Monte Dubasso 1545 m - Crestone SE

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CARTINA CONSIGLIATA

FRATERNALI scala 1:25.000 – Foglio 19

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 62

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

PASSAGGIO FACOLTATIVO LUNGO LA PRIMA PARTE DEL CRESTONE

UN CARATTERISTICO SPUNTONE ROCCIOSO NELLA PRIMA PARTE DELLA SALITA

FACILE RISALTO NELLA PARTE MEDIANA DEL CRESTONE

BEL PINNACOLO NELLA PARTE MEDIANA DELLA CRESTA

LA QUOTA 1505, CON IL PERCORSO DI DISCESA, RISALENDO L’ULTIMO TRATTO DI CRESTA VERSO IL DUBASSO

 

STORIA ALPINISTICA

Il Monte Dubasso (1545 m) è una arrotondata sommità di erba e massi situata sullo spartiacque alpino tra Piemonte e Liguria, a cavallo tra le valli Tanaro e Pennavaira.

Non si tratta di una cima particolarmente elevata (i vicini monti Galero e Armetta lo superano entrambi di circa 200 m), né particolarmente appariscente (la sua sommità è costituita da un altopiano di erba e massi accatastati, senza alcun rialzo particolare, e il punto più elevato è riconoscibile esclusivamente per la presenza di una piccola croce), purtuttavia la sua ascensione è una delle più consigliabili della zona, per i dislivelli contenuti, la facilità dei percorsi e per gli splendidi panorami verso le cime principali delle Alpi Liguri (Mongioie e Pizzo d’Ormea su tutte) e, verso meridione, sulla costa di Albenga.

Se la cima costituisce poco più di un rialzo dello spartiacque, il versante meridionale della montagna, che incombe sul selvaggio Vallone del Rio Croso, si presenta oltremodo interessante: questa zona infatti è caratterizzata da una serie di pareti, pinnacoli e torrioni rocciosi assai arditi e caratteristici, che contribuiscono a rendere questa zona molto pittoresca e dalle caratteristiche prettamente alpestri.

Il Crestone Sud-Est si origina proprio dalla vetta e, con andamento leggermente arcuato, si protende a separare la comba terminale della Valle Pennavaira (Caprauna) dal citato Vallone del Rio Croso: su questa lunga dorsale si evidenziano alcune sommità principali e numerosi torrioni, che ne rendono la percorrenza assai varia, interessante e divertente. Il crestone è molto spesso ampio ed erboso, ma non mancano, volendoli cercare, alcuni passaggi arditi su tratti rocciosi che richiedono attenzione. Ovviamente, volendo, è possibile percorrere il crestone evitando i torrioni rocciosi ed i tratti più ripidi, specie divallando sul lato occidentale: in questo caso, però, l’itinerario perde certamente interesse, divenendo una camminata su terreno scomodo e spesso infastidita dalla vegetazione. Molto meglio seguire la roccia, un calcare spesso più solido del previsto: in una fresca e limpida giornata autunnale, si otterrà una gita dalle difficoltà contenute ma assai piacevole e dai panorami unici!

 

PUNTO DI PARTENZA

a) Da Ceva (uscita della A6 Torino-Savona) si risale la Val Tanaro superando Bagnasco, Priola e Garessio, fino a Cantarana ( 783 m ). Dalla frazione si svolta a sinistra e si risale la Valletta di Prale: superato il villaggio di Prale ( 999 m ), la strada supera il poco accentuato Passo di Prale e raggiunge in breve il valico del Colle di Caprauna ( 1379 m , 47 km da Ceva). Si svalica sull’altro versante e si scende in direzione di Albenga: si supera il villaggio di Caprauna e, poco prima di raggiungere Alto con il suo caratteristico castello, si imbocca a sinistra una diramazione asfaltata che, con alcuni ampi tornanti nel bosco, sale al santuario della Madonna del Lago (1015 m, 60 km da Ceva, piccolo bar e aree attrezzate per il picnic, ampio parcheggio), sulle rive del piccolo laghetto naturale che caratterizza il luogo.

