge nel settore centrale della Parete Ovest, ed è una via già di discreto impegno. Un tempo veniva abbinato alla prima parte della "Simonetta", in quanto attacca all'altezza della quarta sosta di questa via: oggi, dopo l'apertura della falesia denominata "I tre Porcellini", è possibile raggiungere l'attacco del Pilastro attraverso il concatenamento di una via di tre tiri ("La Bella e la Bestia") più un interessante tiro che costituisce una bella variante al 3° tiro della "Simonetta". Rispetto a  quest'ultima, e anche ai tiri iniziali, il "Pilastro Josephine" vero e proprio rimane però nettamente più impegnativo, esposto e con un tiro strapiombante piuttosto ostico. Roccia magnifica. 

 

PUNTO DI PARTENZA

Da Finale Ligure (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si scende a Final Borgo, da dove si prende la strada per Càlice Ligure. All'altezza di Perti si svolta a destra e si segue la stretta, ripida strada che raggiunge la piccola frazione di Perti Alta. Rimanendo in quota, la stradina passa accanto alla Chiesa dei Cinque Campanili e, rasentando gialle pareti prima, ed inoltrandosi poi nella pittoresca, boscosa Valle Urta, si superano le Case Valle ed un primo parcheggio sulla destra e si raggiunge il piccolo parcheggio alla fine dell'asfalto presso il nucleo rurale di Montesòrdo.

N.B.: da Perti Alta in poi il transito è in realtà consentito solo ai residenti, ma gli arrampicatori sono in qualche modo tollerati. NON APPROFITTARNE!

 

AVVICINAMENTO

All'estremità sinistra del parcheggio (cartello per "Rocca di Perti") si prende un sentiero, all'inizio un po' incerto, che inizia a salire con pendenza sostenuta nel fitto bosco. Arrivati ad un bivio, si segue il ripidissimo e meno marcato ramo di destra, che raggiunge più in alto la traccia che aggira tutta la rocca; la si segue verso destra e si raggiunge così la base dello spigolo Nord, dove attacca una delle più facili ma interessanti vie della zona. 

Lasciando subito a sinistra la traccia che sale all'attacco di "Gioco Gioco", si prosegue in leggera discesa alla base delle imponenti placconate della parete Ovest. Si lasciano a sinistra le tracce di attacco della "Mariangela" e, più avanti, de  "Il Vecchio"  e si raggiunge lo slargo con placca di roccia dov'è l'attacco della "Simonetta" (h 0,15 dal parcheggio, scritta "SIMONETTA" sulla parete). Proseguendo rasentando la parete si raggiunge lo spiazzo dove partoni i tiri inferiori della falesia de "I Tre Porcellini". Seguendo una traccia oltre lo spiazzo, si risale un gradino e, lungo una cengia verso sinistra (corda fissa) si giunge, scendendo leggermente, al minuscolo pianerottolo dove parte la via "La Bella e la Bestia" (attacco, nessuna scritta).

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si possono contare 7 tiri di corda (di cui i primi 3 appartenenti alla via "La Bella e la Bestia", il 4° ad una variante della via "Simonetta" e gli ultimi 3 al "Pilastro Josephine" vero e proprio):

1 - Si attacca la parete in corrispondenza di un diedro molto aperto, che sale un po' verso sinistra: i passi iniziali su placca sono i più impegnativi perchè molto verticali e con appigli piccoli e distanti (5c), poi la salita si fa più facile, lungo una fessura obliqua che, verso sinistra, conduce (4b/4c) ad un piccolo pianerottolo con i 2 resinati di sosta (15 m);

2 - Si continua superando un grosso masso con passo un po' malagevole (4c), entrando nel vero e proprio diedro, più marcato ed un po' terroso: si risale il diedro, superando alcuni risalti non troppo impegnativi (4a/4b). L'uscita dal diedro obbliga al superamento di una placchetta sulla destra piuttosto liscia (passo di 5a), quindi un brevissimo caminetto (4b) consente di raggiungere il comodissimo pianerottolo di sosta, alla base di una placca inclinata sovrastata da uno strapiombo giallo (2 resinati di sosta, 20 m, questi primi due tiri sono comodamente concatenabili fra loro); 

3 - Si attacca la placca inclinata (4c) seguendo i resinati, che si mantengono piuttosto vicini allo strapiombo a sinistra: al sommo della placca si traversa per un paio di metri a destra (4b), proseguendo poi a salire e raggiungendo in breve una larga cengia alberata. Si attacca il risalto successivo: il resinato invita a superare direttamente un muretto leggermente spanciato (passo di 6a), altrimenti si risale un brevissimo diedrino verticale circa un metro a destra del muretto (5a) e, traversando a sinistra, si ritorna sulla linea dei resinati. Si prosegue risalendo una breve placchetta (4c) e si esce su una grande terrazza boscosa. La sosta a resinati è sul ciglio, in posizione scomoda: conviene sostare poco oltre, su un ottimo alberello già sul piano della cengia (20 m). 

