Cima Revelli 2486 m - Cresta NNE

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CARTINA CONSIGLIATA

Fraternali scala 1:25.000 – Foglio 19

CATEGORIA/ZONA

ALPINISMO - ALPI LIGURI

SCHEDA N. 60

 

FOTO NOTEVOLI

FOTOPERCORSO VIRTUALE

IL MAESTOSO VERSANTE NORD-EST DEL MONGIOIE DAL SENTIERO CHE DAL BOCCHIN DELL’ASEO TRAVERSA AL COLLETTO REVELLI

 

STORIA ALPINISTICA

La Cima Revelli (2486 m) è situata poco ad Est del massiccio Mongioie, sulla lunga costiera che, originatasi dalla Punta Marguareis, costituisce la fiancata sinistra idrografica dell'alta Val Tanaro. Nel tratto sopra l'abitato di Viozene detta costiera assume un aspetto prettamente dolomitico, presentando imponenti placconate rocciose orlate da arditi campanili, fra cui si insinuano numerosi canali che, se innevati, conferiscono al paesaggio un aspetto severo e prettamente alpino, in netto contrasto con i prati ed i boschi circostanti. 

Come detto, la Cima Revelli è separata dal Mongioie (Ovest) dall’ampia sella prativa del Bocchin dell’Aséo (2292 m), valico da sempre assai frequentato che mette in comunicazione il territorio di Ormea (Val Tanaro) con quello di Magliano Alpi (enclave in alta Val Corsaglia del comune sito nella pianura cuneese, nelle vicinanze di Carrù). A Sud un’appena accennata insellatura erbosa la separa dal poco più elevato Monte Rotondo (2495 m), mentre il versante Est, assai dirupato e fasciato di fini sfasciumi, domina dall’alto la pittoresca conca Revelli, tributaria del Corsaglia.

A Nord, dalla modesta insellatura del Colletto Revelli (2308 m), che la separa dall’arrotondato mammellone erboso della Punta del Zucco (2369 m), si origina una movimentata cresta di erba e roccette che va ad esaurirsi proprio ai piedi del torrione roccioso terminale: si tratta della Cresta Nord-Nordest, che consente un piacevole e vario percorso assai panoramico e con difficoltà molto contenute. Discorso a parte per l’ultimo tratto, quello che consente di raggiungere la vetta: pur trattandosi di un percorso ormai assai breve, in condizioni sfavorevoli può presentarsi problematico, e rendere necessaria anche la rinuncia. In particolare, il mio consiglio è quello di intraprendere la gita ad inizio stagione (meglio se entro la metà del mese di maggio), con condizioni di buon innevamento: si incontrerà qualche difficoltà in più sulla cresta per via della neve (ma generalmente questi percorsi si liberano abbastanza velocemente), ma in compenso si troverà innevato il canalino finale, che consente di raggiungere la cima velocemente e su difficoltà omogenee rispetto al resto della salita. Senza neve, il canalino risulta difeso alla base da un saltino strapiombante di una decina di metri, assai impegnativo: noi, scartato il canalino, abbiamo girato per un tratto sul lato Est, per rimontare poi l’esposto e friabilissimo versante su rocce impegnative.

Primi salitori sconosciuti.

 

PUNTO DI PARTENZA

Rifugio Mongioie ( 1524 m ), raggiungibile da Viozene ( 1245 m , Val Tanaro) in h 0,45.

Per i particolari sull'accesso, vedi itinerario Al Pian Rosso.

 

AVVICINAMENTO

Dal rifugio (magnifico panorama sulla bastionata calcarea Rocce del Manco - Rocca dei Campanili - Cimonasso - Rocca Garba – Mongioie si ritorna con il sentiero di accesso sul margine di Pian Rosso, dove la mulattiera inizia a scendere verso il vicino Pian Rossetto. Da qui si segue verso sinistra la traccia diretta al Bocchino dell'Aséo (paline), che risale gli erti pendii prativi alle falde della Rocca Garba (neve residua ad inizio stagione). Il sentiero, in alcuni tratti un po’ rovinato (segnavia __), prende quota con numerosi ampi tornanti, quindi traversa grosso modo in diagonale i ripidi pendii alla base della bastionata rocciosa della Rocca Garba, tagliando alcuni ripidi solchi tra cui l'ampia conoide (nevosa ad inizio stagione) che costituisce lo sbocco del tratto superiore del Canale del Porco (vedi anche itinerario Mongioie – Canale del Porco). Alle nostre spalle, bella veduta sulla testata della Val Tanaro, con il Monte Frontè, il Saccarello, la Cima Missun ed il Monte Bertrand. Con un’altra serie di ampi tornanti sul ripido pendio erboso si guadagna un poggio, da dove si cala in breve all’inizio dell’ampio Pian dell’Olio (2083 m, h 1,30 dal Rifugio Mongioie, paline), ripiano pascolivo in vista della testata del vallone.