b) Da Albenga (uscita della A10 Genova-Ventimiglia) si sale a Martinetto, da dove si svolta a sinistra e si risale la selvaggia Val Pennavaira. Superato Alto con il suo caratteristico castello, si imbocca a destra una diramazione asfaltata che, con alcuni ampi tornanti nel bosco, sale al santuario della Madonna del Lago (1015 m, 27 km da Albenga, piccolo bar e aree attrezzate per il picnic, ampio parcheggio), sulle rive del piccolo laghetto naturale che caratterizza il luogo.

 

AVVICINAMENTO

Dal parcheggio si prosegue lungo la strada asfaltata (segnavia ) che, in costante salita, si inoltra nel bosco, con begli scorci panoramici sulla bassa Val Pennavaira fino al mare di Albenga. Lasciata una diramazione cementata a sinistra (diretta al Colle di San Bartolomeo di Ormea), si prosegue dritti su fondo naturale fino ad un panoramico poggio con croce, al piede sud-orientale della rocciosa Rocca Asperiosa (1206 m, h 0,10 da Madonna del Lago).

Si abbandona a questo punto la carrareccia (che si inoltra pianeggiante nel Vallone del Rio Croso, vedi anche itinerario Anello del Monte Dubasso), per volgere direttamente a sinistra (Nord-Ovest), verso il ripido pendio erboso che sale verso la sommità del crestone. Attacco.

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si attacca il ripido pendio erboso, punteggiato nella prima parte di rade conifere e, seguendo vaghe tracce sulla linea di massima pendenza, si guadagna velocemente il piede di una paretina rocciosa: costeggiandola verso destra su erba e massi, si raggiunge una prima altura (h 0,15 dal poggio panoramico), da dove appare tutto il lungo crestone Sud-Est del Dubasso, con le riconoscibili sommità della Rocca Asperiosa (1206 m), della Quota 1403 con l’evidente grosso ripetitore e della Quota 1505, ardito torrione roccioso che precede la sommità vera e propria del Monte Dubasso. Oltre il Vallone del Rio Croso svettano le pareti rocciose della Rocca Battaglina (1411 m), mentre a Nord-Est domina la scena il massiccio Monte Galero.

Scesi al successivo colletto, si procede per breve tratto su massi instabili, quindi si rimonta un breve canalino di erba e roccette subito a destra di un risalto roccioso, uscendo nuovamente sul filo, presso un nuovo rilievo roccioso che domina direttamente il sottostante santuario della Madonna del Lago. Scesi pochi metri al sottostante colletto, si rimonta il successivo spuntone per una placca inclinata sulla destra del filo () fino alla sommità, da dove appare il testone roccioso sommitale della Rocca Asperiosa. Da qui si scende più decisamente lungo uno spigolo di roccette più ripido (passi di II° in discesa mantenendosi sul filo, altrimenti più facile se si scende più a destra) fino alla larga sella boscosa che precede i testoni rocciosi della Rocca Asperiosa. Scegliendo il percorso migliore fra una fitta foresta di giovani pini si raggiungono in breve le rocce sommitali, che si possono salire mantenendosi sul ciglio delle pareti che precipitano verso Madonna del Lago (attenzione!): con magnifiche vedute sui torrioni rocciosi sottostanti e su tutta la testata della Val Pennavaira fino al mare, si tocca in breve il punto più elevato della Rocca Asperiosa (1206 m, h 0,30 dalla prima altura, h 0,45 dall’attacco).  