Si segue una traccia che, leggermente verso sinistra, si porta alla base della parete superiore, un po' a sinistra di un grande strapiombo: qui un cordino blu in una clessidra, a circa 2 m da terra, indica l'attacco del tiro successivo.

4 - Si attacca la placca in corrispondenza della clessidra con cordino: raggiunta una cengetta (4c), si attacca un breve risalto verticale lungo una lama staccata (5a/5b, clessidra per cordino e vecchio chiodo con anello molto stretto), uscendo su una comoda cengia alla base di un grande tetto. Si traversa verso sinistra, rimanendo in prossimità dello strapiombo: con passi via via più delicati (cordino in clessidra, alcuni resinati, 4c/5a) si aggira il tetto, per poi salire lungo un breve sistema di piccole lame (4b) fino ad intercettare il 4° tiro della "Simonetta", ormai in corrispondenza della rampa obliqua che sale da sinistra a destra fino ai due resinati di sosta (30 m).

Si continua su sentiero fra gli alberi fino ad un'ampia cengia alberata. Di qui due possibilità per il tiro successivo, la "Superwalter" o il "Pilastro Josephine " originale. 

5 - Via "Superwalter" - Si attacca appena raggiunta la cengia (scritta "SUPERWALTER"): la parete è subito molto impegnativa perchè liscia e verticale (6a, eventualmente ci si può aiutare con l'alberello). Sopra il primo risalto, si prosegue per una serie di placche un po' più abbattute, ma sempre molto impegnative (5c) fino ad uno spigoletto. Si sale lo spigoletto per circa 2 metri, poi si traversa espostamente a sinistra (delicato, 5c) fino ad una placca più appigliata (da sinistra arriva in traverso il tiro originale del Pilastro Josephine), e di qui su dritti fino alla sosta, sotto uno strapiombo giallastro (30 m);

5bis - Via "Pilastro Josephine" originale - Si segue verso sinistra la cengia fino alla base del breve gradino sopra il quale riparte la "Simonetta": senza risalirlo, si attacca la parete a destra (resinato visibile, scritta "PILASTRO JOSE"). Si superano i primi metri, i più ostici per via della scarsità di appigli e della verticalità (5b), quindi si prosegue verticalmente lungo un diedro poco marcato, per un bellissimo sistema di successive lame staccate (5a/4c). Superato un masso che butta un po' all'infuori (5b), si trascura la sosta a sinistra, dentro un'evidente nicchia (eventuale collegamento con gli ultimi 2 tiri della "Simonetta") e si prosegue traversando verso destra, in leggera salita, per placca appigliata (5a) intercettando l'ultimo tratto della "Superwalter". Di qui su dritti fino alla sosta, sotto uno strapiombo giallastro (35 m);

6 - Si attacca lo strapiombo, liscio ed impegnativo (6a). Più sopra, dopo un tratto di placca più facile (5b) si incontra un'altra più bassa fascia strapiombante (6a), superata la quale si raggiunge la catena di sosta, di poco più a destra dell'ultima sosta della "Variante alla Simonetta" (20 m, a sinistra si scorge l'inizio del traverso finale di quest'ultima via);

7 - Si scala direttamente una bellissima fessura verticale ed impegnativa ("Fessura Ivaldo", 5b, un passo iniziale di 5c) e si esce su una minuscola cengetta. Un ultimo breve risalto (5a) conduce sulla sommità (sosta scomoda su due resinati sul ciglio del tavolato sommitale, oppure più comoda su un grosso masso con clessidre, già sul piano, 25 m).   

 

Discesa: una breve traccia si collega al sentierino proveniente dalla vicina vetta della Rocca di Perti, raggiungibile verso sinistra in pochi minuti. Seguendo invece il sentierino verso destra, si scende nel bosco e si costeggia poi in falsopiano la base della parete Nord. Trascurato il proseguimento del sentiero, che ritorna alla base del Versante Ovest, si prende una deviazione a destra che ritorna, in h 0,10, nuovamente al parcheggio.

 

TEMPO TOTALE

h 3,00 circa

DISLIVELLO

150 m totali, 80 m il Pilastro Josephine

DIFFICOLTA’

AD+ La Bella e la Bestia e la variante al 3° tiro della Simonetta, TD il Pilastro Josephine (6a max/5c obb.)

MATERIALE UTILE

corda da 50/70 m, casco, 15 rinvii, cordini: via interamente attrezzata a resinati

ULTIMO SOPRALLUOGO

7 ottobre 2007

PERIODO CONSIGLIATO

tutto l'anno

COMMENTI

Bella via, non troppo lunga ma piuttosto impegnativa, con alcuni passaggi delicati ed altri di forza. Roccia splendida, esposizione notevole. Ottimamente attrezzata con spit, possibile affollamento presso l'attacco de "La Bella e la Bestia" (la falesia dei Tre Porcellini è molto frequentata!).