Questo sentiero pare essere un’antichissima “Via del Sale”, cioè un itinerario attraverso il quale, in passato, i commercianti della pianura piemontese e quelli del versante marittimo si incontravano per scambiarsi i prodotti necessari alle due comunità: tradizioni e leggende assegnano a questo luogo i pagamenti dei dazi e gli scambi commerciali.

Il sentiero percorre l’ampio ripiano in leggera salita, mantenendosi sulla destra idrografica, fra prati e brevi lingue detritiche. Al termine del ripiano si riprende a salire, con sinuoso percorso lungo una strozzatura della valle, fra dossi e lingue di neve: a sinistra, una crestina rocciosa termina con un curioso torrione dall’aspetto precario soprannominato “King Kong”, individuabile guardando verso valle una volta oltrepassato il piede della cresta stessa. In ambiente più alpestre e severo, fra rocce e neve residua, il sentiero raggiunge il margine di una sorta di ondulato piccolo altipiano, ormai in vista del versante orientale del Mongioie, percorso dalla via normale. Con un ultimo breve tratto pianeggiante, si raggiunge l’estremità opposta dell’altipiano, dove si apre la vista sulla testata della Val Corsaglia e dove si trovano le paline indicanti il valico del Bocchin dell’Aséo (2292 m, h 0,45 da Pian dell’Olio).

Da qui il sentiero scende a sinistra, tagliando al di sotto del severo versante Nord-Est del Mongioie in direzione del Lago Raschera: dopo poco però si incontra un bivio, dove si devia a destra per un sentierino (segnavia _) che taglia la testata del Vallone Raschera dapprima in discesa fra dossi erbosi, poi nuovamente in salita, tagliando la base del costone occidentale della Cima Revelli.

In caso di neve, è possibile evitare il largo giro, scendendo più direttamente lungo i pendii sottostanti il Bocchin dell’Aséo fino ad intercettare il sentiero già alla base del costone.

Da qui il sentiero riprende a salire (bellissima veduta, alle nostre spalle, sul roccioso versante Nord del Mongioie) e, aggirato il costone (attenzione a eventuali lingue di neve dura), si porta sul fondo di una appena accennata valletta erbosa, dove riceve da sinistra il tracciato proveniente direttamente, con molte svolte, dal fondo del Vallone Raschera. Proseguendo verso destra in salita si guadagna quota nel piccolo impluvio: poco più in alto le tracce tendono a sparire, ma le ben visibili tacche rosse guidano, pressoché sulla linea di massima pendenza, fino alla larga sella erbosa del Colletto Revelli (2308 m, h 0,50 dal Bocchin dell’Aséo, segnavia della GTA), aperto fra i contrafforti della Cima Revelli (a destra) e della Punta del Zucco (a sinistra). Sull’opposto versante appare la pittoresca Conca Revelli, con il piccolo e caratteristico Lago Revelli dominato dal cono roccioso del Pizzo d’Ormea. Sulla destra, verso la testata della conca, incombono le belle pareti rocciose del Bric di Conoia. Trascurato il sentiero che scende nella conca diretta al vicino (anche se di qui non visibile) Bivacco Cavarero, si volge a destra, verso il piede della Cresta Nord-Nordest della Cima Revelli (attacco).

 

DESCRIZIONE DELLA VIA

Si rimonta il crinale fra erba e roccette, cercando di rimanere il più possibile sul filo di cresta, dove il terreno è più solido (qualche breve passo di ). Scavalcato il primo spuntone, si scende in pochi passi al colletto successivo, da dove si rimonta per terreno detritico un secondo più alto rilievo, oltre il quale segue un tratto di cresta erbosa ondulata e panoramicamente magnifico, con bella veduta sulla calotta sommitale della Cima Revelli, che appare ancora lontana. Proseguendo nei pressi del filo, ma mantenendosi sempre sul versante occidentale della cresta, si affronta ora un tratto costituito da ripidi lastroni inclinati (, qualche facile passo di I°+), che verso la conca Revelli precipita con dirupati salti ed erti canaloni: in caso di neve, questo tratto richiede una certa attenzione, per via di una certa qual esposizione in alcuni punti.

Si giunge così alla base del successivo spuntone, roccioso e dalle forme tozze: traversando per pochi metri sul lato Est (verso la conca Revelli), si rimonta un breve canalino per rocce articolate (I°+, passo di II°) fino al castelletto sommitale, da dove si scende facilmente fino alla base del nuovo spuntone, dalla forma di gendarme roccioso. Questo si evita scendendo per una quindicina di metri un canalino verso destra (Ovest, passi di II°), fin dove è possibile traversare alla base delle rocce e rimontare il successivo canale detritico (passi di ) fino al forcellino cui fa capo, nuovamente sul filo di cresta.

