Il Cimonąsso 2292 m - Via normale

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CARTINA CONSIGLIATA

A.S.F. scala 1:25.000 - Foglio 03

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 18

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO DELL'APPROCCIO AL CIMONĄSSO, VISTO DALLA PARTE BASSA DELLA GOLA DELLE SCAGLIE

FOTOPERCORSO DALLA VETTA DELLA ROCCA DEI CAMPANILI

IL CIMONĄSSO ED IL RETROSTANTE COMPLESSO DELLA ROCCA DEI CAMPANILI DALLA GOLA DELLE SCAGLIE

 

STORIA ALPINISTICA

Il Cimonąsso (2292 m) č un massiccio torrione calcareo che emerge isolato dalla lunga costiera Rocce del Manco - Cima Pian Comune - Cima delle Colme, che costituisce l'ampio spartiacque fra la testata della Valle Čllero (Nord) e la Valle Tanaro (Sud). 

La sua liscia parete Sud, che si innalza per circa 150 m da un basamento di pinnacoli e campanili, domina severa la serena radura erbosa di Pian Rosso, dove sorge l'accogliente Rifugio Mongiņie. L'ambiente, molto aperto e solare, fa da piacevole contrasto con le severe pareti spiccatamente dolomitiche delle cime di questo settore, che risulta uno dei pił interessanti e consigliati delle Alpi Liguri. L'origine del toponimo in questo caso č chiara, e fa riferimento alla forma massiccia della montagna. 

La prima ascensione, lungo il versante Nord (per una via un po' pił impegnativa di quella descritta), č di A. Frisoni, da solo, l'11 agosto 1908. 

 

PUNTO DI PARTENZA:

Rifugio Mongiņie (1524 m), raggiungibile da Viozčne (1245 m, Val Tanaro) in h 0,45.

Per i particolari sull'accesso, vedi itinerario Al Pian Rosso.

 

AVVICINAMENTO

Dal rifugio (magnifico panorama sulla bastionata calcarea Rocce del Manco - Rocca dei Campanili - Cimonąsso - Rocca Garba - Mongiņie) si segue  la traccia diretta alla Gola delle Scaglie (cartello), che risale gli erti pendii prativi sulla sinistra di un marcato canale erboso (neve residua ad inizio stagione). 

Pił in alto, con un paio di ampi tornanti la traccia guadagna l'orlo di un piccolo ripiano erboso, il Pian dell'Alpetto: raggiunto un abbeveratoio ed il vicino ricovero dei pastori, si prosegue senza tracce, per prati poco inclinati, in bell'ambiente alpestre, fino allo sbocco dell'evidente canalone che scende alla destra del Cimonąsso (neve ad inizio stagione). 

Si risale l'ampio conoide di detriti basali, poi si devia a destra per ripida erba e si raggiunge la base di un primo risalto roccioso di una quarantina di metri, alla destra del grande canalone (1900 m circa, h 1,00 dal rifugio, attacco).

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si attacca il risalto, sfruttando una serie di fessure erbose e canalini piuttosto evidenti ma ripidi e con pietre mobili (passi di II°, attenzione!). Al sommo del risalto si giunge ad una fascia erbosa poco ripida, che si segue fino alla base della successiva bastionata rocciosa, alta circa 20 metri. La si attacca al centro, attraverso un erto canalino detritico (ad inizio stagione, con neve residua, utile la piccozza). Per zolle erbose si giunge ai piedi di una paretina, che si aggira a sinistra per erba e roccette (attenzione all'esposizione sul ripido canalone principale), sbucando in un ampio avvallamento detritico con magnifica vista sull'imponente parete Est del Cimonąsso

Si risale l'ampio avvallamento, per erba, detriti e qualche facile lastrone (), puntando al ripido canale che fiancheggia il Cimonąsso. Si continua a salire facilmente per roccette ed erba, si trascura un angusto canale secondario a sinistra sbarrato in basso da un salto roccioso (sale direttamente alla Forcella del Cimonąsso) e, per l'ultimo ripido tratto ghiaioso, si giunge sotto una bifida forcella erbosa, separata da un torrione roccioso. 