Si rimonta ora l’ampio e ripido pendio erboso successivo, tendendo leggermente verso destra, in modo da andare ad intercettare le facili e divertenti roccette del crinale e da evitare la zona con più fastidiosa vegetazione. Con divertente percorso non obbligato, si guadagna quota scalando a piacere le roccette (passi di I°/I°+) o schivando tutte le difficoltà per erba e terriccio: più in alto, si scala o si schiva a sinistra un bel pinnacolo roccioso (II°+ sul filo, altrimenti elementare) quindi, giunti al limitare della vegetazione, si procede al meglio per alcune tracce nell’intricato boschetto (meglio mantenersi verso destra) fino ad uscire presso il grande ripetitore sulla Quota 1403 (h 0,45 dalla Rocca Asperiosa, h 1,30 dall’attacco). Bellissimo panorama sulla conca di Caprauna e, oltre l’omonimo colle, sui monti Frontè e Saccarello. Qui giunge anche una sterrata di servizio che stacca dalla carrareccia che da Madonna del Lago sale al Colle di San Bartolomeo di Ormea.

Trascurando la carrareccia, si procede lungo il crinale, che gradatamente da boscoso ritorna erboso. Con alcuni saliscendi fra erba e massi si raggiunge un ampio dorso erboso leggermente inclinato con tracce di muretti a secco, che verso destra (Nord-Ovest) precipita con verticali dirupi sul Vallone Croso. Con pittoresco percorso, è consigliabile costeggiare a destra il ciglio roccioso (qualche facile passo di ), fino a scendere brevemente alla stretta forcella a monte, cui fa capo un orrido canalone che scivola ripidissimo verso il Rio Croso. Proseguendo lungo il crinale, si superano in successione alcuni groppi rocciosi (brevi e non obbligati passi di I°+/II°) giungendo in vista della massiccia e rocciosa Quota 1505. Si continua lungo un tratto pressoché pianeggiante, ma caratterizzato da un evidente testone roccioso: si può procedere del tutto facilmente evitando il testone sulla destra per erba ed elementari roccette, oppure superarlo direttamente con percorso più impegnativo ma anche più divertente (passi di II°/II°+ e fino al III°-). Scesi dall’altra parte per un facile canalino (I°+), si rimonta un nuovo tondeggiante spuntone (), da dove con un tratto di discesa ripida e malagevole per rocce inclinate (I°+/II°) si guadagna l’ampia sella alberata ai piedi dell’appicco roccioso della Quota 1505 (h 0,45 dalla Quota 1403, h 2,15 dall’attacco).

Rimontata una ripida pietraia di grossi blocchi, si va ad imboccare un’evidente cengia erbosa inclinata che sale verso destra: percorso breve tratto della cengia, appena possibile si sale direttamente verso l’alto per erba e roccette (passi di I°/I°+).

N.B.: dall’inizio della cengia, è anche possibile rimontare direttamente a sinistra un breve camino inclinato che permette di raggiungere il pendio di erba e roccette descritto in precedenza (in questo caso tratto di II°+ esposto).

Con divertente ed evidente percorso, si rimonta il ripido pendio roccioso per saltini e brevi tratti erbosi (I°+) fino all’ometto di vetta sull’erbosa sommità della Quota 1505 (h 0,15 dalla sella alberata, h 2,30 dall’attacco). Appare finalmente l’ormai non lontana croce di vetta del Monte Dubasso.

Dalla sommità si scende con attenzione, inizialmente a sinistra (Ovest) per un appena accennato canalino erboso: raggiunta una stretta cengia (esposto), si scende a destra lungo un tratto ripido ma gradinato di erba e roccette (I°+) fino all’insellatura sottostante, dove si incontra un’ampia mulattiera che traversa sul ripido versante Croso. Trascurando la mulattiera (che andrebbe a collegarsi con il sentiero segnalato proveniente da Madonna del Lago, vedi anche itinerario Anello del Monte Dubasso), si continua lungo il crinale, che in questo tratto si presenta ripido ma erboso, con scarse roccette affioranti: con una ripida ma breve salita (bella veduta, alle nostre spalle, sugli impressionanti appicchi della Quota 1505), si supera un ultimo brevissimo risalto lungo una fessura erbosa e si raggiunge la sommità dell’altipiano erboso del Monte Dubasso (h 0,20 dalla Quota 1505, paletto di legno infisso). Con pochi passi pressoché pianeggianti si giunge ad intercettare il sentiero segnalato proveniente da destra dal Vallone del Rio Croso.