Si procede con qualche saliscendi lungo la crestina rocciosa, in qualche punto un po’ esposta ma facile, fino ad un’ennesima forcelletta, con bella veduta sulla cuspide finale della cima. Rimontando le rocce a destra per un sistema di scanalature (II°) si giunge sulla sommità dell’ultimo gendarme, costituita da una aerea ed affilata crestina, facile ma da percorrere con attenzione. Con pittoresco percorso sull’affilata cresta, fra lastroni e roccette più articolate, si giunge così all’ampia sella erbosa alla base del torrione finale (2400 m ca., h 0,50 dall’attacco), che da qui appare tutt’altro che semplice da salire: unico punto debole sembra l’evidente canalino subito a destra della linea di cresta, che consente l’accesso alle facili placconate superiori. Di qui due alternative:

a)  a) se le condizioni di innevamento del canalino sono buone (almeno nella sezione inferiore), è senz’altro conveniente rimontarlo con piccozza e ramponi (pendenza 35-40°), quindi si rimontano le placche superiori (meglio mantenersi leggermente a destra) andando ad uscire in cresta proprio in corrispondenza dell’ometto di vetta della Cima Revelli (2486 m, h 0,15 dalla base del canalino);

b   b) se, come lo abbiamo trovato noi, il canalino risulta privo di neve, il suo accesso appare difeso da un salto leggermente strapiombante di una decina di metri, all’apparenza non facile da superare. Si può allora traversare a sinistra, su tracce di camosci, alla base del roccioso versante Est, lungo una terrazza ghiaiosa che fascia il castelletto sommitale. Con attenzione per via della grande friabilità delle ghiaie (qualche passo di , richiesto piede sicuro), si traversa fino a quando non appare possibile, a destra, una dirittura di salita, individuata da due rientranze successive che formano due brevi camini. Raggiunta la base delle rocce, si rimonta una rampa rocciosa inclinata a sinistra del camino inferiore (III°- esposto, roccia friabile), quindi si afferra la cengetta a destra (passo di III°) che conduce in pochi metri alla base del camino superiore. Senza risalirlo, si prosegue ancora a destra, aggirando lo spigolo della quinta rocciosa (II°, espostissimo!) e rimontando la successiva paretina lungo un sistema di fessure molto, molto friabili (III°+, esposto e delicato). Risalito un ultimo breve caminetto (in uscita un nuovo passo di III°+) si toccano le ultime facili rocce che consentono di guadagnare l’ometto di vetta della Cima Revelli (2486 m, h 0,45 dalla base del canalino in questo secondo caso).  

La cima è costituita da una sottile crestina detritica su cui si evidenziano due vicine sommità, entrambe contrassegnate da ometti. Bellissimo panorama circolare sulle cime alla testata della Val Corsaglia, come Bric di Conoia, Mongioie, Monte Rotondo e Cima della Brignola.

 

Discesa: Si segue l’esile crestina detritica fino al dosso erboso da cui essa trae origine. Da qui si scende verso Sud per prati e lastroni, in ambiente carsico assai caratteristico (assenza di tracce, attenzione in caso di nebbia). Più in basso, quando appare possibile, si devia decisamente a destra, scendendo più ripidamente in direzione del sottostante visibile Bocchin dell’Aséo, che si raggiunge scendendo lungo un ultimo costone erboso (h 0,20 dalla cima).

Da qui, seguendo il percorso dell’andata, si scende nuovamente al Rifugio Mongioie e, volendo a Viozene (h 1,20 fino al rifugio, h 1,45 fino a Viozene).

 

TEMPO TOTALE

h 6,00 circa per il canalino, h 6,30 circa per il versante Est (esclusi avvicinamento e discesa dal rifugio)

DISLIVELLO

1030 m circa (esclusi avvicinamento e discesa dal rifugio)

DIFFICOLTA’

PD- per il canalino, AD- per il versante Est

MATERIALE UTILE

casco, ramponi e piccozza (anche corda, cordoni, nut e friend per il versante Est, anche se la pessima qualità della roccia non permette di attrezzare soste molto affidabili)

ULTIMO SOPRALLUOGO

5 giugno 2021

PERIODO CONSIGLIATO

la prima metà di maggio

COMMENTI

Piacevole e divertente salita, in un angolo poco frequentato e conosciuto delle Alpi Liguri. Da effettuare con condizioni di innevamento “giuste”, in particolare è meglio un innevamento un po’ più abbondante della cresta, se questo vuol dire trovare innevato anche il canalino finale. In assenza di neve nel canale, la variante da noi seguita per il versante Est aumenta di parecchio le difficoltà, anche per la qualità della roccia a tratti veramente pessima.