Tendendo a sinistra, si tocca facilmente la sella Sud-Ovest (2285 m circa), di poco pił bassa del Cimonąsso, la cui cima appare poco lontana, preceduta da alcuni bei pinnacoli e dall'aguzzo Dente del Cimonąsso

Aggirando a destra, in discesa, alcune roccette, si scende per un breve pendio erboso alla Forcella del Cimonąsso (2270 m, h 1,20 dall'attacco). 

Inizia qui la scalata vera e propria al torrione: si trascura l'ostica paretina del Dente, che cade proprio sulla forcella  (sarebbero 15 m di IV° continuo) per scendere qualche decina di metri verso destra (Ovest), lungo un canalino erboso. Appena possibile si devia a sinistra, per roccette un po' delicate (II°, attenzione) e, per il successivo pendio detritico, si raggiunge il canalino che separa il Dente dal Cimonąsso vero e proprio: l'ultimo tratto, che fa guadagnare il fondo del canalino, č abbastanza delicato, svolgendosi per lastroni friabili ed esposti (II°). 

Si risale poi il canalino per tutto il suo sviluppo (attenzione ai detriti friabili!), fino alla forcella cui fa capo, fra il Dente ed il Cimonąsso. Si attacca quindi la paretina di destra, verticale ma dotata di discreti appigli abbastanza solidi (10 m, III°-) e si esce sull'aerea cresta sommitale (chiodo e cordino per eventuale calata in doppia): si percorre la cresta, formata da grossi blocchi in vertiginosa esposizione, fino al piccolo ometto che segna la vetta del Cimonąsso (2292 m, h 0,30 dalla Forcella del Cimonąsso): posto stupendo! Magnifico panorama sul Mongiņie ed istruttiva veduta "di infilata" sulla Rocca dei Campanili, con il Canale dello Scudo in bella evidenza.

 

Discesa: per il percorso di salita si ritorna alla Forcella del Cimonąsso (eventualmente corda doppia sulla paretina di 10 m). Si prosegue in salita per ampi prati lungo una specie di avvallamento, fino ad una grande conca carsica: risalendo i ripidi pendii erbosi a destra, si tocca in breve la vasta sommitą della Cima delle Colme (2372 m, h 0,20 dalla Forcella del Cimonąsso). 

Per vaghe tracce (alcuni ometti) si prosegue lungo l'arrotondato ed ampio crinale erboso (belle vedute su Mongiņie e Cima delle Salģne), si taglia a Sud una seconda erbosa elevazione e, calando per ampi prati ricchi di stelle alpine, si scende alla depressione del Bocchino delle Scaglie (2325 m, h 0,30 dalla Cima delle Colme). 

Scendendo nel ripido canalone meridionale (Gola delle Scaglie), si incontra subito una marcata traccia (ometti) che si mantiene alta sulla sponda sinistra del canalone, passa alla base degli arditissimi torrioni dei Bricchi Neri e, con ripidissima discesa, raggiunge il ghiaione in fondo al canalone. Qui le tracce spariscono e, con fantastiche scivolate sulle ghiaie cedevoli, si raggiungono in breve i prati poco distanti dal Pian dell'Alpetto

Di qui, lungo il percorso di salita o direttamente per i prati, nuovamente al Rifugio Mongiņie (h 1,00 dal Bocchino delle Scaglie).

 

TEMPO TOTALE

h 5,00 circa (esclusi l'avvicinamento e la discesa dal rifugio)

DISLIVELLO

800 m circa

DIFFICOLTA’

PD+ (I°-II° con 10 m di III°-)

MATERIALE UTILE

casco, corda da 30 m, 2/3 rinvii, cordini vari; eventualmente qualche nut e friend

ULTIMO SOPRALLUOGO

25 aprile 2007

PERIODO CONSIGLIATO

maggio-giugno e ottobre

COMMENTI

Bella salita, consigliata ad alpinisti avventurosi e che non temono i lunghi avvicinamenti su terreni ripidi ed esposti. Difficoltą tecniche ce ne sono infatti pochine (l'ultima paretina di 10 m č l'unico punto dove forse vale la pena assicurarsi), ma tutto il percorso si svolge lungo canalini e fasce rocciose friabili ed esposte. Ambiente solitario e fantastico. Meraviglioso panorama sulle ardite strutture rocciose del Mongiņie e sul vertiginoso (da qui!) Canale dello Scudo.