Seguendo la traccia segnalata per ampi prati, si aggira a sinistra di un’ultima altura e, con percorso pressoché pianeggiante, si raggiungono velocemente i grossi massi che costituiscono la poco accentuata sommità del Monte Dubasso (1545 m, h 0,10 da dove si esce sul crinale, h 3,00 dall’attacco, croce di legno). Magnifico panorama circolare sul massiccio Monte Galero, sulla costa ligure, sulla testata della Val Pennavaira con l’ampio Colle di Caprauna, sulla costiera Monte della Guardia – Monte Armetta (dietro cui svettano il massiccio Bric di Conoia ed il cono roccioso del Pizzo d’Ormea) e, oltre il solco del Tanaro, il verdeggiante Monte Antoroto. Più lontano, a destra di quest’ultimo, la regolare piramide del Bric Mindino, sormontato dalla sua monumentale croce.

 

Discesa: ci sono due opportunità di discesa, pressoché equivalenti:

a) Lungo il Vallone del Rio Croso: seguendo a ritroso il segnavia , si scende dapprima assai ripidamente, quindi con minor pendenze, nel selvaggio Vallone del Rio Croso (vedi anche itinerario Anello del Monte Dubasso in senso inverso): con selvaggio percorso, il sentiero discende il solco rimanendo alto sulla destra idrografica, fino ad immettersi sulla carrareccia che, in breve, riporta al poggio panoramico dell’attacco e a Madonna del Lago (h 1,20 dalla cima).

b) Per il Colle di San Bartolomeo: sempre seguendo il segnavia , si scende verso Nord-Ovest per poco inclinati pendii erbosi. Innestandosi nel tracciato dell’Alta Via dei Monti Liguri, il sentiero, ora più evidente, scende in breve all’ampia sella erbosa del Colle di San Bartolomeo di Ormea (1446 m, h 0,20 dal Monte Dubasso, tabelloni e paline), dove si trova un crocevia di strade sterrate. Seguendo la carrareccia che scende dolcemente a sinistra (segnavia ■●●, vedi anche itinerario Anello del Monte Dubasso), si perde quota in moderata discesa nell’ampia valletta e, con percorso comodo ma tortuoso e un po’ monotono, si ritorna a Madonna del Lago (h 1,20 dalla cima anche in questo caso).

 

TEMPO TOTALE

h 4,30 circa (h 3,00 il crestone)

DISLIVELLO

600 m circa

DIFFICOLTA’

F (passi evitabili di II°/II°+)

MATERIALE UTILE

eventualmente il casco

ULTIMO SOPRALLUOGO

20 novembre 2021

PERIODO CONSIGLIATO

tutto l’anno, escludendo i periodi più caldi e quelli troppo freddi o con eccessivo innevamento

COMMENTI

Bell’itinerario, sicuramente il migliore e più divertente effettuabile al Monte Dubasso. Il crestone, pur essendo molto facile e potendo essere risalito praticamente senza toccare la roccia (aggirando i tratti più ripidi), è molto piacevole, e la risalita diretta come descritta nell’itinerario è certamente da preferire: i passaggi sono sempre facili, ma comunque qualche tratto aereo è oltremodo godibile. Altri punti a favore: la comodità dell’accesso (attacco a pochi minuti dall’auto), la quota non elevata e la favorevole esposizione che consentono una fruibilità del percorso pressoché per tutto l’anno, l’elevata valenza panoramica della salita, la velocità e comodità del ritorno, su sentieri segnalati.

Insomma, una chicca per le mezze stagioni secondo me da non perdere.